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Homelie Tenue par son excellence Monseigneur A. Staglianò, Eveque du Diocese de Noto Pour l’ordination diaconale et sacerdotale du 13.01.2010 a Butembo au Diocese de Butembo-Beni

Son Excellence Monseigneur Evêque Sikuli Melchisedech, chers confrères dans le sacerdoce, chers ordinands diacres et prêtres, et vous saint Peuple de Dieu de l’Eglise aimée de Butembo-Beni, paix et bénédiction dans le Seigneur Jésus Christ.
Chaque Evêque tient à son séminaire, comme lieu où se préparent ceux qui collaboreront à son ministère. Attendre avec trépidation et joie le moment de l’Ordination sacerdotale, conscient que l’Eglise qu’il guide et sert, devra être enrichie avec des nouvelles énergies pour que, à tous soit annoncé l’Evangile et rassemblés dans la Sainte Eglise dans laquelle ils sont nourris de l’Eucharistie et consolés par le sacrement de la Réconciliation. C’est ainsi que c’est un geste de grand partage et de communion que son Excellence Monseigneur Sikuli Melchisédech m’offre et m’honore pour conférer aujourd’hui l’ordination sacerdotale et diaconale à ces onze fils aimés de l’Eglise de Butembo-Beni. C’est une occasion de plus pour ressouder les liens de fraternité et d’amitié entre les deux Eglises sœurs. L’Ordination sacerdotale crée un lien tellement important entre l’Evêque qui impose les mains et invoque l’Esprit Saint à ceux qui doivent être ordonnés.

 


CONVENZIONE tra la diocesi di Noto e Butembo Beni per una scuola di formazione professionale per lâ019agricoltura e lâ019alimentazione

I CONVENZIONE

PREMESSO CHE

– la Diocesi di Noto, nella persona di S.E. Mons. Antonio Staglianò e la Diocesi di Butembo-Beni nella persona di S.E. Mons. Melchisedeck Sikuli, hanno sottoscritto il nuovo protocollo di gemellaggio e cooperazione tra le Diocesi in data 16/01/2010 stabilendo nuove condizioni per una più precisa e reciproca assunzione di responsabilità e per la determinazione di più ampie modalità di mutua collaborazione.
– è intenzione delle suddette Diocesi realizzare una fattoria didattica, avente come obiettivo generale la formazione professionale in campo sanitario, agricolo-ambientale, economico, cooperativo e delle comunicazioni sociali della popolazione della Diocesi di Butembo-Beni, nella Provincia del Nord Kivu;
– l’obiettivo specifico é realizzare una scuola di formazione professionale per l’agricoltura e l’alimentazione denominata“Intagliatori di sicomoro” per lo sviluppo ed il miglioramento della produzione agro-zootecnica della popolazione della Diocesi di Butembo Beni, essenziale per ottenere le derrate necessarie al fabbisogno alimentare della popolazione locale.
– che appare opportuno individuare la Diocesi di Noto, capofila del progetto;

Tutto quanto sopra premesso e considerato,
SI CONVIENE QUANTO SEGUE:

1. Le parti desiderano definire, nel rispetto della propria autonomia, un rapporto di collaborazione avente come obiettivo la realizzazione del progetto denominato “Intagliatori di sicomoro”;
2. Le parti individuano come soggetto capofila la Diocesi di Noto che avrà il compito di rappresentare le parti;
3. Le parti si rendono sin d’ora disponibili ad individuare insieme eventuali ulteriori attività connesse e funzionali alla realizzazione del progetto nei tempi stabiliti;
4. Le parti convengono sulla necessità di nominare dei responsabili del progetto quali referenti delle rispettive Diocesi allo scopo di verificare con continuità l’andamento delle attività oggetto del presente Protocollo;

Letto, sottoscritto e confermato
S.E. Mons. Antonio Staglianò;  S.E. Mons. Melchisedeck Sikuli

NUOVO PROTOCOLLO per il Gemellaggio e la Cooperazione tra la Diocesi di Noto e di Butembo-Beni

La Diocesi di Noto (Italia) e la Diocesi di Butembo-Beni (R.D.Congo) hanno da anni realizzato un gemellaggio che nel tempo ha dimostrato segni di fecondità nell’arricchimento reciproco, nello sviluppo di esperienze di cooperazione, di integrazione, di dialogo, di interscambio culturale e spirituale. Considerata la bontà di questa iniziativa ed attese le incessanti trasformazioni culturali delle società globalizzate, le due Diocesi gemelle intendono ripensare e rilanciare il gemellaggio.

