Il Vescovo: “Il dramma dei 1000 immigrati dall’Africa sulle nostre coste ci provoca e ci interpella”

I duemila pellegrini della diocesi di fronte al dramma dei mille immigrati dell’Africa
Circa duemila i pellegrini accorsi al Santuario di Maria SS. Scala del Paradiso nel pomeriggio dello scorso 31 maggio, per il 30° pellegrinaggio mariano diocesano; e circa mille gli immigrati sub sahariani e del Bangla desh (tra cui circa 40 minori e 129 donne, fra cui alcune in avanzato stato di gravidanza), soccorsi a Portopalo di Capo Passero e condotti al porto di Pozzallo dalle motovedette della Guardia di Finanza durante la notte precedente, dopo una pericolosa traversata del Mediterraneo su un barcone arrugginito, partito dalla Libia qualche giorno prima.
 
La coraggiosa dichiarazione del Vescovo alla Radio Vaticana
Il nostro Vescovo, Mons. Antonio Staglianò, raggiunto dai microfoni della Radio Vaticana, aveva già dichiarato con profetica ed evangelica determinazione: «Dobbiamo accogliere questi immigrati senza se e senza ma. Noi cristiani non possiamo non essere accoglienti, perché è in ogni prossimo sofferente che dobbiamo scorgere la presenza stessa di Cristo. Nel volto di queste mamme incinte, di questi bambini smarriti, di questi uomini distrutti nel fisico e nell’anima, si nasconde il volto di Dio».
 
La “provocatoria” omelia
Con la stessa determinazione il nostro vescovo è tornato sul gravissimo dramma di questi mille  immigrati approdati sulle nostre coste, durante la vibrante omelia della S. Messa all’aperto a conclusione del pellegrinaggio. Rivolgendosi con forte enfasi ai circa duemila pellegrini accorsi al Santuario mariano diocesano (fra cui oltre cento presbiteri, diaconi ed alunni del Seminario), ha commentato particolarmente il brano biblico paolino della lettera ai Romani (Rm 12,12-13) -proclamato poco prima- in cui l’apostolo così ci esorta: “Siate perseveranti nella preghiera, solleciti per le necessità dei fratelli, premurosi nell’ospitalità”.
 
Non far scadere le nostre messe in liturgie “bla bla”
La preghiera del nostro pellegrinaggio diocesano, e particolarmente la preghiera culminante di questa Eucaristia, – ha affermato mons. Staglianò- è chiamata ad essere autentica, ponendosi con l’audacia concreta e la coraggiosa profezia dei Santi davanti a questo dramma dei mille immigrati che sono approdati da noi. Altrimenti la nostra preghiera  -ha aggiunto il vescovo- scade in una inutile chiacchiera, la nostra Eucaristia si deteriora in un ipocrita “bla bla” che non ci mette in autentico contatto con Dio, nostro Padre e Padre di tutti gli uomini, con la forza della sua Parola, con la potenza del suo Spirito, con la trasformazione della sua grazia che preme nei nostri cuori nella celebrazione viva e interiore dei suoi sacramenti.
 
Aprirsi alla “profezia” di scelte audaci
Purtroppo – ha aggiunto mons. Staglianò (il quale, è bene saperlo, non ha esitato da oltre sette mesi ad ospitare  nel nostro seminario un immigrato tunisino)- io, i miei preti, le nostre comunità parrocchiali stentiamo spesso a dare risposte adeguate e coraggiose alle crescenti e gravi emergenze sociali che il Signore ci fa incontrare,  come questa dei mille immigrati a Pozzallo, per cui la Caritas diocesana e diverse comunità ecclesiali –specialmente a Pozzallo, Portopalo e Rosolini- non mancano di darci stimoli operativi.
Non possiamo accontentarci di belle liturgie –ha concluso- se non siamo profondamente convinti che saremo giudicati al termine della nostra vita (cfr Mt 25, 31-46) non tanto su quante belle messe avremo celebrato, ma su quante messe avremo vissuto, aprendo il nostro cuore, trasformato dalla preghiera, all’amore concreto verso i sofferenti vicini e lontani.
 
Manda,  Signore, i santi della carità!
«O Signore Gesù, per intercessione di Maria SS. Scala del Paradiso e Vergine dell’accoglienza –ha concluso il Vescovo- suscita oggi, anche nella nostra Chiesa netina, fedeli laici, religiosi e religiose, presbiteri e diaconi che ci stimolino con scelte profetiche e coraggiose ad osare nella testimonianza concreta dell’amore evangelico».