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Homelie Tenue par son excellence Monseigneur A. Staglianò, Eveque du Diocese de Noto Pour l’ordination diaconale et sacerdotale du 13.01.2010 a Butembo au Diocese de Butembo-Beni

Son Excellence Monseigneur Evêque Sikuli Melchisedech, chers confrères dans le sacerdoce, chers ordinands diacres et prêtres, et vous saint Peuple de Dieu de l’Eglise aimée de Butembo-Beni, paix et bénédiction dans le Seigneur Jésus Christ.
Chaque Evêque tient à son séminaire, comme lieu où se préparent ceux qui collaboreront à son ministère. Attendre avec trépidation et joie le moment de l’Ordination sacerdotale, conscient que l’Eglise qu’il guide et sert, devra être enrichie avec des nouvelles énergies pour que, à tous soit annoncé l’Evangile et rassemblés dans la Sainte Eglise dans laquelle ils sont nourris de l’Eucharistie et consolés par le sacrement de la Réconciliation. C’est ainsi que c’est un geste de grand partage et de communion que son Excellence Monseigneur Sikuli Melchisédech m’offre et m’honore pour conférer aujourd’hui l’ordination sacerdotale et diaconale à ces onze fils aimés de l’Eglise de Butembo-Beni. C’est une occasion de plus pour ressouder les liens de fraternité et d’amitié entre les deux Eglises sœurs. L’Ordination sacerdotale crée un lien tellement important entre l’Evêque qui impose les mains et invoque l’Esprit Saint à ceux qui doivent être ordonnés.

 


CONVENZIONE tra la diocesi di Noto e Butembo Beni per una scuola di formazione professionale per lâ019agricoltura e lâ019alimentazione

I CONVENZIONE

PREMESSO CHE

– la Diocesi di Noto, nella persona di S.E. Mons. Antonio Staglianò e la Diocesi di Butembo-Beni nella persona di S.E. Mons. Melchisedeck Sikuli, hanno sottoscritto il nuovo protocollo di gemellaggio e cooperazione tra le Diocesi in data 16/01/2010 stabilendo nuove condizioni per una più precisa e reciproca assunzione di responsabilità e per la determinazione di più ampie modalità di mutua collaborazione.
– è intenzione delle suddette Diocesi realizzare una fattoria didattica, avente come obiettivo generale la formazione professionale in campo sanitario, agricolo-ambientale, economico, cooperativo e delle comunicazioni sociali della popolazione della Diocesi di Butembo-Beni, nella Provincia del Nord Kivu;
– l’obiettivo specifico é realizzare una scuola di formazione professionale per l’agricoltura e l’alimentazione denominata“Intagliatori di sicomoro” per lo sviluppo ed il miglioramento della produzione agro-zootecnica della popolazione della Diocesi di Butembo Beni, essenziale per ottenere le derrate necessarie al fabbisogno alimentare della popolazione locale.
– che appare opportuno individuare la Diocesi di Noto, capofila del progetto;

Tutto quanto sopra premesso e considerato,
SI CONVIENE QUANTO SEGUE:

1. Le parti desiderano definire, nel rispetto della propria autonomia, un rapporto di collaborazione avente come obiettivo la realizzazione del progetto denominato “Intagliatori di sicomoro”;
2. Le parti individuano come soggetto capofila la Diocesi di Noto che avrà il compito di rappresentare le parti;
3. Le parti si rendono sin d’ora disponibili ad individuare insieme eventuali ulteriori attività connesse e funzionali alla realizzazione del progetto nei tempi stabiliti;
4. Le parti convengono sulla necessità di nominare dei responsabili del progetto quali referenti delle rispettive Diocesi allo scopo di verificare con continuità l’andamento delle attività oggetto del presente Protocollo;

Letto, sottoscritto e confermato
S.E. Mons. Antonio Staglianò;  S.E. Mons. Melchisedeck Sikuli

NUOVO PROTOCOLLO per il Gemellaggio e la Cooperazione tra la Diocesi di Noto e di Butembo-Beni

La Diocesi di Noto (Italia) e la Diocesi di Butembo-Beni (R.D.Congo) hanno da anni realizzato un gemellaggio che nel tempo ha dimostrato segni di fecondità nell’arricchimento reciproco, nello sviluppo di esperienze di cooperazione, di integrazione, di dialogo, di interscambio culturale e spirituale. Considerata la bontà di questa iniziativa ed attese le incessanti trasformazioni culturali delle società globalizzate, le due Diocesi gemelle intendono ripensare e rilanciare il gemellaggio.

