Author:

Giornata del malato. Il Vescovo visita gli ospedali di Avola e Modica

Lo scorso 11 febbraio, memoria della Madonna di Lourdes e giornata di preghiera per i malati, il nostro Vescovo, Mons. Antonio Staglianò, si è recato in visita presso gli ospedali di Avola e di Modica, per la celebrazione della S. Messa e per visitare alcuni reparti, quale segno della prossimità della Chiesa verso i fratelli che vivono la prova della malattia.
In entrambe le visite, il Vescovo ha rimarcato come nella sofferenza del corpo, la persona malata sia intimamente associata al mistero della passione di Cristo. Dentro questa partecipazione alle sofferenze del Crocifisso – ha proseguito Mons. Staglianò – il malato sperimenta pure la consolazione dello Spirito e la sollecitudine dei fratelli. Il Vescovo ha concluso ricordando che ogni malato è un appello alla comunità credente che si impegna a prendersi cura di questi fratelli più deboli, perché non siano abbandonati nel loro dolore, ma sentano sempre presente la maternità della Chiesa, sacramento di Cristo, buon samaritano che cure le ferite del corpo e dell’anima.
Dopo la celebrazione della Messa, il Vescovo ha girato per i vari reparti, intrattenendosi con i pazienti e i loro familiari, pregando per le situazioni più delicate e donando a tutti una parola di affetto e di speranza.
 
 

Modica. Il Vescovo visita il Presepe della “Casa don Puglisi” e si intrattiene con mamme e bambini

 «Un capolavoro in un contesto di grazia» – questo in sintesi quanto ha detto Mons. Antonio Staglianò visitando il presepe della Casa don Puglisi di Modica, la sera del 2 febbraio, festa della presentazione di Gesù al tempio, dopo che al “Boccone del Povero” aveva celebrato il Giubileo diocesano dei religiosi e delle religiose. Il vescovo si è soffermato sorpreso e ammirato già alla Porta santa che immette nell’androne dal cielo stellato e riempito da centinaia di angioletti che subito rimandano alla grande esperienza dei bambini della città che hanno costruito le loro mattonelle d’argilla per poi ritrovarle dentro il grande manufatto comunitario del presepe. Mons. Staglianò ha seguito con attenzione il racconto del lavoro fatto con i bambini, ogni giorno per due mesi nella Casa tra i 40 e gli 80, che poi spesso hanno ritrovato le loro mattonelle e fatto da guida ai genitori (sono più di 5000 i visitatori al momento attuale e continue richieste hanno spinto a prorogare la visita al presepe fino a domenica 21 febbraio). Quindi si è passati a riascoltare il racconto sintonizzato con le luci con cui man mano il presepe si “accende” al comparire dell’angelo del silenzio, l’angelo della vita, l’angelo della musica, l’angelo dei sentimenti e, dopo l’attimo di buio che ricorda l’incapacità degli uomini di vivere in pace, il nuovo raggio di luce che raggiunge la cerchia di persone che rappresentano la natività e che è stato preparato dal Liceo artistico di Modica. E come è stato per i tanti visitatori, anche il vescovo è rimasto ammirato per la bellezza artistica ma anche per la grande dedizione, peraltro anche per il presepe di due anni fa che rappresenta i vari ambiti della vita accompagnati dalla presenza del Dio che si fa uno di noi e diventa la vera luce e dicendosi curioso di capire cosa accadrà a questo punto l’anno prossimo. Dopo il presepe vi è stato un intenso momento di amicizia con le mamme e i bambini della Casa, che spontaneamente si sono stretti attorno al vescovo mentre le mamme si sono commosse quando Mons. Staglianò ha ricordato la fortuna di vivere in una Casa come la don Puglisi, generata dalla grazia di Dio. Riprendendo Papa Francesco, ha ricordato quindi – mentre le mamme ascoltavano attente e i bambini incuriositi – come sia importante nella vita di ogni giorno saper dire “grazie”, “scusa”, “permesso”. Come in una casa non ci si limita a mangiare, ma si vive il banchetto ovvero un mangiare insieme in cui diventano importanti gli sguardi, le parole, le relazioni. Su questo ha invocato la benedizione del Signore. E ci si è congedati come uno di casa, non senza ricordare il carissimo Mons. Salvatore Nicolosi che – ha sottolineato ancora Mons. Staglianò – gli parlava soprattutto di tre cose: il Sinodo diocesano, la Casa don Puglisi, la Fondazione Madre Teresa di Calcutta.

