Noto. Il “Corpus Domini” varca la porta di “Casa Tobia”

Si è celebrata ieri, domenica 29 maggio, a Noto come in tutta la Diocesi, la solennità del SS. Corpo e Sangue di Cristo (Corpus Domini), una delle ricorrenze più care alla devozione cristiana che nel sacramento dell’Eucaristia riconosce e adora la presenza reale di Gesù Cristo. Nella Basilica Cattedrale, il nostro Vescovo, Mons. Antonio Staglianò, insieme con i presbiteri di Noto, ha celebrato una solenne Eucaristia, con grande partecipazione di fedeli.
 
Nella sua omelia, il Vescovo ha evidenziato come la festa del Corpus Domini rappresenti “un’epifania del cristianesimo, che ha la sua essenza in Gesù, nel suo Corpo e nel suo Sangue, rivelazione di un amore ‘corporeo’, che manifesta il vero volto di Dio che è Padre e dà la vita”.
 
“Il sacramento dell’Eucaristia – ha proseguito Mons. Staglianò – ‘smaschera’ il Dio dei ‘religiosi’ e comunica il Dio di Gesù Cristo, la cui verità è fissata per sempre sulla croce. Lì è la verità dell’amore del Padre, mostrata dal suo Figlio! Gli uomini d’ora in poi potranno pure ‘chiacchierare’ sull’amore, ma la misura vera della carità è nel dono di Cristo – ‘Questo è il mio Corpo! Questo è il mio sangue!’ – che si spinge fino all’offerta della propria vita”.
 
Al termine della Celebrazione, si è svolta la Processione Eucaristica che ha percorso alcune vie di Noto, per concludersi, nell’Anno Santo della Misericordia, presso uno dei “luoghi giubilari” della carità. Stiamo parlando di “Casa Tobia”, una struttura, anzi una vera e propria “Casa”, spazio di autentica amicizia solidale e di accoglienza fraterna di quanti vivono il dramma della disabilità, allo scopo di abbattere i muri dell’indifferenza, promuovendo una fattiva integrazione sociale delle fragilità umane.
 
Conclusa la Processione, il nostro Vescovo ha avuto la gioia di intrattenersi con i ragazzi di “Casa Tobia”, insieme ai volontari che si prendono cura di loro. Mons. Staglianò ha incoraggiato l’impegno di quanti animano la carità verso questi fratelli più deboli, ricordando come la nostra fede debba tradursi sempre meglio in gesti fattivi che diventano “Eucaristia” vissuta lungo le strade degli uomini, poveri e ultimi di questa nostra società.