Premesso che:

– “Lo sviluppo dei popoli, in modo particolare di quelli che lottano per liberarsi dal giogo della fame, della miseria, delle malattie endemiche, dell’ignoranza; che cercano una partecipazione più larga ai frutti della civiltà, una più attiva valorizzazione delle loro qualità umane; che si muovono con decisione verso la meta di un loro pieno rigoglio, è oggetto di attenta osservazione da parte della chiesa” (Paolo VI, – Populorum Progressio) 
– La cooperazione missionaria tra le chiese, promossa e incoraggiata dal Concilio Vaticano II,
trova alimento e sostegno nella Dottrina Sociale della Chiesa e nel magistero di Benedetto XVI,
nell’Enciclica – Caritas in Veritate.
– restano confermati, benché bisognosi di approfondimento e di ulteriori precisazioni, gli “otto punti per lo sviluppo del Gemellaggio” qui riportati e contenuti nel precedente protocollo firmato il 13 gennaio 1988, dall’allora Vescovo di Noto S.E. Mons. Salvatore Nicolosi e il Vescovo di Butembo-Beni S.E. Mons. Emanuele Kataliko. Rilanciati dai loro successori S.E. Mons. Giuseppe Malandrino, S.E. Mons. Mariano Crociata e S.E. Mons. Melchisedeck Sikuli.

1. Rapporto spirituale
Un intenso rapporto spirituale attraverso anzitutto la preghiera vicendevole, nella profonda
convinzione che fonte sicura di ogni opera di bene è Dio nostro Padre, in Cristo Signore e nel
suo Spirito.

2. Conoscenza reciproca
Sviluppo di iniziative che permettono alle due Chiese gemellate di conoscersi a vicenda, di
conoscere cioè sempre meglio l’una la situazione pastorale e sociale dall’altra, nonché le
aspirazioni e i problemi vicendevoli.

3. Scambio di presenze
Incremento dello scambio di presenza di persone dell’una e dell’altra Chiesa, allo scopo di
favorire maggiormente la conoscenza, l’aiuto e l’arricchimento reciproci.

4. Scambio di persone
Offerta di ospitalità a qualche alunno del seminario maggiore della Diocesi di Butembo-Beni
presso il Seminario teologico di Noto e scambio temporaneo di presbiteri e di operatori
pastorali laici tra le due Diocesi gemellate.

5. Scambi di specialisti
Scambio periodico fra le due Chiese di specialisti in discipline teologiche, pastorali, e sociali,
allo scopo di tenere corsi di aggiornamento nelle rispettive Chiese gemellate.

6. Gemellaggio fra le parrocchie
Sviluppo del gemellaggio articolato fra le parrocchie delle due Diocesi, sotto il discernimento
dei due Vescovi, di cui esiste già qualche esempio.

7. Microrealizzazioni sociali
Incremento delle microrealizzazioni sociali da parte della Chiesa di Noto nella Chiesa di
Butembo-Beni, tenendo conto delle più urgenti priorità di quest’ultima.