Scicli. Veglia di preghiera della “fraternità di Romena” al SS. Salvatore

Il prossimo 2 febbraio, alle ore 20, nella parrocchia SS. Salvatore di Scicli (Villaggio Jungi), sarà celebrata una Veglia di preghiera della “fraternità di Romena”.
 La Fraternità di Romena è nata grazie all’intuizione di don Luigi Verdi, che ne è il responsabile.
In pochi anni la pieve di Romena, che era sporadicamente visitata da qualche gruppo di turisti e utilizzata dai pochi parrocchiani, è divenuta un luogo d’incontro per migliaia di viandanti in cammino verso una qualità di vita più autentica e verso un tessuto diverso di relazioni. La Romena vive grazie al contributo di tanti collaboratori che permettono di mandare avanti tutte le attività: i corsi, le veglie, gli incontri, le pubblicazioni.
Questo speciale evento non è ristretto solo ai confini parrocchiali, ma vuole coinvolgere l’intera comunità diocesana.
Il titolo della Veglia: “DIO CAMMINA A PIEDI”. Sarà un momento forte di preghiera coinvolgente. Il fondatore della Fraternità, sta girando per tutta Italia per fare conoscere questa realtà alle comunità cristiane. Siamo tutti invitati a partecipare.

Verso la conclusione il viaggio pastorale a Butembo-Beni

 Si avvia verso la conclusione il viaggio pastorale del nostro Vescovo Antonio e di una delegazione diocesana, nella Chiesa africana gemella di Butembo-Beni. I ritmi di questa visita sono stati veramente serrati, le fatiche non sono mancate, ma è stata più grande la gioia della comunione fraterna, che cementa sempre di più il gemellaggio tra le due Chiese.
Momento particolarmente intenso è stato quello delle Ordinazioni sacerdotali: “4 ore di liturgia per l’Ordinazione Sacerdotale – scrive Mons. Staglianò in uno dei suoi messaggi quotidiani dall’Africa – qui il popolo è partecipe attraverso il canto ed è come se si appropriasse del rito per questa via […] Butembo ha cinque nuovi preti. Come sapete i quattro che sono da noi ritorneranno a giugno nella propria diocesi e il vescovo Melchisedech ne manderà altri quattro. Il Signore benedica il nostro stare e vivere insieme come unico presbiterio unito al proprio vescovo, perché  le sue meraviglie nell’amore prendano sempre più corpo”.
Giornata memorabile è stata quella dell’inaugurazione del Centro Cardiologico “Pino Staglianò”, del quale il 10 gennaio 2010 è stata posta la prima pietra, il 14 luglio 2014 ha iniziato ad essere operativo e il 22 gennaio scorso è stato inaugurato ufficialmente. “È stato bello e soddisfacente – scrive il Vescovo – sentire alcuni dati del lavoro già svolto e che ha interessato persone che sono venute anche dall’estero. Il Signore sia lodato per le sue meraviglie! Qui lavorano i dottori e gli infermieri che si sono formati nel nostro territorio. Che gioia ho visto nei loro occhi, quando ho annunciato della possibilità concreta di dotare il Centro di una struttura di Emodinamica, grazie alla collaborazione del Policlinico Morgagni di Catania. Questa è un’opera di misericordia corporale, intellettuale e spirituale che aiuterà la risurrezione del corpo di mio fratello Pino e di tutti noi che siamo stati ‘servi inutili’ per realizzare e ancora portare avanti questo sogno di Dio!”
Con l’incontro a Beni per la Santa Messa e la visita alla fattoria “Nino Baglieri” a Bingo si conclude il viaggio in Congo: “Beni è il territorio più insicuro – leggiamo ancora nei messaggi di Mons. Staglianò – le persone spariscono, si uccidono, la situazione è molto precaria. Ho portato la nostra vicinanza e speriamo di far qualcosa di concreto in Italia per loro, per il processo di pace. Una schiera interminabile di bambini affolla le parrocchie che sono molto impegnate nella catechesi a tutte le età. La Santa Messa è commovente… tutti cantano e attraverso il canto vivono quella ‘actuosa partecipatio’ voluta dal Concilio. Sia benedetto il Signore per la loro fede”.
“La scuola di formazione agraria Nino Baglieri – sottolinea infine il Vescovo – è un fiore all’occhiello della Carità della nostra Chiesa locale. Grazie a don Salvatore Cerruto per il generoso impegno profuso negli anni di ministero nella nostra Chiesa gemella. Questa e tutte le altre opere realizzate a Butembo-Beni ci dicono che abbiamo fatto umilmente la volontà di Dio. Avanziamo ancora con ritmo per allargare maggiormente gli orizzonti di questo gemellaggio!”.

