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I corpi degli immigrati accolti a Pozzallo. “Quei morti sono nostri fratelli!”

Nella banchina del molo di Pozzallo, dove nel pomeriggio e nella serata del 1° luglio sono stati accolti gli immigrati drammaticamente morti nel barcone di appena venti metri che trasportava seicento persone, c’era molta commozione. Soprattutto quando lo sguardo si posava sulle difficili operazioni di recupero dei corpi, quando qualcuno diceva che c’erano anche bambini, quando si intravedeva lo stato dei cadaveri o si raccontava delle testimonianze dei superstiti, delle violenze da loro subite … Ad accogliere i corpi degli immigrati c’erano uomini delle istituzioni (Prefettura, Procura, Questura, Comune), le Forze dell’ordine, la Protezione civile, il personale medico, la Chiesa di Noto (rappresentata da don Michele Iacono, che ha benedetto le salme, e dalla Caritas diocesana, in costante contatto con il Vescovo e il Vicario generale), l’Iman (che anche lui ha innalzato una preghiera all’Altissimo), Medici senza frontiere, Libera. C’era soprattutto grande dolore! Che la gente semplice ha interpretato con il gesto più umano: il pianto! E veniva da pensare che quei morti, i cui familiari non sappiamo dove siano, con la loro muta presenza ci hanno ricordato che – prima e oltre la famiglia “naturale” – c’è la comune famiglia umana. E quando arrivavano telefonate con la preoccupazione di meglio accogliere i “minori non accompagnati” per cui le parrocchie di Pozzallo hanno messo a disposizione dei locali, veniva da pensare che la famiglia umana è vera solo se nessuno resta “non accompagnato”. E allora, ci si diceva: i morti reclamano giustizia, i vivi solidarietà! Per questo – osservava un giovane – non si tratta di fare questo o quest’altro, ma di diventare umanità diversa da come siamo diventati, con il nostro egoismo, con la nostra distrazione e insensibilità. C’è un mondo da cambiare, e ognuno può farlo a partire da se stesso. C’è un Europa da rendere sensibile, e auspichiamo che il semestre italiano diventi attenzione al Mediterraneo e al movimento di popoli. Esso può restare un evento distante, con il fastidio di migliaia di morti e decine di migliaia di arrivi, o può essere letto come un esodo in cui tutti quanti avvertiamo la chiamata ad uscire dall’Egitto dell’egoismo per entrare nella terra promessa di un’umanità solidale. Ed è stato spontaneo pensare che come Chiesa di Noto esprimeremo sabato sera un segno a Pozzallo con una fiaccolata (alle 21) ed una veglia che sarà presieduta dal Vicario generale alle 21,30 in chiesa madre: sarà anche un momento penitenziale, per chiedere perdono di quanto non abbiamo fatto per rendere più umano il mondo; sarà un momento di ascolto del Signore per cogliere le “cose del Padre” – nascoste ai sapienti e ai dotti – ma rivelate ai piccoli, alla gente semplice da cui impariamo a vivere questi momenti con pietà e con desiderio di maggiore impegno per la giustizia, l’accoglienza, la pace.

Noto. Dal 21 al 22 Giugno alcune iniziative per il Centenario di nascita del Servo di Dio Guglielmo Giaquinta

 Il Movimento Pro Sanctitate della Nazione italiana, con alcune delegazioni internazionali, si appresta a vivere il prossimo 21 e 22 giugno un Evento, Raduno e Pellegrinaggio a Noto, città natale del Servo di Dio Guglielmo Giaquinta, fondatore della realtà ecclesiale Pro Sanctitate, di cui in questo anno 2014 ricorre il centenario della nascita. Tra gli eventi celebrativi e culturali organizzati in diverse parti d’Italia desideriamo ricordare in particolare l’Oratorio Sacro Un Sogno nel Cuore, Santi e Fratelli nel Mondo, ispirato a testi e personalità di Guglielmo Giaquinta, che si svolgerà a Roma il 10 maggio 2014 a Palazzo della Cancelleria.
 