8. Doppio comitato diocesano
Creazioni di un comitato o gruppo ristretto, composto da elementi dei rispettivi Consigli presbiterali e pastorali delle Due Diocesi che, in piena collaborazione con i due Vescovi e in profondo collegamento con le rispettive basi ecclesiali stimoli, coordini, e concretizzi sempre meglio il gemellaggio fra le due Diocesi, alla luce dei punti sopra esposti.
Tutto ciò premesso e considerato:
la Diocesi di Noto, nella persona di S.E. Mons. Antonio Staglianò e la Diocesi di Butembo-Beni nella persona di S.E. Mons. Melchisedeck Sikuli, manifestano la volontà di rinnovare il gemellaggio stabilendo nuove condizioni per una più precisa e reciproca assunzione di responsabilità, per la determinazione di più ampie modalità di mutua collaborazione.
Con il presente protocollo di cooperazione si intende:
– confermare gli 8 punti per lo sviluppo del gemellaggio concordati nel 1988 – in tutti gli aspetti che hanno attualità – e riportati integralmente nel presente protocollo;
– integrare il primo protocollo con le seguenti nuove proposte per una sua più ampia articolazione, organizzazione e sviluppo, attraverso le seguenti azioni:

1. Promozione del volontariato internazionale come risorsa specifica per lo sviluppo umano, nella società civile e nella comunità ecclesiale, italiana ed internazionale;

2. Promozione della concertazione tra gli Enti ed Organismi locali, nazionali ed internazionali stimolando azioni comuni tra i suoi membri e con altre organizzazioni che perseguono gli stessi obiettivi in un’ottica di cooperazione decentrata;

3. Raccolta fondi per il perseguimento degli obiettivi del presente protocollo, attraverso campagne istituzionali o specifiche che possano prevedere anche manifestazioni, spettacoli, vendite e iniziative varie;

4. Promozione e realizzazione di programmi e progetti di sviluppo tesi al miglioramento delle condizioni materiali e spirituali della popolazione delle due Diocesi gemelle;

5. Promozione di microimprese ed altre realtà imprenditoriali legate al territorio attraverso l’attuazione di attività finanziarie, etiche e di iniziative di microcredito;

6. Realizzazione di una struttura organizzativa idonea al perseguimento degli obiettivi del gemellaggio, attraverso la creazione di una O.N.G e l’istituzione di una segreteria operativa per singola Diocesi, con il ruolo di:
a. coordinamento, sviluppo, monitoraggio e controllo di tutte le iniziative progettuali;
b. attività di comunicazione e promozione delle iniziative del gemellaggio;
c. attività di educazione e sensibilizzazione sui temi della cooperazione internazionale e delle attività del gemellaggio all’interno dei territori delle Diocesi gemelle, con particolare attenzione ai giovani;
d. miglioramento delle sinergie;
e. realizzazione, implementazione ed organizzazione di un archivio, “memoria storica” delle attività, attuate, in itinere e di prossima realizzazione.

7. Realizzazione di progetti di carattere formativo, formativo-produttivi e formativoimprenditoriali nei seguenti ambiti:
a. Alfabetizzazione di base, educazione degli adulti, formazione dei formatori;
b. Formazione universitaria;
c. Formazione di quadri;
d. Sostegno alle associazioni locali per l’acquisizione di competenze gestionali.
e. Promozione delle minoranze etniche;
f. Formazione scolastica (qualificazione e aggiornamento degli insegnanti a tutti
i livelli);
g. Formazione professionale specifica in campo sanitario, agricolo-ambientale, economico, cooperativo e delle comunicazioni sociali;
h. Formazione e promozione della donna;
i. Sviluppo dell’artigianato locale;
j. Sistemi di risparmio e credito;
k. Attività cooperative;

8. Strutturazione, organizzazione e gestione di singoli accordi di programma e convenzioni su ogni singolo punto oggetto del presente protocollo d’intesa.
Sede di Bingo (R.D.Congo) lì, 16 gennaio 2010, Letto, sottoscritto e confermato S.E. Mons. Antonio Staglianò S.E. Mons. Melchisedeck Sikuli

12 Novembre 2008 Kinshasa – Lettera del Vescovo Mons. SIKULI PALUKU Melchisédech

Ai cristiani della diocesi e a tutti gli uomini di buona volontà.


Partendo dalla diocesi, qualche giorno fa, per le sedute del Comitato permanente della Conferenza Episcopale Nazionale alle quali dovevo partecipare, la situazione a Sud della diocesi era già preoccupante ed inquietante, viste le avanzate sempre minacciose dei nemici della pace.