Notizie dal viaggio pastorale a Butembo-Beni

 Da domenica scorsa è iniziato il viaggio pastorale del nostro Vescovo Antonio e di una delegazione diocesana nella Chiesa gemella di Butembo-Beni, nella Repubblica democratica del Congo. Grazie ai quotidiani messaggi di Mons. Staglianò, che per posta elettronica ci arrivano fin da laggiù, possiamo seguire le tappe intense di questa Visita Pastorale, tanto voluta e desiderata da entrambe le Chiese gemelle.
“L’Africa è un mistero – scrive il Vescovo in uno di questi messaggi – sembra parlare interiormente a ciascuno, ha un suo grande fascino! La forbice di chi sta bene e di chi malissimo si vede a vista d’occhio e l’occhio vede che in troppi vivono in condizioni di miseria e pochissimi in situazioni di ricchezza. Qui il tema della povertà non è un ‘gioco di perle di vetro’, di chi dall’alto del proprio benessere si emoziona nel vedere per un attimo in televisione ragazzi denutriti e corpi martoriati dalle malattie. Qui, invece, è vissuto quotidiano di tanta gente, da farti sgorgare nel cuore l’interrogativo: ‘ma tu che ti diverti a giocare con le tue elemosine, pur necessarie e importanti per noi, ritieni di rimanere umano?’ Perché solo se restiamo e ci riscopriamo umani, sentiremo il bisogno di largheggiare nel nostro cuore e dilatare gli spazi dell’amore in gesti di solidarietà più vera”.
Un calendario fittissimo per il nostro Vescovo e per il gruppo che lo accompagna in questo “pellegrinaggio” in terra d’Africa: Goma, a seguire Butembo, dove Mons. Staglianò ha incontrato i consacrati. “Che splendore la vita consacrata qui a Butembo – scrive il Vescovo – sono nati diversi ordini religiosi maschili e femminili i cui membri – a centinaia – sono sparsi in tutti i continenti della terra. È però urgente attraversare e vincere il rischio della mondanizzazione che deriva dall’attaccamento alle cose e al denaro: qui viene fuori la bellezza e la profezia della verginità consacrata, del celibato e della fraternità comunitaria, insomma della comunione, come unico antidoto contro l’individualismo, contro una vita sacerdotale e religiosa più ‘professionale’ che ‘testimoniale'”.
Altri momenti significativi di questo viaggio sono stati l’inaugurazione di un laboratorio di informatica, frutto della generosità di un componente della delegazione diocesana, che ha così voluto onorare la memoria di un suo giovane nipote, morto di cancro dopo tante sofferenze. Poi, la dedicazione di una nuova parrocchia, dedicata alla Madonna di Guadalupe. “La mia gioia è stata grande nel vedere come questo popolo ha accolto festosamente la Vergine del Tepeiac! Negli occhi di tutti c’era una speranza viva, come l’attesa di qualcosa di finalmente nuovo che giunge a cambiare la vita. Sono sicuro che la venerazione di questa immagine e attraverso di essa, del mistero guadalupano, aiuterà questa gente a trovare vie per il riscatto sociale e nuove tappe di umanizzazione”.
Un momento forte e fecondo è stato l’incontro con il clero, “del quale – scrive ancora Mons. Staglianò – mi ha positivamente meravigliato il fatto che i 200 preti di Butembo vivono tutti in piccole comunità presbiterali! Che futuro! Che speranza per noi! Questi nostri fratelli ci precedono nel sogno che Dio ha per i presbiteri della Chiesa cattolica: preti che vivono insieme, si amino, fraternizzino, si sostengano, stiano con la gente, senza avere – come chiede Papa Francesco – “‘spazi privati’…”.
Il viaggio prosegue: Ordinazioni sacerdotali, inaugurazione del Centro Cardiologico “Pino Staglianò” e altro ancora… accompagniamo con la preghiera e la prossimità fraterna il Vescovo e i nostri fratelli!

