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Scicli. 16 e 29 novembre due incontri per educatori con Ezio Aceti

Il Vicariato di Scicli attraverso le commissioni vicariali Catechesi e Famiglia organizzano per mercoledì 16 novembre, nel salone della parrocchia di Fatima, alle ore 20,00, un incontro per educatori, genitori e catechisti.
“Educare oggi: fatica e bellezza, secondo il documento dei Vescovi italiani”, è il titolo dato all’incontro tenuto dal dott. Ezio Aceti, esperto di psicologia della disabilità, psicologia scolastica e mediazione in ambito familiare.
Si tratta di un’occasione importante perché si affronterà un argomento di grande attualità come quello dell’educazione, attraverso la testimonianza di un operatore che tratterà il delicato tema in una prospettiva cristiana.
Martedì 29 novembre seguirà un secondo incontro, tenuto sempre dallo stesso relatore, sul tema “Adolescenza Oggi: fragilità e risorse”. Gli incontri sono ad ingresso libero e gratuito quindi tutti sono invitati a partecipare.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Mons. Staglianò: rigenerare la politica ritrovando radici diverse!

Un pubblico attento ha partecipato alla presentazione del “terzo quaderno dell’Osservatorio delle povertà” della Caritas diocesana svoltasi a Pozzallo, città natale di Giorgio La Pira, la vigilia dell’anniversario della sua morte. Nel libro si parte dalla vita, si invita all’attenzione. Ed è stato un clima di attenzione quello che subito si è creato, quando dopo i saluti iniziali del Sindaco e dell’Assessore ai Servizi Sociali di Pozzallo e del Vicario foraneo, si sono ascoltati brani con cui si raccontano sofferenze e speranze dei poveri. Potendo cogliere – ha sottolineato il direttore della Carits – “come spesso essi non contano nulla, ma anche come agli occhi di Dio contano a tal punto da diventare l’asse della storia”. Da qui l’invito ai Sindaci dei Comuni capofila dei due distretti socio-sanitari della diocesi a dire come l’ascolto dei poveri può risignificare le politiche sociali. Il Sindaco di Noto, Corrado Bonfanti, primo cittadino solo da qualche mese, si è detto interessato al “Patto sociale” per come l’ha pensato il Vescovo – patto di collaborazione progettuale – e siglato il Comune di Modica, sottolinenado come si debba sempre partire dalle persone e dall’ascolto dei poveri. Il Sindaco di Modica, Antonello Buscema, ha parlato anche a partire dalla sua esperienza passata di Assessore ai servizi sociali e di volontario. Ha sottolineato come il vero problema non sono le risorse ma la consapevolezza che i problemi dei poveri riguardano tutti e quindi come siano essenziali la famiglia e il territorio: sono i luoghi per eccellenza del sostegno. Ha anche ricordato come in molte situazioni non c’è la soluzione, ma non per questo non occorre far nulla: occorre accompagnare. “Quest’attenzione ai più deboli – ha sottolineato – non è un fatto naturale, tant’è che nella selezione della specie vale il più forte. E’ qualcosa che dobbiamo al cristianesimo, ma che si può perdere come dimostrano esperienze storiche quali il nazismo. Per questo occorre sempre vigilare, occorre sempre tenere vivo il senso della dignità della vita di tutti e dei più deboli in particolare”. Quindi ha concluso l’incontro Mons. Antonio Staglianò, offrendo alcuni paletti perché, ripartendo dagli ultimi, si ritrovi il bene comune. In primo luogo, ha detto il Vescovo, occorrono politici nuovi, occorrono uomini nuovi, occorrono cittadini partecipi. Per questo occorrono generazioni “nuove” che possono nascere dal grembo indicato da Giorgio La Pira, modello di una politica alta, forma massima di carità: il grembo della contemplazione e della frequenza dei poveri. In secondo luogo Mons. Staglianò ha sottolineato come per questo occorre lasciarsi intepellare, “non nella superficie delle emozioni, ma nella verità e solidità della coscienza”. Da cui anche le città possono rinascere, “ritrovando – come amava dire La Pira – la loro anima”. In terzo luogo, il pastore dela Chiesa netina ha rilevato come su questa base, e solo su di essa, si possono pensare e attuare politiche sociali veramente efficaci. E si può costruire quel “Laboratorio dal Sud” caro a Mons. Staglianò e presentato nel suo libro “Una speranza per l’Italia” edito dalle Paoline, Laboratorio con cui unire lotta e contemplazione, mistica e politica, e così avviare cammini di liberazione ritrovando in uomini come La Pira modelli, non da celebrare, ma da imitare. Cogliendone la tensione derivante dallo stare davanti a Dio e nella compagnia dei poveri, scelta peraltro chiesta dallo Spirito alla Chiesa di Noto nel suo secondo Sinodo. Testimoniando questa tensione attraverso segni della carità curati nella qualità e traducendola in “alleanze” come il “Patto sociale contro la crisi”, centrato su formazione – progettualità – cultura, firmato un anno fa dal Vescovo di Noto e dal Sindaco di Modica.

