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Manifestazioni 113° Anniversario della Nascita di GIORGIO LA PIRA

 In occasione del 113° anniversario della nascita di Giorgio La Pira, la Diocesi di Noto, la Parrocchia Chiesa Madre “Madonna del Rosario” di Pozzallo e il Comitato tecnico-scientifico delle manifestazioni Lapiriane presentano il 1° Forum permanente: “Cura della Casa Comune: alimentazione e ambiente per integrare i popoli e sostenere crescita e sviluppo di pace“.
La manifestazione si svolgerà sabato 7, domenica 8 e lunedì 9 gennaio 2017, presso lo Spazio Culturale “Meno Assenza” di Pozzallo (in allegato il programma completo della tre giorni lapiriana).
La prima giornata, sabato 7 gennaio, avrà come tema “I modelli di produzione animale e vegetale a tutela di ambiente, Biodiversità e consumatori; la seconda giornata, domenica 8 gennaio, tratterà “Il Modello Dietetico Mediterraneo come variabile per la prevenzione delle patologie cronico-degenerative”, mentre il terzo giorno, lunedì 9 gennaio, ci sarà il momento più istituzionale, con la commemorazione dell’anniversario della nascita di La Pira al Palazzo di Città, con il rinnovo del gemellaggio tra le città di Pozzallo e di Firenze; poi nella Chiesa Madre di Pozzallo (dove La Pira fu battezzato) una Celebrazione Eucaristica presieduta dal Vescovo di Noto, mons. Antonio Staglianò, concluderà le celebrazioni. 

NASCE NELLA DIOCESI DI NOTO L’UFFICIO PASTORALE PER LE FRAGILITA’.

 “L’Ufficio Pastorale per le Fragilità si occuperà dell’ Ascolto e dell’accoglienza per coloro che si trovano in situazioni di sofferenza legate a: abusi sessuali, abusi fisici, maltrattamento, adescamento online, nuove dipendenze comportamentali (cyber dipendenza, ludopatie), problemi nelle relazioni familiari, malattia. Alla luce del Motu proprio di Papa Francesco: “Come una Chiesa amorevole” e che invitava i Vescovi ad essere “diligenti nel proteggere che sono i più deboli tra le persone a loro affidate”.
Lo Statuto è stato firmato il 25 dicembre, giorno del Natale, dal Vescovo di Noto, S.E. Mons. Antonio Staglianò, di cui il Direttore è don Fortunato Di Noto, vicario foraneo di Avola, parroco moderatore e fondatore di Meter onlus.
 
PRIMO IN ITALIA. È, nel panorama della Chiesa Italiana, il primo Ufficio pastorale per le fragilità, istituito nella Diocesi di Noto, fortemente voluto dal Vescovo Staglianò, consapevole che una delle missioni della Chiesa è l’accoglienza degli ultimi e intende rafforzare e rendere operativo l’impegno per la protezione dei minori contro ogni forma di abuso e nell’accoglienza delle fragilità umane in genere, che devono essere appunto accolte, aiutate, comprese e accompagnate in un percorso di sana e seria guarigione per le persone vulnerabili. E’ stato chiesto a don Fortunato Di Noto, parroco e fondatore di Meter onlus di coordinare le attività e avviare i servizi di aiuto, accoglienza e assistenza per coloro che si trovano in situazioni di sofferenza.
 
IL VESCOVO STAGLIANÒ. È lo stesso Vescovo Staglianò, che nel presentare questo nuovo Ufficio Pastorale dichiara, spiega le ragioni e la profondità del servizio per coloro che si trovano in situazioni di sofferenza: “La fragilità diffusa degli umani si può rappresentare con la condizione del cerbiatto ferito che guarda il cacciatore con il fucile puntato per finirlo. L’ufficio diocesano per la fragilità nasce a Natale perché a Natale tutti noi esseri umani fragili veniamo a sapere che esiste uno sguardo totalmente diverso da quello del cacciatore: è lo sguardo del piccolo della grotta di Betlemme che rivela lo sguardo misericordioso del Padre, lo sguardo dell’amore che non giudica per abbattere, ma giudica per aver cura, farsi carico della sofferenza altrui”.
UFFICIO PER LE FRAGILITÀ. L’Ufficio Pastorale per le Fragilità si occuperà dell’ Ascolto e dell’accoglienza per coloro che si trovano in situazioni di sofferenza legate a: abusi sessuali, abusi fisici, maltrattamento, adescamento online, nuove dipendenze comportamentali (cyber dipendenza, ludopatie), problemi nelle relazioni familiari, malattia.
 
