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Come fare per ottenere il Microcredito d’avvio impresa

 Dalle ore 10:00 del 15 ottobre 2014 sarà possibile presentare richiesta di garanzia sul finanziamento per l’avvio di una micro-iniziativa imprenditoriale o di auto-impiego.
Beneficiari:
 
a) Persone fisiche in fase di avvio di un progetto di micro-impresa di età compresa tra i 18 e i 35 anni (alla presenza di alcune condizioni, potranno essere ammessi soggetti di età superiore);
b) Residenti in uno dei comuni della provincia di Ragusa (per la Diocesi di Noto, quindi: Modica, Ispica, Scicli e Pozzallo);
c) Persone fisiche che vogliono avviare una micro-impresa/lavoro autonomo ubicati in uno dei comuni della provincia di Ragusa.
 
Settori ammissibili: Artigianato, commercio, agricoltura, industria, turismo, servizi.
 
Importo: Si va da un minimo di euro 3.000,00 ad un massimo di euro 20.000,00 per ciascuna istanza, anche se avanzata da più richiedenti intenzionati a costituire un’impresa in forma societaria.
Durata: il finanziamento potrà essere rimborsato in rate mensili da un minimo di 24 mesi ad un massimo di 84 mesi; potrà essere richiesto un preammortamento di 6-12 mesi.
Un comitato di valutazione valuterà l’idea imprenditoriale: le idee valutate positivamente saranno ammesse ad una successiva fase di orientamento e allo start up d’impresa.
I soggetti interessati possono ricevere informazioni dettagliate e ritirare i moduli di domanda presso il Centro di ascolto di Modica, via Clemente Grimaldi , tel./fax 0932 94 89 98, il mercoledì dalle ore 16:00 alle ore 19:00, o recandosi presso il Centro Servizi del Progetto Policoro a Noto in via Monsignor Blandini 9 (il mercoledì dalle 10:00 alle 13:00) o fissando un appuntamento tramite il profilo Facebook “Progetto Policoro Noto”.
 
I moduli per la domanda e l’Avviso Pubblico integrale possono essere scaricati anche dai siti:
www.diocesidiragusa.it/attivita/uffici/ufficio-pastorale-sociale-lavoro/
www.diocesinoto.it
www.cameracommercio.rg.it/
 

Modica. Il disagio sociale richiede letture attente e risposte lungimiranti

Partecipiamo di una diffusa preoccupazione per l’emergere di tanto disagio sociale nella nostra città, che al momento è esploso nel centro storico ma in altri momenti (se non già ora) riguarda anche le periferie. E però un primo elemento dobbiamo coglierlo: non ci sono solo i fatti più rilevanti. Ci sono fatti più ordinari che sono altrettanto preoccupanti: tanti luoghi abitati fino a notte fonda, anche da ragazzi, con schiamazzi, sporcizia, piccole ma costanti azioni distruttive. La prima cosa che viene da pensare è: dove sono le famiglie? Dove sono i padri e le madri che danno orari, che si preoccupano con chi escono i figli? Contemporaneamente tutti passano dalla scuola: cosa si è fatto effettivamente contro la dispersione? Nel bicentenario della nascita di don Bosco la scuola è interpellata a ricordarsi che l’educazione è cosa del cuore e deve sempre avere un occhio di riguardo per i più difficili. Ben vengano le eccellenze, ma l’eccellenza più grande – che riguarda anzitutto la capacità educativa dei docenti – è riuscire a «non perdere nessuno».
 
E questo certo dovrebbe essere anzitutto testimoniato dalle parrocchie. In una serata a San Giovanni con don Cosimo Scordato una giovane si chiedeva accoratamente cosa si può fare per i giovani che si smarriscono, ricordandone uno – suicidatosi qualche settimana fa – passato comunque per la parrocchia. Ecco ci sembra questo sia il tono giusto: cosa abbiamo fatto per prevenire? Cosa si può fare? E al cuore di tutto – anzitutto per i cristiani, ma non solo – sta una verità di fondo: non esistono delinquenti, esistono persone che lo “diventano”. Perché non si sono date regole, perché non si è stati accanto; certo anche perché alcune cose ci sfuggono e in alcuni casi c’è un mistero insondabile di libertà che non sceglie il bene. E però ci sembra importante accompagnare la cronaca di questi giorni con una riflessione che speriamo tutti ci coinvolga pensandoci tutti figli e fratelli e genitori (per i cristiani c’è un solo Padre, e a Modica c’è anche la percezione della Mamma che tutti dal suo santuario ha voluto guardare da una porta aperta all’intera città). Intanto certo è bene che intervengano le forze dell’ordine, che ringraziamo per il loro servizio e la loro fatica rispetto a comportamenti gravi e pesanti; ben venga il Comitato per l’ordine pubblico per coordinare interventi e monitorare il territorio.
 
