MADONNA DEL CARMINE

La fondazione del convento risale al 1534. Dopo il terremoto del 1693 viene riedificato con la chiesa nel corso del secolo XVIII. Nel prospetto della chiesa, ad ordine, da notare dei bassorilievi di stile rinascimentale databili tra la seconda metà del sec. XVI e la prima metà del secolo XVII; tra i soggetti si individuano S. Alberto di Gerusalemme, S. Angelo, S. Alberto degli Abbati. E’ da notare l’inusuale ordine ionico per le lesene del portale. Un putto reggicartiglio sull’arco d’ingresso reca la data 1632. Nel 1730 fu ristrutturata la facciata (la data si legge tra lo stemma carmelitano e la base della nicchia con la statua della Madonna del Carmelo). Nell’Ottocento fu realizzata la cella campanaria. L’interno è composto da un’aula unica con otto cappelle laterali incassate. Nel nartece, dentro cornici quadrilobate, sono rappresentati in affresco S. Alberto di Gerusalemme, S. Alberto degli Abbati, S. Giovanni Battista e S. Pier Tommaso di Cipro. Gli altari sono decorati con colonne tortili e stucchi. Tra le tele del sec. XVIII segnaliamo Transito di S. Giuseppe, Madonna del Carmine tra Santi carmelitani, Maria tra i Santi Agostino e Antonio, Maria tra Santa Caterina d’Alessandria e Sant’Agnese. Da segnalare il pulpito ligneo (vi sono rappresentati i Santi Angelo, Alberto,Elia, Telesforo), il mausoleo del ven. Salvatore Statella e la scultura lignea della Madonna del Carmine, patrona civitatis, posta sull’altare maggiore (nel lembo posteriore del mantello reca la sigla PDPP e la data 1860).E’ un raro esempio della cultura figurativa prebarocca. Su un esile piedistallo sonocomposte in uno schema poligonale, intelaiato da modanature rinascimentali, gli specchi a tarsie della balaustra (vi sono rappresentati i Santi Angelo, Alberto,Elia, Telesforo). I santi sono disegnati frontalmente, con un rigore compositivo di sapore quattrocentesco. Il pulpito potrebbe essere collocato tra i secoli XVI e XVII.Interessante, sul lato destro della navata, è il monumento funebre del ven. Salvatore Statella, opera tardobarocca della seconda metà del Settecento. Padre Salvatore della SS. Trinita (al secolo Andrea Statella, 1678-1728), figlio secondogenito di Francesco IV Statella, terzo marchese di Spaccaforno, vestì l’abito carmelitano nel 1726. Viene ricordato come «promotore della Riforma carmelitana siracusana».