La Parrocchia di Donnalucata nel web diventa Mobile

 
Sempre più persone si collegano a internet con il cellulare, lo smartphone o l’iPhone. Vogliamo dunque offrire anche a questi utenti in movimento una buona esperienza di navigazione in modo che possano conoscere il nostro progetto della nuova chiesa e le attività della Parrocchia Santa Caterina da Siena in Donnalucata. I nostri obbiettivi sono quelli di essere raggiungibili dai tantissimi che navigano nel web e usano i dispositivi mobili. 320 milioni sono gli smartphone venduti nel mondo nel 2011, 32 milioni solo in Italia e 83 milioni in Europa. Don Rosario Sultana parroco di questa comunità parrocchiale, per le ragioni qui descritte, ha sollecitato la realizzazione di questa nuova piattaforma mobile al fine di rendere non solo più efficace ed accessibile la comunicazione ma anche la più estesa possibile.
 
Come si vedevano i nostro siti con uno smartphone?
I nostri siti istituzionale della nuova chiesa di San Giorgio e della Parrocchia storica di Santa Caterina da Siena, ad esempio, si vedevano ridimensionati e rimpiccioliti: certo erano navigabili utilizzando lo zoom degli smartphone più evoluti ma ci voleva molto impegno, pazienza e motivazione che non possiamo pretendere dagli utenti del web. Per questo abbiamo creato dei mini-siti (http://m.chiesadonnalucata.it) e (http://m.fontedelleore.it) di poche pagine consultabili comodamente con iPhone, smartphone e cellulari che sintetizza le informazioni utili per un potenziale utente in movimento e rimandano per eventuali approfondimenti ai siti istituzionali (www.chiesadonnalucata.it) e (www.fontedelleore.it)

Quali sono le caratteristiche dei nostri siti mobile?
 

Il design dei siti web sono stati ottimizzati per i dispositivi mobili tenendo conto delle peculiarità di questi strumenti: dimensione ridotta del display e della tastiera; modalità di navigazione touchscreen; costi di connessione normalmente legati al traffico e non al tempo. I nostri siti mobili offrono non solo una selezione dei contenuti dei siti istituzionali ma li ripropongono completamente, quindi per trattenere gli utenti in movimento sono leggeri e veloci da caricare; con pulsanti grandi, facilmente selezionabili con le dita; sintetici ed essenziali nei contenuti.
 