Premesso che:

– “Lo sviluppo dei popoli, in modo particolare di quelli che lottano per liberarsi dal giogo della fame, della miseria, delle malattie endemiche, dell’ignoranza; che cercano una partecipazione più larga ai frutti della civiltà, una più attiva valorizzazione delle loro qualità umane; che si muovono con decisione verso la meta di un loro pieno rigoglio, è oggetto di attenta osservazione da parte della chiesa” (Paolo VI, – Populorum Progressio) 
– La cooperazione missionaria tra le chiese, promossa e incoraggiata dal Concilio Vaticano II,
trova alimento e sostegno nella Dottrina Sociale della Chiesa e nel magistero di Benedetto XVI,
nell’Enciclica – Caritas in Veritate.
– restano confermati, benché bisognosi di approfondimento e di ulteriori precisazioni, gli “otto punti per lo sviluppo del Gemellaggio” qui riportati e contenuti nel precedente protocollo firmato il 13 gennaio 1988, dall’allora Vescovo di Noto S.E. Mons. Salvatore Nicolosi e il Vescovo di Butembo-Beni S.E. Mons. Emanuele Kataliko. Rilanciati dai loro successori S.E. Mons. Giuseppe Malandrino, S.E. Mons. Mariano Crociata e S.E. Mons. Melchisedeck Sikuli.

1. Rapporto spirituale
Un intenso rapporto spirituale attraverso anzitutto la preghiera vicendevole, nella profonda
convinzione che fonte sicura di ogni opera di bene è Dio nostro Padre, in Cristo Signore e nel
suo Spirito.

2. Conoscenza reciproca
Sviluppo di iniziative che permettono alle due Chiese gemellate di conoscersi a vicenda, di
conoscere cioè sempre meglio l’una la situazione pastorale e sociale dall’altra, nonché le
aspirazioni e i problemi vicendevoli.

3. Scambio di presenze
Incremento dello scambio di presenza di persone dell’una e dell’altra Chiesa, allo scopo di
favorire maggiormente la conoscenza, l’aiuto e l’arricchimento reciproci.

4. Scambio di persone
Offerta di ospitalità a qualche alunno del seminario maggiore della Diocesi di Butembo-Beni
presso il Seminario teologico di Noto e scambio temporaneo di presbiteri e di operatori
pastorali laici tra le due Diocesi gemellate.

5. Scambi di specialisti
Scambio periodico fra le due Chiese di specialisti in discipline teologiche, pastorali, e sociali,
allo scopo di tenere corsi di aggiornamento nelle rispettive Chiese gemellate.

6. Gemellaggio fra le parrocchie
Sviluppo del gemellaggio articolato fra le parrocchie delle due Diocesi, sotto il discernimento
dei due Vescovi, di cui esiste già qualche esempio.

7. Microrealizzazioni sociali
Incremento delle microrealizzazioni sociali da parte della Chiesa di Noto nella Chiesa di
Butembo-Beni, tenendo conto delle più urgenti priorità di quest’ultima.

