“Se non ora, quando?”: tra le suggestioni di canti, immagini e messaggi si è chiuso lo scorso 9 novembre nella chiesa di S. Pietro di Modica un intenso pomeriggio di riflessione e di decisioni operative degli animatori delle nostre Caritas e dei responsabili delle opere caritative. A sigillare questo convenire, è stata infatti la “Veglia di Romena”, animata da una fraternità di preti e laici che attorno all’abbazia medievale di Pratovecchio in Toscana accoglie migliaia di persone da tutt’Italia per offrire un messaggio di speranza e di riconciliazione con le proprie ferite e che poi si fa itinerante raggiungendo territori e persone di ogni parte del Paese. Prima della Veglia si era chiarito – in una assemblea dei responsabili Caritas con l’intervento di Gianni Novello, monaco e membro di Pax Christi – come sia importante l’ascolto, primo passo per qualsiasi relazione di amicizia e di aiuto. L’ascolto infatti ci educa ad accogliere la voce e la storia dell’altro senza subito passare ad un “fare” precostituito. L’ascolto ci mette in discussione. L’ascolto permette l’incontro. L’ascolto apre alla relazione in cui si possono sperimentare fatica e speranza, impotenza e passione. Ecco perché diventa importante superare il rischio che l’attività caritativa delle nostre parrocchie si risolva in una distribuzione di aiuti materiali, con in più il problema di evitare che i furbi ne approfittano. Ecco perché è importante che l’ascolto accada non solo nei Centri di ascolto e di aiuto, ma anche e soprattutto in un andare della comunità cristiana laddove la gente vive. Ritessendo quelle relazioni che hanno nel buon vicinato un possibile incastro e nella visita evangelica – tanto raccomandata dal nostro Sinodo – la misura di un rapporto in cui si esprimono affetto, discernimento, tenuta delle relazioni. Certo, poi c’è l’aiuto, ma dovrà essere attento e trasparente. Per questo si sono dati anche dei criteri sui contributi che la Caritas può dare e che vengono incrementati ora dal progetto “Sulle vie di Gerico”, che permette aiuti materiali e l’avvio – d’intesa con la Fondazione San Corrado – di un Centro diocesano di pronta accoglienza a Modica, esigenza molto avvertita per le molte richieste, e di una mensa della fraternità diocesana a Noto, tanto raccomandata dal nostro Vescovo come forma di traduzione autentica della devozione a san Corrado. Ebbene, per rendere trasparente e ben finalizzato l’aiuto, ogni contributo sarà dato sempre e solo tramite i Centri di ascolto collegati con la Caritas per assicurare una necessaria verifica e sussidiarietà (peraltro l’avvio del microcredito sta mostrando come sia opportuna una verifica delle richieste perché l’aiuto vada veramente a chi ha bisogno ed è disposto a un cammino educativo). Ogni sostegno alle opere caritative, poi, sarà dato per sviluppi esemplari e documentati. Ascolto allora, aiuto ma anche rapporti con le istituzioni e con i servizi socio-sanitari. Pure in questo caso conta la qualità evangelica e la ricerca di un discernimento. Per questo l’appuntamento è per il 10 dicembre a Pachino (ore 16-20, nel salone dei Padri Canossiani) per approfondire la portata e le modalità di un lavoro di rete anch’esso da pensare in modo educativo. Relatore sarà Salvatore Inguì che già l’anno scorso ha suscitato molto interesse per la sua passione educativa misurata con l’ambiente difficile del carcere minorile e tradotta in coraggiose iniziative.
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