La partecipazione al Convegno Ecclesiale di Verona dal tema “Testimoni di Gesù Risorto, speranza del mondo” ci aveva permesso di vivere una grande esperienza di Chiesa, di Assemblea Nazionale convocata nel nome di Cristo per lasciarci interpellare da Lui sul modo e sulle forme più adatte per testimoniare la speranza, che nasce dalla Sua risurrezione, al mondo di oggi che spesso sembra aver perso ogni speranza.
In particolare nell’ambito della Fragilità si sottolineava la necessità di porre “segni visibili” della particolare sollecitudine della Chiesa verso i fragili non solo nello spazio ecclesiale, con una particolare attenzione rivolta alle famiglie e ai giovani, gli anelli più deboli della catena sociale.
A distanza di circa tre anni dalla celebrazione del Convegno, la Chiesa di Noto si è trovata a parlare, nel suo Convegno d’inizio d’anno, di uno di questi “segni della carità”, la “Fondazione S. Corrado onlus”, uno strumento idoneo a testimoniare i valori cristiani di solidarietà, carità e impegno sociale, facendo sentire la vicinanza della Chiesa alle persone che vivono situazioni di disagio sociale, materiale e spirituale.
La Fondazione è anche strumento necessario, e la categoria della necessità le deriva dalle caratteristiche giuridiche e patrimoniali che le competono: è un ente privato cui è riconosciuta la personalità giuridica che ha a disposizione un patrimonio da destinare a ben determinati scopi, senza fini di lucro; tutto ciò le permette di offrire garanzie tali, che la abilitano ad accedere a contributi preclusi ad altri enti o associazioni.
La Fondazione vuole anche essere uno strumento serio e credibile e per raggiungere tale scopo si è data dei criteri ben precisi cui improntare la propria operatività: rispetto della legalità e della trasparenza, oculatezza nella gestione del patrimonio, equità e solerzia operativa, perché gli ultimi non devono aspettare a causa della nostra negligenza o indifferenza.
Ma, come ogni altro strumento, la Fondazione presuppone la presenza di persone che lo utilizzino e, in tal senso, la si può definire uno strumento ecclesiale: la Diocesi e il suo pastore protempore, nella persona di mons. Staglianò, continuano ad essere i soggetti fondanti; i parroci e le comunità loro affidate con i loro organismi di partecipazione ecclesiale rappresentano l’orecchio che capta i reali bisogni del territorio e la voce che li trasmette a chi è preposto alla gestione della Fondazione; a tale scopo particolarmente idoneo si rivela il corpo dei diaconi permanenti, che per la specificità del suo ministero è stato investito del compito di presentare le Fondazione e promuovere la concentrazione delle risorse umane e materiali attorno a progetti che favoriscano in modo prioritario gli ultimi. Uno strumento di cui tutto il popolo di Dio dovrebbe servirsi per testimoniare la propria fede con la partecipazione concreta ai bisogni degli uomini.
La Fondazione S. Corrado, se vissuta in questo spirito, nell’armonia dei ministeri e dei carismi, può diventare veramente uno strumento di comunione per contribuire alla realizzazione del desiderio più grande espresso da Gesù, che tutti i figli di Dio in Cristo “siano una cosa sola”.
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