Il ruolo della Chiesa nel travagliato mondo contemporaneo

“Chiesa, dove vai?” Questo l’interrogativo di fondo che, alla luce del pensiero e della testimonianza di mons. Cataldo Naro (storico, teologo, vescovo di Monreale morto prematuramente), il   direttore della Biblioteca Alagoniana, mons. Giuseppe Greco con la collaborazione del centro studi “A.Cammarata” di San Cataldo, ha proposto alla riflessione dei convenuti nel salone del “Beato Giovanni Paolo II”. Forte di molti ricordi personali, la docente di sociologia della religione al “San Metodio”, Tina Buccheri, affrontando il tema “Alle sorgenti della salvezza” ha detto che “nel post Concilio si è cercato di superare la separazione tra coscienza cristiana e cultura moderna. Questa separazione è ancora una ferita aperta nelle nostre comunità. Per il vescovo di Monreale era necessario che la Chiesa prendesse coscienza di quella frattura mettendo un di più di carità. Questo di più è la forza dell’amore, è la forza dell’impegno per gli altri, è la forza del martirio, è spendere la propria vita per gli altri.” La seconda dimensione del simposio centrata su “La società post-moderna sarà una società post-cristiana?” è stata acutamente analizzata dal vescovo di Noto, mons. Antonio Staglianò (stretto collaboratore di Naro quale consulente del servizio nazionale per il progetto culturale CEI) che ha sostenuto la necessità e l’urgenza di radicare un nuovo pensiero sull’umano imperniato sulla persona ovvero secondo una visione antropologica della fede. “Di tutto questo, Naro ha offerto una testimonianza esemplare con la sua vita, col suo impegno intellettuale, col suo ministero pastorale a favore di un cristianesimo incarnato capace di rendere ragione della speranza cristiana in un mondo in perenne evoluzione e trasformazione culturale.” Ribadendo il valore di un progetto culturale orientato in senso cristiano da contrapporre ai cosiddetti teologi della morte di Dio, Staglianò ha contestato le disarmanti forme di relativismo religioso ed ha esortato ad una laicità positiva per debellare ogni forma di amorfo confessionalismo. Infine, don Rosario Lo Bello, docente di teologia dommatica nella Facoltà Teologica di Palermo, s’è posto un drammatico interrogativo: oggi c’è ancora ascolto per i profeti? All’angoscia ha contrapposto la speranza fornendo al moderatore mons. Greco di così concludere l’edificante incontro: ”La parola profetica di Naro affiorerà nelle nostre coscienze e noi ci approprieremo della sua speranza creativa.”
 

Quanto vale la vita di un uomo?

Ci sono sofferenze nascoste che vengono alla luce solo se qualcuno se ne prende cura, ha il coraggio di non occultare la realtà e di amare senza misura. Il terzo “quaderno dell’Osservatorio” curato dalla Caritas diocesana di Noto raccoglie alcune storie di donne, bambini, immigrati, anziani, disabili, malati mentali dando voce a sofferenze, denunciando inadempienze, articolando un appello alla coscienza e alla città: «Quanto vale la vita di un uomo?». La risposta che ritroviamo in questo libro, scritto non a tavolino ma nella partecipazione alle sorti dei più sfortunati, può essere detta in questi termini: ogni esistenza vale quel racconto che permette di rintracciare, tra le pieghe del disagio e dell’errore, da una parte i sentimenti e le azioni con cui si resta umani, dall’altra le omissioni e le carenze della politica che ostacolano l’emergere in tutti della costitutiva dignità di ogni uomo. Nel sottotitolo del libro il primo riferimento è alla coscienza di ciascuno: alla capacità cioè di ripensare con verità, nel dialogo con se stessi, gli appelli della vita, senza restare a guardare. Il rimando, oltre che alla coscienza, è alla città. Un dato costante nelle situazioni più sfortunate è il venir meno del sostegno familiare, di autentici rapporti genitoriali e familiari. Ecco perché viene interpellata, insieme alle coscienze, la città, pensata con il cuore di Giorgio La Pira – modello di politico vero – come il luogo delle relazioni e della giustizia, città per questo chiamata a prendersi cura dei più deboli quando in modi diversi viene meno la famiglia d’origine. Negli orizzonti della nostra Costituzione, che all’art. 3 chiede ai cittadini e alle istituzioni la costruzione di un’uguaglianza sostanziale e all’art. 5 individua nei Comuni il volto concreto di una Repubblica che è anzitutto consapevolezza di un “bene comune”, tale solo se cercato e realizzato a partire dagli ultimi. Un appello per tutti, ma anche una chiave di lettura della nostra testimonianza. Come scrive nella presentazione il vescovo Mons. Staglianò, infatti, «al fondo, sotto le pieghe del dolore e dell’abbandono, nel libro si racconta la misericordia come attenzione a tanta umanità sofferente, già nel dare voce a chi non ha voce e nel farci conoscere sofferenze inaudite che diversamente resterebbero nel buio dell’indifferenza e di una lettura semplicistica della povertà; si racconta quindi la misericordia come appello alla coscienza di tutti perché recuperiamo nella relazione con l’altro, soprattutto se povero e sofferente, un’umanità vera; e questo al di là del risultato, semplicemente perché si ama e perché si ama con la cura di un familiare, per i credenti si ama il fratello in cui Cristo stesso ci visita».
Il libro sarà presentato la vigilia dell’anniversario della morte di Giorgio La Pira a Pozzallo (alle 18,30 di venerdì 4 novembre presso lo spazio culturale Meno Assenza) con l’intervento del nostro Vescovo e l’invito agli amministratori oltre che ai cittadini tutti: diventerà questa occasione preziosa per proseguire il dialogo Chiesa-territorio negli orizzonti di una misericordia che diventa lievito di bene per la storia e la politica.
 

