Mons. Staglianò delegato episcopale alla cultura e alle comunicazioni sociali

A conclusione dei lavori della sessione autunnale della CESi (Conferenza Episcopale Siciliana), svoltasi a Palermo dall’8 al 10 ottobre 2012, tra le altre decisioni prese dai Vescovi delle Chiese di Sicilia, sono state assegnate le Deleghe episcopali per i singoli settori pastorali. Al Vescovo della nostra Diocesi, S.E. Mons. Antonio Staglianò, è stata assegnata la Delega episcopale per la Cultura e le Comunicazioni sociali. Una delega che sicuramente ha tenuto conto degli impegni profusi nel tempo, ancor prima di essere eletto Vescovo di Noto, da Mons. Staglianò nel campo della cultura. Dal 1997, infatti, il nostro Vescovo ricopre, tra gli altri incarichi, anche quello di teologo consulente del Servizio nazionale per il progetto culturale della Cei (Conferenza Episcopale Italiana). In vista del prossimo Convegno regionale (27/ 28 ottobre) delle Comunicazioni sociali che si terrà a Enna (interverrà anche Mons. Domenico Pompili, Direttore Nazionale per le Comunicazioni sociali), abbiamo chiesto a Mons. Staglianò qualche anticipazione sugli indirizzi che egli intende dare a questo delicato settore affidatogli dalla Conferenza Episcopale di Sicilia.

 
“Nell’espletamento di questo mio nuovo incarico, ritengo di puntare sul binomio cultura e comunicazione sociale”, ha dichiarato Mons. Staglianò. Infatti, ha continuato, “ Soltanto una comunicazione sociale animata da una cultura cristiana porterà ad umanizzare la vita dell’uomo”. La comunicazione sociale, ha chiarito Mons. Staglianò, “E’ una dimensione ed è un luogo importante, straordinario, espressione della cultura; a sua volta la cultura è l’anima, se si vuole il motore, della comunicazione sociale. Noi staremo saldi in questo proposito binomio cultura comunicazione soltanto se eviteremo il grande rischio diffuso nella società contemporanea della svolta multimediale, del virtuale, attraverso i mass media e la tecnologia avanzata di ridurre la comunicazione agli strumenti della comunicazione sociale”. Questo rischio, ha chiarito il Vescovo Staglianò, “Può essere evitato soltanto se nella Comunicazione sociale noi diamo grande valore all’aspetto della cultura; perché se la cultura significa, modo di vivere, stile di vita, implica una visione dell’uomo, della realtà, quindi della società, delle relazioni umane e della relazione con Dio, considerato che noi vogliamo comunicare anche e soprattutto il Vangelo”. Il mondo, sostiene Mons. Staglianò, “Sta cambiando dentro un grande carisma dedicato alla comunicazione di massa, ai mass media e alla tecnologia”. Ed ha concluso con queste parole: “Mi piacerà, con questa nuova delega, ritornare ai contenuti di un mio libro (ndr “Radicare la fede nel nuovo millennio”, Edizioni EDB, Bologna 2002) nel quale mi sono interessato del rapporto del Vangelo con la comunicazione, quando tale rapporto costituiva il tema principale dell’orientamento pastorale della CEI per il decennio scorso”. Nella prefazione al libro sopra citato, curata dal Cardinale Camillo Ruini, l’alto prelato, sottolineando tale impegno, si esprimeva in questi termini: “ Fa bene pertanto don Staglianò a insistere sul fatto che il problema pastorale più urgente e prioritario oggi riguarda la fatica, laboriosissima, per una nuova coniugazione del rapporto tra fede e cultura”. Richiesto, infine, di fornire qualche anticipazione sulle linee che intende adottare per il nuovo incarico, Mons. Staglianò ha dichiarato: “Ritengo che questo Ufficio, che si occupa di cultura e di comunicazioni sociali, dal punto di vista organizzativo, debba vedere impegnati in maniera sinergica il direttore della comunicazione sociale e il direttore dell’ufficio cultura, laddove questi uffici risultano costituiti. E’ questo un modo per sviluppare comunione nell’agire pastorale e per lottare insieme contro quegli ostacoli che nel processo di secolarizzazione stanno marginalizzando sempre più la cultura cristiana. La comunicazione sociale animata da una cultura cristiana porterà ad umanizzare la vita dell’uomo”.