8. Doppio comitato diocesano
Creazioni di un comitato o gruppo ristretto, composto da elementi dei rispettivi Consigli presbiterali e pastorali delle Due Diocesi che, in piena collaborazione con i due Vescovi e in profondo collegamento con le rispettive basi ecclesiali stimoli, coordini, e concretizzi sempre meglio il gemellaggio fra le due Diocesi, alla luce dei punti sopra esposti.
Tutto ciò premesso e considerato:
la Diocesi di Noto, nella persona di S.E. Mons. Antonio Staglianò e la Diocesi di Butembo-Beni nella persona di S.E. Mons. Melchisedeck Sikuli, manifestano la volontà di rinnovare il gemellaggio stabilendo nuove condizioni per una più precisa e reciproca assunzione di responsabilità, per la determinazione di più ampie modalità di mutua collaborazione.
Con il presente protocollo di cooperazione si intende:
– confermare gli 8 punti per lo sviluppo del gemellaggio concordati nel 1988 – in tutti gli aspetti che hanno attualità – e riportati integralmente nel presente protocollo;
– integrare il primo protocollo con le seguenti nuove proposte per una sua più ampia articolazione, organizzazione e sviluppo, attraverso le seguenti azioni:

1. Promozione del volontariato internazionale come risorsa specifica per lo sviluppo umano, nella società civile e nella comunità ecclesiale, italiana ed internazionale;

2. Promozione della concertazione tra gli Enti ed Organismi locali, nazionali ed internazionali stimolando azioni comuni tra i suoi membri e con altre organizzazioni che perseguono gli stessi obiettivi in un’ottica di cooperazione decentrata;

3. Raccolta fondi per il perseguimento degli obiettivi del presente protocollo, attraverso campagne istituzionali o specifiche che possano prevedere anche manifestazioni, spettacoli, vendite e iniziative varie;

4. Promozione e realizzazione di programmi e progetti di sviluppo tesi al miglioramento delle condizioni materiali e spirituali della popolazione delle due Diocesi gemelle;

5. Promozione di microimprese ed altre realtà imprenditoriali legate al territorio attraverso l’attuazione di attività finanziarie, etiche e di iniziative di microcredito;

6. Realizzazione di una struttura organizzativa idonea al perseguimento degli obiettivi del gemellaggio, attraverso la creazione di una O.N.G e l’istituzione di una segreteria operativa per singola Diocesi, con il ruolo di:
a. coordinamento, sviluppo, monitoraggio e controllo di tutte le iniziative progettuali;
b. attività di comunicazione e promozione delle iniziative del gemellaggio;
c. attività di educazione e sensibilizzazione sui temi della cooperazione internazionale e delle attività del gemellaggio all’interno dei territori delle Diocesi gemelle, con particolare attenzione ai giovani;
d. miglioramento delle sinergie;
e. realizzazione, implementazione ed organizzazione di un archivio, “memoria storica” delle attività, attuate, in itinere e di prossima realizzazione.

7. Realizzazione di progetti di carattere formativo, formativo-produttivi e formativoimprenditoriali nei seguenti ambiti:
a. Alfabetizzazione di base, educazione degli adulti, formazione dei formatori;
b. Formazione universitaria;
c. Formazione di quadri;
d. Sostegno alle associazioni locali per l’acquisizione di competenze gestionali.
e. Promozione delle minoranze etniche;
f. Formazione scolastica (qualificazione e aggiornamento degli insegnanti a tutti
i livelli);
g. Formazione professionale specifica in campo sanitario, agricolo-ambientale, economico, cooperativo e delle comunicazioni sociali;
h. Formazione e promozione della donna;
i. Sviluppo dell’artigianato locale;
j. Sistemi di risparmio e credito;
k. Attività cooperative;

8. Strutturazione, organizzazione e gestione di singoli accordi di programma e convenzioni su ogni singolo punto oggetto del presente protocollo d’intesa.
Sede di Bingo (R.D.Congo) lì, 16 gennaio 2010, Letto, sottoscritto e confermato S.E. Mons. Antonio Staglianò S.E. Mons. Melchisedeck Sikuli

12 Novembre 2008 Kinshasa – Lettera del Vescovo Mons. SIKULI PALUKU Melchisédech

Ai cristiani della diocesi e a tutti gli uomini di buona volontà.


Partendo dalla diocesi, qualche giorno fa, per le sedute del Comitato permanente della Conferenza Episcopale Nazionale alle quali dovevo partecipare, la situazione a Sud della diocesi era già preoccupante ed inquietante, viste le avanzate sempre minacciose dei nemici della pace.