L’Ufficio fornirà assistenza spirituale e professionale per affrontare le problematiche subite e le fragilità, pertanto si adopererà per orientare verso strutture e competenze appropriate. L’Ufficio potrà essere raggiunto attraverso il seguente indirizzo email: ufficiofragilita@diocesinoto.it
 
Promuoverà opportune iniziative per l’aggiornamento del clero, dei laici in merito alla pastorale della fragilità; informazione, percorsi di prevenzione e pastorale di prossimità nei Vicariati e nelle Parrocchie; curerà a livello diocesano la Giornata Bambini Vittime e altre iniziative; svolgerà ricerca scientifica e pastorale in materia curando la pubblicazione per favorire la divulgazione e l’acquisizione delle conoscenze.
 
DON DI NOTO. “Con tanta sensibilità il Vescovo Staglianò ha colto e reso operativa una esigenza pastorale tra le vecchie e nuove periferie esistenziali e situazioni di sofferenza. Pensare che è il primo Ufficio Pastorale in Italia è un impegno ulteriore e come tutte le cose nuove sono sicuro che offrirà con intelligenza pastorale un aiuto concreto a chi è nel bisogno, nella sofferenza, a chi subisce ogni forma di abuso ed è ferito. Ringrazio il Vescovo Staglianò per aver dato alla mia persona questa fiducia e questo compito significato, non solo per la nostra Chiesa diocesana”.
 

Seminaristi: Auguri in concerto

Mercoledì scorso, 21 dicembre, la Comunità del Seminario ha incontrato le famiglie dei seminaristi con gli “Amici del Seminario” e i “Benefattori” per i tradizionali auguri di Natale. In una gremita Basilica del SS. Salvatore era idealmente presente tutta la comunità diocesana che con la preghiera accompagna i seminaristi nel percorso che li porterà ad essere totalmente uomini di Dio per il servizio al Suo Popolo. Qualche tempo fa, parlando del sacerdozio in un’udienza, papa Francesco ebbe a dire: «Come si deve fare per diventare sacerdote? Dove si vendono gli accessi al sacerdozio? Non si vendono. È un’iniziativa che prende il Signore: chiama ognuno di quelli che egli vuole che diventino sacerdoti». La gioia di questa chiamata è stata espressa anche quest’anno dai seminaristi attraverso un concerto canoro sulla figura del Battista, chiamato a preparare le vie del Signore. Uno spettacolo coinvolgente, oltre che valido professionalmente – una vera catechesi sui temi dell’Avvento – che ha permesso agli amici e ai benefattori di stringersi attorno ai loro beniamini apprezzandone le tante virtù: sanno cantare, suonare, recitare….oltre che pregare. C’è stato anche il momento commovente e coinvolgente, quando le suore del Seminario, provenienti dal martoriato Congo- la diocesi gemella di Butembo Beni- hanno intonato, nella loro lingua un canto a Gesù Bambino. Un pensiero grato, oltre che al Signore che muove tutte le cose, è andato ai Superiori che sono chiamati ad accompagnare questi nostri candidati al Sacerdozio: Don Luigi Vizzini, rettore; Don Stefano Modica, direttore spirituale; Don Manlio Savarino, vice rettore. La serata ha avuto un piacevole epilogo: un’agape fraterna, il sorteggio dei Bambinelli e la presentazione della Comunità delle Piccole Suore della Presentazione di Maria al Tempio che dallo scorso settembre svolge il servizio presso il Seminario

