Celebrato il XXXI anniversario di sacerdozio del Vescovo, con la gioia di un nuovo Diacono

Ancora una volta si manifesta la paternità del nostro Vescovo Antonio nel generare figli a Dio. Martedì scorso, in occasione del XXXI anniversario della sua ordinazione presbiterale, Mons. Staglianò, quasi a volere condividere la sua gioia con la porzione di Chiesa a lui affidata, ha consacrato un Diacono e ha istituito un lettore della Parola di Dio. E come a coronamento di una giornata memorabile, a conclusione della celebrazione, ha annunciato al Popolo di Dio riunito nella Basilica Cattedrale la prossima ordinazione di due nuovi presbiteri. Alla gioia per l’ordinazione di Fra’ Volantino e per il conferimento del lettorato a Fra’ Michele Maria, ha fatto seguito una vera e propria esplosione di entusiasmo all’annuncio dell’ordinazione presbiterale, nel prossimo mese di dicembre, dei Diaconi Paolo Catinello e Giovanni Di Luca.

 
In una Cattedrale gremita di fedeli, amici e parenti dei due religiosi della Comunità dei Piccoli Frati e delle piccole Suore di Gesù e di Maria, il Vescovo ha rivolto parole pregnanti di affetto e di esortazione a tutta l’Assemblea. Senza tralasciare di sottolineare come l’ordinazione di Fra’ Volantino sia il coronamento di un discernimento, rivelatosi felice, di accogliere, sotto la responsabilità del Vescovo stesso, questa comunità di giovani che fanno della evangelizzazione itinerante lo scopo della loro missione. In questo contesto, Mons. Staglianò ha annunciato anche la prossima pubblicazione della sua ultima Nota Pastorale sulla necessità di una Chiesa in uscita, che si fa compagna di strada degli uomini del nostro tempo.
Infine, nell’incoraggiare l’impegno pastorale dei frati, ha esortato Fra’ Volantino a mettersi in sintonia, come tutto il presbiterio, con il Vescovo, non solo in spirito di obbedienza, ma anche sposandone le linee e i programmi da lui pensati. A tal riguardo, fra i tanti impegni delineati, Mons. Staglianò ha indicato il potenziamento della mensa dei poveri nella città di Noto, quale segno di carità concreta, che dovrà assicurare un’apertura quotidiana. Il modo migliore questo per uscire dai recinti del tempio, per incontrare gli uomini nelle periferie esistenziali.