Nella Città di Noto, la memoria del Servo di Dio verrà in particolare celebrata nel mese in cui ricorre l’anniversario della sua nascita, e il Raduno – Pellegrinaggio nella sua città natale, patrocinato dalla Diocesi e dal Comune di Noto, sarà una gioiosa occasione di incontro e di festa a cui tutta la cittadinanza è invitata a partecipare. Nella giornata di sabato 21 giugno , il primo saluto e appuntamento del Raduno sarà in Cattedrale, alle ore 16.00, con La vita si racconta … immagini, musiche, testimonianze, un incontro a più voci e linguaggi in cui si ripercorreranno i momenti salienti della vita di Giaquinta in un clima di preghiera e riflessione.
 
Seguirà alle ore 21.00 uno Spettacolo in musica e poesia sulla scalinata della Cattedrale a cui parteciperanno diversi artisti locali e stranieri che si alternano nelle esibizioni, ispirate a temi cari alla personalità di Giaquinta, soprattutto l’amore e la fraternità universali. In conclusione di serata avverrà anche la premiazione del Concorso Scuola. Tutti santi tutti fratelli che è stato indetto per l’anno Centenario.
 
Domenica 22 giugno la giornata avrà il suo momento centrale alle ore 10.00 nella Concelebrazione Eucaristica in Cattedrale, seguita poi da un percorso di Pellegrinaggio fino alla casa natale del Servo di Dio. Camminare per rendere visibile la fede, per testimoniare gratitudine, per coinvolgere la città nella memoria di un suo concittadino che ha lasciato tanti segni di ricchezza interiore e ardore apostolico e sociale.
 

Noto. Dal 20 al 21 Giugno allo studio la nuova Programmazione Pastorale per la Diocesi

Venerdi 20 e Sabato 21 Giugno presso il Santuario della Madonna della Scala di Noto si riuniranno il Consiglio Pastorale Diocesano, il Consiglio Presbiterale e il CO.PA.DI per un incontro di riflessione e programmazione sul Progetto Pastorale della Diocesi.

 
 
L’incontro prevede, dopo una verifica della pastorale del triennio appena trascorso, dedicato al tema della misericordia di Dio, un confronto per la programmazione del nuovo ambito pastorale e delle attività connesse per lo svolgimento del nuovo triennio. Verranno formulate proposte per il convegno d’inizio anno pastorale ed infine verrà fatta la stesura del Calendario diocesano 2014/2015.
 
La riunione sarà importante momento di condivisione, di presentazione e di coordinamento delle attività degli uffici pastorali diocesani per l’avvio del prossimo anno pastorale. Ognuno sarà chiamato a vivere da protagonista dentro le periferie esistenziali della nostra Chiesa locale.
 

Nasce la Onlus dedicata a Don Giovanni Botterelli

 Il primo dicembre del 2012, dopo la dura prova della malattia che ha minato il suo corpo, ma non la sua fede, concludeva il suo pellegrinaggio terreno Don Giovanni Botterelli, indimenticato parroco di Santa Maria di Portosalvo in Pozzallo, un sacerdote buono e semplice, da tutti amato e oggi ricordato con immutato affetto.
A distanza di poco più di un anno da quel giorno di dolente distacco affettivo, un gruppo di amici, insieme con Antonio, il fratello di don Giovanni, decide di costituire un’associazione benefica per non disperdere i semi della carità operante, che Padre Giovanni aveva saputo far germogliare nella comunità pozzallese: è nata così l’Onlus “Padre Giovanni Botterelli”.
Sulle orme di Padre Giovanni, si è voluto andare aldilà del semplice ricordo, attingendo alla sua opera di umile servo di Dio. Finalità primaria dell’Onlus sarà la realizzazione di una struttura specializzata, che sia luogo di rifugio, sostegno e conforto, in cui troveranno accoglienza e aiuti concreti donne e bambini immigrati e non, famiglie indigenti e bisognose.
Ricordando la malattia di Padre Giovanni, quale momento sì di sofferenza ma anche di condivisione della Croce di Gesù, l’associazione intende sostenere la ricerca scientifica per la cura dei tumori, collegandosi con Centri di Ricerca, al fine di permettere ai malati indigenti l’accesso a cure mediche e l’acquisto di farmaci.
L’auspicio è di riuscire a superare egoismi, barriere e pregiudizi, impegnandosi attivamente affinché sia continuata l’opera carità sociale vissuta da Padre Giovanni con quella bontà disarmante che ispira e guida la schiera dei pastori, innamorati di Dio e perciò consacrati all’abbraccio fraterno della condivisione per alleviare i dolori e le ferite del prossimo.
 

