Concluse le manifestazioni Lapiriane in occasione del 113° anniversario della nascita di Giorgio La Pira

 Giorgio La Pira torni ad essere presente tra noi come stella capace di ispirare oggi modelli di servizio, perché gli essere umani possano vivere nella pace, nell’armonia, nel progresso, nell’amore”. Con queste parole pronunciate dal nostro vescovo Antonio nell’omelia tenuta nel corso della Celebrazione Eucaristica, si è chiuso, lunedì scorso, 9 gennaio, il convegno per il 113°Anniversario della Nascita di Giorgio La Pira. Prendendo spunto dalla Parola di Dio appena proclamata – Eb 1,1-6; Mc 1, 14-20 – il Vescovo ha affermato che per La Pira l’amore per il prossimo non è stato solo “una riflessione, ma un vissuto. Perché La Pira  non si limita ad amministrare la Città restando nei suoi uffici, ma va per le vie di Firenze per incontrare i poveri”. “Perché, allora -ha proseguito Staglianò- non rendere visibile che il vissuto di amore per la politica ha delle sue radici cristiane?”. Uno stile che può nascere soltanto da un cattolicesimo non convenzionale, ma vissuto. “Il cattolicesimo convenzionale, ha chiarito il Vescovo, è sempre meno cristiano, anche perché è sordo ai suggerimenti della coscienza”. Citando Tommaso Moro, un altro uomo politico, come  La Pira, canonizzato come martire da Pio XI nel 1935, Mons. Staglianò ha messo in evidenza come sia importante, anche in politica, farsi guidare dalla coscienza. Tommaso Moro , rispondendo alla sua coscienza, rifiutò, infatti, di firmare l’atto di supremazia ecclesiastica pretesa di Enrico VIII a proposito del divorzio da Caterina d’Aragona. Entrato in conflitto con il sovrano, subì la pena capitale. Per Tommaso Moro non era un cattolicesimo convenzionale la risposta alle pretese del sovrano, ma la sua coscienza. Quella coscienza, ha concluso Mons. Staglianò, “che deve orientare la buona politica per un migliore servizio alla persona umana”. Che La Pira, ha pregato il Vescovo, “possa essere la stella che ci insegna la via dell’amore fino a impegnare la nostra vita, fino a morire per l’altro”.  Il convegnoiniziato sabato scorso, 7 gennaio, si è concluso, ha detto Don Salvatore Cerruto, Vicario Episcopale per la pastorale sociale, lasciando un segno incoraggiante: l’istituzione di un Forum permanete sull’alimentazione, che ha ottenuto il plauso e l’incoraggiamento da parte del Vescovo. Durante lo svolgimento dei lavori del convegno, dedicato quest’anno al tema sulla “Cura della Casa Comune: alimentazione e ambiente per integrare i popoli e sostenere crescita e sviluppo di pace”, Don Cerruto ha sottolineato come Giorgio La Pira, nel corso della sua vita, pose l’attenzione su tematiche importanti attorno alle quali riuscì a coinvolgere molte Nazioni per arrivare ad una soluzione comune per il bene di ciascun individuo. “Negli scorsi anni – ha spiegato Don Cerruto – è stata posta l’attenzione sulle tematiche della pace e del lavoro; quest’anno, invece, abbiamo voluto rivolgere l’attenzione verso l’ambiente, basandoci su quanto riportato nell’Enciclica “Laudato sì” di Papa Francesco. Giorgio La Pira, nel corso del Convegno delle Città Unite svoltosi a Sofia nel 1972, parlò dell’emergenza ambientale come problema di cui l’umanità si doveva occupare per assicurarsi il proprio futuro. Negli anni ’50 La Pira portò avanti una battaglia per il disarmo nucleare e per scongiurare il rischio della guerra atomica. Papa Francesco, nella ‘Laudato sì’, non ha timore nel presentare i rischi legati al deterioramento dell’ambiente e sottolinea come la Casa Comune debba essere custodita da tutti gli uomini.