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Sabato 17 maggio il Decano della Facoltà di Bioetica Regina Apostolorum di Roma, prof. Gonzalo Miranda, ha consegnato venti Diplomi di Perfezionamento in Bioetica

Nell’aula multimediale del Seminario Vescovile sabato 17 maggio il Decano della Facoltà di Bioetica “Regina Apostolorum” di Roma, prof. Gonzalo Miranda, ha consegnato venti Diplomi di Perfezionamento in Bioetica ai professionisti che negli scorsi anni hanno frequentato in videoconferenza le lezioni proposte dall’Ateneo. L’incontro si è arricchito del contributo del Decano sul tema della Riproduzione Assistita. Un tema caldo che si dibatte tra attacchi alla legge 40/2004 e ricerche di senso. Ciò che colpisce di più sono i tentativi di far passare per diritto, attraverso il sistema giuridico e quello mediatico, alcune ideologie di minoranza fondate su visioni antropologiche che assolutizzano uno o alcuni aspetti, del tutto a discapito della complessità di certi temi. Allora il compito del bioeticista è quello di incidere sulla cultura, attraverso un’etica che sia edificata su un’antropologia che a sua volta, abbia alla base un saldo fondamento metafisico.
 
 
Anche il prof. Emmanuele Di Leo, responsabile delle sedi di videoconferenza ha sottolineato l’importanza di un impegno in prima linea da parte di chi si interessa a questa disciplina. Gli strumenti mediatici a disposizione sono molteplici, a partire dallo spazio che i socialnetworks mettono a disposizione e che spesso è sottovalutato. Uno spazio utilizzato da chi soprattutto attacca e mina le istituzioni fondamentali, quali la famiglia e che raramente trova interlocutori capaci di sostenere la validità di quanto è attaccato. Tale spazio può diventare bacino fertile per chi vuole contribuire a creare un certo tipo di cultura, sia in positivo che in negativo. A questo proposito ha profilato la possibilità di ulteriori percorsi di approfondimento attraverso due Master di primo livello su Bioetica e Comunicazione e Bioetica Internazionale. Anche il Sac. Prof. Antonio Stefano Modica, referente per la diocesi e per l’Ateneo ha ricordato e incoraggiato la possibilità di spendere il titolo del Diploma in ambito diocesano attraverso iniziative che si pongano al servizio della bioetica e dell’uomo.
 

Esplosione di gioia ad Ispica per la VII edizione della Giornata diocesana dei giovani: “amare è farsi dono a chi si ama”

Esplosione di gioia ad Ispica, sabato 10 maggio, per la VII edizione della GDG (Giornata diocesana dei giovani). Una gioia prorompente, semplice ed essenziale, quella di tanti giovani, giunti da ogni parte della Diocesi, per ritrovarsi insieme a far festa, per sentirsi più vicini attorno a Cristo, amico e compagno del loro cammino. Così, la GDG 2014 ha accorciato le distanze – non solo geografiche – ed è stata esperienza di ritrovo familiare dentro una “casa” comune a tutti. Proprio la “casa” è stato il tema di questa VII edizione; sentirsi a “casa”, che è luogo anzitutto interiore, di accoglienza e di intimità, ha significato per questi giovani la possibilità di ricercare un nuovo senso di appartenenza e di identità, per non sentirsi “estranei” nella società e nella Chiesa, ma ognuno nel posto che Dio gli ha assegnato.
 
La giornata di festa ha avuto inizio con un momento di animazione e di accoglienza, a cui ha fatto seguito l’apertura ufficiale, con la presenza del nostro Vescovo, Mons. Antonio Staglianò, che ha salutato con vivo entusiasmo i giovani presenti. Dopo il lancio del tema della giornata, un momento molto significativo ha calamitato l’attenzione dei numerosi partecipanti: la testimonianza di fratel Biagio Conte, che alla stazione centrale di Palermo, vive da parecchi anni una scelta radicale di povertà evangelica, schierandosi dalla parte degli ultimi del nostro tempo, esclusi ed emarginati. La testimonianza di fratel Biagio è stata una provocazione per i giovani, che spesso subiscono i “miraggi” creati dalla società materialista e consumista, perdendo di vista ciò che vale davvero e che può dare pienezza di senso alla vita.
 