Dunque, è con costernazione e compassione che io stesso con i Vescovi membri del Comitato permanente della CENCO abbiamo appreso il crimine dei saccheggi, stupri, estorsioni degradanti di cui i nostri propri compatrioti investiti della missione di assicurare la sicurezza dei beni e delle persone si sono resi ancora una volta colpevoli a Kanyabayonga, Kaina, Kirumba e dintorni.

I nostri fratelli e sorelle che vivono in quelle agglomerazioni, già sommersi in queste ultime settimane dai profughi venuti da Rutshuru-kiwania, Kikuku, Nyalaze, Maweso, sono ancora una volta precipitati nel calvario di una insicurezza permanente e costretti allo spostamento massiccio con ciò che questo comporta come conseguenze morali ed umanitarie:la povertà, la fame, le intemperie, la disperazione ed inevitabilmente la morte fisica e spirituale delle persone più vulnerabili.

Come Pastore e vostro Vescovo, questa situazione mi addolora ancor più e siate sicuri che io sono con voi con tutto il cuore e patisco con voi in queste difficoltà e situazioni angosciose. Che altro posso fare se non di ricordarvi l’arma vittoriosa della fede che vi dà la certezza contenuta in queste parole di San Paolo Apostolo: “Sì, ne ho la certezza: né la morte né la vita, né gli angeli né le dominazioni, né il presente né l’avvenire, né le potestà, né i principati, né le altezze né le  profondità, né qualunque altra cosa creata, niente potrà separarci dall’amore di Dio manifestato in Gesù-Cristo, nostro Signore” (Rm. 8, 37-39).

Le sofferenze imposte alla nostra Provincia, ed in modo particolare alla nostra Diocesi oggi, devono essere momenti privilegiati per noi di rafforza la nostra Fede, la nostra Speranza ed il nostro Amore manifestando gesti di solidarietà verso coloro che soffrono più di noi e pregando per tutti i nemici che trovano il loro compiacimento nel male. Non imitateli!
È vero, parecchi di noi hanno perso per l’ennesima volta i loro beni, altri non hanno più casa, altri ancora hanno perso esseri cari con la morte, la tortura, la malattia o altri mali che coabitano con una situazione di guerra inutile che mira a compromettere tutte le speranze suscitate dalle elezioni libere, trasparenti e democratiche del 2006 ed a paralizzare il funzionamento delle istituzioni legittime uscite da quelle elezioni.

Vi esorto dunque “ad accogliere gli uni gli altri come il Cristo via ha accolti, per la gloria di Dio” (Rm. 15,7) e ricordate bene queste parole del Cristo: “Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, prigioniero e siete venuto a trovarmi” (Mt. 25 35-37).
Che le Parrocchie, le Comunità religiose, i Settori, le Comunità di base, con le loro istituzioni caritative di base,  prendano le loro disposizioni necessarie organizzando un apostolato di prossimità verso i nostri fratelli e sorelle “profughi” (Wakimbizi). E che i Preti, i Consacrati e tutti i Fedeli vi si coinvolgano con atti concreti di solidarietà e di preghiera per la pace.

Non dimenticate che il Santo Padre e tutti i Vescovi del Congo sono fortemente preoccupati  a causa della situazione che prevale ad Est del Paese, come risalta chiaramente dal messaggio dato prima della recita dell’Angelus di domenica scorsa dal Papa Benedetto XVI e dalla dichiarazione dei Vescovi del Comitato permanente della CENCO che sarà pubblicato domani. Siate certi della preghiera comunitaria dei nostri fratelli e sorelle delle Chiese amiche d’Africa e d’Europa.

Termino assicurando ancora una volta tutta la mia sollecitudine pastorale a voi tutti, pregando con voi per la pace ed implorando su di voi la benedizione divina. Che la Vergine Maria, Consolatrice degli Afflitti e Regina della Pace ci sostenga ed interceda in nostro favore.

