Una sorpresa particolare è stata quella del Vescovo in visita al Santuario della Madonna della Scala, nel pomeriggio di ieri, 15 dicembre 2016. Sorpresa particolarmente per le suore e i frati della Comunità delle Beatitudini, ormai presenti nel territorio diocesano e al Santuario della Scala da 4 anni. Felici di ricevere il proprio pastore, sono stati un po’ spiazzati “non eravamo pronti a ricevere il Vescovo – hanno detto – ci ha trovati in preghiera”. Mons. Staglianò ha avuto la possibilità di pregare con loro sia il Vespro che la S. Messa nella chiesetta, luogo di numerosissimi pellegrinaggi.
Approfittando della sua presenza lì, accompagnato da don Gianni Donzello, parroco, ha potuto verificare il completamento di alcuni aspetti dei lavori di ristrutturazione dello stabile ormai definitivamente conclusi.
Nella sua omelia durante la Celebrazione eucaristica, mons. Staglianò, particolarmente favorito dallo stile di preghiera della Comunità delle Beatitudini, ha insistito sulla bellezza di concepire la vita umana e dunque quella cristiana come un canto di lode al Signore. “Siamo creati ad immagine e somiglianza di Dio – ha ricordato – quindi nella preghiera e nella lode a Dio altro non manifestiamo che il nostro essere”.
L’occasione è stata significativa per formulare gli auguri del Santo Natale alla Comunità che si sta sempre meglio strutturando anche con la presenza del ramo maschile in aggiunta a quello femminile. Il carisma proprio della Comunità delle Beatitudini è la comunione nei vari stati di vita (consacrati, oblati, laici, famiglie, etc…). Testimonianza di questo carisma – come loro stessi hanno avuto modo di dire – è il canto polifonico, con il quale pregano le ore canoniche e le altre celebrazioni. “Nella polifonia occorrono diverse estensioni vocali – riferiscono – le voci maschili e quelle femminili, quindi è un modo di mettere in pratica la comunione: ognuno con il suo stato, collabora all’unica armonia”. La speranza ci porta a credere che la loro testimonianza di vita di preghiera e di fraternità possa diffondersi e portare copiosi frutti in tutto il territorio della Diocesi attraverso la testimonianza della comunione. La Chiesa è comunione e dare testimonianza della comunione è già, in atto, evangelizzare.