Una visita inaspettata alla Comunità delle Beatitudini

Una sorpresa particolare è stata quella del Vescovo in visita al Santuario della Madonna della Scala, nel pomeriggio di ieri, 15 dicembre 2016. Sorpresa particolarmente per le suore e i frati della Comunità delle Beatitudini, ormai presenti nel territorio diocesano e al Santuario della Scala da 4 anni. Felici di ricevere il proprio pastore, sono stati un po’ spiazzati “non eravamo pronti a ricevere il Vescovo – hanno detto – ci ha trovati in preghiera”. Mons. Staglianò ha avuto la possibilità di pregare con loro sia il Vespro che la S. Messa nella chiesetta, luogo di numerosissimi pellegrinaggi.
Approfittando della sua presenza lì, accompagnato da don Gianni Donzello, parroco, ha potuto verificare il completamento di alcuni aspetti dei lavori di ristrutturazione dello stabile ormai definitivamente conclusi.
Nella sua omelia durante la Celebrazione eucaristica, mons. Staglianò, particolarmente favorito dallo stile di preghiera della Comunità delle Beatitudini, ha insistito sulla bellezza di concepire la vita umana e dunque quella cristiana come un canto di lode al Signore. “Siamo creati ad immagine e somiglianza di Dio – ha ricordato – quindi nella preghiera e nella lode a Dio altro non manifestiamo che il nostro essere”.
L’occasione è stata significativa per formulare gli auguri del Santo Natale alla Comunità che si sta sempre meglio strutturando anche con la presenza del ramo maschile in aggiunta a quello femminile. Il carisma proprio della Comunità delle Beatitudini è la comunione nei vari stati di vita (consacrati, oblati, laici, famiglie, etc…). Testimonianza di questo carisma – come loro stessi hanno avuto modo di dire – è il canto polifonico, con il quale pregano le ore canoniche e le altre celebrazioni. “Nella polifonia occorrono diverse estensioni vocali – riferiscono – le voci maschili e quelle femminili, quindi è un modo di mettere in pratica la comunione: ognuno con il suo stato, collabora all’unica armonia”. La speranza ci porta a credere che la loro testimonianza di vita di preghiera e di fraternità possa diffondersi e portare copiosi frutti in tutto il territorio della Diocesi attraverso la testimonianza della comunione. La Chiesa è comunione e dare testimonianza della comunione è già, in atto, evangelizzare.
 
 

Il Vescovo gioca a ping-pong con i detenuti

Nella mattinata di oggi, venerdì 16 novembre, primo giorno della Novena al S. Natale, il nostro Vescovo ha voluto portare alla Casa Penitenziaria di Noto il suo augurio e in dono un tavolo da ping-pong. I detenuti hanno molto apprezzato il dono e invitato il Vescovo a giocare una partita con loro. Dopo una breve visita al presepe, realizzato da due giovani, ospiti della Casa Circondariale, e dal prof. Corrado Perricone, presso il cortile interno della struttura si è tenuta l’attesa sfida a colpi di racchetta. Tra i possibili sfidanti del presule è stato scelto il sig. Concetto, che già due anni addietro aveva vinto contro mons. Staglianò. Sono stati tre set parecchio combattuti, che hanno visto il nostro Vescovo schiacciare numerose battute vincenti, le quali gli hanno assicurato un punto su tre, 21 a 18. La vittoria finale però è stata di Concetto che ha concluso, sebbene con poco scarto, con due set vinti. Al termine della partita, che ha sorriso ad ogni applauso e urlo di incitamento da parte dei numerosi detenuti costituenti il pubblico, il Vescovo ha speso qualche minuto per dire che il tavolo da ping-pong ha voluto essere un dono e non un regalo. Ha spiegato la differenza tra un dono e un regalo. Diversamente dal regalo, che può anche essere freddo e anonimo, spedito senza coinvolgimento del donatore, il dono vive di un lungo processo nel quale chi vuole donare anzitutto pensa il dono da fare, facendo un discernimento su ciò che è utile e può servire, su ciò che è costruttivo e non superficiale. Poi, successivamente, il dono è personalmente consegnato, perché l’atto del donare si compia soprattutto nella gioia che si nota nel volto dell’altro che accoglie il dono. Perciò la partita giocata dal Vescovo non era esterna al dono, ma interiore per la gioia collettiva che questo gesto ha comportato per tutti. La visita del Vescovo di questo Natale 2016 – come molti hanno detto – sarà indimenticabile per quanto è stata singolare. Ha proseguito in un ringraziamento il sig. Agostino, detenuto, dicendo che quando qualcuno viene a visitarli, per loro è sempre una grande gioia. Ha dunque espressamente ringraziato il Vescovo per la frequenza delle sue visite. “Per noi detenuti – ha continuato Agostino – è più difficile essere felici a Natale, perché vorremmo essere con le nostre famiglie, per questo motivo ci facciamo coraggio di riuscire a vedere sempre il bicchiere mezzo pieno”. In calce ha preso parola il Direttore dicendo di essere felice di aver partecipato a questo momento di gioia che fa vedere trasfigurato quel volto umano che anche un luogo come il carcere ha. “Il carcere è un luogo di rilancio – ha concluso – in cui, sebbene vi si giunga da una vita passata, si è proiettati al futuro e alla crescita”. Alla fine il Vescovo ha invitato tutti a pregare, anche i fedeli musulmani, spiegando che Dio ascolta le preghiere di tutti, sebbene in diversa lingua, cultura e religione. Dio unisce gli esseri umani e non li divide. Si è pregato con il Padre Nostro ma anche con l’Ave Maria, in considerazione della grande devozione che per la Madre di Cristo c’è anche nel Corano. Possa questo Natale darci l’occasione di vivere personalmente questi momenti di vita cristiana.