Dal 17 al 26 gennaio, viaggio pastorale nella Diocesi gemella di Butembo-Beni

“Questo viaggio nella diocesi gemella di Butembo-Beni possiamo inscriverlo dentro la Visita Pastorale che sto facendo in diocesi, come occasione per rafforzare la comunione e la sinergia pastorale tra le due chiese gemelle”. Con queste parole il nostro Vescovo, Mons. Antonio Staglianò, ha dato il tono all’imminente viaggio nella Chiesa congolese gemella, che quest’anno sarà coronato dall’inaugurazione ufficiale del Centro Cardiologico “Pino Staglianò”, operativo già dal 14 luglio 2014.

“Dal 17 al 26 gennaio avrò la gioia di inaugurare il Centro Cardiologico – ha dichiarato ancora il Vescovo – mentre presenteremo un progetto di ampliamento della struttura, che prevede stanze più appartate, uno spazio cucina più ampio per le famiglie e uno spazio dedicato alla farmacia”. La Visita Pastorale a Butembo-beni prevede un ricco calendario: oltre all’inaugurazione della clinica, il Vescovo parteciperà al rito di Ordinazione di alcuni sacerdoti, incontrerà il clero, diverse parrocchie e i giornalisti. Un altro momento importante sarà l’inaugurazione di una parrocchia dedicata alla Madonna di Guadalupe, così cara a Mons. Staglianò.

Infine il Vescovo ha annunciato che sarà presto avviata una collaborazione tra il Centro Cardiologico e il Policlinico Morgagni di Catania, un “dono della provvidenza – ha affermato Mons. Staglianò -una sinergia tra questi due poli sanitari che apre prospettive future di largo respiro, con la possibilità di uno scambio formativo per il personale medico di entrambi i centri e con la realizzazione di un reparto di Emodinamica presso il Centro P. Staglianò, che lo renderebbe ancora più fiore all’occhiello della sanità congolese” .
 

Nel secondo anniversario della nascita al cielo di Mons. Nicolosi

 La celebrazione della festa del Battesimo del Signore è coincisa quest’anno con il secondo anniversario del pio transito di Mons. Salvatore Nicolosi, Padre conciliare e Vescovo di questa nostra Chiesa locale per ben 28 anni.
“La morte è una benedizione – ha detto il nostro Vescovo Antonio nel corso dell’omelia, facendo riferimento, anche, al Vescovo Nicolosi – perché possiamo contemplare Dio faccia a faccia”.
Se, infatti, il volto di Dio “non splende in noi – ha aggiunto Mons. Staglianò -, siamo dei cadaveri, anche se camminiamo”. Il compiacimento di Dio per il Figlio – “in te mi sono compiaciuto”- riguarda anche noi, perché, ha detto il Vescovo, “Dio confida in ogni uomo in quanto destinato a imitare ciò che il Figlio ci ha insegnato”.
Gesù è nato “al freddo e al gelo” non per commuoverci, ma perché ogni uomo, ha aggiunto Mons. Staglianò, si impegni a “non far nascere nessun essere umano come è nato Gesù”. Da qui il nostro impegno a dare corpo alla carità, con gesti fattivi e concreti di solidarietà.
È un impegno che deve coinvolgere non soltanto i singoli fedeli, ma tutta la comunità, in un’azione che deve vedere insieme fedeli e pastori. “Mons. Nicolosi – ha chiarito il nostro Vescovo – ci chiede dal Cielo un impegno molto più consistente di una Santa Messa celebrata in suo suffragio, una volta l’anno!”. Vuole che questa Chiesa diocesana “possa, con maggiore consapevolezza, camminare sulla scia del Concilio Vaticano II e sugli insegnamenti del secondo Sinodo diocesano fortemente voluto dal compianto Vescovo”.
Perché, allora, “si possa dare vita a ciò che ha costituito l’esistenza stessa di Mons. Nicolosi – ha detto il Vescovo Antonio – mettiamo in programma di rivivere quest’anno le due opere che hanno segnato il suo ministero episcopale: il secondo Sinodo diocesano, per intraprendere un cammino nuovo, per un nuovo futuro e il gemellaggio con la Chiesa africana di Butembo-Beni”.
A tal proposito Mons. Staglianò, ha annunciato che dal prossimo 17 gennaio si recherà in Visita Pastorale nella Chiesa gemella di Butembo per rinsaldare i vincoli di comunione, suggellati dal Vescovo Nicolosi, alla presenza di tutti i vescovi di Sicilia e dell’allora Vescovo di Butembo-Beni, Kataliko, nell’aprile del 1988, in occasione del 25mo anniversario di Episcopato.

