Inaugurata una nuova struttura della cooperativa “Si può fare”

Fin dall’inizio del suo Ministero in Diocesi, il nostro Vescovo ha manifestato la sua intenzione di mettere a disposizione i beni della Diocesi – mobili ed immobili – per “progetti giovanili di cooperazione e di intrapresa, improntate all’economia di comunione e di solidarietà”. Le prime iniziative, avviate sette anni fa nell’ambito del turismo con la cooperativa “Oqdany”, da tempo registrano consistenti risultati. Ora e’ la volta della cooperativa ” Si puo’ fare’, sorta in C.da Zisola, che già da un anno e mezzo fa vedere i primi incoraggianti risultati. Come e’ noto, la Diocesi ha messo a disposizione della cooperativa terreni di sua proprietà per produrre prodotti “bio”. Obiettivo della cooperativa è anche quello di integrare nel lavoro disabili mentali, ex-tossicodipendenti, ex-detenuti e persone con disagi sociali. Oggi questo progetto è già una realtà ben avviata che continua a muovere grandi passi avanti, specie con l’inaugurazione fatta ieri mattina, sabato 29 ottobre, di una nuova struttura destinata alla trasformazione dei prodotti, quindi alla produzione “in proprio” di marmellate e salse. “È una grande testimonianza di un Cattolicesimo incarnato – ha ribadito Mons. Staglianò – perché la fede cattolica non è semplicemente la preghiera che si fa nei riti e nelle chiese, ma è anche attenzione alle povertà e al disagio sociale con una presenza fattiva ed operosa che punti anche a dare spazio alla creatività degli esseri umani coinvolti”. In questi spazi di lavoro – ha ricordato il Vescovo – non si producono solo frutti della terra, ma soprattutto si produce “salute”.