Il Vescovo celebra San Giovanni della Croce

Nel pomeriggio di ieri, 14 dicembre, in occasione della memoria di san Giovanni della Croce, il Vescovo ha celebrato la S. Messa presso il Carmelo di Noto. San Giovanni è, dall’Ordine carmelitano, considerato il Padre. A far da corona al Pastore della Chiesa locale, don Ottavio Ruta, cappellano del monastero, le monache, una rappresentanza del Seminario vescovile e un ristretto numero di fedeli appartenenti per lo più al Terz’ordine carmelitano. “San Giovanni è un padre per le carmelitane – ha predicato nella sua omelia mons. Vescovo – ma anche per la Chiesa universale”. Ogni santo che la Chiesa venera è “un modo in cui Dio si comunica – ha proseguito – un modo in cui comunica la sua santità, in cui comunica se stesso”. Il presule ha messo in guardia i fedeli su un rischio che comunemente corriamo: “scambiare lo Spirito di Dio che è in noi per il ‘nostro’ spirito proprio. È questa l’aberrazione che ci porta a dimensionare Dio a nostra misura”.
In un secondo passaggio del suo sermone, il Vescovo ha detto che le “guide” della Chiesa sono i santi e i vescovi. I santi, per la loro condotta di vita e i vescovi per i loro insegnamenti. “San Giovanni della Croce – ha concluso – fu così grande sia per la sua vita di fede profonda che per quella fede che ha insegnato al mondo attraverso i suoi scritti”. Mons. Staglianò si è soffermato ulteriormente sull’importanza dell’ascolto della Parola di Dio e sulla quotidiana pratica di meditazione di essa. “La parola di Dio è Dio stesso che ci parla e la fede opera in noi attraverso la Sua Parola. La cosidetta ‘noche’ di san Giovanni della Croce – più nota come ‘notte oscura’ – altro non è stato per lui che il credere fermamente che Dio stesse operando nella sua vita nonostante egli non ne avvertisse la presenza”. La fede è l’opera di Dio nella nostra vita, “la fede, opera oggettivamente nella nostra vita attraverso la carità”.

