Sabato 14 febbraio presso l’Aula Magna del Seminario Vescovile si è tenuto l’incontro con giuristi, psicologi, assistenti sociali, docenti e operatori pastorali sulla “Teoria Gender” e le ricadute che questa produce su libertà, famiglia ed educazione a cura dell’avv. Gianfranco Amato.
L’incontro, presentato dall’avv. Mariapaola Malandrino e moderato dal Prof. Sac. Antonio Stefano Modica si è aperto con la proiezione di un video firmato “Manif pour tous” e incentrato sul tema delle diseguaglianze tra uomo e donna e il ruolo della società e della scuola in merito al problema dell’identità di genere.
L’intervento dell’avv. Amato, Presidente nazionale dell’organizzazione “Giuristi per la vita”, ha toccato il tema del problema dell’approccio legislativo riguardo l’omofobia e ha passato in rassegna una serie di studi tra cui il “SUG 2013: scenari di un’Italia che cambia”, il quale individua 15 categorie che gli italiani percepiscono come ostili tra cui l’Europa, il fisco, la politica, ma nessuna che si avvicini minimamente al concetto di omosessualità. Lo studio ISTAT 2012 sulla tolleranza riguardo l’omosessualità in Italia mostra che per il 40% degli italiani vi è un altissimo livello di tolleranza e accettazione.
L’avvocato ha poi citato l’istituto della Polizia di Stato, OSCAD (Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori) che dal 2010 lotta contro l’omofobia; esso ha registrato dal (2010 al 2013) 83 casi di discriminazione omosessuale, una cifra inferiore persino a quella delle violenze di genere (feminicidio).
Il problema di fondo che emerge riguardo a tale tema è l’assenza in Italia di una legge specifica contro l’omofobia: ad oggi si dispone solo del disegno di legge “Scalfarotto” il quale lascia al giudice il compito di determinare se il reato compiuto è effettivamente da condannare, in base alla sua personale interpretazione. Tale disegno di legge si declina in una sorta di estensione del comportamento razzista e antisemita e l’immagine di uno Stato che punisce l’intenzione e non il fatto in sé suscita una visione critica che è ancora da inquadrarsi in un prospettiva culturale e ideologica in divenire.
L’attenzione si è poi spostata sul ruolo della scuola e degli educatori nella necessità di avviare corsi di formazione e antidiscriminatori per incoraggiare i bambini e i ragazzi all’autoaccettazione dell’identità di genere, per poi toccare le problematiche etiche inerenti all’acquisto di gameti per la procreazione in coppie omosessuali e la nuova concezione del soggetto come proprietà, oggetto di diritti e non più come soggetto degli stessi.
Si è aperto poi il dibattito con numerosi interventi sul tema prevalente di come difendersi da questo nuovo spirito e dalle sue conseguenze e sul ruolo della scuola e dei genitori, a cui il relatore ha risposto sottolineando l’importanza di partecipare alle iniziative pubbliche che tengono viva l’attenzione sul tema e lo approfondiscono. L’avv. Amato ha poi proposto uno spunto di riflessione sulla contrapposizione tra una società necrofila che incoraggia l’aborto e la contraccezione contrapposta alla società della vita aperta alla procreazione, lasciando all’auditorio il suggerimento di comprendere quale delle due sopravvivrà nel tempo.
Il moderatore Prof. Sac. Antonio Stefano Modica ha poi proposto un ciclo di incontri con movimenti ecclesiali e associazioni al fine di creare una rete di rapporti per raggiungere un’ampia fetta di popolazione.