Senza Mons. Nicolosi la Casa don Puglisi non ci sarebbe stata. Nel marzo 1990 infatti, mentre il Comune si tirava indietro, lui volle che la Casa di accoglienza nascesse “perché la Chiesa non può tirarsi indietro se ci sono fratelli che hanno bisogno!”. Ci disse: ci si affida alla Provvidenza! E così fu. E volle che, per l’inaugurazione il 26 ottobre 1990, venisse Mons. Nervo a spiegare come la città diventa giusta e solidale. Intervenne ancora quando ci si trasferì in via Carlo Papa visto che i locali del Castello passavano al Comune (ma non va dimenticato che sono stati donati per l’aiuto ai poveri e in particolare ai bambini). Data la nuova collocazione nei locali del Piccolo Seminario, suggerì l’intitolazione a don Puglisi e volle che metà dell’Associazione di volontariato fosse formata dai seminaristi, per suggerire l’importanza di un modello di prete capace di farsi povero tra i poveri. All’inaugurazione, il 21 marzo 1997, partecipò il Ministro delle pari opportunità ma soprattutto volle che suor Carolina Iavazzo, collaboratrice di don Puglisi, raccontasse a tutti come questo martire fosse per tutti un esempio di vita vera e libera. E così la Casa diventava, non solo luogo di accoglienza, ma anche messaggio culturale e civico. Alla Casa donò la tavola in legno raffigurante l’ultima cena secondo i moduli dell’arte africana che era stata il primo segno del gemellaggio con Butembo-Beni, ora collocata in cappella. E più volte è ritornato, per momenti familiari come pure per l’inaugurazione del laboratorio dolciario in largo XI febbraio e poi degli appartamentini per la pronta accoglienza. Nella casa ha voluto la presenza dell’istituto di vita consacrata “I discepoli”, a cui appartengono pure le due consacrate che fino alla fine lo hanno premurosamente servito. Va ricordato che la Casa è solo uno dei tanti segni voluti da Mons. Nicolosi. Una particolare attenzione ebbe anche per i Piccoli fratelli che accolse, quando altri li contrastavano, con stima e affetto grandi, e così ha fatto sempre con tutti mostrando il cuore grande di Dio. Soprattutto Mons. Nicolosi lascia una forte convinzione espressa in opere e parole: la fede si autentica nella carità, e non in una carità qualsiasi, ma in una carità evangelica, fatta di affetto, relazione, giustizia, promozione della dignità della persona, cura attenta. E ancora: ha sempre aiutato a considerarsi sempre dentro un cammino più grande, il cammino della Chiesa, di una Chiesa come l’ha voluta il Concilio e la sta testimoniando papa Francesco: semplice, amica degli uomini, Chiesa povera e dei poveri. Temi e tratti di Chiesa che Mons. Nicolosi ha anticipato. Sono tutti motivi di gratitudine che saranno espressi durante l’eucaristia che sarà celebrata nel salone della Casa don Puglisi giovedì 20 febbraio 2014 alle ore 18, presieduta da don Gianni Donzello, nel giorno in cui il compianto pastore avrebbe compiuto 92 anni. Si invitano tutti a partecipare per fare memoria di un pastore buono, rinsaldare la comunione dei santi e sempre più camminare sulle orme di Cristo, che lui pensava importante “riscoprire lungo le nostre strade”. A Mons. Salvatore Nicolosi sarà dedicato il salone della Casa, o meglio “il riunirsi e accogliere amici come Casa fondata sul Vangelo vissuto nella compagnia degli uomini”.
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