La Misericordia come condizione essenziale per agire secondo lo stile evangelico

Un corpo è sano se tutte le sue membra svolgono organicamente la loro funzione. Se questa immagine, cara alla predicazione dell’apostolo Paolo, è valida per definire l’essere della Chiesa, non può non diventare paradigmatica per stabilire i criteri della sua prassi. La due-giorni, tenutasi il 17 e il 18 giugno scorsi presso l’Oasi Don Bosco, sulla strada Noto-Palazzolo, è valsa a far sperimentare ai partecipanti non solo la responsabilità organizzativa, ma principalmente la loro profeticità.  immediatamente connessa all’identità battesimale. Erano presenti, in primo luogo il Vescovo, i membri del Consiglio Pastorale Diocesano, i componenti del Consiglio Presbiterale e quelli del Coordinamento Pastorale Diocesano. Invece di fare una cronaca, il sottoscritto è più propenso a mettere in evidenza i risultati cui si è pervenuti, che lungi, dal rispecchiare solo l’aspetto organizzativo, hanno avuto il merito di approdare alla “sola cosa necessaria” di cui parla Gesù nel suo dialogo con Maria, la sorella di Marta. Il momento fondamentale che ha fatto da presupposto agli incontri è stata la riflessione dettata da Mons. Francesco Guccione, da cui è emerso che la misericordia, tema centrale del prossimo anno pastorale, è la condizione per instaurare e coltivare relazioni secondo lo stile evangelico. Il suo pensiero è stato motivato e rafforzato da racconti esperienziali che hanno richiamato l’agire di Gesù con i peccatori, nei confronti dei quali non ha mai espresso un giudizio di condanna, ma solo di accoglienza, di perdono e di risanamento. I rapporti fra i cristiani si devono improntare a questo stesso atteggiamento se vogliono essere credibili, per cui non ci si può discostare da questo stile, che rivela la grandezza della misericordia di Dio. A questo momento ha fatto seguito la presentazione del metodo di lavoro fatta da Don Rosario Gisana, vicario episcopale per la Pastorale, il quale si è soffermato sulla magnanimità di Dio come tema dominante del messaggio della prima lettera di Pietro. Questo attributo divino, che non riesce a rendere adeguatamente ai nostri occhi l’infinita grandezza del “cuore” di Dio, è alla base di ogni azione pastorale e di ogni programmazione, sopratutto in quest’anno, in cui il Vescovo vuole proporre alla nostra attenzione il messaggio della misericordia divina, pubblicando prossimamente la sua prima lettera pastorale. I lettori avranno la possibilità di riscontrare alcuni spunti di riflessione, leggendo una sintesi della relazione di Don Gisana a pagina 4 di questo numero. Questi temi hanno avuto ulteriore approfondimento nelle parole del Vescovo, che, richiamando il duplice aspetto della carismaticità e della ministerialità del popolo di Dio, ha ribadito l’importanza del servizio pastorale come declinazione delle proposte del Vangelo nella vita delle nostre comunità e di ogni persona. Ecco perché l’organizzazione delle attività non deve essere fine a se stessa, ma in funzione della trasmissione della parola di Dio nell’oggi della storia, dando motivazioni valide, tutt’altro che superficiali alle donne e agli uomini che incontriamo, accostandoci a loro e proponendo una parola di vita che non proviene da noi o dalle nostre intuizioni o dalle stesse attività, ma da Dio stesso. D’altronde, che senso avrebbe il nostro fare se non fosse sostanziato da questi principi? Dove approderebbero le nostre iniziative se non facessero trasparire un certo afflato soprannaturale? Le varie iniziative cui saremo invitati in questo prossimo anno pastorale hanno, pertanto, la funzione di mediare alcuni contenuti fondamentali, utili per fare cammino: mentre ci si atterrà al tema dell’educazione, che ci vedrà interessati in questo decennio, avremo modo di approfondire il mistero della divina misericordia, come invito ad addentrarci con più fiducia e responsabilità nel mistero della Chiesa e nella rivalutazione dei rapporti fra di noi. L’anno pastorale e l’anno liturgico, con tutte le loro attività e scadenze, sono infatti scuole di spiritualità e di incontro con il Signore, scuole di vita per riscoprire il senso delle relazioni e della nostra chiamata nella Chiesa e nella storia.  
           
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