 

Fatto a Kinshasa, il 12/11/2008


Il vostro Vescovo, Mons. SIKULI PALUKU Melchisédech

 

                                                             (Traduzione dal francese di Angelo Fortuna)


Don Rosario Sultana (febbraio 2008)

E’ la prima volta che vedo l’Africa con i miei occhi. Avevo sentito parlare della diocesi di Butembo-Beni ma constatare di persona questo tipo di realtà condividendo con la gente la vita di tutti i giorni è un’altra cosa. Sento che questa esperienza ha cambiato in me anche l’idea che avevo di questo Paese. Mi sono accorto che l’Africa ha delle risorse che vengono dalla gente, dalla vita della gente. Una vita molto semplice ma ricca perché pur vivendo nel bisogno, spesso qui si manca anche del necessario per sopravvivere, le persone trasmettono gioia, sono contente, pacificate con se stesse. Questa serenità che hanno, a partire dalle poche cose che possiedono, a noi insegna parecchio perché l’occidente vive nel benessere, che è un benessere materiale, però molta gente sperimenta forme di depressione e di malattia legate alla psiche proprio perché ha tutto ma non ha ciò che veramente fa felice l’essere umano: la fraternità, la solidarietà, il fatto di saper gioire di quello che si possiede anche se è poco. La cosa che più di tutti mi ha colpito è che questa gente è povera, ma forse noi siamo più poveri di loro. Qui, infatti, il poco che c’è rappresenta tutto il necessario. I bambini soprattutto, ma anche le donne e gli uomini, sono sempre con il sorriso. La felicità vera, infatti, non è legata al piacere e al possesso. Essere felici vuol dire saper godere delle cose semplici della vita: una carezza, un sorriso, una stretta di mano. Ecco allora la grande lezione che ci viene da questa esperienza di condivisione e di gemellaggio: imparare dalle cose semplici quanto è bella la vita e apprezzare anche quelle cose che oramai noi diamo troppo per scontate.

 

Don Rosario Sultana,

parrocchia santa Caterina da Siena, Donnalucata

Don Antonio Forgione (febbraio 2008)

Il messaggio che ci viene dall’esperienza di vita dei nostri fratelli gemelli di Butembo-Beni è rivolto soprattutto a noi adulti. A conclusione di questa breve visita nella nostra Chiesa gemella posso dire di aver fatto una esperienza di profonda spiritualità. Personalmente ho cercato di vivere la mia brevissima permanenza in terra d’Africa come il momento dell’incontro con Dio che ho scoperto attraverso gli occhi dei bambini, qui spesso malnutriti, mal vestiti e scalzi, eppure con una luce speciale che gli illumina il viso. Incrociando il loro sguardo ho scoperto la bellezza di Dio, ma anche la sofferenza del Cristo. Girando per i villaggi di questa nostra diocesi gemella ho incontrato tante persone di cui ho ammirato la capacità di accogliere sempre con un sorriso gratuito e la bellezza della natura. C’è davvero tanta bellezza in questa terra africana ma al tempo stesso tanta sofferenza: quella di un popolo intero, stremato dalla fame, dalle malattie e dalla guerra, i cui segni ancora sono visibili. Per questo posso dire che è stata un’esperienza meravigliosa e traumatica insieme. Aver visto e soprattutto aver vissuto queste contraddizioni fa sì che dopo nulla possa essere più come prima. Ai nostri fratelli gemelli di Butembo-Beni e a tutta la popolazione congolese va il mio augurio di una profonda rinascita.

 

Don Antonio Forgione

Atti celebrazioni ventesimo anniversario gemellaggio (2008)

Atti delle celebrazioni in occasione del ventesimo anniversario del gemellaggio tra Noto e Butembo-Beni. Si tratta delle relazioni pronunciate durante il Convegno “La cooperazione missionaria tra le Chiese e la nostra esperienza del gemellaggio” che si è tenuto a Noto presso il Semianario Vescovile il 20 aprile, l’omelia e il saluto conclusivo di S. E. Mons. Mariano Crociata durante la Messa del 21 aprile nella Cattedrale di Noto, e gli interventi dei Vescovi emeriti di Noto S. E. Mons. Giuseppe Malandrino e S. E. Mons. Salvatore Nicolosi.