Domenica 9 marzo il ritiro dalle Benedettine a Modica dei diaconi e delle Caritas, dei Centri di ascolto e di aiuto

Per imparare la via di Dio, ogni anno si sale al monte della preghiera. Volutamente, con forte convinzione si convoca il “ritiro di quaresima” per le Caritas, i Centri di ascolto, i centri di aiuto e le opere caritative dalle Benedettine di Modica. Per un momento di ascolto della Parola di Dio alle 16,30 con una meditazione guidata da don Corrado Lorefice, una condivisione di lettura della storia dal basso alla luce anche dell’Evangelii Gaudium, la preghiera del vespro insieme alle monache. Quest’anno il ritiro si farà anche con i diaconi, segno di una Chiesa che vuole camminare insieme, accrescendo la comunione a partire dall’incontrarsi, unificando i momenti, evitando il moltiplicarsi di iniziative.
 
E già il 17 febbraio le opere caritative si sono incontrate anzitutto per continuare a chiedersi come Dio opera nelle loro storie, e solo successivamente pensare alle risorse, certo necessarie ma dentro fini e stili che solo nell’ascolto del Signore si chiariscono e rendono veramente ecclesiale l’appartenenza. Ci si ferma al monte di Dio, e poi si ridiscende … e appare nell’orizzonte sempre più chiaro il senso della croce, non come sacrificio, ma come dono che sa andare fino in fondo.
 
Con la capacità di affrontare la miseria assumendo liberamente la povertà. Come dice il papa nel messaggio per la quaresima: “Ad imitazione del nostro Maestro, noi cristiani siamo chiamati a guardare le miserie dei fratelli, a toccarle, a farcene carico e a operare concretamente per alleviarle. La miseria non coincide con la povertà; la miseria è la povertà senza fiducia, senza solidarietà, senza speranza. Possiamo distinguere tre tipi di miseria: la miseria materiale, la miseria morale e la miseria spirituale”.
 
E nel racconto emerge anche che i poveri, accompagnati con un affetto che sa cogliere i bisogni non solo materiali ma anche spirituali, ci aiutano a tutti ritrovarci in Dio, e così le opere caritative diventano parte integrante della missione. Sempre papa Francesco ricorda: “È bello sperimentare la gioia di diffondere questa buona notizia, di condividere il tesoro a noi affidato, per consolare i cuori affranti e dare speranza a tanti fratelli e sorelle avvolti dal buio. Si tratta di seguire e imitare Gesù, che è andato verso i poveri e i peccatori come il pastore verso la pecora perduta, e ci è andato pieno d’amore. Uniti a Lui possiamo aprire con coraggio nuove strade di evangelizzazione e promozione umana”.