Dunque, è con costernazione e compassione che io stesso con i Vescovi membri del Comitato permanente della CENCO abbiamo appreso il crimine dei saccheggi, stupri, estorsioni degradanti di cui i nostri propri compatrioti investiti della missione di assicurare la sicurezza dei beni e delle persone si sono resi ancora una volta colpevoli a Kanyabayonga, Kaina, Kirumba e dintorni.

I nostri fratelli e sorelle che vivono in quelle agglomerazioni, già sommersi in queste ultime settimane dai profughi venuti da Rutshuru-kiwania, Kikuku, Nyalaze, Maweso, sono ancora una volta precipitati nel calvario di una insicurezza permanente e costretti allo spostamento massiccio con ciò che questo comporta come conseguenze morali ed umanitarie:la povertà, la fame, le intemperie, la disperazione ed inevitabilmente la morte fisica e spirituale delle persone più vulnerabili.

Come Pastore e vostro Vescovo, questa situazione mi addolora ancor più e siate sicuri che io sono con voi con tutto il cuore e patisco con voi in queste difficoltà e situazioni angosciose. Che altro posso fare se non di ricordarvi l’arma vittoriosa della fede che vi dà la certezza contenuta in queste parole di San Paolo Apostolo: “Sì, ne ho la certezza: né la morte né la vita, né gli angeli né le dominazioni, né il presente né l’avvenire, né le potestà, né i principati, né le altezze né le  profondità, né qualunque altra cosa creata, niente potrà separarci dall’amore di Dio manifestato in Gesù-Cristo, nostro Signore” (Rm. 8, 37-39).

Le sofferenze imposte alla nostra Provincia, ed in modo particolare alla nostra Diocesi oggi, devono essere momenti privilegiati per noi di rafforza la nostra Fede, la nostra Speranza ed il nostro Amore manifestando gesti di solidarietà verso coloro che soffrono più di noi e pregando per tutti i nemici che trovano il loro compiacimento nel male. Non imitateli!
È vero, parecchi di noi hanno perso per l’ennesima volta i loro beni, altri non hanno più casa, altri ancora hanno perso esseri cari con la morte, la tortura, la malattia o altri mali che coabitano con una situazione di guerra inutile che mira a compromettere tutte le speranze suscitate dalle elezioni libere, trasparenti e democratiche del 2006 ed a paralizzare il funzionamento delle istituzioni legittime uscite da quelle elezioni.

Vi esorto dunque “ad accogliere gli uni gli altri come il Cristo via ha accolti, per la gloria di Dio” (Rm. 15,7) e ricordate bene queste parole del Cristo: “Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, prigioniero e siete venuto a trovarmi” (Mt. 25 35-37).
Che le Parrocchie, le Comunità religiose, i Settori, le Comunità di base, con le loro istituzioni caritative di base,  prendano le loro disposizioni necessarie organizzando un apostolato di prossimità verso i nostri fratelli e sorelle “profughi” (Wakimbizi). E che i Preti, i Consacrati e tutti i Fedeli vi si coinvolgano con atti concreti di solidarietà e di preghiera per la pace.

Non dimenticate che il Santo Padre e tutti i Vescovi del Congo sono fortemente preoccupati  a causa della situazione che prevale ad Est del Paese, come risalta chiaramente dal messaggio dato prima della recita dell’Angelus di domenica scorsa dal Papa Benedetto XVI e dalla dichiarazione dei Vescovi del Comitato permanente della CENCO che sarà pubblicato domani. Siate certi della preghiera comunitaria dei nostri fratelli e sorelle delle Chiese amiche d’Africa e d’Europa.

Termino assicurando ancora una volta tutta la mia sollecitudine pastorale a voi tutti, pregando con voi per la pace ed implorando su di voi la benedizione divina. Che la Vergine Maria, Consolatrice degli Afflitti e Regina della Pace ci sostenga ed interceda in nostro favore.

