Notizie dalla Diocesi gemella di Butembo-Beni

Alcune notizie ci giungono dalla  diocesi gemella di Butembo-Beni grazie a don Salvatore Cerruto.

Un militare delle FARDC (Forces Armées de la République Democratique du Congo) è stato  barbaramente lapidato dalla gente del villaggio di Kirumba, nel territorio della parrocchia di Kasando, a circa 20 km dal luogo in cui nel novembre scorso era stato assassinato padre Christian Bakulene. È sfociata così nel dramma la tensione della popolazione per le angherie subite continuamente dai militari delle FARDC.
Venerdì 28 gennaio, il soldato si era appostato lungo la strada fermando i passanti e rapinandoli, così come si verifica ormai da tempo nella zona. Ma stavolta le cose sono andate diversamente. Dopo che le prime vittime della rapina hanno dato l’allarme nel villaggio, alcuni giovani si sono recati sul posto e hanno colto di sorpresa il militare, strappandogli il fucile di mano. A questo punto si è scatenato il furore della popolazione che, legato il malcapitato ad un albero, lo ha massacrato con le pietre.

La popolazione civile subisce le violenze dei militari governativi delle FARDC da una parte, e dei ribelli Mayi-Mayi dall’altra parte. È stato motivo di gioia per molti, perciò, il ferimento del colonnello Ali dei Mayi-Mayi durante uno scontro a fuoco interno con un’altra fazione Mayi-Mayi capeggiata dal maggiore Mahamba Alyaki. Il colonnello Ali, negli ultimi tempi, era diventato il terrore della popolazione dei villaggi di Muramba e Voholu, nel territorio delle parrocchie di Mubana e Lubero (quest’ultima gemellata con la parrocchia S. Giorgio di Modica).

Un altro momento di grave tensione si è verificato a Butembo il 20 gennaio. Nella sede di un partito politico dell’opposizione, nei pressi della parrocchia di Kitatumba, la polizia ha sequestrato con la forza e ha dato alle fiamme le liste che raccoglievano 28.000 firme di protesta contro la revisione della carta costituzionale apportata in parlamento dalla maggioranza. È questo solo un episodio dei fatti gravi che si stanno registrando in Congo in vista delle elezioni del prossimo mese di novembre. Infatti, il presidente della Repubblica in carica, Joseph Kabila, nel timore di non essere rieletto, sta operando manovre sulla costituzione che potrebbero mettere a rischio la giovane democrazia del paese e fare sprofondare il Congo in una nuova guerra civile.

Questo rischio è stato denunciato dal vescovo di Butembo-Beni, mons. Sikuli Melchisedech, nell’omelia della messa del 1 gennaio celebrata in Cattedrale. Il Vescovo ha detto che il nuovo anno è tutto dedicato alla preparazione delle elezioni di novembre e che i credenti devono diventare “costruttori di pace”, vivendo secondo le virtù cristiane e superando lo spirito di divisione. Mons. Sikuli ha espressamente invitato a pregare per scongiurare il pericolo della guerra civile e ha sollecitato i fedeli a ponderare bene la scelta da fare nel momento del voto. Egli ha ricordato che l’albero si riconosce dai frutti, lasciando così intendere che i candidati devono essere votati non in base ai loro discorsi elettorali ma in base al loro operato a beneficio della popolazione.

Il Belgio è molto interessato alle elezioni in Congo, sua ex colonia. Ed è per questo che il 19 gennaio a Kinshasa, alcuni diplomatici belgi hanno annunciato ufficialmente al primo ministro congolese che il Belgio sosterrà le elezioni in Congo con un contributo di 12 milioni di euro, per assicurare libertà e trasparenza durante il loro svolgimento. A fianco del Belgio, naturalmente, si trova la Francia che ha grossi interessi economici in Congo.

Ritornando ai militari delle FARDC, è da segnalare che gli abitanti della parrocchia di Manguredjipa (gemellata con la parrocchia SS. Crocifisso di Rosolini) hanno denunciato di essere costretti ai “lavori forzati” da tali militari. Infatti, le FARDC hanno imbastito una rete di commercio per rifornire di merci varie i cercatori d’oro che si trovano nella foresta e costringono la gente con la forza a trasportare a spalla le mercanzie nei punti più impervi, compiendo lunghi giorni di cammino in mezzo alla giungla.

Se i villaggi del sud conoscono purtroppo le contine vessazioni dei militari governativi delle FARDC e dei ribelli Mayi-Mayi, non stanno certamente meglio le popolazioni del nord della Diocesi. Qui, soprattutto nelle parrocchie di Nbau e Oicha, da qualche tempo seminano il terrore i soldati ugandesi del NALU (National Army of Liberation of Uganda: ugandesi che però combattono la loro battaglia di “liberazione” in Congo!). In modo particolare, i soldati si sono dati al rapimento delle persone che lavorano nei campi, trovando nel riscatto una sporca fonte di guadagno. Il risultato è che la gente ha paura di lasciare i villaggi per andare nei campi, e ciò ha fatto abbassare la produzione agricola con conseguente rischio di crisi alimentare per l’intera popolazione.

La chiesa di Butembo-Beni, a fronte di tutti questi sconvolgimenti, continua fiduciosa il suo cammino di fede. Il 20 gennaio, nella parrocchia di Kitatumba sono stato ordinati 10 sacerdoti, di cui 5 diocesani e 5 assunzionisti. Nell’occasione è stato celebrato anche il 50° di sacerdozio di mons. Bernard Sokoni: un evento eccezionale se si considerà che, a motivo della bassa età media in Congo, pochissimi sacerdoti arrivano a 50 anni di ministero.
Il 2 gennaio, Mons. Sikuli ha celebrato una messa per i bambini che gremivano la Cattedrale fino all’inverosimile. Il Vescovo nell’omelia ha esortato i bambini a mettersi in adorazione e alla sequela del Bambino Gesù. Le offerte raccolte nelle messe della giornata sono state destinate a Roma per sostenere l’opera dell’Infanzia Missionaria.
Il 18 gennaio, a Butembo, si è riunito il Consiglio Pastorale Diocesano. Tra i punti all’ordine del giorno non poteva mancare, ovviamente, il problema scottante della preparazione della popolazione alle prossime elezioni politiche, alla soluzione del quale è legata la pace del Paese.

Il 24 gennaio, infine, l’Ufficio Diocesano per lo Sviluppo – in collaborazione con l’organizzazione non governativa “Solidarité Paysane pour la Reconstruction et le Développement Durable” – ha avviato a Lubero un progetto di reinserimento per ex-soldati che saranno impegnati in attività agricole e artigianali.  Inoltre, nei villaggi di Kaina e Kirumba, all’interno del territorio delle parrocchie di Luofu e Kasando, sono iniziati i lavori per un condotto di acqua potabile, sempre a cura dell’ Ufficio Diocesano per lo Sviluppo e del CICR (Comité International de la Croix Rouge). Ciò costituisce motivo di conforto immediato soprattutto per le donne che, costrette ad andare nelle sorgenti fuori villaggio per attingere acqua, vanno spesso incontro al rischio di subire le violenze dei soldati.

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