Benedetto XVI a Palermo: non vergognarti di dare testimonianza

Ci si deve vergognare del male, di cio’ che offende Dio, di cio’ che offende l’uomo; ci si deve vergognare del male che si arreca alla Comunita’ civile e religiosa con azioni che non amano venire alla luce”. Cosi’ Benedetto XVI nell’omelia della grande messa celebrata al Foro Italico di Palermo di fronte a 250 mila fedeli. “Quando incontrate l’opposizione del mondo – ha chiesto il Pontefice rivolto ai 250 mila fedeli presenti – sentite le parole dell’Apostolo: ‘Non vergognarti dunque di dare testimonianza al Signore nostro'”.
  Mentre la fede, ha ricordato Papa Ratzinger, “rende possibili le cose umanamente impossibili, in ogni realta'”, la Bibbia ci mostra che “l’empio, colui che non agisce secondo Dio, confida nel proprio potere, ma si appoggia su una realta’ fragile e inconsistente, percio’ si pieghera’, e’ destinato a cadere; il giusto, invece, confida in una realta’ nascosta ma solida, confida in Dio e per questo avra’ la vita”.
  Nel Vangelo “Gesu’ ci invita ad essere umili” ma non ci ha cheisto di essere timidi. Lo ha ricordato il Papa nell’omelia della grande messa celebrata per 250 mila fedeli al Foro Italico di Palermo. “Cari amici – ha detto – se faremo ogni giorno la volonta’ di Dio, con umilta’, senza pretendere nulla da Lui, sara’ Gesu’ stesso a servirci, ad aiutarci, ad incoraggiarci, a donarci forza e serenita'”. Il credente pero’, come insegna San Paolo, “non deve lasciar spegnere questo dono, ma deve renderlo sempre piu’ vivo per mezzo della fede, ‘Dio infatti non ci ha dato uno spirito di timidezza, ma di forza, di carita’ e di prudenza”.
  “A Palermo – ha detto Papa Ratzinger – come anche in tutta la Sicilia, non mancano difficolta’, problemi e preoccupazioni: penso, in particolare, a quanti vivono concretamente la loro esistenza in condizioni di precarieta’, a causa della mancanza del lavoro, dell’incertezza per il futuro, della sofferenza fisica e morale ed a causa della criminalita’ organizzata”. “Oggi – ha affermato ancora il Pontefice – sono in mezzo a voi per testimoniare la mia vicinanza ed il mio ricordo nella preghiera. Sono qui per darvi un forte incoraggiamento a non aver paura di testimoniare con chiarezza i valori umani e cristiani, cosi’ profondamente radicati nella fede e nella storia di questo territorio e della sua popolazione”. “Venendo per la prima volta fra di voi, il mio augurio – ha aggiunto – e’ che veramente questa Citta’, ispirandosi ai valori piu’ autentici della sua storia e della sua tradizione, sappia sempre realizzare per i suoi abitanti, come pure per l’intera Nazione, l’auspicio di serenita’ e di pace sintetizzato nel suo nome”.
  “Davanti a Dio – ha poi aggiunto il Papa teologo – non dobbiamo mai presentarci come chi crede di aver reso un servizio e di meritare una grande ricompensa”. Secondo Benedetto XVI, “questa e’ un’illusione che puo’ nascere in tutti, anche nelle persone che lavorano molto al servizio del Signore, nella Chiesa. Dobbiamo, invece, essere consapevoli che, in realta’, non facciamo mai abbastanza per Dio. Dobbiamo dire, come ci suggerisce Gesu’: ‘Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare'”. “Questo – ha affermato Ratzinger – e’ un atteggiamento di umilta’ che ci mette veramente al nostro posto e permette al Signore di essere molto generoso con noi”. “Ci promette – infatti – che ‘si cingera’ le sue vesti, ci fara’ mettere a tavola e passera’ a servirci'”. 

Durante il percorso da Palermo verso l’Aeroporto “Falcone e Borsellino” di Punta Raisi, il Papa ha voluto che il corteo si fermasse a Capaci, nel punto dove avvenne il tragico attentato contro il giudice Giovanni Falcone e la sua scorta. E’ sceso dalla sua macchina per deporre un mazzo di fiori presso una delle stele erette in ricordo delle vittime, e ha sostato in preghiera silenziosa, ricordando tutte le vittime della mafia e delle altre forme di criminalità organizzata. Poi ha ripreso la strada verso l’Aeroporto per rientrare a Roma.

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