 

Fatto a Kinshasa, il 12/11/2008


Il vostro Vescovo, Mons. SIKULI PALUKU Melchisédech

 

                                                             (Traduzione dal francese di Angelo Fortuna)


Atti celebrazioni ventesimo anniversario gemellaggio (2008)

Atti delle celebrazioni in occasione del ventesimo anniversario del gemellaggio tra Noto e Butembo-Beni. Si tratta delle relazioni pronunciate durante il Convegno “La cooperazione missionaria tra le Chiese e la nostra esperienza del gemellaggio” che si è tenuto a Noto presso il Semianario Vescovile il 20 aprile, l’omelia e il saluto conclusivo di S. E. Mons. Mariano Crociata durante la Messa del 21 aprile nella Cattedrale di Noto, e gli interventi dei Vescovi emeriti di Noto S. E. Mons. Giuseppe Malandrino e S. E. Mons. Salvatore Nicolosi.
 
 

Dalla Lettera pastorale “Mi sarete testimoni” di Mons. Malandrino (2003)

 N. 84 – Gemellaggio con la diocesi africana di Butembo-Beni: per una crescita missionaria ad gentes. La forte esperienza del gemellaggio con la diocesi di Butembo-Beni ha incrementato nella nostra comunità diocesana un intenso fervore evangelico e missionario. E’ bene sempre ribadire che il gemellaggio non deve certamente ridimensionare i nostri orizzonti missionari, ma invece può e deve validamente contribuire a dare alla nostra Missione gli stessi confini dati da Cristo Signore: “andate e ammaestrate tutte le nazioni” (Mat. 28,19)… “sino agli estremi confini della terra” (AT. 1,8). Dallo scambio di esperienze pastorali tra le due diocesi, senza alcun dubbio, dobbiamo riconoscere che ci abbiamo guadagnato soprattutto noi: per l’edificazione di vita cristiana che ci è stata offerta – pur nell’estrema povertà e tra le guerre continue – e per l’impulso missionario che ci è stato trasmesso. E’ sapienzale, pertanto, l’esortazione del nostro sinodo a questo proposito (decisione sinodale N. 34 e N. 48).

Decisioni N. 14, N. 34 e N. 48 del secondo Sinodo della diocesi di Noto (1996)

 N. 14 – La scelta missionaria. La Chiesa di Noto, “con la fedeltà alla missione datale da Cristo, non può proseguire nell’attuale gestione pastorale che giudica insufficiente e non pienamente conforme al progetto di Dio”. Questo Sinodo, quindi, ritiene urgente e necessario che tutte le componenti ecclesiali della diocesi sappiano accogliere la parola di Dio, la testimonino vitalmente e acquisiscano uno slancio missionario rivolto prevalentemente al mondo degli adulti. A tal fine, tutta la Chiesa locale (e in essa ogni comunità parrocchiale, congregazione religiosa, gruppo, movimento, associazione) decide di operare questa conversione fondamentale: da una Chiesa dispersa nelle molte attività a una Chiesa che ritrovi le cose essenziali della fede e sappia comunicarle come pellegrina sulle strade dell’uomo, mediante un radicamento nel territorio.

 
N. 34 – Il gemellaggio con la Chiesa di Butembo-Beni. La comunione della nostra Chiesa locale si apra ancora di più alla dimensione universale, sviluppando iniziative che aiutino a vivere concretamente “la condivisione globale di beni, persone ed esperienza” (Cei, Comunione e comunità missionaria, 51). In particolare, sia più sentito e valorizzato il gemellaggio della Chiesa di Noto con la Chiesa di Butembo-Beni.
 

N. 48 – Passi di conversione. […] la chiesa di Noto, aprendo gli occhi, soprattutto grazie al gemellaggio con la diocesi congolese di Butembo-Beni, sul dramma mondiale della povertà, della fame, delle guerre che opprimono i figli di Dio, vuole porre con umiltà segni poveri di comunione e di ricerca della pace. Tali segni non vanno misurati in base al successo e all’efficacia umana ma esprimono l’esigenza di non conformarsi alla mentalità di questo mondo, prefigurando invece la pace del regno messianico. […].