Quest’anno la GDG si è arricchita inoltre di una piacevole e simpatica novità: il nostro Vescovo Antonio infatti, ha voluto parlare ai giovani presenti in una maniera tutta speciale, con un linguaggio che è universale, quello della musica. Mons. Staglianò ha cantato dal vivo, alcune recenti e famose canzoni di celebri cantanti italiani, con l’intento di veicolare, attraverso musica e parole, un messaggio profondo di umanità, di amore, che – ha affermato il Vescovo – non è questione di belle parole, di frasi fatte e scritte sui muri, ma qualcosa di molto più serio e concreto: amare è farsi dono a chi si ama, donare tutto, uscire dal proprio egoismo e farsi prossimo all’altro, nella fatica e nella gioia di offrire questo amore. I Giovani hanno accolto con grande entusiasmo questa iniziativa di Mons. Staglianò, applaudendolo a lungo e salendo sul palco con lui a cantare o a scattare una foto. “Oggi ho sentito il Vescovo vicino, questa cosa mi piace!” ha dichiarato uno tanti dei giovani convenuti.
La manifestazione è poi proseguita con un momento di preghiera e con le Confessioni presso la Basilica dell’Annunziata, un momento intenso di intimità con il Signore e di riconciliazione con Lui, mediante l’esperienza risanante del suo perdono. Infine, dopo tanta allegra animazione, la preghiera conclusiva e il mandato ai giovani ha chiuso nella maniera più bella la VII GDG, con l’arrivederci al prossimo raduno, ancora insieme e sempre di più, per dire a tutti la bellezza di essere “una sola cosa in una sola casa!”
 
 

Rosolini. Incontro unitario di fine anno della Diocesi di Noto con Don Panizza.”La misericordia non è “nostra”, ci è “regalata”

Con ampia partecipazione venerdì 9 maggio all’Oratorio San Domenico Savio di Rosolini si è svolto l’incontro unitario di fine anno pastorale della diocesi di Noto, presieduto dal Vescovo Mons. Antonio Staglianò e introdotto dal vicario generale don Angelo Giurdanella. C’erano i parroci, le religiose, i catechisti, gli animatori della liturgia e della carità, le famiglie, i giovani, le aggregazioni laicali, le opere caritative. Con l’impegno ad esserci, superando anche la stanchezza di questa parte dell’anno, per dire il senso della Chiesa famiglia di Dio. Non è stato un momento di studio o di organizzazione, ma di consapevolezza forte con l’aiuto di un testimone: don Giacomo Panizza, prete di frontiera che rischia la vita. Ci ha subito tenuto a dire che la misericordia non è commiserazione né privilegio dei cristiani ma il dna di tutti gli uomini che, lo sappiano o no, sono fatti a immagine di Dio che è misericordia. Ed è attenzione ai piccoli o ai sofferenti, ma anche gioia per ciò che va bene. Ci si è sentiti poi incoraggiati nel sentirsi dire che la misericordia si può dimenticare o offuscare ma mai cancellare. E che la misericordia non è “nostra”, frutto delle nostre bravure, ma che ci è “regalata”: ed è con questa consapevolezza che si dona anche ad altri, anzi che non si può non amare appena ci si accorge di una sofferenza.
 