Però, se vogliamo superare veramente questo crinale pericoloso, come città dobbiamo reagire mettendo in campo tensioni educative e civiche, capacità di raccordo, umile riflessione e revisione di vita nelle nostre famiglie, scuole e parrocchie. Un segno può aiutare: sono i cantieri educativi come Crisci ranni in cui, con pazienza, si sperimenta a volte anche l’insuccesso, ma anzitutto la bella possibilità di cambiamento in meglio del tessuto sociale e dei ragazzi che crescono. Come Caritas invitiamo allora a rafforzare tutti i segni costruttivi di bene comune, di prevenzione, di coesione sociale: il volontariato è in questo momento testimonianza che la città ci sta a cuore. Vorremmo altresì rinnovare il Patto educativo siglato nel nome di don Puglisi nel settembre 2010 e pensiamo anche ad una preghiera per la città, sull’esempio di tanta gente semplice – anziani, ammalati – che la sera pregano “pe figghi ri mamma, tutti, i buoni e i tinti”. Vigiliamo tutti nell’amore e nella fede «che muove le montagne».
 

Presentato il sussidio unitario. “Una rivoluzione ecclesiologica”

“Una rivoluzione ecclesiologica” così don Ignazio La China ha definito la consegna del sussidio unitario preparato dagli uffici per la catechesi, la liturgia, la caritas, la famiglia e i giovani negli incontri del 22 e 23 settembre che a Modica e Noto hanno visti riuniti soprattutto i responsabili delle commissioni catechesi e caritas delle due zone della diocesi. Rivoluzione ecclesiologica per più motivi. Si tratta di indicazioni che esprimono il cammino della Chiesa locale, il tema che si è dato, e non di una semplice applicazione di indicazioni preparate da altri. Si tratta di suggerimenti che superano la separazione in ambiti. Si tratta di proposte che impegnano a costruire cammini integrali di vita cristiana, superando la riduzione del catechismo a lezione.
 
Un altro presbitero, frate Antonello, ha sottolineato questa integralità che evita di pensare che si possano separare preghiera-catechesi-carità, seppur poi ci saranno carismi diversi. E una responsabile vicariale della catechesi ha ringraziato, sottolineando come da due anni sia veramente bello quest’impegno congiunto. Bello, ed ha aggiunto, possibile! All’inizio dell’incontro il diacono Franco Agosta, vicedirettore dell’ufficio catechistico diocesano, ha sottolineato come ci si muove dentro gli orizzonti dei nuovi Orientamenti per la catechesi che mettono al centro l’incontro con Gesù e pensano la catechesi come un cammino. Ed ha aggiunto, come sarà bello che ci si potrà pensare insieme uniti da proposte che magari ognuno adatterà, ma che tutti potranno sentire complementari e convergenti nella unitarietà delle mete che ci siamo posti.
 
Con i sussidi quest’anno pronti prima dell’inizio dell’anno pastorale, in tempo utile per riprenderli, approfondirli, arricchirli, attuarli con la dovuta preparazione. Sono tappe, infatti, ha aggiunto da preparare e non lezioni da ripetere. Maurilio Assenza, direttore della Caritas diocesana, ha sottolineato come oggi sia importante che i ragazzi e i giovani che passano dalle nostre comunità siano aiutati nello smarrimento crescente a incontrare Cristo con una catechesi e una carità che si intrecciano come vita che diventa cristiana, cosa diversa da una semplice azione di beneficenza o di una bella lezione. E come sia rilevante che il tema della Chiesa in uscita sia consegnato profondamente come una possibilità di aiutare tutti ad uscire dal “non senso” a partire dall’esperienza con cui il Signore ha fatto uscire noi per primi dal “non senso”. Si è quindi presentato il sussidio, che comprende tre tappe.
 