Staglianò il 7 giugno a Pergusa incontra la Commissione Regionale per la Cultura e le Comunicazioni Sociali. Tema: “Religiosità popolare e cultura in Sicilia”

Mons. Antonio Staglianò, lo scorso 7 giugno, alle ore 10, a Pergusa, presso l’Hotel Riviera, ha convocato la Commissione Regionale per la Cultura e le Comunicazioni Sociali. I direttori degli uffici diocesani, sotto il coordinamento del direttore regionale, don Giuseppe Rabita e del segretario don Rosario Sultana, si sono incontrati dopo una riflessione che si è tenuta nello scorso incontro di sabato 15 marzo a Pergusa su “Cultura cristiana e pietà popolare in Sicilia”. In quell’occasione la Commissione, – come riferito dal direttore regionale – ha ascoltato una riflessione sulla pietà popolare guidati da Mons. Liborio Palmeri, il quale ha mostrato i tentativi, in parte riusciti, di riportare ad una dimensione più accettabile la processione dei Misteri di Trapani.
 
All’ordine del giorno del 7 giugno, dopo la preghiera e l’introduzione di Mons. Staglianò, delegato CESi, la riflessione di Mons. Rino La Delfa, Preside della Facoltà teologica di Sicilia su “Religiosità popolare e cultura in Sicilia”; a seuguire sono stati illustrati i dettagli relativi al corso di Media Education, dalla prof.ssa Gianna Cappello, docente presso la Facoltà di Scienze della formazione all’Università di Palermo, la quale ha presentato la proposta di una Scuola di Media Education riservata alle nostre Diocesi siciliane per favorire l’apprendimento e l’uso dei social network e delle nuove piattaforme telematiche come luogo teologico e ambiente di vita da abitare per promuovere una nuova evangelizzazione.
 
Mons. La Delfa nella sua relazione ha detto che il soggetto della pietà popolare è la Chiesa stessa, nell’accezione di “Popolo di Dio”, infatti nella Evangelii Gaudium di Papa Francesco si legge: “ciascuna porzione del Popolo di Dio, traducendo nella propria vita il dono di Dio secondo il proprio genio, offre testimonianza alla fede ricevuta e la arricchisce con nuove espressioni che sono eloquenti. Si può dire – afferma il Papa – che “il popolo evangelizza continuamente se stesso”. Qui riveste importanza la pietà popolare, autentica espressione dell’azione missionaria spontanea del popolo di Dio. Il documento di Papa Francesco – ha sottolineato Mons. La Delfa – mette in correlazione diretta evangelizzazione e inculturazione, e specifica che la trasmissione della fede non può fare a meno della sua veste culturale, la quale appartiene a un popolo, che con essa compie la propria azione missionaria, sotto l’impulso dello Spirito.
 