Ed è emerso spontaneo, nel dire sapienziale di don Giacomo, il riferimento a santa Teresina che ha potuto dire di valere qualcosa solo perché “amore” anche se non era una grande convertita come Sant’Agostino o San Paolo. Conta l’amore! Conta l’incontro! Per cui non si può diventare nella carità “passa pacchi”: occorre che ci sia con i poveri anzitutto l’incontro. Per cui, più che parlare di agio o disagio giovanile o familiare, è meglio rendersi conto che siamo in un tempo in cui ognuno sa solo qualcosa e che quindi si impara insieme. Conta l’amore! Che deve attraversare anche l’economia e la politica. Per cui c’è da chiedersi se investire in una banca o fare una determinata scelta favorisce un’economia di misericordia, che aiuta i deboli e costruisce eguaglianza, o diventa assassinio (pensiamo a quanti investimenti si fanno nelle armi, e come sia importante per questo la banca etica). E per la politica ha ricordato come il welfare state è nato per misericordia, per l’attenzione a tutti, e che questo dovrebbe essere tradotto nel reddito minimo di inserimento, che esiste in tanti altri paesi europei ed è previsto dalla legge 328 ma non realizzato.
 
La misericordia interessa la catechesi non solo come contenuto ma anche come modalità, come ascolto dei piccoli, e rende vere le liturgie: don Giacomo concretamente intrecciava le sue parole con la sua vita, e sommessamente ha ricordato come prega meglio i salmi restando accanto a due bambini con gravi problemi che gli si sono stati affidati perché nessuno li vuole. O come i problemi con la ‘ndrangheta sono nati perché ha messo in una casa confiscata ai mafiosi le persone in carrozzina, che hanno accolto con gioia la possibilità mentre era stata rifiutata perfino dai vigili urbani. La misericordia va anzitutto vissuta, e poi si troveranno meglio le parole per dirla. E la Chiesa “sa”, ma poi può incontrare altri che la vivono meglio. Perché la misericordia non ha a che fare con recinti ma con il cuore grande di Dio che è impresso in tutti e che eventualmente la Chiesa può fare riscoprire … Il Vescovo ha ricordato come tutto questo lo sta sperimentando nella visita pastorale e ha concluso insistendo sulla centralità dell’incontro, dello stare accanto agli ammalati vegliando nell’amore, e sul fatto che il messaggio evangelico arricchisce tutti in un’umanità. Si è quindi ritornati alla vita di ogni giorno con più pace e con più responsabilità, consapevoli che la misericordia ha valenze forti, sociali, ma resta sempre dono che si accoglie e cresce, non con l’eroismo di pochi, ma con i piccoli passi di molti.
 

Presentato il nuovo statuto della Caritas Diocesana al clero di Noto: “conta la presa in carico!”

Venerdì 9 maggio il direttore della Caritas diocesana ha incontrato il clero per comunicare le maturazioni e i passi di questi anni (si allega la relazione). Ci sono i dati dell’aiuto (in tre anni aiuti materiali a 15.000 persone o nuclei familiari, più tanta carità sommersa) ma anche la consapevolezza che non bastano: non solo per la sproporzione che resta fra aiuti e bisogni ma anche perché l’aiuto materiale non basta. Occorre risvegliare dignità, rimettere in piedi. Per questo conta la presa in carico. Per questo è necessaria una carità diffusa, che abbia come soggetto il popolo di Dio che si aduna la domenica per l’eucaristia e che renda eucaristica la Chiesa, ovvero generosa, coraggiosa, trasparente, gratuita. Contrastando amarezza, pettegolezzo, “sontuosità” (per dirla con papa Francesco) che offuscano la testimonianza mentre la carità autentica resta una vita privilegiata di annuncio, soprattutto presso i giovani e la gente che non frequenta la Chiesa.
 
Ed ecco che carità, catechesi e liturgia diventano una scuola unitaria di vita cristiana se si ha il coraggio e l’umiltà di ripensarli, collegando pastorale (ed educazione) e operatività. Le maturazioni e i passi di questi anni sono condensati adesso nel nuovo Statuto che il Vescovo Mons. Staglianò ha consegnato alla comunità diocesana lo scorso giovedì santo durante la messa crismale (si allega con il file “inserto dello Statuto della Caritas Diocesana”). Si tratta di uno Statuto pastorale, non avendo la Caritas propria autonomia giuridica rispetto alla diocesi e non essendo necessaria quindi un’impostazione rigorosamente giuridica, scegliendo invece qualcosa di simile alla Regola comunitaria di timbro pastorale. Mettendo al centro di tutto le maturazioni delle Chiese che sono in Italia sul prevalente compito pedagogico della Caritas e le maturazioni del nostro Sinodo diocesano. Esse riguardano la Chiesa povera e dei poveri, ma anche una pastorale che parta dall’essenziale e ritrovi nella visita la cifra del rapporto con il territorio, nel segno della benevolenza e dell’attenzione alle periferie dell’esistenza. Per un rinnovamento pastorale come base di una missionarietà autentica, nell’ordine dell’attrazione che converte nell’intimo più che della mobilitazione esteriore. ROSARIO SULTANA
 