L’Avvento “itinerante” del Vescovo nelle Parrocchie della Diocesi

Nel pomeriggio di Sabato 10 dicembre scorso, il Vescovo si è recato presso la chiesa Madre di Pozzallo per conferire ad un gruppo di giovani il sacramento della Cresima. Nella sua omelia ha sottolineato l’importanza di “risorgere in un cristianesimo autentico, cercando di eliminare il più possibile il cattolicesimo convenzionale”. “Come avrebbe detto nella liturgia del giorno il profeta Isaia, – ha proseguito – il nostro cristianesimo altro non è che un ‘imparaticcio di usi umani’ (cfr. Is 29, 13) che viene scambiato per culto al Signore”. Resta chiaro che il Cristianesimo autentico e vero “vive nell’amore di gesti di carità che aprono i nostri occhi sui bisogni dei fratelli che non hanno da mangiare, da bere, da vestire, nella solitudine, di quelli che perdono le energie della vita progressivamente”.
Spostandosi poi da Pozzallo, per celebrare un’altra Cresima, ad Ispica, il Vescovo ha voluto far visita al M° Corrado Iacono, persona molto sensibile, colpito da malattia ed immobilizzato in una carrozzella. Mons. Staglianò, che già lo aveva visitato altre volte, si è molto emozionato ricordando la sua figura di giovane signore da messa quotidiana, impegnato nel servizio alla corale della sua parrocchia.
Dopo aver pregato insieme a lui, anche implorando il dono della guarigione, si è poi spostato presso la chiesa di Santa Maria Maggiore. Nell’omelia ha nuovamente ribadito il tema già lanciato nel suo messaggio natalizio: che l’avvento sia quella palestra in cui ci possiamo esercitare a togliere le maschere a Dio. “Cerchiamo di vivere nella contemplazione del suo vero volto – ha proseguito – togliamo a Dio la maschera di Dio-violento, del Dio che ci manda il dolore, il terrore, la malattia, l’incidente stradale. Cominciamo a contemplare il vero volto di Dio che è solo amore per tutti e che attraverso gesti concreti di solidarietà ci fa diventare esploratori della misericordia in una Chiesa che non vive soltanto il cattolicesimo dentro le sue mura, ma che comincia a vivere sempre più il cristianesimo fuori dal recinto del sacro, dentro le vie belle della santità delle opere di misericordia corporali”.
 
 

Fra Emanuele ordinato presbitero

In una Basilica Cattedrale gremita di fedeli e con la partecipazione di gran parte dei presbiteri e diaconi della Diocesi, ieri sera, lunedì 12 dicembre 2016, memoria della Madonna di Guadalupe, per l’imposizione del nostro Vescovo Antonio è stato ordinato Presbitero Fra’ Emanuele Cosentini della Fraternità del Cantico. La solenne celebrazione, in un clima ideale di spiritualità francescana, è stata animata dalla corale composta dall’unione dei cori delle comunità parrocchiali di Modica, dove Fra’ Emanuele ha prestato il suo servizio pastorale in vista dell’ordinazione. Nelle parole del Vescovo, pronunciate nella sua omelia, quasi il programma di vita presbiterale che dovrà caratterizzare il ministero del novello sacerdote. “ Il presbitero è costituito per il bene delle anime – ha detto il nostro Pastore rivolgendosi a Fra’ Emanuele – e perciò non pensa mai solo a stesso, ma a coloro che gli sono affidati”. Con quale atteggiamento – si è chiesto il Vescovo- il presbitero deve svolgere il suo ministero? Con quello di Maria, è stata la risposta. La Parola di Gesù appena proclamata – Luca 1, 39-56 – si prestava, infatti, a perfezione a questa interpretazione. “ Avvenga di me ciò che tu vuoi fare di me”, ha detto il Vescovo . Senza mettere, cioè, maschere a Dio “ avvenga ciò che tu hai detto- ha precisato- e non quello che io ho capito che tu hai detto!“ Tu diventi sacerdote, ha continuato il Pastore, non per tuo volere, ma per la Misericordia di Dio!” Un invito, allora, “ a non confidare mai solo sulle tue forze, ma sulla misericordia di Dio che perdona tutto in Gesù Cristo”. Ricordandogli, ancora che “ tu diventi si prete per celebrare l’Eucarestia, ma principalmente per essere Eucarestia” Da qui l’invito “ a non restare chiuso in un convento o in una parrocchia, ma uscire, come insiste Papa Francesco, per andare in mezzo alla gente”. Quella gente semplice, povera, ma dignitosa che vede in Maria la Madre che consola e che aiuta a rialzarsi. E qui il riferimento alla Madonna di Guadalupe, festeggiata in Messico, nel giorno della sua memoria, da almeno 7 milioni di fedeli: “Non si turbi il tuo cuore; non aver paura (…) Non sono qui Io, tua Madre? Non sei forse sotto la mia ombra e protezione? Non stai sul mio cuore e fra le mie braccia? Di che cos’altro hai bisogno? “. Visibilmente commosso e con animo grato, Fra’ Emanuele ha voluto ringraziare tutti, nessuno escluso: il Vescovo, il Seminario, la sua Comunità, i fedeli, il coro e tanti altri ancora. Non ha mancato tuttavia, di rivolgere anche a nome di frate Antonello – “ per me guida sapiente e affidabile” – la sua gratitudine al Vescovo “ perché attraverso la sua accoglienza, la nostra piccola fraternità dei Francescani del Cantico, dopo un lungo cammino di anni, ha potuto finalmente ricevere il riconoscimento della Chiesa”.
 

