Noto. Celebrata in Cattedrale la Messa in suffragio del Sig. Gregorio Staglianò, papà del nostro Vescovo

 È stata celebrata, nel primo pomeriggio di sabato 2 maggio, una Santa Messa in suffragio del Sig. Gregorio Staglianò, papà del nostro Vescovo Antonio, tornato alla casa del Padre lo scorso 20 aprile. A presiedere l’Eucaristia il Vescovo, con la presenza di Mons. Giuseppe Malandrino, Vescovo emerito, di tanti sacerdoti diaconi e fedeli laici della Diocesi.
 
Nella sua omelia, Mons. Staglianò ha anzitutto ringraziato quanti hanno espresso la loro prossimità nella dolorosa circostanza della dipartita del padre, ricordando quanto il Sig. Staglianò fosse legato alla comunità diocesana di Noto e in modo particolare ai presbiteri, ai quali voleva sinceramente bene, anche a motivo della loro comunione con il figlio Vescovo.
 
Il Pastore della Chiesa netina ha confidato ai presenti come sia vivo in lui il ricordo del caro papà, della sua sofferenza, vissuta con grande dignità e ha rivelato quanto sia forte il dolore per la sua dipartita. Un dolore che non si cancella – ha sottolineato Staglianò -che non si deve tentare di “anestetizzare” o raggirare. Esso va invece “attraversato” e rivela tutta la fatica della vicenda umana, di una vita che deve sì fare i conti con la morte, ma che per questo non scivola nel non-senso, poiché un’esistenza pienamente e degnamente vissuta, sconfigge la paura della morte, in Cristo per sempre illuminata e votata alla salvezza. La morte come il dolore – ha dichiarato ancora Mons. Vescovo – non si può eludere; diversamente non avrebbe senso la vita, che si comprende solo alla luce di questa quotidiana “morte”, che è il consumarsi dell’esistenza nell’amore, come il chicco di grano marcisce, per rinascere in un frutto di risurrezione.
 
Infine il Vescovo ha ricordato come la fede cristiana è annunzio di questa risurrezione. Questa fede nella vittoria pasquale è tutta “ecclesiale”, cioè ha una natura eminentemente comunitaria; essa è la fede della Chiesa, professata da tutti i credenti insieme. Ecco la grande consolazione del Vescovo, della sua famiglia e di tutto quanto il popolo di Dio: questa fede comune, questa speranza che unisce nel dolore e lo pacifica, nella certezza che – qui il Vescovo ha citato il grande Agostino – “Non si pèrdono mai coloro che amiamo, perché possia¬mo amarli in Colui che non si può perdere”.