25° anniversario sacerdotale di don Corrado Lorefice e don Bruno Carbone

Domenica 6 gennaio, solennità dell’Epifania, le comunità di Parrocchie Chiesa Madre-SS. Crocifisso di Rosolini e la comunità parrocchiale San Pietro di Modica, si sono strette attorno ai loro rispettivi Parroci, Don Bruno Carbone e Don Corrado Lorefice, per ringraziare insieme il Signore, nel 25° anniversario della loro Ordinazione Presbiterale.

 
La ricorrenza giubilare è stata allietata dalla presenza del nostro Vescovo, Mons. Antonio Staglianò, che ha presieduto la solenne Eucaristia di ringraziamento, presso la Chiesa Madre di Rosolini, insieme ai festeggiati, ad altri sacerdoti del Vicariato e ad una rappresentanza del Seminario Vescovile, a cui Don Bruno e Don Corrado, sono molto legati.
Mons. Vescovo nella sua omelia ha messo in risalto il mistero dell’Epifania, quale rivelazione di Dio nell’umanità, mistero che dice prossimità, condivisione nella quale Egli si rende vicino alla debolezza dell’uomo, nascendo in quelle condizioni di miseria e di umiltà che, estetizzate nel Presepe, rischiano di farci perdere il messaggio fondamentale del Natale, quello di un Dio che nasce povero, perché più nessuno sia povero, che nasce “al freddo e al gelo”, perché ogni uomo che viene alla vita, sia accolto dal calore di cuori veramente “umani”, capaci di amore autentico.
Proprio di questo amore, che deve diventare concreto, rimando ad un “Amore altro”, Don Bruno e Don Corrado devono sempre più diventare “segno”: questo ha ricordato loro Mons. Staglianò, esortandoli ad aspirare alle vette più alte, “la via migliore di tutte”, ci direbbe Paolo, quella della carità, di una vita “eucaristica” che pone gesti come quelli di Gesù: gesti, opere, fatti che dicono che il sacerdote, non è uno come gli altri, ma è uno come Gesù. Con forza Mons. Vescovo ha rivolto queste parole a Don Carbone e a Don Lorefice, mentre ai fedeli presenti ricordava la carità premurosa verso i sacerdoti, anche quando il sacerdote dovesse essere manchevole in qualcosa, invece di chiacchiere e di sterili polemiche. Ai festeggiati, infine, raccomandava di percepire sempre quella “tensione”, per colmare la sproporzione tra il modello, che è Cristo e il loro essere, il loro operare, che deve sempre più assumere la forma cristica dell’Io nuovo, quello di Paolo: “Io non più io”, ma Cristo, presente e operante per mezzo del ministero del Presbitero.
Al termine della Celebrazione, Don Bruno, a nome anche di Don Corrado, ha ringraziato anzitutto la Trinità Santissima, per il dono del Sacerdozio e ha rivolto un grazie sentito e sincero a tutti i presenti, alla sua comunità come a quella modicana di San Pietro; un ringraziamento sgorgato dal cuore, unito all’auspicio, per se stesso e per Don Corrado, di essere sacerdoti di Dio, uomini che mostrano il volto della Sua misericordia.