Contro la crisi, politiche sociali di qualità

«Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri e soprattutto di coloro che soffrono – ha ricordato il Concilio Vaticano II -, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e non c’è nulla di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore» (Gaudium et spes, 1). Sempre, ed ancor più in un tempo di crisi come quello che stiamo attraversando, sono tante le persone che bussano alle nostre porte: cerchiamo nell’immediato di rispondere con i Centri di aiuto e di ascolto, mentre con le opere della carità antiche e nuove abbiamo offerto ed offriamo a tutto il territorio segni concreti che aiutano a capire come si possono sviluppare percorsi di solidarietà e di promozione delle persone e della comunità.  Nell’imminenza dell’avvio dei nuovi Piani socio-sanitari di zona, mi sembra opportuno  ricordare la nostra disponibilità a collaborare in «opere e parole». Quanto alle opere della carità ecclesiale, esse sono nate e vivono grazie a tanta generosità, soprattutto di volontari. Anche per questo mi sembra doveroso che da parte dei Comuni sia prontamente corrisposto quanto spetta ai vari servizi, soprattutto nel caso di inserimenti residenziali e semiresidenziali, nella consapevolezza che le spese sociali devono avere la priorità su tutte le altre. Soprattutto, però, mi pare importante consolidare un lavoro in rete tra servizi socio-sanitari pubblici e privato sociale per accompagnare famiglie e persone in difficoltà in ottica promozionale e non solo assistenziale. Ancor più mi pare indispensabile un disegno complessivo delle politiche sociali – come quello richiesto dalla legge 328/2000 – che animi tutte le altre politiche e che renda le nostre città vere comunità. Da qui l’importanza dei processi partecipativi ed educativi che necessitano anche di un’adeguata riflessione e di una verifica. In quest’orizzonte la Chiesa offre la sua parola che orienta ad una «carità nella verità» perché, come ho avuto modo di ricordare lo scorso settembre presentando l’enciclica di Benedetto XVI, restino sempre centrali in ogni intervento la dignità della persona e il bene comune. Da qui anche il servizio che i nostri organismi pastorali, ad iniziare dalla Caritas diocesana e dall’«Osservatorio diocesano delle risorse e delle povertà», hanno offerto e continueranno ad offrire nel raccordo con reti più ampie, come quella coordinata dall’EcosMed, che si è condensata in dossier regionali e in pubblicazioni diocesane tese a cogliere nelle povertà una sfida a costruire “patti educativi” che affrontino il disagio sociale alla radice. Sono sicuro che – nella collaborazione leale e costruttiva tra pubbliche istituzioni, educatori, volontari, cittadini e Chiesa – potremo, da questo nostro territorio del Mezzogiorno d’Italia, ritrovare la forza per rilanciare una “agenda per la speranza” (tema della prossima “Settimana sociale dei cattolici”) ed uscire dalla crisi rinnovati come persone e come società.
 
+ Antonio, Vescovo

Iscriviti alla nostra NewsLetter, sarai sempre aggiornato sulle ultime novità dalla Diocesi