La prima grande tappa in Avvento vuole aiutare a stare lungo le strade dell’uomo con discernimento evangelico: leggendo la storia con gli occhi di Dio, valorizzando la famiglia come testimonianza di luogo in cui nell’affetto solido si aprono vie al Signore che ci visita, non trascurando la gioia che la vita cristiana porta con sé e maturando accoglienze dei poveri che abbiano il timbro di una condivisione che, come accaduto l’anno scorso, parta dalla tavola del Natale e si estenda a tutti i giorni e le settimane dell’anno nella logica della condivisione che mette il povero al centro del proprio affetto.
 
La seconda grande tappa sarà la Quaresima con al centro la relazione con Gesù e la conversione a Lui fino a concepirsi come suo tempio, nella misura dei martiri ovvero del dono di sé e dell’offerta di se stessi per la vita del mondo, come solleciteranno le ultime tre domeniche di quaresima. Il tempo pasquale è pensato come il tempo della visita al territorio, della missione in atto. Tre tappe con quella di Avvento già sviluppata nelle destinazioni specifiche per le varie età. L’invito è stato ad essere laboratorio, come suggeriscono anche gli Orientamenti, scambiandosi sul sito e sul periodico diocesano esperienze e riflessioni.
 
 
 

ISPICA-POZZALLO-NOTO. La Fondazione di Comunità Val di Noto sostiene tre nuovi cantieri educativi

Sviluppare coesione sociale e creare, attraverso la prevenzione e l’educazione, senso della comunità e del tessuto inclusivo, per far rinascere una cittadinanza attiva: con questo fine sono stati avviati a Noto, Ispica e Pozzallo tre nuovi cantieri educativi, frutto di un lavoro di rete che vede coinvolti diversi partner e associazioni, in raccordo costante con l’esperienza, maturata a Modica, del cantiere educativo “Crisci Ranni”.
 
 
“A misura di sguardo” il nome del progetto: perché si vuole che i giovani diventino protagonisti e che questo avvenga mettendo al centro la relazione e la rielaborazione culturale del senso della città, sottolineando come soltanto nella comune attenzione, la città diventa patrimonio di tutti. Il progetto si inserisce nel programma annuale di iniziative volte alla prevenzione, alla coesione sociale e all’educazione alla cittadinanza denominato “tessuto inclusivo”, promosso dalla Fondazione di Comunità Val di Noto con il sostegno di Fondazione con il Sud e di Caritas Italiana.
 
Lo scorso 15 settembre, presso i locali di “Crisci Ranni” a Modica, si sono riuniti i referenti dei cantieri educativi, oltre che alcuni volontari e operatori, per un confronto e uno scambio sulle fasi iniziali dell’esperienza: “Il cantiere educativo sia una proposta per tutta la città, che possa offrire uno stile per stare insieme e creare un sistema di relazioni in cui tutti si arricchiscono”. Le attività estive che la rete di associazioni “A misura di sguardo-Pozzallo” ha svolto a fianco dei ragazzi migranti ne sono un esempio: un esperimento di interazione più che di integrazione, che ha permesso di dare nomi, volti, storie ai cosiddetti ‘minori non accompagnati’ e di costruire ‘ponti’ nella città di La Pira. Il cantiere educativo di Noto vede coinvolto da luglio un gruppo eterogeneo di ragazzi nel quartiere Sonnino, in cui sono state avviate diverse attività ludico-sportive: “L’obiettivo – spiega il referente – è quello di volgere nel tempo lo sguardo anche al quartiere dei caminanti”; ad Ispica ci saranno raccordi con le scuole e verranno avviati laboratori espressivi.
 
L’associazione di promozione sociale “Camminiamo Insieme” gestisce il cantiere educativo di Ispica; la Fondazione San Corrado è responsabile dei due cantieri educativi realizzati a Noto e Pozzallo. Particolarmente significativo l’apporto del Coordinamento provinciale di Ragusa di Libera – Associazioni, nomi e numeri contro le mafie – sul versante dell’educazione alla legalità, alla giustizia sociale, alla cittadinanza. Gli altri componenti della rete sono responsabili, ciascuno nel proprio territorio, oltre che della realizzazione del cantiere educativo, della promozione del Patto Educativo, in un’ottica allargata che inglobi non solo le istituzioni scolastiche e le famiglie, ma anche le istituzioni socio sanitarie del territorio, le parrocchie, le organizzazioni del terzo settore.
 
