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SS. CROCIFISSO

La Chiesa del SS. Crocifisso, situata nella parte alta e pianeggiante della città in piazza Mazzini, è, dopo la Cattedrale, l’edificio religioso più grande di Noto. La costruzione risale al 1715 ed è opera dell’architetto Rosario Gagliardi. L’intitolazione è quella omonima della chiesa esistente in Noto Antica e crollata a seguito del terremoto del 1693. La chiesa, a tre navate con pianta a croce latina, è sormontata da una imponente cupola; la facciata sviluppata su due ordini, incompleta, si apre sulla piazza antistante preceduta da un’ampia scalinata. Ai lati del portale centrale, finemente scolpito nella pietra calcarea con gli strumenti della passione, fino al 1984 erano posti due leoni romanici, trasferiti all’interno della Chiesa a seguito del loro restauro e al fine di preservarli dagli agenti atmosferici. L’interno, luminosissimo, per la presenza degli ampi finestroni della navata centrale, è dominato dalla Croce-reliquiaria in legno scolpito e dorato posta all’estremità dell’abside della navata; in essa sono racchiusi dei frammenti del Crocifisso dipinto su tavola e proveniente dalla chiesa omonima di Noto Antica. La Croce scolpita nel 1746, su disegno del Gagliardi, è opera, insieme alla poltrone della sede presidenziale,  di Vincenzo Rotondo. Ai alti della croce sono poste due tele di forma ovale raffiguranti la Madonna Addolorata e S. Giovanni.Nella cappella posta a destra del transetto troviamo l’opera più importante: la statua marmorea della Madonna della Neve, datata  1471 e scolpita da Francesco Laurana, proveniente anch’essa dall’antica città. Altra opera scultorea è il busto ligneo dell’Ecce Homo, del ‘500, d’autore ignoto, ma di struggente bellezza.Sulla volta della navata centrale troviamo gli affreschi del maggiore pittore netino del ‘700, Costantino Carasi: la Creazione, la Gloria della Croce, il Battesimo dell’eunuco della Regina Candace. Del Carasi sono pure le tele contenute nella pregevolissima Cappella Landolina: Gesù al pozzo con la Samaritana, l’Adultera, i Discepoli di Emmaus, il Vate di Patmos. La Cappella è decorata con gli stucchi dell’artista palermitano Gioacchino Gianforma.Nella navate laterali, troviamo altre tele pregevoli di scuola locale: la Morte di San Giuseppe, San Corrado, l’Assunta, la Madonna Scala del Paradiso con le anime purganti e una tela con l’Immacolata proveniente dalla Chiesa dell’ ex convento di Sant’Antonino; probabilmente del Carasi sono anche altre due bellissime tele recentemente restaurate e dedicate a San Nicola e a Santa Giovanna Chantal.La chiesa conserva preziosissime reliquie che sono oggetto di pubblica venerazione: una Spina della Corona di Gesù, racchiusa in una teca d’oro e un frammento della Croce contenuto in una croce-reliquiaria d’argento. In fondo alla Chiesa la porta d’ingresso è sovrastata dall’organo ottocentesco, costruito dall’organaro modicano Michele Polizzi.

MONTEVERGINI

Attribuita al Sinatra fu iniziata nel 1695 e aperta al culto nel 1762.Il prospetto concavo, privo di decorazioni barocche, ma caratterizzato dalla misurata geometria delle sue torrette laterali e da una breve scala che conduce al portone delimitato da 2 colonne quadrangolari, chiude scenograficamente la Via Nicolaci. All’interno è ad un’unica navata, circondata da mezze colonne corinzie che danno all’insieme un’impronta classicheggiante; di particolare pregio il barocco altare centrale, in marmi policromi e sormontato da un artistico ciborio a tempietto, ricco di movimento e plasticità. Le opere pittoriche a tema mariano nella volta e nei quattro altari laterali sono attribuite a Costantino Carasi; di esse una, la Deposizione, e firmata dall’artista netino e datata 1712, le altre raffigurano lo Sposalizio della Vergine, la Madonna del Rosario con S. Corrado e S. Lucia, la Madonna con S. Bernardo e S. Girolamo. Ancora integro è il pavimento settecentesco maiolicato dell’aula. Adiacente alla chiesa era il monastero demolito nel 1938.