Settembre 2007 – Lettera di Monsignor Giuseppe Malandrino a Monsignor Sikuli Melchisedech

 «Eccellenza Rev.ma e carissima, ho letto con grande gioia e riconoscenza la sua lettera, tanto ricca di calorose espressioni vitali e fraterne, dello scorso 12 luglio 2007. Mi è sorta spontanea, perciò, l’esi­genza di farla pubblicare nel nostro giornale diocesano, perché tutta la Chiesa netina possa coglierne i contenuti di comunione crescenteche la lettera esprime. Tale comunione evangelica e solidale, in realtà, va sempre più sviluppandosi, con la grazia dello Spirito del Risorto, da quando ‑ quasi 20 anni or sono (21 aprile 1988) ‑ fu sigillato il gemellaggio, veramente profetico, tra le nostre due Chiese di Noto e di Butembo‑Beni da par­te dei benemeriti Vescovi nostri predecessori: Mons. Sal­vatore Nicolosi, a nome del quale anche ho la gioia di risponderle, e Mons. Emanuele Kataliko, di venerata memoria.
In felice coincidenza, perciò, con il primo centenario della evangelizzazione della vostra terra, di cui vi ac­cingete a celebrare i momenti conclusivi in questo mese di settembre 2007, noi tutti della Chiesa gemella di Noto de­sideriamo esservi ancora più accanto. Con voi tutti vo­gliamo lodare il Signore infinitamente buono (cfr Sal­mo 136) per l’inestimabile dono della fede concesso con molta abbondanza anche a voi, pur in mezzo a molteplici sofferenze e tribolazioni sociali e politiche, che, però, han­no prodotto frutti rigogliosi di crescita spirituale e di santificazione sia per voi sia, per riflesso, anche per noi (cfr 2Cor 1, 3‑7). 
Questa vicinanza, del resto, tra le nostre due Chiese gemelle ‑ alla luce della ecclesiologia di comunione del Concilio Vaticano Il ‑ è avvertita reciprocamente in modo sem­pre più intenso nei suoi molteplici aspetti:
con i 30, o quasi, gemellaggi tra vostre e no­stre comunità parrocchiali, così carichi di scambievole arricchimento spirituale, culturale e sociale;
con la benefica presenza nella nostra Chiesa netina di ben 4 vostri presbiteri in generoso servizio pa­storale, mentre sta per concretizzarsi anche la presenza nella nostra Ispica di una vostra comunità religiosa femmi­nile;
con i viaggi sempre più frequenti di nostri gruppi di operatori pastorali o sociali (sacerdoti e laici) nella vostra Chiesa. Un gruppo è in partenza per Butembo nei prossimi giorni, per rappresentare la nostra Chie­sa netina nelle fasi conclusive delle suddette cele­brazioni del primo centenario della evangelizzazione. Questi viaggi dei nostri gruppi si sono attuati con effetti incalcolabili di mutua donazione per una fede ancora più viva e una solidarietà concretamente operosa;
con gli sviluppi culturali, sanitari e sociali at­traverso il vostro e nostro impegno nell’Università Cattoli­ca del Graben a Butembo, con la costruzione o l’incremen­to, anche, di vari reparti del connesso ospedale e centro nutrizionale;
con il sostegno economico, anche se ancora ap­pena avviato, da parte di nostri sacerdoti e fedeli nei ri­guardi dei vostri sacerdoti, onde possano avere un ade­guato aiuto nel loro necessario e primario servizio pastora­le al popolo di Dio. 
Ho la gioia di preannunciarvi che tale vicinanza spi­rituale e fraterna è molto sentita ‑ da quello che ho già potuto cogliere ‑ anche dal Vescovo Mons. Mariano Cro­ciata che inizierà il suo servizio pastorale a Noto il prossi­mo 6 ottobre, dopo aver ricevuto l’ordinazione episcopale, lo stesso giorno, nella nostra Chiesa Cattedrale, riaperta al culto lo scorso 18 giugno, dopo 11 anni dal suo rovinoso crollo. 
Anch’io personalmente, d’altra parte ‑ assieme al mio carissimo predecessore Mons. Salvatore Nicolosi ‑ mi sento coinvolto in pieno nel gemellaggio tra le nostre due Chiese sorelle.
Il viaggio pastorale da voi all’inizio dell’anno giubilare 2000 ‑ durante il quale l’Ecc.za Vostra e una folla innume­revole di fedeli mi avete accolto con indicibile gioia ed entu­siasmo ‑ è rimasto indelebile nel mio cuore e nel continuo ulteriore impulso trasmesso a tutta la Diocesi, anche con le ripetute ed efficaci visite di V. Ecc. da noi. A me, invece, non è stato possibile per ragioni di salute.
Questo reciproco legame di fede, di speranza e di carità non può essere spezzato, specialmente dopo aver toccato da vicino. tanto vostro fervore di vita cristiana, pur nelle prove e nei rischi, come scrivevo prima, della vostra difficile si­tuazione sociale ed economica.
La Vergine Maria, Regina della Pace, Scala del Para­diso e Madre e Fiducia del popolo congolese e siculo e di tutti i popoli del mondo, ci ottenga dall’amore onnipo­tente e misericordioso di Dio, nostro Padre, di poter sempre andare avanti insieme nel cammino di fedeltà e di irradiazione del Vangelo di Cristo nel mondo di oggi, che ha urgente bisogno di testimoni vivi ed autentici del Signo­re Risorto e del suo amore concreto e coraggioso. Dev.mo e grato sempre, a nome anche dell’intera comu­nità diocesana».
+ Giuseppe Malandrino, Amministratore Apostolico della Diocesi di Noto