 
La rete dei cantieri educativi è inoltre supportata da consulenze e supervisioni dell’Istituto di Gestalt Therapy HCC Kairòs di Ragusa, per azioni di prevenzione, formazione, orientamento in situazioni problematiche. Le attività proposte dall’ Istituto di Psicoterapia saranno realizzate presso gli studi di alcuni medici di base già coinvolti a vario titolo in iniziative di sostegno ai giovani e ai genitori, dislocati nei vari Comuni interessati in modo da offrire un servizio che, integrandosi con la professionalità del Medico di Medicina Generale e del Pediatria di base, possa affrontare la sofferenza in tutte le sue sfaccettature (medica-psicologica-relazionale-familiare). Al progetto “Medico di base e psicologo insieme” – già attivo da un paio di anni – è stato affiancato il progetto “Sportello di consulenza alla co-genitorialità”, nato in occasione della collaborazione tra l’Istituto di Gestalt Therapy HCC Kairòs e la Fondazione di Comunità Val di Noto: nell’ambito della prevenzione e del sostegno alla genitorialità, è stato attivato – presso la sede di Modica del Centro Clinico dell’Istituto – uno Sportello di Consulenza alla coppia genitoriale, con funzioni di supporto e sostegno ai genitori che avvertono difficoltà, dubbi, problemi nell’educazione e nella crescita dei figli. Lo sportello farà inoltre da filtro tra scuole e servizi socio-sanitari e assumerà l’importante ruolo di “sensore” in relazione alle problematiche che emergono più frequentemente, permettendo quindi l’individuazione di percorsi mirati nella promozione di stili di vita positivi e nella prevenzione di comportamenti a rischio.
 

Ragusa. XXIII Seminario di aggiornamento della FISC Mons. Inserra dedicato alla formazione professionale dei giornalisti

Parte il 18 settembre il XXIII Seminario di aggiornamento “Monsignor Alfio Inserra” dedicato alla formazione professionale per operatori delle testate giornalistiche. Un appuntamento nazionale che vedrà Ragusa al centro di 5 seminari formativi monotematici per un valore di crediti formativi pari a 17 punti. L’evento è promosso ed organizzato dall’Ufficio comunicazioni sociali della diocesi di Ragusa in stretto accordo con la FISC nazionale diretta da Francesco Zanotti e la delegazione regionale guidata da Giuseppe Vecchio. Collaborano alla realizzazione degli eventi anche l’Ordine regionale dei giornalisti, la redazione di Insieme, partecipa anche la Diocesi di Noto con la presenza di Pino Malandrino, direttore del nostro giornale “La Vita Diocesana”.
 
I seminari formativi prenderanno il via giovedì 18 settembre alle ore 16 con l’appuntamento “Raccontiamo i migranti” presso l’auditorium San Vincenzo Ferreri di Ragusa Ibla.
 
Il giorno successivo tema dell’incontro presso l’aula magna dell’ex Facoltà di Agraria, sarà “Informazione e nuovi media”. A seguire, sempre nell’aula magna, “Infoetica”. Gli incontri proseguiranno anche nel pomeriggio con “Giornalismo e giornalismi” e “Social media e informazione”.
“Questa iniziativa – sottolinea monsignor Paolo Urso, vescovo della Diocesi di Ragusa – è importante perché è una grande opportunità per accogliere un momento formativo che ci aiuti a raccontare i migranti e le loro storie. Il raccontare e sapere come farlo ha una sua importanza perché permette a tutti di sapere cosa in realtà avviene, senza approcci ideologici. Raccontare le storie degli stranieri presenti in un territorio vuol dire anche vitalizzare e dare un senso nuovo allo spazio che li ospita.
 
“Comunicare con i migranti – spiega Gian Piero Saladino, direttore dell’Ufficio comunicazioni sociali – equivale a dar loro la possibilità di comunicare come riconoscimento di un diritto ad esistere nella società multimediatica. Sottolineo il fatto che per la prima volta a Ragusa si svolgeranno incontri formativi che garantiranno ai giornalisti ben 17 crediti formativi. A ciò si aggiunge il prestigio dei relatori coinvolti ed il piacere di conoscere o riscoprire quest’angolo dolce di Sicilia. Elemento, quest’ultimo che si è rivelato certamente un polo importante di attrazione per tanti professionisti siciliani. Vogliamo che la stampa abbia opportunità per formarsi e aggiornarsi, che le persone migranti siano al centro dell’interesse ecclesiale e culturale del paese”.
 
