A Noto il I Convegno internazionale di bioetica

Con la definizione del programma, ha preso il via la fase organizzativa del primo convegno internazionale di Bioetica che si terrà a Noto dal 10 all’11 settembre 2010.
Per due giorni oltre 15 relatori, di alto spessore scientifico, daranno vita all’evento che si aprirà con la prolusione del nostro Vescovo, Mons. Antonio Staglianò ,dal titolo “ Il senso umano: cuore della bioetica”.
La sessione scientifica di apertura si terrà in Cattedrale, mentre le altre sessioni si svolgeranno nel Palazzo Trigona di Noto. Il convegno vedrà il coinvolgimento di tutte le figure professionali (medici, giuristi, teologi, insegnanti ed altre)  interessate alla problematica.
Il Vescovo stesso, Mons. Staglianò, ideatore della prestigiosa iniziativa, ha così risposto ad una nostra intervista sull’importanza culturale e politica dell’evento.
“Gli sviluppi della tecnologia e la loro applicazione alla vita e, all’esistenza dell’uomo producono sempre nuove sfide per la coscienza della persona: queste sfide reclamano non solo una bioetica adeguata, ma anche una vera e reale organizzazione democratica delle società, nelle quali la democrazia non sia svilita a meccanismo procedurale e sia, invece, strumento per la protezione dell’uomo e condizione socio-politica in cui le persone umane possano progredire nella giustizia e nella pace.
La bioetica va sempre più assumendo una posizione rilevante nell’ambito della discussione teorica oltre che della prassi sociale contemporanea. Non si tratta solo di un dibattito tra esperti. La riflessione degli addetti ai lavori si intreccia con la cronaca quotidiana che propone, a ritmo incalzante, nuove vicende che richiamano l’attenzione pubblica su problemi inediti: problematiche che hanno a che vedere con la vita e la salute del singolo e della collettività, con particolare riferimento al rapporto medico-paziente (la cosiddetta “bioetica quotidiana”). Oggi con lo sviluppo vertiginoso della tecno-scienza in ambito biomedico (ove il polo teorico è inscindibilmente connesso al polo applicativo), tale questione si configura in modo sempre più ambivalente: da un lato, l’uomo è affascinato dai nuovi scenari che si dischiudono con le inedite possibilità di intervento nei confronti della natura; dall’altro lato, è consapevole che gli effetti di taluni interventi possono incidere sulla composizione più intima della realtà, provocando un’alterazione della stessa identità umana individuale e specifica, oltre che una modificazione irreversibile delle altre specie viventi animali e vegetali, con l’eventualità che ciò possa addirittura mettere in pericolo la sopravvivenza dell’umanità (presente e futura), della vita sulla terra e dell’ambiente in generale.”

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