La strada degli uomini veri

Molta sobrietà, commozione e partecipazione hanno caratterizzato giovedì 27 ottobre il ricordo dei 21 anni della Casa di accoglienza che porta il nome di don Puglisi e l’inaugurazione di una via intitolata al mite e coraggioso prete ucciso dalla mafia. Il Vescovo ha voluto anzitutto visitare i luoghi in cui a Modica, nel nome di don Puglisi, si sta accanto a poveri e giovani per aiutarli a crescere “a testa alta”. E’ stato al Cantiere educativo “Crisci ranni”, si è unito ai ragazzi che si allenavano al calcio, ha assistito alle prove della passeggiata artistica “Le mille e una città” preparata insieme alla Compagnia del Piccolo Teatro, ha ammirato il nuovo auditorium Dott. Inì, ha visto la bellezza dell’area, la predisposizione degli orti sociali… Spostandosi nella Casa, ha potuto visitare la nuova ala per gli adolescenti e quindi ha presieduto l’Eucaristia, concelebrata insieme al parroco don Umberto Bonincontro e al vicario foraneo don Corrado Lorefice, presenti anche altri presbiteri, tanti volontari e amici. Vasta anche la rappresentanza delle istituzioni: il sindaco Antonello Buscema, l’assessore Giovanni Spadaro, il procuratore capo Francesco Puleio, il capo gabinetto della prefettura dott. Signorelli, rappresentanti dei Carabinieri, alcuni consiglieri comunali, rappresentanti di “Libera” e di associazioni e cooperative operanti nel sociale. Nell’omelia Mons. Antonio Staglianò ha sottolineato come, sull’esempio di don Puglisi, sia importante il nesso tra liturgia e vita, auspicando che ogni messa fiorisca in gesti di carità, sottolineando quanto questo sia necessario soprattutto dal punto di vista educativo. Per essere, come Gesù e don Puglisi, lungo le vie della vita “uomini nuovi”, “uomini veri”. Riconoscibili, come per lo stesso Gesù che certo non veniva pensato come il Figlio di Dio, dalla capacità di passare operando il bene e ridando speranza. Incontrando per questo l’ostilità degli Erodi, dei mafiosi di turno. Ma resistendo, continuando ad essere uomini veri, uomini che mettono in conto anche il dono della vita. E questo è accaduto in don Puglisi a motivo della fede, con una sfida radicale alla mafia proprio su Dio, su chi è veramente Dio. Spostandosi quindi per l’inaugurazione della via, anzitutto si è come ridata parola a don Puglisi, leggendo gli attori del Piccolo Teatro alcuni testi nei quali don Puglisi invita oguno a ritrovare la propria vocazione, a pensare la vita senza doppiezze, a porre segni e a fare la propria parte, concretamente, per lottare prepotenza e ingiustizia. Quindi il Sindaco Antonello Buscema ha sottolineato come a don Puglisi non si addice un Corso o un Viale ma una via, indicativa di un impegno silenzioso e ordinario e al tempo stesso di un modello di vita soprattutto per i giovani. Con la necessità di onorarlo ripercorrendo la sua stessa via, nell’impegno per la legalità e la solidarietà. Benedicendo tutti e la nuova via, il Vescovo ha concluso invitando ancora ad essere concreti e fedeli, ad essere uomini veri, uomini nuovi, per rendere veramente bella la città.
 
 