Il numero di partecipanti, fra giornalisti e uditori conta circa 150 persone provenienti da tutta Italia e Sicilia. Sono oltre 50 le persone coinvolte in sede locale per l’organizzazione e l’accoglienza. Nutrito il gruppo di volontari che sta prestando la propria opera affinché l’evento possa concretizzarsi nel migliore dei modi.

Pozzallo. Celebrati i funerali dei 18 immigrati morti lo scorso agosto

Si sono svolti nel pomeriggio del 15 settembre, i funerali dei 18 migranti morti nel naufragio dello scorso 23 agosto, nel canale di Sicilia. La cerimonia funebre è stata celebrata secondo il rito cattolico e musulmano, presso lo spiazzale antistante la Cappella del cimitero di Pozzallo.
Per la parte cattolica e in rappresentanza della Chiesa di Noto, era presente il Vicario generale della Diocesi, Mons. Angelo Giurdanella, che nel corso della sua omelia ha richiamato l’impegno di tutti per una “fraternità universale”, affinché si ponga fine a questa immane strage di vite umane.
Per la parte musulmana è stato l’Iman di Scicli ad invocare Allah per le vittime che hanno perduto la vita in mare. Presenti al rito funebre anche il Prefetto di Ragusa, Annunziato Vardè, i Sindaci di Pozzallo, Scicli e Modica, le autorità militari e un gruppo di cittadini della città marinara. Le 18 salme saranno tumulate nei cimiteri dei dodici Comuni del Ragusano. 

Nel nome di don Puglisi si accresce la fraternità diocesi di Noto –Paganica

 Sarà la prima icona di don Puglisi quella “scritta” a Paganica nel monastero in legno delle Clarisse, rimaste dopo il terremoto dell’Aquila malgrado la perdita della madre e il crollo del monastero. L’icona non è un dipinto qualsiasi, ma un messaggio di fede che viene scritto su una tavola preziosa nella preghiera e nel ricordo di chi rappresenta e dei destinatari e, ricevendola nella preghiera, diventa un segno effettivo della presenza di Dio in mezzo agli uomini. Ebbene, questa icona, anzi due icone di don Pino Puglisi sono state scritte dalle Clarisse e destinate, una alla cappella della Casa don Puglisi di Modica, una alla parrocchia Santa Maria Assunta di Paganica. Vogliono esprimere la bellezza di una fraternità che continua dal terremoto come scambio reciproco nella fede, nella speranza e nella carità; fraternità che ritrova in don Puglisi la misura della carità evangelica ovvero del dono di tutto se stessi. E in modo significativo un gruppo di fedeli di Modica, guidato da don Corrado Lorefice, sarà presente alla benedizione delle icone domenica 14 settembre e dopo parteciperà alla prima messa di Federico Palmerini nella piazza di Paganica (e già il giorno precedente alla sua ordinazione). Federico Palmerini è già venuto più volte a Modica, arriva al sacerdozio dopo un cammino ricco di esperienze umane e sociali ed è stato il primo tramite per avviare il gemellaggio. Il giorno dopo, lunedì 15 settembre, ventunesimo anniversario del martirio del Beato don Pino Puglisi, l’icona destinata a Modica sarà accolta alle 19,30 nel cantiere educativo Crisci ranni con una Veglia, in cui si pregherà per i prossimi ordinandi della diocesi di Noto: cinque giovani che diventeranno presbiteri e due diaconi. Durante la Veglia vi sarà la testimonianza di uno dei due futuri diaconi, Paolo Catinello. Si legano così il ricordo del prete martire, l’evento della consacrazione totale a Dio e ai fratelli di nostri carissimi giovani, la fraternità con l’Aquila. Che continua nell’intensità dell’affetto verso una terra che resta profondamente ferita, ma che è soprattutto capace di donare una testimonianza di grande fede e squisita ospitalità. Don Puglisi peraltro continua a parlare al cuore di molti, e in quest’occasione si vuole riportare il suo messaggio alla vita personale, ma anche della città e delle sue periferie esistenziali, per dirla con papa Francesco. Dopo la veglia l’icona sarà collocata nella cappella della Casa don Puglisi, dove sono già – sempre “scritte” dalle Clarisse – le icone della Madonna con il Bambino e del Crocifisso di S. Damiano.