SS. SALVATORE

A destra della Cattedrale si sviluppa il complesso del SS. Salvatore il cui aspetto scenografico fonde felicemente tre costruzioni di differenti stili architettonici: il Monastero con decorazioni barocche, la Basilica in stile neoclassico e il Seminario realizzato alla metà del sec. XIX).Nel 1767 inizia la costruzione della basilica che doveva sostituire la vecchia chiesa, già in costruzione dal 1723, ma in rovina nel 1790. L’attuale chiesa si sviluppa con l’asse longitudinale all’interno dello spazio occupato anticamente dal primitivo chiostro del monastero benedettino, inglobandone una parte. Nel corso della costruzione della chiesa, dopo la morte di Andrea Gigante, fu modificato il progetto iniziale e al Canonico D. Antonio Mazza è attribuito il nuovo progetto del prospetto ( che aggetta su un sagrato delimitato da piastrini) e del pronao della chiesa che venne consacrata nel 1802. Il ciclo decorativo dell’interno della chiesa del SS. Salvatore di Noto è una testimonianza tra le più significative della fase di transizione culturale siciliana tra tardobarocco e neoclassicismo. Iniziato nel 1794 e ultimato nell’arco di due anni è il risultato degli interventi pittorici del palermitano Ermenegildo Martorana e di quelli in stucco di Giovanni Gianforma. È un piano decorativo unitario che definisce l’aula unica e che ubbidisce iconograficamente ad un programma teologico. Tra le pitture hanno particolare rilevanza artistica gli affreschi della volta rappresentanti La Pentecoste (al centro), San Paolo sulla via di Damasco e L’apparizione di tre uomini misteriosi ad Abramo e i dipinti (olio su tela) che si trovano sugli altari laterali sul lato destro L’adorazione dei Magi (attr. a Giuseppe Patania), La Crocifissione (attribuita a Giuseppe Velasco); sul lato sinistro La presentazione dei Santi Mauro e Placido a San Benedetto (firmata Giuseppe Velasco, 1808), La Madonna del Rosario (attribuita a Giuseppe Velasco). Completano l’interno un artistico organo a canne di Donato del Piano (sec. XVIII), un’urna d’argento che custodisce le reliquie di S. Restituto Martire, traslata da Roma nel 1662 e, su un altare di destra, una pregevole scultura lignea della Madonna col Bambino.

S. FRANCESCO D’ASSISI ALL’IMMACOLATA

Costruita fra il 1704 e il 1745 su iniziativa del superiore P. Filippo Tortora e su progetto degli architetti Vincenzo Sinatra e Rosario Gagliardi, la chiesa di S. Francesco con l’annesso ex convento (in gran parte sede universitaria) è fra i più imponenti edifici religiosi di Noto. Nell’armoniosa facciata, aggettante su una imponente scalinata a tre rampe (di cui una aggiunta nei primi dell’800, dopo l’abbassamento del manto stradale), spicca il bel portale fiancheggiato da artistiche colonne barocche e tre nicchie, di cui due ai lati e una più piccola sopra il portale. Un’artistica statua marmorea dell’Immacolata del 1787, in sostituzione di quella calcarea del 1704 adorna il piano rialzato antistante il convento.All’interno, ad unica navata, entrando a sinistra si osservano: Arco dei Ss. Innocenti con il dipinto della Strage degli Innocenti (1706, Antonino Vizzini); l’Arco del B. Andrea Conti con la tela (1724) raffigurante la morte di fra’ Andrea M. Conti di Anagni; sul lato destro nell’Arco dei Santi francescani una tela raffigurante San Corrado Confalonieri, patrono di Noto, in ginocchio assorto in preghiera e sostenuto da due angeli, mentre il confessore ne piange la morte (sec. XVIII), nel terzo arco la lapide sepolcrale (1756) di P. Giuseppe Bonasia il cui corpo si trovava nella chiesa dell’antica Noto e la tela raffigurante la Natività (1783), commissionata dal netino P. Salvatore Gallo, nell’Arco centrale sopra la porta che immette nel chiostro e collocata una tela (sec. XVIII), eseguita per la chiesa di Sant’Andrea e solo tra il 1950 e il 1960 pervenuta in questa chiesa, raffigurante San Francesco in ginocchio dinanzi alla Vergine, che implora dal Cristo l’indulgenza plenaria della Porziuncola di Assisi, in suffragio delle anime del Purgatorio.Dopo la porta laterale, a sinistra e a destra della chiesa, le due cappelle dedicate a San Francesco d’Assisi e a Sant’Antonio di Padova, realizzate dallo stuccatore Giuseppe Gianforma, contemporaneo del Serpotta, su disegno dell’architetto Vincenzo Sinatra in cui sono collocate due pregevolissime tele: l’Estasi di S. Francesco e la Predica di S. Antonio ai pesci; l’abside, contenente nella nicchia centrale la statua lignea dell’Immacolata.Fra le altre opere custodite nella chiesa, ricordiamo in particolare tre monumenti funebri (sec. XIX) dedicati rispettivamente al principe di Villadorata, Mariano Nicolaci e Lorenzo (a sinistra prima del presbiterio), al marchese di Cannizzaro Giuseppe Trigona e alla moglie di questi (a sinistra e a destra dell’antiporta centrale).

