In merito alla questione sollevata dal teologo domenicano p. Cavalcoli nel suo intervento a Radio Maria, il nostro Vescovo, mons. Antonio Staglianò, ha rilasciato oggi questa dichiarazione al quotidiano La Sicilia che pubblichiamo:
Dire che il terremoto è frutto del castigo di Dio equivale ad argomentare, scientificamente che Dio non esiste. I terremoti, come incidenti e malattie, non possono essere visti come punizione: sono fatti di una natura in evoluzione che obiettivamente fanno male, ma che non possono essere mandati da Dio. Ce lo dice Gesù, quando parla di Dio come “solo e sempre amore”. Un Gesù che ci dice anche di amare i nostri nemici: se lui, fondatore del Cristianesimo, chiede un comportamento del genere, noi Cristiani come potremmo pensare che u n evento terribile come il terremoto possa essere mandato come una punizione divina? La vera sfida è tornare indietro e riuscire a pensare a Dio come ce lo presenta Gesù, appunto, “solo e sempre amore”. Il Dio a cui noi crediamo non è un Dio vendicativo, ma le disgrazie collettive che purtroppo ci ritroviamo a commentare vanno capite e interpretate. Possono essere considerate come momenti in cui Dio ci viene a far visita, per prendere consapevolezza di quanto diventiamo umanamente brutti se si sfrutta il creato e si producono fenomeni come il buco dell’ozono, l’effetto serra o lo svuotamento della terra. La visita di Dio in questi momenti ci serve a ricordare l’importanza di restare sempre umani: succede che negli appalti pubblici non si rispettino criteri o che si perdano di vista affetti, amicizia e fraternità per preferire cose materiali. Qualche settimana fa un vice ministro di Israele ha detto che il terremoto in centro Italia era espressione del castigo di Dio perché l’Italia si era astenuta alla votazione Unesco sulla Città Vecchia di Gerusalemme. È una gaffe che non si può comprendere dal punto di vista politico. Si può comprendere, invece,da un punto di vista di mentalità, leggendo alcuni salmi della rivelazione ebraica, in cui Dio poteva anche schierarsi per distruggere popoli e nazioni. Pare che di punizione ne abbia parlato anche un teorico in una radio cattolica: noi prendiamo l’abbreviativo per ribadire che Dio è amore. Non manda la morte per vendicarsi o punire.