Il prossimo 12 Giugno, solennità del Sacro Cuore di Gesù, la Chiesa celebrerà la Giornata di preghiera per la santificazione dei sacerdoti. Nella sua bimillenaria storia, la Chiesa ha potuto annunciare e diffondere il Vangelo anche grazie alla testimonianza di sacerdoti santi, abili nel fare “esodo” dal proprio “io” per centrare tutta la loro vita in Cristo. Ciò detto, siamo oltremodo consapevoli che la vita santa dei presbiteri esige la vicinanza pastorale e il conforto della preghiera di tutto il popolo di Dio, adunato nel nome della Santa Trinità.
Certamente, la richiesta di devota preghiera al popolo santo di Dio non esime il presbitero, consacrato a immagine di Cristo, ad essere, come Cristo stesso, uomo di preghiera.
Quella raccomandata dalla Congregazione per il Clero è anzitutto una Giornata di preghiera, è un atto di fede che ci viene chiesto nella forza della preghiera; i presbiteri potranno vivere la bellezza del loro sacerdozio, nel servizio incondizionato al popolo di Dio, solo se sostenuti dalla grazia di Dio invocata dai fedeli.
Papa Francesco ha ricordato che, senza la grazia di Dio e lo sguardo di misericordia col quale Egli ha scelto i suoi ministri nel sacerdozio, il prete è un uomo povero e privo di forza: “Il sacerdote è il più povero degli uomini se Gesù non lo arricchisce con la sua povertà, è il più inutile servo se Gesù non lo chiama amico, il più stolto degli uomini se Gesù non lo istruisce pazientemente come Pietro, il più indifeso dei cristiani se il Buon Pastore non lo fortifica in mezzo al gregge. Nessuno è più piccolo di un sacerdote lasciato alle sue sole forze” (Papa Francesco, Omelia Messa Crismale, 17 aprile 2014).
Il nostro Vescovo Antonio, ci esorta ad una più solida comunione presbiterale, ricordandoci che “La permanente tensione al Presbiterio, come identità propria di quanti sono chiamati alla vita sacerdotale, aiuta a superare i personalismi, gli isolamenti e le contrapposizioni che indeboliscono la nostra missione e la nostra testimonianza. Tutti siamo chiamati a vegliare perché il ministero presbiterale non sia considerato come un semplice progetto personale, da potersi gestire a totale piacimento dell’interessato” (Quinta Lettera ai presbiteri, Ferito dall’Amore, p.37).
In questo tempo, carico di attesa per un evangelico ripensamento nella Chiesa italiana del ministero presbiterale in prospettiva comunionale, guardiamo fiduciosi ai presbiteri Santi, alla cui preghiera ci affidiamo per ottenere Ministri santi anche nell’oggi della storia della Chiesa. Maria, madre dei sacerdoti, accompagni nella vita e nel ministero i suoi figli presbiteri, li protegga e li faccia testimoni gioiosi del Figlio suo risorto.