CATTEDRALE DI S. NICOLÒ

La Cattedrale, dedicata a S. Nicolò di Mira e chiesa madre fino al 1844 (anno di fondazione della Diocesi di Noto), si erge superba al culmine di una monumentale e scenografica scalinata a quattro rampe, completata nella prima metà del sec. XIX su progetto dell’Architetto Bernardo Labisi. Il prospetto, che domina ed aggetta sulla bellissima Piazza Municipio, si caratterizza per una felice fusione di elementi barocchi e classici insieme e presenta nel primo ordine otto colonne con capitelli corinzi e il portale sormontato dallo stemma della città con il portone in bronzo, opera dello scultore netino G. Pirrone, raffigura episodi della vita di S. Corrado Confalonieri; nel secondo ordine ai lati del corpo centrale due torri (campanaria e dell’orologio) e le statue degli Evangelisti. L’edificio, la cui costruzione iniziò subito dopo il terremoto del 1693, con una baracca sostituita poi da una prima costruzione in muratura aperta al culto nel 1703. Successivamente si procedette alla costruzione di una nuova chiesa di maggiori dimensioni che inglobava momentaneamente la precedente fino al 1768. Nel 1848 crollò la cupola che venne ricostruita su progetto dell’ing. Cassone. Il 13 marzo 1996 è stato oggetto di un rovinoso crollo, che ha raso al suolo la navata destra e la navata centrale. Conclusi i lavori di ricostruzione e restauro, è stata inaugurata e riaperta al culto il 18 giugno 2007.L’interno, a croce latina, ospita nella prima cappella di fondo della navata destra, una preziosa arca d’argento cinquecentesca contenente le spoglie del Santo Patrono della città e della Diocesi di Noto Corrado Confalonieri; la cappella di fondo della navata sinistra è dedicata al SS. Sacramento ed è ornata da raffinati stucchi e fregi dorati eseguiti allo scultore Giuliano da Palazzolo. Alla metà del sec. XX la chiesa era stata decorata con pitture nell’abside e nella volta opera dei pittori Bandinelli e Arduino, andate quasi totalmente perdute in seguito al crollo. Attualmente l’interno si presenta senza decorazioni, così come appariva fino alla prima metà dello scorso secolo. NAVATA DI DESTRA prima cappella: Fonte battesimale in marmi policromi, Immacolataadonna con Santi Martiri, dipinto olio su tela (sec. XVIII); seconda cappella: Adorazione dei pastori, dipinto olio su tela, Giovanni Bonomo (1783); accanto all’ingresso laterale: mausoleo in marmi policromi del preposito Giovanni Di Lorenzo; terza cappella: Madonna delle Grazie, bassorilievo in marmo dipinto (sec. XVI), decorazioni in stucco e sculture in stucco di S. Lucia e S. Agata, Assenza (1924); quarta cappella: Consegna delle chiavi a S. Pietro, dipinto olio su tela, G. Patania (1827); transetto destro: S. Nicolò, scultura in legno dipinto e dorato (sec. XVIII); cappella di fondo della navata destra: custodisce la preziosa arca d’argento cinquecentesca contenente le spoglie del Santo Patrono della città e della Diocesi di Noto Corrado Confalonieri (visibile solo in occasione delle festività dedicate al santo nei mesi di febbraio ed agosto); NAVATA DI SINISTRA prima cappella: Miracolo di S. Francesco di Paola, dipinto olio su tela, attr. Costantino Carasi (sec. XVIII); seconda cappella: Spasimo di Sicilia, dipinto olio su tela, Raffaele Politi (1809); terza cappella: Sacro Cuore, scultura lignea dipinta; quarta cappella: Madonna e anime purganti, attr. Costantino Carasi (sec. XVIII), S. Michele, scultura in marmo di scuola gaginiana (sec. XVI); transetto sinistro: Crocifisso, scultura in legno dipinto trasferita in Cattedrale nel sec. XIX dall’Eremo di Noto Antica; cappella di fondo della navata destra: è dedicata al SS. Sacramento ed è ornata da raffinati stucchi e fregi dorati eseguiti dagli scultori Giuliano da Palazzolo e Senia da Noto. ABSIDE due troni vescovili con relativi sgabelli in legno scolpito e dorato (secc. XVIII-XIX), un coro ligneo, lo stemma in marmo del vescovo Angelo Calabretta al centro della pavimentazione, l’altare maggiore in marmi policromi e alle spalle il trittico con tele (metà sec. XIX) raffiguranti S. Nicolò, al centro, S. Corrado, a sinistra, e S. Guglielmo, a destra.Nella navata di destra è seppellito Mons. Angelo Calabretta, mentre in quella di sinistra sono sepolti i vescovi Mirone e Vizzini.