A Pozzallo l’annuale convegno di studi su Giorgio La Pira

Dal 7 al 9 gennaio 2016, in occasione dell’anniversario della nascita di Giorgio La Pira, si terrà a Pozzallo il Convegno dal titolo: “Cultura, pace e solidarietà. I popoli mediterranei per l’edificazione di una nuova storia dell’Europa e del mondo”.
L’evento è stato organizzato dalla Diocesi di Noto, dal Vicariato di Pozzallo, dalla Parrocchia Madonna del Rosario, in compartecipazione con i Comuni di Pozzallo e Firenze.
A curare l’organizzazione delle tre giornate l’Associazione per la gioventù “Giorgio La Pira” di Pozzallo.
La Caritas Diocesana di Noto animerà la veglia di preghiera per la pace di giorno 8 gennaio.
L’idea di fondo dell’iniziativa è questa: partendo dal pensiero di Giorgio La Pira, lanciare da Pozzallo la proposta di un’Europa dei popoli e non solo dell’economia, un’Europa di solidarietà che guardi al Mediterraneo.
Slogan dell’iniziativa è Il cuore dell’Europa batte nel Mediterraneo.
Scriveva Giorgio La Pira: “Questa ‘civiltà mediterranea’ poggia, per così dire, su tre fondamenti di roccia che la storia nuova, i secoli e le generazioni non potranno corrodere: sono, infatti, tre incontestabili fondamenti della storia totale degli uomini e dei popoli. Su questi fondamenti sono iscritti tre nomi: quello di Gerusalemme (il senso della storia); quello di Atene (il metodo logico e scientifico e la bellezza e la contemplazione artistica); quello di Roma (l’organizzazione scientifica e tecnica, per tutte le genti, del diritto e della politica). Vista la luce di questa triplice proiezione, la storia odierna (con i grandi problemi che essa pone) vivissimamente si illumina”.
Il Mediterraneo ed il suo patrimonio di civiltà possono avere ancora un ruolo e un compito preciso da assolvere: è giunto il momento che l’Europa volga lo sguardo al “Lago di Tiberiade” dal quale potrebbe venire una risposta all’attuale crisi culturale, sociale ed economica. 
Desideriamo lanciare da Pozzallo un messaggio di speranza, un’iniziativa che tenda alla riaffermazione dell’identità culturale, valorizzando le grandi possibilità di sviluppo economico su cui fondare una pace e una sicurezza durature tra i popoli del Mediterraneo.
All’evento parteciperanno il Vescovo di Noto, Mons. Antonio Staglianò e rappresentanti istituzionali italiani e alcuni provenienti da Grecia e Spagna: Maria Savrami, responsabile dei musei epigrafico e numismatico di Atene; dalla Catalogna, Silvia Rodriguez, assessore alla cooperazione della città di Granollers; il sindaco di Palermo Leoluca Orlando; Fabrizio Ricci, presidente della Commissione Ambiente del Consiglio Comunale di Firenze. Lisa Clark rappresenterà di Mayor for Peace.
Saranno tenute relazioni sul pensiero politico, sociale ed economico di Giorgio La Pira dal professor Giuseppe Speciale, ordinario di Diritto medievale e moderno dell’Università degli Studi di Catania; dal professor Sebastiano Nerozzi, docente di Storia del pensiero economico ed Economia internazionale dell’Università degli Studi di Palermo. Una relazione sarà tenuta da Kheit Abdelhafid, presidente della Comunità Islamica di Sicilia e membro del Direttivo U.Co.I.I.
Per il mondo dell’informazione parteciperanno Vincenzo Grienti, giornalista Tv 2000 e saggista e il giornalista Angelo Dinatale.
 