Dalla misericordia di Dio alla cura dei giovani

Si arricchisce di significati l’inaugurazione della via don Pino Puglisi a Modica oggi giovedì 27 ottobre. Durante la Messa, alle ore 19 nel salone della Casa don Puglisi, il Vescovo offrirà una parola che attualizza il tema della sua prima lettera pastorale pubblicata in questi giorni. Al centro vi è la misericordia di Dio, quella misericordia che permette ai poveri di sperare e che impegna tutti a restare accanto a chi è misero. Sarà una tappa significativa della recezione del messaggio del pastore della diocesi netina entro un contesto concreto di cura per i più piccoli e deboli. La celebrazione dentro un conteso di carità concreta, infatti, rimanda al forte invito contenuto nella lettera di Mons. Staglianò ad una vita cristiana che non separi rito e vita: “tutta la misericordia e i doni di Dio alla nostra vita, – viene sottolineato nella lettera – va travasata in ogni forma per le strade degli uomini, nella condivisione, nella solidarietà, nella ricerca della giustizia, nella cura dell’altro, nel rendersi interpreta delle sofferenze dei molti, nell’ascolto degli afflitti, nell’accoglienza delo straniero. Con stretto legame tra celebrazione e carità fattiva”. Quindi, spostandosi nell’ex via Grana all’inizio di via Pozzo Barone per intitolarla a don Puglisi, si ricorderà il suo martirio ma anche il suo invito a dare un senso alla vita, avendo come prima preoccupazione i giovani. Tra i testi di don Puglisi che saranno letti, ve n’è uno di grande attualità anche per la nostra città: “Buona parte dei giovani si è staccata dalle antiche sicurezze e, facendo salti mortali, tende le braccia in avanti in cerchi di chi li accolga. Se due mani invocanti non traovano le due mani pronte ad afferrarle, il trapezista si schianta a terra. Non c’è più tempo da perdere, perché c’è il pericolo che i giovani si sfracellino”. Inaugurare una via a don Puglisi allora non potrà essere una cerimonia: comporterà un rinnovato impegno per una città che fa crescere i giovani ed è attenta ai più deboli. Con questo spirito si invitano famiglie, scuole, cittadini a partecipare..
 
 

Nello stupore della Misericordia il ringraziamento a Dio per il dono del sacerdozio

Il 20 Ottobre, nella chiesa Cattedrale di Noto, durante la celebrazione eucaristica in occasione del 27° anniversario dell’ordinazione sacerdotale di S.E. Mons. Antonio Staglianò, nostro vescovo, la chiesa locale si è stretta attorno al suo Pastore per ringraziare il Signore del dono del Sacerdozio ministeriale, “per fare memoria e stupirsi e meravigliarsi della bontà e della misericordia di Dio”, come ha sottolineato il Vescovo nella sua omelia. La celebrazione, partecipata e composta, alla quale erano presenti le autorità civili e militari, è stata arricchita anche dal conferimento dell’ammissione agli ordini sacri a due seminaristi del nostro seminario di Noto, Paolo Catinello e Giorgio Cicciarella. Durante l’omelia il nostro vescovo ha sottolineato l’importanza dell’impegno dei cristiani nella difesa del bene comune, in un rapporto intimo “con Dio nel cuore” che ci invita a rischiare anche del nostro pur di fare il bene dei fratelli più bisognosi. Un clima di festa, sicuramente, quello che si è respirato in cattedrale, di compartecipazione di gioia, grazie anche alla presenza della famiglia Staglianò e di amici, parenti e del sindaco di Isola di Capo Rizzuto che non mancano di far sentire al nostro Vescovo l’accompagnamento di un’intera comunità nella quale si è formato umanamente e cristianamente.
Alla fine della celebrazione, il vicario generale, Mons. Giurdanella ha espresso gli auguri al vescovo a nome della comunità diocesana, sottolineando la devozione e l’obbedienza del Vescovo alla Parola di Dio, che chiama a tutte le ore a lavorare nella vigna del Signore e il ringraziamento per il dono di S.E. Mons. Staglianò alla diocesi della prima lettera pastorale al popolo di Dio della Chiesa di Noto “Misericordia io voglio”, programma e stile per essere Chiesa, che raccoglie tutti gli stimoli necessari per essere cristiani al meglio.
La lettera, attesa da tutta la chiesa netina, ci aiuterà certamente a riflettere sul tema della Misericordia di Dio, ma anche su come i cristiani, tendendo a imitarla, possono trovare la strada della vera felicità.