E’ stato messo in luce come lo stesso Papa Francesco nella Evangelii Gaudium ha detto chiaramente che “le espressioni della pietà popolare hanno molto da insegnarci e, per chi è in grado di leggerle, sono un luogo teologico a cui dobbiamo prestare attenzione, particolarmente nel momento in cui pensiamo alla nuova evangelizzazione” (n.126). Mons. La Delfa commendando il documento magisteriale del Papa ha evidenziato ai presenti come il testo suggerisce l’autonomia della pietà popolare rispetto alla volontà di intervento estrinseco. Si invita a leggere – secondo La Delfa – il locus theologicus e a non manipolarlo. Questa convinzione nel testo – fa notare La Delfa – è rafforzata da una specifica esortazione del Papa: “Non coartiamo né pretendiamo di controllare questa forza missionaria!” (n. 124). Mons. Staglianò a conclusione dell’incontro ha rilevato che nella prassi pastorale non è sempre facile o possibile lasciare, senza un discernimento oculato, una pietà popolare che presenta atteggiamenti o scelte non pienamente evangeliche che vanno pertanto meglio orientate. ROSARIO SULTANA

Premio della cultura “Salvatore Zuppardo” conferito a Mons. Staglianò

 Lo scorso 7 giugno, a Gela, Il nostro Vescovo, Mons. Antonio Staglianò, è stato insignito del premio della cultura la “Gorgone d’Oro”, istituito dall’Associazione Centro di Cultura e Spiritualità Cristiana “Salvatore Zuppardo”.
Il presidente dell’Associazione, Andrea Cassisi e il presidente del comitato del Premio, Emanuele Zuppardo, hanno dichiarato la motivazione della scelta di Mons. Staglianò, insignito del prestigioso riconoscimento: “Riconosciamo in lui un sostegno buono per la guida nella fede cattolica. In questo tempo di incertezza a causa della crisi che ad ogni livello attanaglia la quotidianità, abbiamo bisogno di sperare in atteggiamenti profondi, che siamo sicuri il Vescovo Staglianò riuscirà a farci cogliere, per uscire da interessi particolari e intrecci egoistici che quotidianamente continuano a disorientare la società.
Un uomo di Dio che dimostra in diverse occasioni che con l’aiuto della Parola è possibile aprire le menti dei giovani verso motivi educativi ed evangelizzanti. Mons. Staglianò è anche un bravissimo poeta con all’attivo numerose sillogi poetiche che tra le parole dei versi accolgono compiti, sfide e motivi che insieme possono incoraggiare le esigenze culturali del terzo millennio”.
Mons. Vescovo, dopo la consegna del premio, ha rilasciato alcune dichiarazioni: “Accolgo con piacere questo riconoscimento, un premio per la cultura e la poesia, per ribadire la dignità di ogni uomo, fatto ad immagine di Dio e difendere la bellezza della nostra umanità che, l’odierna società dell’ ‘ipermercato’, tenta di impoverire e di abbruttire”.
 
 
 
 

Noto. Incontro delle aggregazioni laicali nel giorno di Pentecoste

 Domenica 8 giugno la Solennità di Pentecoste nella nostra Diocesi, esprimerà un forte segno di comunione con il ritrovo di tutte le Aggregazioni Laicali (Associazioni, Movimenti, Cammini, Gruppi) che avrà luogo a Noto, con la presenza del nostro Vescovo Antonio.
Alle ore 9,30 nella Basilica del SS. Salvatore, dopo il saluto del Delegato diocesano don Gaetano Asta, nelle diverse chiese vicine ci saranno “cenacoli di preghiera” dei diversi Movimenti e Associazioni presenti, segno della varietà dei carismi, dono dello Spirito, che fa l’unità nella Chiesa.
Alle ore 12,00 in Cattedrale Mons. Vescovo presiederà l’Eucaristia, sacramento e vincolo di unità nella carità.
Nella nostra Diocesi inoltre, secondo una consolidata tradizione, il giorno di Pentecoste è dedicato al Gemellaggio con la Chiesa congolese di Butembo-Beni, da 27 anni segno tangibile della solidarietà e dello scambio di doni tra le Chiese voluta dal concilio Vaticano II, attuato dall’indimenticato mons. Nicolosi e con nuovo vigore rilanciato da mons. Staglianò.
Pertanto, domenica 8 giugno si pregherà per i fratelli della Chiesa gemella africana e le offerte raccolte saranno devolute per i  progetti che da diversi anni don Salvatore Cerruto sta coordinando con grande zelo in questa terra d’Africa, così bisognosa della nostra prossimità.
 