Assemblea del clero diocesano. Staglianò: “comunità più missionarie per una Chiesa in uscita”

 Si sono conclusi ieri, 5 settembre, gli Esercizi Spirituali per i presbiteri della nostra Diocesi, guidati quest’anno da Mons. Renato Corti, Vescovo emerito di Novara. Come da consuetudine, al termine di questi giorni di ritiro, il nostro Vescovo Mons. Antonio Staglianò, ha convocato il clero diocesano per le comunicazioni sul nuovo anno pastorale 2014/15.
 
A partire dal tema del prossimo triennio 2014/17 “Una Chiesa in uscita. Con Gesù lungo le strade dell’uomo”, gli orientamenti di Mons. Vescovo si sono concentrati sulla necessità di una nuova configurazione pastorale delle parrocchie della Diocesi, perché siano sempre più comunità missionarie e dinamiche. Mons. Staglianò si è rivolto al presbiterio diocesano, chiedendo disponibilità piena per una maggiore cooperazione nel servizio alla Chiesa locale. In particolare, il Vescovo ha esortato tutti a coltivare un’intensa vita spirituale, dalla quale non si può prescindere, perché il ministero sia fecondo e contribuisca alla santificazione del popolo di Dio. In questa direzione, Mons. Vescovo ha esortato i sacerdoti alla partecipazione annuale agli Esercizi Spirituali in Diocesi, allo scopo di alimentare la vita spirituale e per vivere un momento forte e significativo di comunione presbiterale.
 
 
Mons. Staglianò ha poi sottolineato l’importanza di ripensare – nella direzione di una “Chiesa in uscita”- la vita delle comunità cristiane, a partire dal giorno del Signore, la domenica. Ancora una volta, come già altre volte suggerito, il Vescovo ha domandato ai presbiteri e ai diaconi presenti di individuare forme concrete di carità, “gesti eucaristici” – come egli stesso li ha definiti – da porre quali “prolungamento” della celebrazione rituale dell’Eucaristia, perché la “Messa” continui fuori dal tempio, lungo le strade del nostro territorio, fino alle “periferie esistenziali” dell’uomo di oggi. Segni che diventano epifania di Chiesa, vita che annuncia il Vangelo e che splende nel dono di sé agli altri, alla maniera di Cristo.
 
 
Infine, come accennato all’inizio, Mons. Vescovo ha individuato la possibilità di un nuovo assetto delle comunità parrocchiali del territorio diocesano, nella configurazione – già collaudata in alcuni vicariati – delle comunità di parrocchie, al fine di dinamizzare la vita pastorale e creare più sinergie di comunione tra gli stessi presbiteri. Mons. Staglianò, ha individuato nella figura del “parroco moderatore” la forma concreta di questo coordinamento, con gli altri presbiteri preposti, nel servizio pastorale alle suddette comunità di parrocchie. Il Vescovo ha inoltre invitato i sacerdoti a partecipare con sempre maggiore assiduità e senso di responsabilità a quegli appuntamenti diocesani previsti nel corso dell’anno, non per mero formalismo, ma per maturare un senso di appartenenza e di radicamento alla Chiesa locale.
 

I sacerdoti della Diocesi riuniti per gli annuali Esercizi Spirituali

Sono iniziati ieri, lunedì 1 Settembre e si concluderanno venerdì prossimo 5 Settembre, gli annuali Esercizi Spirituali per i presbiteri della Diocesi di Noto, presso il Santuario della Madonna della Scala.
 
Questo tempo di meditazione per i sacerdoti, diventa occasione di esperienza più profonda del Signore, della sua Parola, perché sia ascoltata e accolta con frutto, perché diventi bussola dell’azione pastorale, che deve poter ripartire, come esorta Papa Francesco, dalla gioia del Vangelo, buona notizia che Dio, in Cristo, continua ad offrirci.
 
Il Vangelo è lievito di resurrezione per ogni uomo, è spinta in uscita per la Chiesa che annuncia, soprattutto a quanti vivono, lungo le strade della nostra Chiesa netina, ai margini, nelle tante periferie esistenziali del dolore e della sofferenza; uomini e donne che – ci ricorda il nostro Vescovo Antonio – interpellano la nostra umanità, affinché diventi epifania dell’amore stesso di Dio.
 
Così i nostri presbiteri attingeranno al tesoro inesauribile della Divina Parola, aiutati dalle meditazioni di S. E. Mons. Renato Corti, Vescovo emerito di Novara. Al corso di Esercizi sarà presente anche il nostro Vescovo Mons. Antonio Staglianò, che a conclusione di questi giorni di meditazione, convocherà la consueta assemblea dell’intero clero netino, alle porte del nuovo anno pastorale 2014/15.
 