A Modica la via don Puglisi

Avrà un valore fortemente simbolico, ma anche “vocazionale”, intitolare una via a don Pino Puglisi a Modica il prossimo giovedì 27 ottobre. Non a caso avverrà nel 21° anniversario dell’apertura della Casa in cui si accoglie nel nome di questo mite e forte prete con un impegno diurno e notturno. Un impegno che quindi diventa appello concreto e al tempo stesso un cammino che prosegue anche tra ristrettezze e difficoltà, senza limitarsi all’assistenza ma con percorsi improntati a grande cura e grande attenzione a promuovere le persone, a ridare dignità e coraggio. Con innesti per questo di economia sociale. Ma anche con una cura che si apre a tutta la città. Nel nome di don Puglisi, dopo la Casa di accoglienza per mamme e bambini, si è avviato infatti da poco più di un anno il cantiere educativo “Crisci ranni” nell’area attrezzata Padre Basile alla Fontana di Modica, cantiere ove si fanno doposcuola, attività sportive, laboratori espressivi e teatrali, quest’anno con una particolare attenzione al dialogo tra le generazioni, con la prospettiva di spazi pure per gli anziani e per le famiglie oltre che per i bambini e per i giovani. La “via don Puglisi” rimanderà allora a passi già presenti a cui altri potranno unirsi… L’appuntamento è per giovedì 27 ottobre, alle ore 19 nel salone della Casa in via Carlo Papa 14, per la celebrazione dell’eucaristia presieduta dal nostro Vescovo Mons. Antonio Staglianò. Subito dopo ci si sposterà all’inizio di via Pozzo Barone per l’inaugurazione. E quindi la vita della città avrà una spinta in più perché ogni giorno essa possa essere costruita nella pace, nella fraternità, nella giustizia. A partire dal Vangelo, letto ogni sera nella Casa ai vespri che si recitano alle 20 e che sono aperti anche a chi volesse partecipare, nella cappella che da qualche settimana ospita la bella icona della Madonna “scritta” dalle Clarisse a Paganica, terra ancora ferita ma forte nella fede e nell’amore.
 
 
 

Chiamati ad annunciare l’amore di Dio

Giorno 15 Ottobre in Cattedrale, il Vescovo, mons. Staglianò ha dato il mandato ai catechisti venuti da ogni parte della diocesi. Era questa un’esperienza che non si faceva più da tanti anni che è stata accolta con entusiasmo. Nell’omelia il Vescovo ha insistito sul compito del catechista che è quello di annunciare un Dio Amore, un Dio Padre che è sempre pronto a perdonare, a usare misericordia, ad accoglierci e ridarci quella dignità di figli che ci è stata donata nel Battesimo. A conclusione della celebrazione è stato consegnato ai presbiteri, ai diaconi e ai rappresentanti dei catechisti di ogni parrocchia il sussidio “Chiamati ad annunciare l’amore di Dio”, elaborato a cura dell’Ufficio catechistico diocesano, per la formazione dei catechisti in questo anno pastorale. La formazione dei catechisti è una delle urgenze che la Chiesa Italiana ha riproposto sin dall’inizio del nuovo millennio e per la quale continua a insistere – ricordiamo gli ultimi documenti La formazione dei catechisti nella comunità cristiana (2006), Lettera ai cercatori di Dio (2009), Educare alla vita buona del vangelo (2010). L’Ufficio Catechistico della nostra Diocesi da oltre un decennio tiene desta questa necessità della formazione, proponendo incontri e convegni con esperti qualificati. Il progetto di un sussidio era in cantiere da tanto tempo e finalmente è diventato realtà. L’équipe diocesana guidata dal Direttore don Rosario Gisana, dopo aver individuato la tematica, che in linea col piano pastorale del Vescovo è quella della misericordia, ha pianificato la struttura del sussidio chiedendo poi l’intervento di alcuni esperti nel settore teologico, biblico, catechetico. Raccolto il materiale ha redatto il prodotto finale. Il sussidio è suddiviso in tre capitoli. Il primo, formativo, approfondisce la misericordia dal punto di vista teologico e biblico; il secondo, operativo, offre degli schemi per proporre incontri sulla misericordia ai fanciulli e ragazzi, ai giovani, agli adulti; il terzo, in sinergia con un altro ramo pastorale, mette in relazione catechesi e famiglia, evidenziando il ruolo primario della famiglia nell’educazione dei figli. Quanto prima il sussidio sarà consegnato a tutti i catechisti che poi, a livello vicariale, si incontreranno con l’équipe per un confronto e una verifica. Con la speranza che possa essere un servizio utile si augura a tutti un lavoro sereno e fruttuoso nella vigna del Signore. Intanto i catechisti ci incontreremo l’11 novembre, a Noto in Cattedrale, ore 19.00, per il convegno diocesano sul tema: “L’iniziazione cristiana nella Chiesa”. Relatore: don Giuseppe Costa, Direttore dell’Ufficio catechistico diocesano di Messina.