Donnalucata in festa! Consacrata la nuova chiesa di San Giorgio. Staglianò ha introdotto il culto alla Madonna di Guadalupe

Grande gioia, entusiasmo e commozione ieri, 8 maggio, a Donnalucata, per la Dedicazione della nuova Chiesa di San Giorgio, dove è stato introdotto il culto alla Vergine di Guadalupe. Dopo anni di attesa e di preparativi è arrivato il momento tanto desiderato per gli abitanti di Donnalucata. La Celebrazione è stata preparata con l’attiva collaborazione di tutti. Alle ore 16, la comunità in festa si è radunata nei pressi della pista ciclabile, dove è stato accolto, insieme tanti bambini, con bandierine in mano e cartelloni colorati, il Cardinale di Città del Messico Norberto Rivera Carrera, insieme con il nostro Vescovo, Mons. Antonio Staglianò. Così si è avviata la processione fino alla nuova chiesa, per dare inizio alla solenne liturgia.
 
Suggestivo il momento in cui il Cardinale Carrera e il nostro Vescovo Antonio hanno spalancato le porte del nuovo edificio sacro. La celebrazione è stata partecipatissima, numerosi i sacerdoti e i diaconi presenti, con gli alunni del Seminario, come numerose erano le autorità civili e militari. Tanti i fedeli accorsi da Donnalucata e da Scicli, dalla Diocesi e anche da fuori. Momenti significativi e toccanti sono stati l’unzione dell’altare, segno di Cristo presente nell’assemblea eucaristica e delle croci sulle pareti della Chiesa, a ricordare che la chiesa è fondata sulla testimonianza degli apostoli. Il Cardinale Carrera, che custodisce nella sua terra messicana la venerata immagine della Madonna di Gaudalupe, ha pronunziato la sua omelia, ricca di riferimenti alla Vergine che nel XVI secolo impresse la sua immagine sulla “tilma” (mantello) dell’indio Juan Diego e ha plaudito all’iniziativa, fortemente voluta da Mons. Staglianò, di introdurre il culto della “Guadalupana” anche a Noto.
 
Proprio il nostro Vescovo ha manifestato tutta la sua gioia per la consacrazione della nuova chiesa, dove sarà da qui in avanti venerata la Vergine, sotto il dolcissimo titolo di Nostra Signora di Guadalupe e ha esortato tutti a volgere lo sguardo e i cuori alla madre di Dio. Grande emozione infine, quando il Vescovo ha dato lettura del Decreto con il quale Don Nello Garofalo, già amministratore parrocchiale di Santa Caterina da Siena di Donnalucata, è stato nominato parroco della medesima parrocchia. San Giorgio Martire e La Vergine di Guadalupe saranno custodi e modelli per il popolo di Dio pellegrino in Donnalucata. 

Noto. Il 30 maggio Pellegrinaggio Diocesano al Santuario della Madonna della Scala

Venerdì 30 Maggio le comunità parrocchiali della diocesi si ritroveranno per il Pellegrinaggio mariano diocesano al Santuario della Madonna della Scala, presieduto dal nostro Vescovo mons. Antonio Staglianò; si tratta di un appuntamento consolidato per la nostra Chiesa locale che guarda a Maria come modello discepolare e Madre dell’unità e della comunione. Insieme al Convegno Annuale, la Messa Crismale e i due Incontri Unitari, il pellegrinaggio costituisce – scrive in una recente circolare alla diocesi il Vicario Generale mons. Angelo Giurdanella – un momento di forte valenza ecclesiale e liturgica, di sinergia pastorale, di impulso per la testimonianza della fede nel nostro territorio.
 