Grande partecipazione di fedeli al XXXIII pellegrinaggio diocesano al Santuario di Maria SS. Scala del Paradiso

Grande partecipazione di fedeli al XXXIII pellegrinaggio diocesano al Santuario di Maria SS. Scala del Paradiso a Noto, svoltosi venerdì 30 maggio, a conclusione del mese mariano. Come ogni anno, all’inizio della cosiddetta “Via Sacra”, ha preso il via la preghiera del Santo Rosario, guidata dal nostro Vescovo, Mons. Antonio Staglianò, insieme con i presbiteri, i diaconi, le religiose, il Seminario e i fedeli laici della Diocesi. Nell’omelia pronunziata da Mons. Vescovo durante la solenne Eucaristia sulla spianata del Santuario, è stato messo in luce il mistero grande del bel titolo riservato alla Santa Vergine, Patrona e Regina della Chiesa di Noto: “Scala del Paradiso”; Mons. Staglianò ha evidenziato come in Maria il nostro sguardo si allarga, per contemplare il destino di felicità che è la comunione eterna con Dio, nostra beatitudine e pace.
 
La Vergine Maria è il modello del cammino di ogni credente, ha ancora rimarcato il Vescovo, riflesso della bellezza divina, grembo fecondo della Chiesa, che genera figli a Dio. “La carne di Maria è la carne di Cristo – ha concluso il Vescovo – e in Maria noi tutti siamo corpo di Cristo, corpo della Chiesa edificato nella carità”. Durante la celebrazione, il Vescovo ha inoltre rinnovato l’atto di affidamento della Diocesi alla Madonna, cui hanno fatto seguito due momenti importanti: la firma di due decreti relativi allo statuto del Consiglio parrocchiale e di quello diocesano e l’approvazione “ad experimentum” (per tre anni) dello statuto dell’associazione “Piccoli frati e piccole suore di Gesù e Maria”, composta da giovani, uomini e donne, che vivendo la povertà evangelica, si impegnano nella predicazione itinerante, per portare i fratelli lontani alla pratica dei sacramenti.
 

Portopalo. Inaugurata la nuova chiesa e il complesso parrocchiale “Antonio Rosmini”

