Esprimere il volto della Chiesa nelle pieghe della storia

È iniziata con l’annuncio della prossima visita pastorale del Vescovo la Settimana Santa nella nostra diocesi. Sotto la guida vigilante ed esortante del nostro Pastore sarà una settimana segnata da forti momenti liturgici quali la S. Messa Crismale e tutto il triduo Pasquale. Proprio la Messa del Crisma è una celebrazione che vede tutta la comunità diocesana e tutto il clero radunati nello stesso luogo per il sacrificio eucaristico nel corso del quale si consacrano gli Olii e i presbiteri, riuniti attorno al loro Vescovo, rinnovano le promesse sacerdotali. “Nella Chiesa antica l’olio consacrato è stato considerato da sempre un segno della presenza dello Spirito Santo, che a partire da Cristo si comunica a noi, attraverso la mediazione dei segni sacramentali” ha ricordato il Vescovo all’inizio della sua Omelia. “Da questa liturgia, ogni presbitero ripartirà portando alla propria comunità gli oli di letizia che santificano, sostengono e confermano il cammino di quanti il Cristo (l’Unto) ha già reso e renderà “stirpe eletta, sacerdozio regale, nazione santa, popolo che Dio si è acquistato perché proclami le sue opere meravigliose” (2 Pt 2, 9)”.
Mons. Staglianò si è rivolto quindi alla Chiesa di Noto esortandola a contemplare attraverso l’ascolto della Parola la propria condizione di “popolo sacerdotale” che sosta con Gesù nella sinagoga di Nazaret per fissare su di lui il proprio sguardo (Lc 4,16-21) e riconoscere nell’incontro con i suoi occhi l’oggi della salvezza che si rende presente in ogni azione liturgica. “C’è un’urgenza”, continua il Vescovo, “che come Chiesa non può più essere disattesa… l’urgenza di adorare, cioè di entrare in quella dimensione del sacro, a tu per tu con il mistero, l’urgenza di avvertire e gustare nel nostro oggi ecclesiale la Sua presenza… l’urgenza di renderci presenti alla Sua presenza”. E ai presbiteri, con i quali ha avuto l’opportunità in tre anni di approfondire la “conoscenza nel Signore”, Mons. Staglianò rivolge parole di gratitudine per la loro preziosa collaborazione e li esorta a “servire con passione Cristo, affinché il Suo unico ed irrepetibile sacerdozio possa sempre vivere ed operare nella Chiesa intera e nella nostra porzione di Chiesa che è in Noto”. È lo Spirito che costituisce dispensatori di “parole di grazia. Siamo da Lui posseduti, l’unzione è un simbolo di questa stabile presa di possesso. Dall’unzione scaturisce la nostra missione: “mi ha mandato”, sì, ha mandato proprio noi per le vie del mondo a dissipare le tenebre dell’ignoranza e del dubbio”. La Messa Crismale si fa occasione anche per stimolare i fedeli a vivere la propria fede in maniera adulta e matura, nella consapevolezza della chiamata a vivere il sacerdozio comune che accomuna tutti, al sacerdozio di Cristo. Il mondo ha bisogno dei laici perché “esprimano il volto della Chiesa nelle pieghe della storia” e questo accadrà solo se “da una generica asserzione di fede si arriva ad una più profonda vita nello Spirito, se da una concezione cultuale-celebrativa del cristianesimo, si passa ad una vera e propria spiritualità del sacerdozio battesimale”. Infine il Vescovo ha ricordato l’impegno del pontefice nell’orizzonte dell’evangelizzazione per il quale è richiesto un “impegno di rinnovamento interiore” e ha ricordato le parole del Santo Padre Benedetto XVI nel “Motu proprio” dal titolo Porta fidei dello scorso 11 ottobre 2011: “La fede, infatti, cresce quando è vissuta come esperienza di un amore ricevuto e quando viene comunicata come esperienza di grazia e di gioia. Essa rende fecondi, perché allarga il cuore nella speranza e consente di offrire una testimonianza capace di generare: apre, infatti, il cuore e la mente di quanti ascoltano ad accogliere l’invito del Signore di aderire alla sua Parola per diventare suoi discepoli. I credenti, attesta sant’Agostino, “si fortificano credendo”»(n. 7)”.