Il Vescovo in visita ad Avola

 Nel pomeriggio di ieri, giovedì 1 dicembre, il nostro Vescovo si è recato ad Avola, presso l’oasi “San Francesco” per visitare don Pietro Gennaro, anziano sacerdote della nostra diocesi, da qualche tempo domiciliato presso la suddetta struttura. Padre Gennaro – chi lo conosce lo sa persona molto gioviale – ha intrattenuto il Vescovo, insieme a don Maurizio Novello, parroco di S. Giovanni Battista in Avola, con filastrocche e poesie. Il Vescovo si è complimentato con l’anziano sacerdote per la sua lucidità e per la bella accoglienza. Padre Gennaro la scorsa estate ha compiuto il 90° compleanno e lo ha voluto ricordare, facendo dono ad amici e parenti, di un piccolo crocefisso in metallo, donato anche a Mons. Staglianò.
Dopo aver pregato e impartito la benedizione, il Vescovo ha celebrato la S. Messa presso la Parrocchia di San Giovanni Battista. Nella sua omelia ha ribadito la centralità della parola di Dio, “luogo” in cui Dio si rende presente. “I lettori della Parola – ha detto – dovrebbero prepararsi alla proclamazione meditandola e facendola propria, in modo da divenire canali attraverso cui l’azione di Dio si trasmette”.
La S. Messa quotidiana mette il credente davanti ad un grande miracolo, quello che avviene sull’altare: “non sono necessari altri segni – ha affermato il presule – se non ci lasciamo ‘impressionare’ da ciò che avviene nell’Eucaristia”.
“La nostra vita deve essere fondata sulla vera roccia – ha proseguito basandosi su quanto proclamato nei brani previsti dalla liturgia – la ‘vera roccia’ non è il nostro ‘cattolicesimo’ ma bensì la nostra fede, che potrebbe anche prescindere dal fatto che siamo cattolici”. Al termine della celebrazione, don Maurizio Novello ha ringraziato il Vescovo della sua visita, sottolineando ai fedeli come in questi ultimi mesi il Vescovo stia visitando gli ammalati e le parrocchie della Diocesi con una pastorale itinerante e capillare.
Mons. Staglianò si è giustamente sentito in dovere di precisare che le visite alle parrocchie e agli ammalati hanno sempre fatto parte della sua azione pastorale, quello che da alcuni mesi avviene è il racconto della cronaca di questi eventi. “Siamo nel mondo delle post-verità – ha detto – è normale credere a quanto leggiamo o sentiamo in tv”, motivo per cui è bene scrivere quanto realmente avvenga.
Appreso di un giovane parrocchiano ricoverato in ospedale in seguito ad un intervento chirurgico, il Vescovo, insieme a don Maurizio e don Mattia, vicario parrocchiale, si sono infine recati a fargli visita presso l’ospedale di Avola.

Presto la Chiesa di Noto avrà un nuovo sacerdote e due diaconi

Il Vescovo di Noto, Mons. Antonio Staglianò, la comunità del Seminario Vescovile e la Fraternità del Cantico annunciano con gioia l’Ordinazione Presbiterale di Fra’ Emanuele Cosentini, della Fraternità del Cantico e le Ordinazioni Diaconali degli accoliti Andrea Pitrolo e Pietro Zisa.
Fra’ Emanuele sarà consacrato sacerdote il prossimo 12 dicembre, memoria della Madonna di Guadalupe, alle ore 18, nella Basilica Cattedrale di Noto.
Sabato 14 gennaio 2017 l’accolito Andrea Pitrolo sarà ordinato Diacono, nella parrocchia SS. Salvatore a Jungi (Scicli), alle ore 17.
Il giorno dopo, domenica 15 gennaio, sarà la volta dell’accolito Pietro Zisa, che riceverà l’Ordinazione Diaconale nella parrocchia del Carmine in Scicli, alle ore 17.
La Chiesa di Noto si stringe attorno a questi suoi figli che si preparano al ministero e li accompagna con la preghiera.