L’appuntamento è per le ore 17,30 a metà della Via sacra da dove partirà la processione con la preghiera del Santo Rosario. Subito dopo verrà celebrata la solenne Eucaristia, presieduta dal Vescovo Staglianò e concelebrata dai Sacerdoti, Religiosi e Diaconi, durante la quale verrà rinnovato l’atto di affidamento a Maria Santissima. Per i sacerdoti e i diaconi il pellegrinaggio-ritiro diocesano al Santuario della Madonna della Scala è fissato per venerdì 23 Maggio alle ore 9,30. Il ritiro del clero sarà animato da P. Angelo Gatto, Carmelitano, che ha guidato sapientemente gli incontri precedenti. Durante l’Eucaristia delle ore 12,00 presieduta da Mons. Vescovo, ci uniremo alla gioia di alcuni confratelli che celebrano il giubileo sacerdotale. Don Antonio Maria Forgione 25°, Don Franco Paternò 25°, P. Eugenio Boscarino 25°, Don Antonino Caldarella 50°, Don Giorgio Selvaggio 50°, Don Salvatore Rametta 60°, Don Giuseppe Scivoletto, 60°, Don Salvatore Favara 60°, P. Sisto Veca o.f.m. capp. 70° Anniversario.
 

Donnalucata. Il prossimo 8 Maggio verrà consacrata dal Cardinale Carrera la nuova chiesa di San Giorgio

 Giovedì 8 maggio 2014, a Donnalucata, alle ore 17,30, sarà consacrata la nuova chiesa di San Giorgio, dove verrà introdotto il culto di Nostra Signora di Guadalupe, tanto venerata in Messico e molto cara al nostro Vescovo, Mons. Antonio Staglianò.
 
Il Rito della Dedicazione del nuovo tempio sacro, sarà presieduto dal Cardinale Norberto Rivera Carrera, Arcivescovo di Città del Messico e Primate del Messico. Concelebrerà il nostro Vescovo Antonio.
Gioia grande per gli abitanti di Donnalucata, che vedono realizzato questo progetto così agognato; un percorso quello della consacrazione del nuovo edificio di culto, che è partito il 30 giugno del 2010, con la posa della prima pietra, da parte di Mons. Staglianò. “Costruiamo il tempio della nostra umanità”: con queste parole, il Vescovo di Noto ha inaugurato e benedetto l’inizio dei lavori della nuova chiesa, alla presenza del parroco di allora, Don Rosario Sultana, delle autorità civili e militari e di numerosi fedeli.
 
“La Chiesa sarà dedicata a San Giorgio – ci informa l’amministratore parrocchiale don Nello Garofalo – la cui devozione nel territorio sciclitano ha origini molto antiche, che risalgono al XIV secolo. Il Signor Edmondo Riccotti La Rocca ha donato il terreno di C.da Cannamara per l’edificazione della nuova chiesa. Nell’atto di donazione il donatore ha dichiarato l’onore di intitolare il nuovo tempio a San Giorgio Martire, santo protettore della sua famiglia”.
Il progetto del nuovo tempio è stato approvato e finanziato dopo diverse revisioni, al fine di essere conforme alle indicazioni che la Chiesa italiana prescrive ai progettisti per nuove chiese.
 
Mons. Staglianò ha voluto introdurre nel nuovo tempio l’immagine della Vergine di Guadalupe affinché i fedeli imparando a conoscerla potessero amarla e venerarla. Questo desiderio è stato espresso dal nostro Vescovo, quale frutto del suo pellegrinaggio in Messico, ai piedi della “Morenita del Tepeyac”; un bel dono che Mons. Staglianò ha voluto fare ai fedeli di Donnalucata e a tutta la Diocesi, così fortemente mariana.
 

