Dossetti e Lercaro

Un volume denso, rigoroso, quello di don Corrado Lorefice, pubblicato dalle edizioni Paoline in questi giorni con una presentazione di don Pino Ruggieri. “Dossetti e Lercaro. La Chiesa povera e dei poveri nella prospettiva del Concilio Vaticano II” ripropone uno dei temi conciliari che resta ancora oggi uno dei nodi nevralgici di una Chiesa che voglia essere fedele al Signore e capace di una testimonianza credente e credibile. Il libro aiuta a riportare alla luce tale «angolazione conciliare» nella prima parte ripercorrendo il percorso di maturazione dossettiano, nella seconda parte approfondendo l’apporto di Dossetti ai discorsi conciliari del Card. Lercaro, i contenuti biblico-teologici, la recezione di tali contenuti nei documenti conciliari e nella produzione magisteriale e teologica. Nella conclusione sono indicati alcuni elementi per la riflessione teologico-morale e per la prassi ecclesiale. Parlarne “in famiglia” – perché così modestamente ma anche con riconoscente affetto e sincera stima scrivo – parlarne nella grande famiglia che è la nostra Chiesa locale, mi rimanda a tre motivi per cui questo diventa un libro da leggere e rileggere, ma anche da riprendere nella concretezza della nostra vita personale ed ecclesiale. In primo luogo, il contribuito di Lercaro al Concilio sulla Chiesa povera e dei poveri aiuta a focalizzare meglio lo sguardo su Gesù, quello sguardo che ci aiuta a non ridurlo a un fantasma ma ce lo fa incontrare sulle strade della vita: preoccupazione continuamente manifestata dal nostro Vescovo emerito Mons. Salvatore Nicolosi che in fondo convocò il Sinodo proprio per questo, per «riscoprire Gesù». Entro questo desiderio «la povertà e la condizione del povero secondo il Vangelo – come sottolineava il Card. Lercaro – non riguardano soltanto l’agire del cristiano e della Chiesa, ma toccano direttamente il mistero intimo e personale di Cristo: non costituiscono un capitolo di un’etica sia pure sublime o l’espressione di una filantropia generosa quanto inerme, ma parte integrante della rivelazione del Cristo su se stesso, un capitolo centrale della cristologia». L’assunto conciliare del capitolo ottavo della “Lumen gentium” «Come Gesù, così la Chiesa» esplicita quindi come questo abbia conseguenze ecclesiologiche, che per noi rimandano al nostro Sinodo e alla sua attuazione ancora in corso. Viene subito in mente, e risuona nel cuore, la quarantaseiesima decisione: «La Chiesa di Dio, pellegrina in Noto, vuole riscoprire Gesù, proprio Maestro e Signore, come Colui che, facendosi povero fra i poveri ci rivela la predilezione di Dio per gli ultimi e i piccoli. I poveri appaiono così al centro del mistero del Regno di Dio. Essi non sono solo persone da aiutare, ma, con la loro esistenza, segnano il luogo nel quale anche noi dobbiamo collocarci se vogliamo stare con il Dio di Gesù Cristo. In questo luogo il Signore visita ogni giorno la sua Chiesa, fino al suo ritorno glorioso». Che ne è di questa visita? Il rigoroso discorso del libro di don Corrado aiuta a capire come temi di tale genere comportino, da una parte una lucida lettura della realtà – come quella di Lercaro sull’idolatria della società del benessere, che dovrebbe renderci avvertiti di come entrano in noi modelli che poco spazio effettivo danno ai poveri e al Signore – e, dall’altra, soprattutto un’unzione esistenziale, che leghi ascolto e obbedienza alla Parola ed effettiva povertà nello stile di vita e concreta condivisone con i poveri. Come scrive nell’introduzione l’autore, «c’è una cifra che segna l’intera vita di Dossetti: la comunione “non solo con l’Eterno, ma con tutta la storia, quella vera, non curiosa, non frantumata nella pure quotidianità, non cronachistica, la storia della salvezza: di tutti gli uomini e soprattutto la storia degli umili, dei poveri, dei piccoli, di coloro che non hanno ‘creatività’ (e sono certamente la maggior parte degli uomini), che sono dei senza storia”». Per noi sono i volti concreti dei poveri che incontriamo, delle persone sole o anziane che aspettano una visita, degli immigrati che – nella consistenza della loro presenza – sono forse elemento costitutivo di un nuovo esodo a cui il Signore ci chiama, per passare dalla schiavitù dei beni alla libertà dell’amore condiviso «sine modo», come amava dire don Tonino Bello. E così meglio comprendere – come siamo chiamati in questi mesi dal nostro Vescovo Mons. Staglianò – la misericordia di Dio, il cuore di Dio sensibile e rivolto ai “miseri”.   
 
Titolo: Dossetti e Lercaro – La Chiesa povera e dei poveri nella prospettiva del Concilio Vaticano II
Autore: Corrado Lorefice
Editore: Paoline
Data di Pubblicazione: 2011
Pagine:  339