La tre giorni si aprirà il 7 gennaio alle ore 10 presso lo Spazio Cultura Meno Assenza. Giorno 8 gennaio alla 19,30 muoverà da Piazza Municipio la Marcia per la fratellanza e l’amicizia dei popoli, promossa dall’Associazione per la gioventù Giorgio La Pira. La marcia attraverserà le vie cittadine e si concluderà nella Chiesa di San Paolo dove si terrà una veglia di preghiera per la pace curata dalla Caritas della Diocesi di Noto.
Alla veglia parteciperanno Don Paolo Catinello, Assistente Caritas e direttore Migrantes della Diocesi di Noto; Francesco Sciotto Pastore valdese chiesa metodista Scicli; Redouane El Khadiri, Imam di Ragusa. In collegamento dalla Palestina Fr. Firas Aridah Parroco di Jfna.
A conclusione della veglia alle delegazioni ospiti e ai relatori sarà consegnata dalla Caritas Diocesana di Noto La lampada per la pace in Terra Santa.
Il 7 gennaio alle ore 21, a conclusione dei lavori della giornata, è previsto il recital La sposa d’Occidente, inquiete memorie lungo le vie del mare nostrum.
La tre giorni si concluderà il 9 gennaio con la Celebrazione Eucaristica presieduta dal Vescovo di Noto, Mons. Antonio Staglianò.
 
Il programma completo su www.assoiciazioneperlagioventùgiorgiolapira.org
 

Noto. Inaugurazione comunità incontro “C. Paradiso”

Martedì scorso, 22 dicembre, il Vescovo, Mons. Antonio Staglianò, ha tagliato il nastro dei locali della Fondazione del Centro “C. Paradiso” di Noto, della Comunità Incontro di D. Pierino Gelmini, ristrutturati secondo le più recenti prescrizioni normative. Attorno al Vescovo si sono riuniti gli ospiti del Centro, il Sindaco della Città, Corrado Bonfanti, i tecnici che assicurano la loro consulenza per le varie esigenze della struttura, tra i quali il Dr. Andrea Mingo, agronomo,il Sig. Francesco  Caristia, nonché  un folto numero di amici e sostenitori. Ha fatto gli onori di casa Mons. Angelo Giurdanella, Vicario Generale e assistente spirituale della Struttura. Prima di procedere al rito della benedizione, Mons. Vescovo ha voluto sottolineare come la protezione venga invocata per le persone che sono chiamate a vivere ed operare nei locali appositamente approntati dal lavoro e dalla fatica dell’uomo. Nessun rito magico, quanto piuttosto la richiesta di una larga benedizione di tutte le attività- recupero umano e sociale dei giovani ospitati, coltivazione e trasformazione dei prodotti della terra lavorati per il sostentamento dell’opera ed altre ancora – che si svolgono in una delle più belle e suggestive, anche dal punto di vista paesaggistico, proprietà della Diocesi messa a disposizione di tanti giovani cui, nel tempo,  è stata offerta l’opportunità di recuperare il senso della vita che avevano smarrito e che li ha portati all’illusione di colmare i vuoti esistenziali ricorrendo all’alcool,  alle droghe, alle pasticche, alla ricerca di paradisi artificiali. Un momento particolarmente benedetto questo che sta attraversando la nostra Chiesa locale che, sotto la spinta propulsiva del suo Pastore e con la generosa collaborazione di tanti volontari, vede ogni giorno sorgere una nuova opera a tutto vantaggio di chi fa fatica a camminare. E’ stato il Vicario generale a narrare le tante vicissitudini che hanno contraddistinto il cammino della Comunità incontro che si avvia a celebrare i trent’anni dalla fondazione. Era il lontano 27 aprile del 1985, ha raccontato Don Angelo, quando a seguito del decesso di un giovane di Noto – Corrado Paradiso- i suoi amici fecero trovare nei pressi della Cattedrale una lettera con la quale chiedevano aiuto alla nostra Chiesa.  Fu l’intuizione del Vescovo di allora, S.E.mons. Salvatore Nicolosi di v.m. che, sollecitato dalla morte per droga del giovane netino , volle dare una risposta concreta ad un fenomeno che rapidamente assumeva proporzioni devastanti anche nel nostro territorio. Interpellò allo scopo don Pierino Gelmini, fondatore della Comunità Incontro, che già da anni portava avanti proficuamente l’esperienza in Italia e all’Estero, il quale accolse prontamente l’invito e diede vita al Centro di Noto, inviando subito dopo, nel gennaio 1986, i primi sette ragazzi. Durante questi anni, la Comunità è stata punto di riferimento per tante famiglie e giovani che vivevano il dramma della solitudine, della disperazione a motivo della droga; inoltre, essa ha rappresentato un chiaro messaggio di vita e di speranza, perché, come diceva don Pierino, non ci sono persone irrecuperabili; solo l’amore permette di rinascere, di ripartire, di dare nuovo slancio alla vita.