Ispica. Il 10 Maggio la VII edizione della Giornata Diocesana dei Giovani sulla scia della GMG con il Papa

Il 10 maggio 2014 si terrà ad Ispica, tra corso Garibaldi, piazza Annunziata e corso Vittorio Emanuele, la 7a edizione della GDG (giornata diocesana dei giovani). Quest’anno la GDG si colloca in un periodo fecondo per la Chiesa: la canonizzazione dei due papi ed in particolar modo quella di Giovanni Paolo II, il papa dei Giovani e patrono delle GMG. “Ed è proprio sull’esempio delle GMG che nasce la giornata diocesana dei giovani – affermano i responsabili del Servizio diocesano per la pastorale giovanile – con un grande desiderio, incontrare e far incontrare i giovani della diocesi netina, per vivere un intenso momento di festa e di gioia con il Signore”. “Il tema di quest’anno è ‘Un’altra casa’ – a dirlo è il Direttore dell’Ufficio don Giovanni Lauretta – lo slogan che ci ha accompagnati lungo questo anno pastorale. Accogliere a casa propria è condividere non solo uno spazio, ma la propria vita. “Per noi cristiani – dice don Lauretta – la casa rappresenta un forte richiamo alle nostre comunità parrocchiali e diocesana dove la Chiesa è chiamata ad essere sempre quel luogo caldo, familiare ed accogliente per tutti”.

 
Sarà presente alla giornata il Vescovo Mons. Antonio Staglianò. Avremo – afferma Nicoletta Di Maria, condirettore della Pastorale Giovanile diocesana –  anche il testimone fratel Biagio Conte, fondatore della “ Missione speranza e carità” di Palermo, che racconterà la sua esperienza profonda di chi ha incominciato a cercare la verità, la vera libertà e la vera pace, distaccandosi dal mondo materialistico e consumistico. Il suo carisma è quello di donarsi ai nuovi poveri della città. Il suo motto è: “sbracciati e datti da fare”.Un momento significativo della giornata sarà con il prelato della diocesi netina Mons. Staglianò: “Parola e musica”. Mons. Staglianò dialogherà con i giovani, attraverso delle canzoni famose della musica italiana, che sarà proprio lui a cantare, per veicolare in modo nuovo ed accattivante un messaggio profondo di umanità, accostandolo al messaggio universale del Vangelo.
  
L’intera giornata sarà animata da Gigi Cotichella, educanimatore dell’associazione Animagiovane di Torino. Gigi sarà accompagnato dai ragazzi dell’ animazione, un gruppo di circa 50 persone, provenienti dai singoli vicariati della diocesi di Noto. Come sempre ci sarà la casa dell’adorazione e della confessione all’interno della chiesa dell’Annunziata ad Ispica, per offrire la possibilità di stare cuore a cuore con Gesù Eucaristia e di potersi accostare al sacramento della Riconciliazione.
 
Al termine della GDG il Vescovo Antonio darà il mandato ai giovani, perché portino ovunque la gioia di questo incontro, facendosi testimoni dell’amore di Dio.
 
 
Programma della giornata
 
Accoglienza Ore 16.30 – 16.50
 
Preghiera presieduta dal cardinale Norberto Rivera Carrera
lancio del tema ore 17.00 – 17.30 ( a cura di Gigi Cotichella )
 
Contenuto testimonianza ore 17.30 – 18.30;
a cura di fratel Biagio Conte
Animazione ore 18,30 – 19,00.
Parola e musica con il nostro vescovo Antonio 19,00 – 20.00
 
Adorazione Eucaristica
e confessioni ( casa dell’adorazione e delle confessioni)
ORE 20.00 – 21,30
 
 
Cena ore 20,30 – 21.30 musica live
 
Festa ore 21.30 – 23.00 con Gigi Cotichella.
 
Preghiera presieduta dal vescovo, benedizione e mandato.
 