Luglio 2007 – Lettera di Monsignor Sikuli Melchisedech a Monsignor Giuseppe Malandrino

 
«Eccellenza Reverendissima Mons. Giuseppe Malandrino, celebrando l’Anno del Centenario della Prima Evangelizzazione della nostra Diocesi di Butembo‑Beni ed effet­tuando una visita pasto­rale particolare nelle no­stre diverse parrocchie in occasione di questo tem­po di giubileo, non cesso di rendere grazie al Si­gnore per gli innumere­voli benefici sia spiritua­li che materiali di cui ci ha gratificati nella sua magnanimità. Fin dall’apertura dell’Anno giu­bilare a Beni‑Paida, la prima Missione, il suo messaggio ricchissimo e all’altezza dell’evento, la presenza di una impor­tante delegazione di no­stri fratelli e sorelle Ge­melli di Noto ha segnato con un sigillo particolare quel giorno indimentica­bile ed ha riempito di gio­ia, di consolazione e di speranza tutti i fratelli e sorelle gemelli di Butembo per il dono di­vino del gemellaggio. C’è una evidenza. Ovunque io visiti i fedeli in quest’anno di grazie, tocco con mano i frutti del gemellaggio e le ricadute spirituali e sociali di quell’espressione di co­munione ecclesiale che i nostri veneratissimi Pa­dri Vescovi S.E. Mons. Salvatore Nicolosi e Mons. Emmanuel Kataliko hanno volu­to, sigillata e promossa quasi due decenni fa. Noi non saremo stati che semplici vigilanti in una iniziativa che è nata dal­la Spirito Santo che gui­da la Chiesa e che ha ispi­rato i nostri due Padri Vescovi Fondatori a fare la scelta profetica del gemellaggio pastorale. La nostra fervente pre­ghiera in quest’Anno giu­bilare è che Dio attraver­so suo Figlio Gesù Cristo e nello Spirito Santo con­tinui e consolidi sempre ciò che ha cominciato nel­le nostre due Chiese. La domenica di Pente­coste, 27 maggio 2007 e diciottesima giornata consacrata al gemellaggio, ero in viag­gio ma mi trovavo in co­munione di preghiera e di intenzione con lei e, be­ninteso, con i nostri fede­li a cui sta a cuore la ce­lebrazione di questo an­niversario. E, siccome qui da noi era nello stesso tempo il Cinquantenario della presenza del Rinno­vamento carismatico in seno alle nostre parroc­chie, ciò ha ancora eleva­to la solennità di questa festa. Abbiamo saputo parimenti che il 18 giu­gno scorso la Chiesa Cat­tedrale di Noto, restaura­ta nel suo splendore, è stata solennemente ria­perta ai fedeli. Anche in quell’occasione, eravamo uniti in una preghiera di azione di grazia. 
Eccellenza, avendo saputo da in­discrezioni che lei si pre­para ad andare a riposo come Vescovo Emerito della amatissima Chiesa di Noto, cogliamo l’occa­sione di questo anno di grazia per ringraziarla infinitamente di tutto ciò che lei è stato e resta per la Chiesa di Butem o Beni che lei ama tanto. Siamo tutti convinti che abbiamo un posto di ele­zione nell’intimo del suo cuore di padre e madre ancor più che di semplice fratello.
