Chiamati ad autoeducarci alla misericordia

«La rivelazione di Dio come Padre di infinita misericordia, donataci in pienezza dal Signore Gesù, ci consente di vedere e sperimentare Dio vicinissimo all’uomo, soprattutto quando l’uomo soffre e viene minacciato nel nucleo stesso della sua esistenza e della sua dignità. Ed è per questo che, nella odierna e complessa situazione della Chiesa e del mondo, molti uomini e molti ambienti, guidati da un vivo senso di fede, si rivolgono quasi spontaneamente alla Misericordia». Mons. Francesco Guccione –già vicario generale da tutti stimato per la sua interiorità spirituale e la comprovata saggezza umana ed evangelica- ha introdotto con questo brano, tratto dall’enciclica “Dives in misericordia” di Giovanni Paolo II, l’intensa meditazione tenuta, nell’ora di adorazione, all’Oasi don Bosco, lo scorso 17 giugno, all’inizio della due-giorni di programmazione pastorale diocesana 2011-12, presieduta dal Vescovo, mons. Staglianò. I diversi operatori pastorali convocati dal Vescovo a questo raduno (i membri del Consiglio Pastorale diocesano, quelli del Consiglio Presbiterale, nonché i componenti del Coordinamento Pastorale Diocesano) sono stati molto nutriti da questa meditazione, ben innestata nel tema della infinita misericordia di Dio (tema della prossima lettera pastorale del Vescovo) su cui si vuole incentrare il cammino di fede della Chiesa di Noto particolarmente nel prossimo triennio. Pensiamo di cogliere il desiderio di molti dando una breve sintesi di queste considerazioni.
 Per dare alcuni sprazzi di luce sul vasto tema della infinita misericordia di Dio nell’Antico Testamento, mons. Guccione si è concentrato particolarmente sul salmo 103: Benedici il Signore, anima mia, non dimenticare tanti suoi benefici. Egli perdona tutte le tue colpe, ti corona di grazia e di misericordia. “Il Dio dei patriarchi, di Mosè e dei profeti –ha detto tra l’altro- conosce profondamente l’animo umano e nel giudicare il comportamento trasgressivo dell’uomo tiene presente la sua multiforme miseria e fragilità congenita, e perciò giudica con misericordia”. Più articolata è stata, invece, la meditazione sulla misericordia divina nel Nuovo Testamento. «Cristo Gesù, Via, Verità e Vita, nei misteri della sua esistenza terrena, nel suo insegnamento, nella sua missione, nei suoi rapporti con gli uomini, nei suoi miracoli, ha voluto rivelare il volto misericordioso dell’amore infinito del Padre». Ed ecco un’articolata citazione di testi evangelici in cui traspare l’amore misericordioso del Padre, anzitutto nella missione del Figlio (“Non sono venuto per i giusti, ma per i peccatori” MT 9,13) e, ancora, nel suo insegnamento, specialmente attraverso le tre parabole lucane della misericordia (il figlio prodigo, la pecorella smarrita, la dracma perduta, LC 15, 1-32). «Cristo Gesù, infine, educa noi suoi discepoli a fare nostri i sentimenti di concreto amore misericordioso del Padre: “Siate misericordiosi come il Padre vostro è misericordioso (Lc 6,36); Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori… Se non perdonerete infatti agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste non perdonerà voi (Mt 6, 12-14). E infine Gesù affida alla sua Chiesa il mistero della misericordia di Dio attraverso, anzitutto, la vita sacramentale attraverso la Riconciliazione e l’Eucaristia». A questo punto mons. Guccione ha parlato a lungo dando sei suggerimenti, molto concreti e vitali, sul nostro cammino di abbandono all’amore misericordioso di Dio che ci rinnova interiormente per essere in Lui, e con la grazia dello Spirito, nuove creature. «Siamo chiamati ad autoeducarci alla Misericordia valorizzando le ricadute, per maturare ed accrescere, con la grazia di Dio, le più importanti virtù: l’umiltà che ci fa accettare la nostra fragilità integrata dalla fede che Gesù può guarirmi; la fiducia nella sua grazia che costruisce la fiducia in noi stessi; la sincerità di voler guarire che facilita l’opera di purificazione dello Spirito Santo». Mons. Guccione, infine, ha raccontato esperienze di coraggiose scelte di perdono evangelico di persone da lui conosciute e guidate. Questi hanno trovato una profonda pace nel cuore ed hanno prodotto inaspettati frutti di pacificazione familiare e sociale, immergendosi nella parola di Gesù che ci comanda di amare e di amare per primi.