 Con una solenne celebrazione è stata inaugurata, sabato 31 maggio scorso, la nuova chiesa di Portopalo di Capo Passero dedicata alla Madonna greca Eleusa, Madre di misericordia. E’ stato inaugurato, contemporaneamente, il centro culturale dedicato al Beato Antonio Rosmini. All’inaugurazione sono intervenuti il vescovo della diocesi di Noto, Antonio Staglianò, il parroco, don Gianluca Manenti, il neo sindaco di Portopalo Giuseppe Mirarchi e don Calogero Palacino, parroco a Portopalo prima dell’insediamento di don Manenti. Presente anche don Vito Nardin, padre generale dei Rosminiani, al quale il nostro Vescovo è molto legato. Nella congregazione dei “Rosminiani”, infatti, Mons. Staglianò ha attinto molto ai fini della sua formazione.
Presenti, come in occasione della posa della prima pietra, anche i rappresentanti di Isola Capo Rizzuto, la cui comunità di fedeli è gemellata con quella portopalese. A rappresentare la delegazione calabrese sono giunti il sindaco, Gianluca Bruno, e il parroco, don Eduardo Scordio.
Per la comunità di Portopalo si è trattato di un indimenticabile giorno di festa al quale, come si diceva, si è associata la comunità di Isola Capo Rizzuto, da dove proviene il nostro Vescovo.
L’inaugurazione è avvenuta a distanza di un anno dalla posa della prima pietra (31 maggio 2013) anche se l’opera era stata già completata a dicembre scorso, tanto da consentire lì la celebrazione della veglia e della S. Messa di Natale. Un bel record, soltanto se si pensa che nel nostro meridione le opere scontano ritardi biblici, quando, addirittura non rimangono incomplete. «Sono contento della celerità con cui è stata realizzata l’opera – ha dichiarato Staglianò -, sia per la chiusura della chiesa di San Gaetano ma anche perché la stessa vecchia chiesetta sarebbe risultata piccola per questa comunità che sta crescendo». Nella nuova chiesa mancano ancora gli arredi, i banchi e le opere d’arte ma è già stato presentato un progetto alla Conferenza episcopale italiana per reperire i fondi. Dovrà essere attrezzato anche il centro dedicato ad Antonio Rosmini.
L’opera è costata circa 2 milioni di euro, somma stanziata dalla Conferenza episcopale italiana per venire incontro alle esigenze di una cittadina, cresciuta negli ultimi anni in misura notevole. La nuova chiesa, che sorge in contrada Pizzuta, è stata realizzata, secondo quanto previsto nel progetto, come “un’opera che guidi i fedeli verso l’edificio sacro anche mediante le suggestioni offerte dall’area con il suo naturale e particolare declivio verso il mare. Anche in tal modo va letta la scelta per il piano della Chiesa di una quota di circa cinque metri inferiore rispetto al principale piano stradale d’accesso all’area. Da ciò deriva un “naturale richiamo orografico” che convoglia verso uno spazio protetto dalla quotidianità cittadina, e dai conseguenti disturbi funzionali ed acustici, così privilegiando suoni, colori e luci provenienti dal mare”.
In questa prospettiva, molto felice è sembrata la decisione di dedicare il complesso parrocchiale alla Madonna Greca Eleusa, Madre della Misericordia, la «Madonna che viene dal Mare». “Una pia leggenda molto diffusa tra il popolo – scrive Salvatore Cristofaro di San Marco Argentano, nel testo: In onore di Maria Vergine madre di Dio, che si venera in Isola come protettrice sotto il titolo di Madonna Greca. Edizione. 3°, Catanzaro, 1896 – narra che l’effigie della Beata Vergine provenga dall’Oriente e che sia approdata miracolosamente presso l’insenatura di Capo Rizzuto e ritrovata da un pastore. Questo pastore, di cui la tradizione non menziona il nome, mentre guidava il suo gregge al pascolo, lungo la battigia dell’azzurro mare avrebbe visto una tavola “ondeggiante e luccicante sulla superficie delle acque, che si spingeva lievemente verso il lido”. Si tratta, ovviamente, del lido di Isola Capo Rizzuto, alla cui comunità quella di Portopalo si è gemellata. Due comunità che vivono le stesse avventure sul fronte del medesimo mare, rafforzate, ora, sotto la protezione della Madonna Greca Eleusa, Madre della Misericordia, da un comune rapporto umano e di fede.
 
 

Sabato 31 Maggio 2014. Inaugurazione della nuova chiesa di Portopalo

 Ad un anno esatto dalla posa della prima pietra Sabato 31 Maggio 2014 alle ore 11:00 con una solenne celebrazione presieduta dal nostro Vescovo mons. Antonio Staglianò verrà inaugurata la nuova chiesa di Portopalo “Madonna Greca Eleusa Madre della Misericordia” ed il relativo complesso parrocchiale “Beato Antonio Rosmini”.
Saranno presenti le Autorità civili, militari, politiche ed ecclesiali, oltre agli amici della Parrocchia gemellata di Isola Capo Rizzuto (Kr)