Il Vescovo gioca a ping-pong con i detenuti

Nella mattinata di oggi, venerdì 16 novembre, primo giorno della Novena al S. Natale, il nostro Vescovo ha voluto portare alla Casa Penitenziaria di Noto il suo augurio e in dono un tavolo da ping-pong. I detenuti hanno molto apprezzato il dono e invitato il Vescovo a giocare una partita con loro. Dopo una breve visita al presepe, realizzato da due giovani, ospiti della Casa Circondariale, e dal prof. Corrado Perricone, presso il cortile interno della struttura si è tenuta l’attesa sfida a colpi di racchetta. Tra i possibili sfidanti del presule è stato scelto il sig. Concetto, che già due anni addietro aveva vinto contro mons. Staglianò. Sono stati tre set parecchio combattuti, che hanno visto il nostro Vescovo schiacciare numerose battute vincenti, le quali gli hanno assicurato un punto su tre, 21 a 18. La vittoria finale però è stata di Concetto che ha concluso, sebbene con poco scarto, con due set vinti. Al termine della partita, che ha sorriso ad ogni applauso e urlo di incitamento da parte dei numerosi detenuti costituenti il pubblico, il Vescovo ha speso qualche minuto per dire che il tavolo da ping-pong ha voluto essere un dono e non un regalo. Ha spiegato la differenza tra un dono e un regalo. Diversamente dal regalo, che può anche essere freddo e anonimo, spedito senza coinvolgimento del donatore, il dono vive di un lungo processo nel quale chi vuole donare anzitutto pensa il dono da fare, facendo un discernimento su ciò che è utile e può servire, su ciò che è costruttivo e non superficiale. Poi, successivamente, il dono è personalmente consegnato, perché l’atto del donare si compia soprattutto nella gioia che si nota nel volto dell’altro che accoglie il dono. Perciò la partita giocata dal Vescovo non era esterna al dono, ma interiore per la gioia collettiva che questo gesto ha comportato per tutti. La visita del Vescovo di questo Natale 2016 – come molti hanno detto – sarà indimenticabile per quanto è stata singolare. Ha proseguito in un ringraziamento il sig. Agostino, detenuto, dicendo che quando qualcuno viene a visitarli, per loro è sempre una grande gioia. Ha dunque espressamente ringraziato il Vescovo per la frequenza delle sue visite. “Per noi detenuti – ha continuato Agostino – è più difficile essere felici a Natale, perché vorremmo essere con le nostre famiglie, per questo motivo ci facciamo coraggio di riuscire a vedere sempre il bicchiere mezzo pieno”. In calce ha preso parola il Direttore dicendo di essere felice di aver partecipato a questo momento di gioia che fa vedere trasfigurato quel volto umano che anche un luogo come il carcere ha. “Il carcere è un luogo di rilancio – ha concluso – in cui, sebbene vi si giunga da una vita passata, si è proiettati al futuro e alla crescita”. Alla fine il Vescovo ha invitato tutti a pregare, anche i fedeli musulmani, spiegando che Dio ascolta le preghiere di tutti, sebbene in diversa lingua, cultura e religione. Dio unisce gli esseri umani e non li divide. Si è pregato con il Padre Nostro ma anche con l’Ave Maria, in considerazione della grande devozione che per la Madre di Cristo c’è anche nel Corano. Possa questo Natale darci l’occasione di vivere personalmente questi momenti di vita cristiana.