Noi non possiamo enumerare in maniera esaustiva le innumerevo­li e diverse espressioni concrete della sua solle­citudine paterna nei ri­guardi della Chiesa di Butembo‑Beni. Citiamo tra le altre espressioni, la sua prima visita che è ri­masta scolpita nella me­moria popolare dei fedeli di tutte le confessioni re­ligiose mescolate; pensia­mo alle numerose e rego­lari delegazioni di Noto­Ragusa che lei ha voluto intensificare particolar­mente in quest’Anno giu­bilare. Queste delegazioni, la cui più grande ca­ratteristica è di rendersi spontaneamente e facil­mente vicine alle perso­ne, sono sempre percepi­te come una benedizione ed una consolazione da parte di Dio che è Amore. I loro interventi caritativi multipli e vari per la pro­mozione della vita e del­la dignità della persona umana sono visibili nel­la maggior parte delle nostre parrocchie e delle istituzioni cattoliche so­prattutto nell’istruzione a tutti i livelli, primario, secondario e universita­rio; e della sanità, degli orfanotrofi, dei centri nutrizionali, della Procu­ra… 
Eccellenza, non possiamo passa­re sotto silenzio l’avvio dell’iniziativa tanto bene­fica dell’adozione dei sa­cerdoti diocesani che al­cuni dei suoi sacerdoti hanno accettato genero­samente di prendere finanziariamente a cari­co e così di sostenere ed incoraggiare tutto il cle­ro al quale abbiamo enor­mi difficoltà a procurare lo stretto necessario. Oggi, abbiamo già conse­gnato all’Economo gene­rale una somma di 3.250 dollari ricevuti per 12 adozioni di sacerdoti. C’è un sacramento di fratel­lanza sacerdotale più elo­quente di questo sostegno concreto ai sacerdoti?
In quest’anno di cele­brazione della prima evangelizzazione della nostra Diocesi, ci sentia­mo realmente incoraggia­ti e consolati da questo legame di comunione che ci unisce e ci fortifica nel­la nostra fede rendendo nel contempo manifesto il mistero inaudito dell’uni­tà e dell’universalità del­la Chiesa cattolica 
Eccellenza, ringraziandola della sua fraterna sollecitudi­ne e soprattutto della “cura di tutte le Chiese” che l’ha sempre animato, il nostro umile auspicio è di vedere continuare quel che lei ha cominciato e i nostri fedeli sono impa­zienti di rivederla. Che Dio, il Padrone della vita le assicuri ancora molti giorni e che Maria, la Stella del Mare, le ispiri un “Magnificat” pieno di riconoscenza per le mera­viglie che Dio ha operato attraverso il suo ministe­ro pastorale.
A nome di tutti i fede­li di Butembo‑Beni e mio personale, riceva, Eccel­lenza Reverendissima, il nostro sentimento di gratitudine e di affetto in Gesù attraverso Maria».  
 + Mons. Sikuli Melchisedech, Vescovo di Butembo Beni