La pietra di fondazione della nuova chiesa fu posta il 21 ottobre 1703, dieci anni dopo il terremoto che distrusse il precedente tempio. Alla ricostruzione dovettero contribuire varie famiglie nobiliari (Statella, Modica-Boj, Bufardeci) e le offerte dei confrati e dei fedeli.Fu consacrata il 23-03-1720, ma sette anni dopo il terremoto del 4-6 gennaio 1727 procurò gravi danni all’arcata maggiore, mentre 1l 23 marzo 1869 cadde il prospetto della chiesa. La ricostruzione della facciata venne affidata al medicano Carlo Di Gregorio.La facciata è imponente e di notevole effetto scenografico. Ha tre ordini e misura m. 29,20 di larghezza e 30 di altezza. L’inferiore ha otto colonne in stile ionico, un elegante il portale centrale e due laterali; il secondo ordine, con colonne in stile corinzio, ha un finestrone e due grandi volute di raccordo: il terzo ordine, che sovrasta il tetto della chiesa, è decorato con grandi rose scolpite e presenta una grande finestra centrale in cui neo 1960 è stata collocata una statua in calcare dell’Annunciazione, opera dello scalpellino ispicese Giuseppe Nobile. L’attuale campanile risale alla metà del sec. XX e sostituisce il precedente costruito dal Di Gregorio. Il loggiato esterno risale ai primi dell’Ottocento.L’interno è a tre navate divise da pilastri decorato con lesene e capitelli corinzi. Di notevole pregio artistico sono i 13 grandi pannelli di stucco, che decorano la navata centrale, il transetto e il cappellone. Sono databili alla metà del 1700 e sono certamente l’opera più vasta e significativa Giuseppe Gianforma, stuccatore palermitano, trasferitosi a Ispica intorno al 1740 e del figlio Giovanni.PANNELLI IN STUCCONavata centrale: Giuditta e OloferneLa prova di gedeone, Gioele e Sisara, Annunzio ad AbramoTransetto: Davide e Golia, Sacrificio di Isacco Pennacchi angolari: EvangelistiAbside: Profezia di Isaia, Natività, Adorazione dei MagiTra le opere d’arte si segnalano il grande quadro dell’Annunciazione nell’altare maggiore, sopra la porta della sacrestia un’altra grande tela settecentesca, che rappresenta l’Adorazione dei magi, all’interno della sagrestia un quadro di S. Andrea Avellino e il dipinto su tavola dell’Annunciazione del 1544.Nell’altare destro del transetto, decorato riccamente dagli stucchi del Gianforma, è custodito il simulacro del Cristo con la croce (prima metà sec. XVII) che viene portato in processione il Venerdì Santo. Nella parete sinistra della Cappella del SS.mo Sacramento, in fondo alla navata destra, è custodita la Cassa delle Reliquie, un’arca in argento e bronzo dorato (prima metà sec. XVIII)
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