Mons. Antonio Staglianò, lo scorso 7 giugno, alle ore 10, a Pergusa, presso l’Hotel Riviera, ha convocato la Commissione Regionale per la Cultura e le Comunicazioni Sociali. I direttori degli uffici diocesani, sotto il coordinamento del direttore regionale, don Giuseppe Rabita e del segretario don Rosario Sultana, si sono incontrati dopo una riflessione che si è tenuta nello scorso incontro di sabato 15 marzo a Pergusa su “Cultura cristiana e pietà popolare in Sicilia”. In quell’occasione la Commissione, – come riferito dal direttore regionale – ha ascoltato una riflessione sulla pietà popolare guidati da Mons. Liborio Palmeri, il quale ha mostrato i tentativi, in parte riusciti, di riportare ad una dimensione più accettabile la processione dei Misteri di Trapani.
All’ordine del giorno del 7 giugno, dopo la preghiera e l’introduzione di Mons. Staglianò, delegato CESi, la riflessione di Mons. Rino La Delfa, Preside della Facoltà teologica di Sicilia su “Religiosità popolare e cultura in Sicilia”; a seuguire sono stati illustrati i dettagli relativi al corso di Media Education, dalla prof.ssa Gianna Cappello, docente presso la Facoltà di Scienze della formazione all’Università di Palermo, la quale ha presentato la proposta di una Scuola di Media Education riservata alle nostre Diocesi siciliane per favorire l’apprendimento e l’uso dei social network e delle nuove piattaforme telematiche come luogo teologico e ambiente di vita da abitare per promuovere una nuova evangelizzazione.
Mons. La Delfa nella sua relazione ha detto che il soggetto della pietà popolare è la Chiesa stessa, nell’accezione di “Popolo di Dio”, infatti nella Evangelii Gaudium di Papa Francesco si legge: “ciascuna porzione del Popolo di Dio, traducendo nella propria vita il dono di Dio secondo il proprio genio, offre testimonianza alla fede ricevuta e la arricchisce con nuove espressioni che sono eloquenti. Si può dire – afferma il Papa – che “il popolo evangelizza continuamente se stesso”. Qui riveste importanza la pietà popolare, autentica espressione dell’azione missionaria spontanea del popolo di Dio. Il documento di Papa Francesco – ha sottolineato Mons. La Delfa – mette in correlazione diretta evangelizzazione e inculturazione, e specifica che la trasmissione della fede non può fare a meno della sua veste culturale, la quale appartiene a un popolo, che con essa compie la propria azione missionaria, sotto l’impulso dello Spirito.
E’ stato messo in luce come lo stesso Papa Francesco nella Evangelii Gaudium ha detto chiaramente che “le espressioni della pietà popolare hanno molto da insegnarci e, per chi è in grado di leggerle, sono un luogo teologico a cui dobbiamo prestare attenzione, particolarmente nel momento in cui pensiamo alla nuova evangelizzazione” (n.126). Mons. La Delfa commendando il documento magisteriale del Papa ha evidenziato ai presenti come il testo suggerisce l’autonomia della pietà popolare rispetto alla volontà di intervento estrinseco. Si invita a leggere – secondo La Delfa – il locus theologicus e a non manipolarlo. Questa convinzione nel testo – fa notare La Delfa – è rafforzata da una specifica esortazione del Papa: “Non coartiamo né pretendiamo di controllare questa forza missionaria!” (n. 124). Mons. Staglianò a conclusione dell’incontro ha rilevato che nella prassi pastorale non è sempre facile o possibile lasciare, senza un discernimento oculato, una pietà popolare che presenta atteggiamenti o scelte non pienamente evangeliche che vanno pertanto meglio orientate. ROSARIO SULTANA