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La storia della Cattedrale di Noto

Tre crolli in meno di tre secoli, ma poi la cattedrale è sempre risorta dalle sue rovine, come la leggendaria fenice: due volte, nel 1780 e nel 1848 è stata colpa del terremoto; l’ultimo crollo, quello del 1996, invece, pare sia avvenuto per ragioni più complesse che gli esperti hanno definito “strutturali”. Quello che conta è che oggi la Cattedrale, riconosciuta dall’Unesco Bene culturale dell’Umanità, è ritornata al culto dei fedeli.

 

E’ il 6 giugno del 1703 quando la porta maggiore della chiesa madre di Noto costruita in forma di baracca sulle pendici del monte Meti apre i battenti e ospita la prima Messa di benedizione della nuova costruzione iniziata nel 1694, dopo il terremoto del 1693 che aveva raso al suolo l’intera Sicilia sud orientale. Il 7 gennaio del 1727 un altro terremoto fa crollare la porta maggiore e danneggia archi, pilastri e finestre, finché nel 1769 dopo diversi tentativi di restauro si decide di demolire la struttura. Già nel 1745, infatti, erano iniziati i lavori per la costruzione di una nuova chiesa, quella che sarà la celebre Cattedrale di Noto. Al lavoro ci sono mastri, muratori, manovali, fornitori di frumento e calce. In soli quattro anni, dal 1765 al 1769, vengono costruite l’area presbiteriale, le cappelle di san Corrado e del santissimo Sacramento, fianchi, pilastri, e il campanile di destra. Tra aprile e maggio del 1770 si gettano le fondamenta della facciata e nel 1771 viene costruita la scalinata. Dal 1773 al 1775 si lavora al tetto, per la cui realizzazione vengono acquistate 40mila tegole. Mentre nel 1776 tocca alle volte della navata maggiore e dell’abside, viene riparata la porta maggiore della vecchia chiesa, e ne sono commissionate altre quattro. Il 5 marzo dello stesso anno il Vescovo concede l’autorizzazione per procedere alla benedizione della nuova chiesa madre.

 

Passano altri quattro anni e nell’aprile del 1780 replicate scosse telluriche indeboliscono la struttura e a giugno crollano la cupola e la copertura dell’abside. Ai restauri segue una ulteriore fase di lavori sulla cupola, la facciata, i campanili e le finiture interne, e nel 1818 finalmente la riapertura della chiesa al culto. Già tra il 1839 e il 1841, però, si richiedono altri interventi urgenti di restauro. Intanto, l’8 giugno 1844 viene istituita la diocesi di Noto, e la chiesa madre diventa Cattedrale.

 

L’11 gennaio del 1848 un altro terremoto provoca il crollo della cupola, del presbiterio, delle cappelle di san Corrado e del santissimo Sacramento. La ricostruzione sarà conclusa nel 1862 ma è solo nel 1959 che l’opera di abbellimento della chiesa può dirsi finita. Ventinove anni dopo, il 13 dicembre del 1990 il terremoto, cosiddetto di santa Lucia, mette a dura prova i pilastri che tengono la cupola, la cui copertura originaria era stata sostituita nel 1950 con un solaio in calcestruzzo. Il 13 marzo del 1996 l’ennesimo crollo: la cupola, la navata maggiore e quella orientale non ci sono più.

Riflessione del Prefetto di Siracusa

Sono trascorsi 11 anni da quella tragica sera del 13 Marzo 1996 in cui la comunità netina, ancora incredula, apprese del tragico evento che aveva interessato uno dei più bei gioielli del barocco siciliano del settecento. Da allora è stato un susseguirsi di intense attività che hanno consentito, attraverso il lavoro sinergico di tutte le componenti amministrative e tecniche guidate dal Prefetto-Commissario delegato, lo svolgimento delle complesse fasi operative. Nella valutazione di quanto oggi realizzato non si può prescindere dal considerare la straordinarietà dell’opera e le difficoltà affrontate.

Mi è difficile esternare la grande soddisfazione provata nel vedere finalmente la Cattedrale ricostruita, soddisfazione che voglio condividere anche con tutta la struttura commissariale operante in Prefettura, per la qualificata e complessa attività posta in essere a supporto del Commissario nell’arco di oltre un decennio.

Dott. Benedetto Basile
Prefetto di Siracusa