Non stupisca siffatta scelta: esiste un’etica del cibo che è pure un segno di civiltà. Difatti ogni boccone che ingeriamo dovrebbe sempre essere frutto di una scelta consapevole, riferita sia all’origine del cibo sia alle sue conseguenze sul metabolismo. è un discorso di responsabilità nei confronti dei fornitori originari (spesso di origine animale) ma anche nei riguardi dei fruitori finali, owero noi stessi. La dimensione etica dell’alirnentazione, legata alla produzione e al consumo del cibo, assume oggi un significato importante per un numero crescente dì persone che dimostrano maggior attenzione alla tutela dell’ambiente, al rispetto della biodiversità, alla difesa della qualità dei prodotti, alle dinamiche sociali multiculturali. Ingerire alimenti costituisce non solo una funzione umana legata alla soprawivenza materiale, rna, allo stesso tempo, rappresenta un gesto simbolico, un atto sacrale che coinvolge la cultura e l’interiorità dell’uorno. Per questo è giustificato che la Bioetica si occupi, a pieno diritto, anche di alimentazione. Le scelte alimentari. sempre indirizzate da fattori culturali e sociali, condizionano lo stato di salute e di benessere psicofisico della razza umana e spesso comportano conseguenze non solo metaboliche, ma anche sotto il profilo giuridico ed etico. Le scelte alimentari variano, secondo le culture e ì popoli, e contribuiscono alla costruzione di un’identità collettiva. In una società multietnica come quella attuale queste differenze appaiono con evidenza e tendono a essere condivise. Il concetto di gusto tende a variare e l’industria alimentare mira a omologare i comportamenti alimentari. Purtroppo, l’industria non sempre garantisce la sicurezza del cibo posto in commercio.
I temi del convegno, dunque, vogliono richiamare l’attenzione su ciò che mettiamo in tavola, non solo per garantirci la soprawivenza materiale, ma anche per costruirci una vita migliore e più consapevole.