Accompagniamo i nostri sacerdoti con la nostra preghiera.
 
 

Mons. Staglianò intervento al Rinnovamento nello Spirito a Foligno

 In occasione di una delle edizioni della Scuola Interregionale Animatori promossa dal Rinnovamento nello Spirito con il tema “La gioia di servire”, svoltasi a Foligno (Pg) dal 17 al 20 Agosto 2014, su invito del Comitato Nazionale di Servizio è intervenuto Sua Eccellenza Mons. Antonio Staglianò vescovo di Noto (Sr) sul tema “La conversione pastorale nel pensiero di Papa Francesco”, offrendo ai partecipanti una profonda riflessione spirituale sull’urgenza della Chiesa tutta di accogliere l’invito del pontefice ad “uscire nelle periferie esistenziali” dell’umanità.
Mons. Staglianò ha particolarmente messo in evidenza come il rischio più immediato per molti cristiani praticanti, anche all’interno dei movimenti ecclesiali, è quello di rendere la propria fede in Cristo una forma di “irreligiosità”: – “Senza fede in Cristo, mossa dallo Spirito Santo, la religione diventa rischiosamente irreligiosa: quando Gesù camminava per la Palestina si rivolge ai religiosissimi farisei e agli scribi meravigliandosi per la loro incredulità. Anche oggi le nostre chiese possono essere splendide all’esterno ma abitati da sepolcri viventi, sono esse stesse dei sepolcri imbiancati; l’ipocrisia religiosa assume molte forme fino al diritto di uccidere in nome di Dio! Questa è follia!” – sottolinea con forza il padre vescovo.
Egli inoltre, si rivolge ai partecipanti, membri e coordinatori di comitati regionali, diocesani e pastorali di servizio del Rinnovamento, ricordando come “La missione dello Spirito è quello di scendere sulle ossa inaridite e attraverso un processo di conversione e trasformazione far rinascere un nuovo popolo in cammino. Non c’e opera dello spirito che non provoca movimento, dinamismo: papa Francesco ci ricorda che la Verità non è statica ma è un cammino, la Verità si apre un cammino e lo percorre; la Verità è Gesù, la Via, la Vita. Lo Spirito ci permette di far vivere la Verità nella nostra carne “.
La rivoluzionaria novità del linguaggio usato da papa Francesco rappresenta, secondo mons. Staglianò, una vera provocazione per la Chiesa del nostro tempo che è chiamata a metterla in pratica come una rinnovata vocazione missionaria : – “Molti comprendono dove il papa vuol condurre la chiesa ma non lo vogliono fare. Francesco vuole dare un imprinting missionario: la novità è la sua assoluta semplicità, tutti lo capiscono, ha un nuovo linguaggio” ; una urgenza missionaria che già il pontefice aveva molto “plasticamente” riproposto commentando la Parola di Gesù che grida “Io sono alla porta e busso”: così la ripropone mons. Staglianò ” Diamo però un pò di concretezza a questa Parola: spesso però Lo si è fatto entrare e lo si tiene chiuso in gabbia, non lo si condivide, non lo si porta agli altri: sii generoso! Dio ribalta la prospettiva: viene ad abitare in noi che siamo il suo tempio. Onora il tempio di Dio che sei: Gesù abita già nelle nostre case nei nostri cuori e bussa x USCIRE!!!!”; e ancora “Bisogna decidersi a non essere statici dopo che si è “ingerita” la medicina dei movimenti, certamente correnti di grazia per la Chiesa. Don Tonino Bello diceva al suo diacono: da adesso in poi alla conclusione dell’Eucarestia devi dire “la pace è finita, fuori andate a messa”.
Un invito, quasi un grido di pastore, quello di mons. Staglianò, che invita tutti i partecipanti a non dimenticare come la celebrazione dei Sacramenti, l’adorazione eucaristica, l’ascolto della Parola e la preghiera personale sono “le stazioni di servizio dove si rifornisce il nostro serbatoio dell’anima” per uscire nuovamente ad incontrare le membra sofferenti di Gesù. L’insegnamento di mons. Staglianò è stato un vero e proprio “faro luminoso” della Parola e del magistero della Chiesa, offerto a coloro che sono chiamati a mettersi al servizio del Rinnovamento come pastori e guide dei fratelli a loro affidati a immagine dell’unico e vero Buon Pastore.