Mons. Staglianò incontra un detenuto al Carcere di Ragusa

 “Ero in carcere e siete venuti a trovarmi” (Mt 25,36). Nell’Anno Santo dedicato alla misericordia, queste parole del Vangelo di Matteo ci ricordano la centralità della carità nella vita cristiana. Saremo giudicati sull’amore. Gesù ci mostra molti modi di esercitare la carità fraterna. Uno di questi è la sollecitudine verso i fratelli che vivono l’esperienza dolorosa del carcere. Visitare i carcerati è una delle sette opere di misericordia corporale che la Chiesa ci invita a compiere in questo Anno Giubilare, sapendo – come ci dice il Signore – che “ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Mt 25,40).
Il nostro Vescovo, Mons. Antonio Staglianò, ha dato inizio a questo grande Giubileo della misericordia, in maniera molto concreta, recandosi ieri, 16 dicembre, al Carcere di Ragusa per visitare un detenuto a lui molto caro, per portargli un messaggio di fiducia e di speranza, per incoraggiarlo nella fatica di una vita provata che tuttavia attende redenzione e piena reintegrazione.
“Ieri sono stato al Carcere di Ragusa – ha dichiarato Mons. Staglianò – per far visita a Fabio di Filippo, un detenuto di Pozzallo, ora uomo redento dentro, ma che dovrà scontare giustamente la sua pena, secondo la legge. L’incontro è stato commovente. Alla fine abbiamo pregato insieme e abbiamo percepito quanta grazia sta già passando con quest’Anno della misericordia”.
Il nostro Vescovo ha così dato corpo alle esigenze della carità cristiana, che ci spinge ad uscire dalle nostre chiusure, a condividere le vicende degli uomini, ad essere segno e strumento della misericordia di Dio, con gesti fattivi. “Le opere di misericordia corporale – ha rimarcato Mons. Staglianò – sono una benedizione di Dio, non solo per chi le riceve, ma soprattutto per chi le fa e le vive con amore. Certo con una “coscienza retta”, non puntando all’esibizionismo o alla reputazione (a quello che gli altri diranno di noi), ma allo “sguardo di Dio” su di noi e sul nostro agire”.
Dopo l’incontro con Fabio, il Vescovo ha avuto modo di intrattenersi con il Cappellano e con alcuni del personale del Carcere, facendo dono di un’immagine di Nostra Signora di Guadalupe, a lui molto cara e raccontando la straordinaria vicenda della “tilma” in cui prodigiosamente si è impressa l’immagine della Vergine. Un altro momento forte e significativo di “evangelizzazione itinerante”, di una Chiesa che “esce” e si fa compagna del cammino di ogni uomo.
Dopo la visita di ieri, Mons. Staglianò ha in programma di visitare, mercoledì 23 dicembre, il Carcere di Noto. Sono davvero queste le “Porte Sante” da attraversare, occasioni privilegiate per toccare con mano la “carne” dei fratelli, che è carne di Cristo.