Conclusione ore 23,30
 
 

Rosolini. Il 9 Maggio ultimo incontro unitario: “con l’unzione di Cristo nelle periferie”

Il prossimo venerdì 9 maggio presso l’Oratorio San Domenico Savio di Rosolini i presbiteri, i diaconi, i seminaristi, i catechsiti, le comunità religiose, le aggregazione laicali e tutti gli operatori pastorali, sono chiamti a convenire per l’incontro unitario che conclude quest’anno pastorale dedicato a capire come lasciarci educare alla misericordia nella vita di ogni giorno, con particolare attenzione alle famiglie, ai giovani, alla città. Avremo come relatore un testimone, conosciuto per la sua capacità di unire in modo sapienziale esperienza e riflessione: don Giacomo Panizza, fondatore della comunità Progetto Sud di Lamezia Terme, prete di frontiera che per questo rischia anche la vita, promotore – insieme a Luciano Tavazza, don Ciotti, don Italo Calabrò – di un volontariato che nel nostro Sud sia capace di unire condivisione, legalità, giustizia. L’incontro avrà inzizio alle ore 19,00 fino alle ore 21,15, dopo la relazione di don Giacomo seguirà il dibattito e concluderemo con la presentazione del progetto “Uno ad uno”. 
 
Data la rilevanza ecclesiale dell’incontro, come Chiesa che tutta insieme si interroga sulla sua missione e sulla sua profezia in un tempo di crisi, sarà importante  – scrive il Vicario Gnerale nella circolare inviata alla Diocesi – la partecipazione di tutti gli operatori pastorali. Per questo Mons. Vescovo dispone che quel giorno non si celebrino Sante Messe vespertine e non ci siano incontri pastorali o ecclesiali, non solo per favorire la presenza ma anche per sottolineare la centralità della Chiesa locale, vivamente raccomandata dal nostro Sinodo.
 

L’omelia di Mons. Staglianò la Domenica di Pasqua: “lasciarsi interrogare dall’evento pasquale”

Il nostro Vescovo, Mons. Antonio Staglianò ha porto un forte appello ai numerosi fedeli che assiepavano la Basilica Cattedrale di Noto per il solenne Pontificale del giorno di Pasqua. Nella sua riflessione ha esortato i fedeli a lasciarsi interrogare dall’evento pasquale, a non sprecare questo dono della grazia per recuperarsi alla gioia che scaturisce dall’annuncio pasquale. Certo, tante sono le gioie che la società, di stampo mercantile e che tratta l’uomo come un oggetto da usare, offre nei tanti ipermercati, ma solo la gioia che sgorga dall’incontro col Risorto libera l’uomo dall’individualismo, dalla crisi di identità e dal calo di fervore. Solo lasciandosi guidare dal Cristo risorto l’uomo può liberare l’umano che è in tutta la sua bellezza, ritornando ad essere un uomo veramente nuovo nei rapporti con se stesso, il prossimo, il creato. La luce della Pasqua attende di poter splendere nella vita delle nostre famiglie e della società tutta, soffocata dalla cultura del provvisorio che la privadella contemplazione della trascendenza nella pur fragile realtà immanente. Come noi possiamo avvicinare il mistero? Diventando “credenti”, non semplicemente “religiosi”; il religioso, ahimè, come tanti cristiani di oggi, prega, rispetta i riti, conosce anche tanto di Dio, ma non lo segue, non lo accoglie nella sua vita come Signore. Il religioso non ha una vera vita spirituale, compie azioni religiose, ma non permette a Dio di rivoluzionargli l’esistenza, va in chiesa, ma nella vita vive come se non ci andasse. Mons. Staglianò ha voluto, durante l’omelia di Pasqua, aiutare i presenti a vivere la Pasqua di Gesù nella loro vita. Il Padre ha mandato lo Spirito perché la vita veramente nuova e straordinaria, seppure nella ordinarietà del suo svolgimento, inaugurata con la Pasqua di Gesù, potesse raggiungere ed illuminare l’esistenza di ogni uomo. Solo la vita del “credente” può sperimentare i frutti dell’incontro col Cristo pasquale e diventarne fedele e gioioso testimone.