SANTUARIO DELLA MADONNA DELLA SCALA

Il Santuario, fondato dal Venerabile Girolamo Terzo, ed edificato nei primi decenni del ‘700, si innalza su monumentali scalinate che ha un prospetto in stile barocco, abbellito da un artistico balcone sul quale spiccano tre statue in pietra raffiguranti rispettivamente la Madonna della Scala e i profeti Elia ed Eliseo. L’interno, piccolo e a unica navata, propone: l’altare maggiore con un affresco in pietra, probabilmente della fine del Seicento, raffigurante la Madonna della Scala; sotto l’altare, in un’artistica urna di legno dorato del Settecento, il corpo di S. Franzo Martire; un artistico e pregevole coro a 24 stalli eseguito dal frate Camilleri, intorno alla metà del ‘700; un arco gotico che incornicia il fonte battesimale; la celletta del fondatore del Convento Fra Girolamo Terzo. Da notare in sacrestia uno splendido mobile in legno intarsiato e il pavimento in ceramica. (Località collinare a 13 Km da Noto, a poca distanza da Noto Antica, importante sito storico-archeologico).

 

SANTUARIO DI SAN CORRADO FUORI LE MURA

Il santuario è edificato in quello che, tra il fino al 1351, fu il luogo di eremitaggio di S. Corrado Confalonieri, Patrono della Città di Noto, e per questo definito “La Valle dei miracoli”. Si accede alla chiesa, dalla facciata in stile barocco, dopo aver percorso un lungo viale ricco di vegetazione. L’interno, piccolo ma riccamente decorato, custodisce una statua marmorea di S. Corrado dello scultore G. Pirrone posta nella “Grotta di S. Corrado”, luogo di preghiera e di penitenza dell’eremita; una tela della Madonna col Bambino di Sebastiano Conca (1759) sull’altare maggiore, a sinistra un Crocifisso ligneo (sec. XVIII) e il corpo di S. Leonzio Martire. All’interno dell’Eremo è allestito un museo che raccoglie ex-voto dei fedeli. (Località collinare a 5 Km da Noto)