Ottobre 2000 – Testimonianza di Monsignor Salvatore Nicolosi in memoria di Monsignor Emmanuele Kataliko

 «La morte di mons. Kataliko ci ha tutti profon­damente commosso. Questi sentimenti, che sono diventati partecipa­zione corale della nostra Chiesa netina al dolore della Chiesa di Butembo e Bukavu, sono uno dei frut­ti del gemellaggio firmato sull’altare da mons. Kataliko e da me il 21 aprile 1988 e continuato dai carissimi mons. Ma­landrino e Melchisedech, vincolo di carità fraterna ed esperienza profonda e concreta di cattolicità: esperienza profonda in quanto comunione tra Chiese, oltre il succedersi dei pastori e delle persone; esperienza concreta, per la “nota” particolare che ogni persona ha dato a questa sinfonia di fede, di speranza e di amore.

E – ora che non è più tra noi – la “nota” di mons. Kataliko risplende in tut­ta la sua bellezza e diventa eredità da accogliere e da far fruttificare con amore.

E’ la “nota” del pastore fedele, che ha condiviso l’impostazione che fin dal­l’inizio abbiamo voluto dare al gemellaggio, alla luce del Concilio Vaticano II: una comunione che coinvolgesse le due Chiese nella loro interezza e non solo al vertice o nelle co­municazioni particolari; una comunione che si esprimesse nella recipro­cità dello scambio; una comunione anzi­tutto pastorale, per con­vertirci alle cose essenziali della fede.

E’ la “nota” del pastore buono, che ha avuto sem­pre cura del suo popolo, già come vescovo di Butembo­Beni e ancor più passando alla diocesi di Bukavu, dopo il martirio del suo predecessore, facendosi talmente uno con la sua gente da portare su di sé – nella “sua carne” – il dolore e l’angoscia, fino a vivere l’amara esperienza dell’esi­lio e fino a una morte pre­matura alla quale certamente non è estranea la grande sofferenza di que­sti anni.

E’ la “nota” del pastore che sa diventare profeta, denunciando con coraggio l’ingiustizia e chiamando per nome i responsabili – comprese le potenze de nostro Occidente sazio e prepotente – e annuncian­do – in un contesto di gran­de violenza, le esigenze del Vangelo della pace e della riconciliazione.

Sono note che noi dob­biamo ora accogliere e sa­per far risuonare nell’ordinarietà della nostra vita, nel rinnovato impe­gno a far sentire più alta la nostra voce di fronte ai potenti di questo mondo che opprimono e spadroneggiano, nel cercare insieme a tutti la giustizia e la pace, nell’intessere sempre più i legami di amore che scaturiscono dal nostro gemellaggio, tutto operan­do nell’attesa del regno che invochiamo insieme ai poveri della terra e in cui pensiamo gia mons. Kataliko e quanti hanno offerto se stessi per amore dei fratelli, nella speranza di es­servi un giorno anche noi e di poter gioire insieme nel­l’ora del compimento della vittoria di Cristo sulla morte e sul peccato.

Ci accompagni Maria, donna del grande soffrire, ma anzitutto dell’intrepi­da e tenace speranza, Sca­la del paradiso e regina dei santi».   

+ Salvatore Nicolosi, Vescovo Emerito di Noto