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Altri 45 immigrati morti nel Mediterraneo, nelle vicinanze di Pozzallo

Non c’erano parole mentre si accoglievano, lo scorso 1° luglio, i corpi di quarantacinque immigrati, morti quasi sicuramente per asfissia durante un viaggio caratterizzato – secondo le testimonianze dei superstiti – da tanta violenza. Sono morti che si sommano a quelli di Sampieri, di Lampedusa, di tanti altri luoghi del Mediterraneo. E, insieme ai morti, ci sono i vivi, i tanti che stanno sbarcando sulle nostre coste, i bambini e ragazzi “non accompagnati” perché non hanno con loro i genitori … Che fare di fronte a questi drammi? La scelta della nostra Chiesa di Noto è stata, ed è, quella di “non passare oltre”, anzitutto interrogandosi davanti al Signore per meglio maturare un amore fattivo e lungimirante. Per questo sabato 5 luglio a Pozzallo ci si è riuniti, prima insieme a tutti in una fiaccolata silenziosa, quindi come comunità dei discepoli del Signore in una veglia penitenziale: per meglio capire cosa lo Spirito ci vuole dire con quello che può ben definirsi ormai un “segno dei tempi”; quindi, per chiedere perdono delle nostre omissioni e dei nostri pensieri mondani e per invocare la pace. È stato ed è, questo momento forte e molto partecipato di sosta, la proposta di una collocazione nel dramma dell’immigrazione in modo partecipe e attento alla chiamata di Dio. La Bibbia, infatti, ci aiuta a leggere nella storia le grandi trasformazioni entro un disegno più grande che avrà la sua conclusione nel giudizio di Dio, che chiamerà a far parte del suo Regno tutti coloro che hanno accolto i poveri e gli esuli. La Bibbia ci aiuta a capire che nelle grandi trasformazioni la chiamata per tutti è all’esodo dalla terra della schiavitù alla terra della vera libertà: esodo di chi fugge dalla miseria e dalla guerra; ma anche esodo nostro dal benessere non condiviso all’accoglienza che ci fa riscoprire fratelli. Esodo che ci impegna a precise conseguenze nello stile di vita e nel sollecitare la politica perché – è il messaggio parte dalla città che ha dato i natali a Giorgio La Pira! – sia una politica capace di guardare lontano e di ripensarci alla luce dei principi costituzionali, che sanciscono diritti e doveri, reclamano uguaglianza sostanziale, impegnano alla pace. La Pira pensava il Mediterraneo come nuovo lago di Tiberiade: questa diventa la cifra che ci consegniamo gli uni gli altri per capire a quali passi siamo chiamati in questo tornante della storia. Nell’impegno che deve continuare anche in estate; un’estate in cui, alla gioia e al riposo, dovranno sapersi intrecciare la cura di quella prontezza e riflessione che aiuta a maturare una risposta evangelica al dato, ormai strutturale, degli sbarchi degli immigrati. Convertendoci … e credendo al Vangelo!

Pozzallo. Fiaccolata e Veglia penitenziale: “nel dramma degli immigrati la visita di Dio”

 Significativa la risposta che la comunità diocesana di Noto ha saputo dare, sabato scorso 5 luglio, all’iniziativa della fiaccolata silenziosa e della successiva veglia penitenziale a Pozzallo, per ricordare i 45 immigrati che hanno perso la vita nella traversata del Mediterraneo, per giungere sulle nostre coste. Oltre duemila persone hanno preso parte a questo momento di preghiera per la Chiesa locale, come espressione di prossimità e solidarietà al dramma che si è consumato nei giorni scorsi, quando al molo del porto di Pozzallo, sono giunti, senza vita, i corpi straziati di questi nostri fratelli. Dal lungomare Raganzino, che guarda al porto e al Mar Meditarraneo, quasi ad abbracciare idealmente la vicina Africa, ha preso il via la fiaccolata che si è snodata lungo il Corso di Pozzallo, in un clima di silenzio e di riflessione.
 
La Diocesi è stata presente con il Vicario Generale Mons. Angelo Giurdanella, con la Caritas, con numerosi presbiteri e diaconi, con le comunità religiose, parrocchiali, con il Seminario e le associazioni laicali. Presenti anche i Sindaci di alcuni comuni della Diocesi e della provincia di Ragusa e diversi volontari che in questo periodo si prodigano per l’accoglienza degli immigrati a Pozzallo e nei centri vicini. Anche loro, questi nostri fratelli, ospiti dei centri di accoglienza, hanno preso parte alla veglia, tutti insieme, uniti al di là del colore della pelle, per non dimenticare, per un rinnovato impegno di pace e di giustizia.
 
“Nell’incessante flusso migratorio di questi anni – ha affermato il Vicario generale Mons. Giurdanella, che ha presieduto la veglia – il nostro mare è divenuto luogo di morte per tanti nostri fratelli, che hanno visto affondare le loro speranze, infrante come onde, sugli scogli dell’egoismo e dello sfruttamento umano”. Mons. Giurdanella ha esortato i presenti ad invocare il perdono di Dio perché “abbiamo dimenticato che tutti siamo figli e fratelli e che alla fine saremo giudicati sull’amore concreto verso il nostro prossimo”. Il Vangelo proclamato durante la preghiera è stato più che mai attuale e puntuale: “Ero forestiero e mi avete ospitato”. Nella morte di questi uomini si può avvertire la visita di Dio, un segno dei tempi, un monito alla conversione, per vedere il povero e il bisognoso con gli occhi di Dio, per amare con il suo cuore.
 
“Chi approda sulle nostre coste – ha proseguito il Vicario generale – è nostro prossimo, che porta il nome di Dio, il suo volto. Il povero che incrocia la mia strada è un appello alla fraternità, all’accoglienza, alla solidarietà. Dio – ha concluso Mons. Giurdanella – vuole vederci uniti, insieme, sua famiglia in un mondo più giusto e fraterno”. Il Vicario generale ha pure portato il saluto del nostro Vescovo Mons. Staglianò (fuori sede per le precarie condizioni di salute del padre) che ha espresso la sua vicinanza spirituale e il profondo cordoglio per le vittime degli sbarchi, assicurando la sua preghiera. Infine, dopo la preghiera litanica, con l’invocazione del perdono di Dio per ripensare personalmente e comunitariamente passi di vita nuova, è stato invocato il dono della pace per l’intercessione di Maria. Pace che è dono del Signore, che gli uomini di buona volontà sono chiamati a proteggere e custodire.
 
 
 

I corpi degli immigrati accolti a Pozzallo. “Quei morti sono nostri fratelli!”

Nella banchina del molo di Pozzallo, dove nel pomeriggio e nella serata del 1° luglio sono stati accolti gli immigrati drammaticamente morti nel barcone di appena venti metri che trasportava seicento persone, c’era molta commozione. Soprattutto quando lo sguardo si posava sulle difficili operazioni di recupero dei corpi, quando qualcuno diceva che c’erano anche bambini, quando si intravedeva lo stato dei cadaveri o si raccontava delle testimonianze dei superstiti, delle violenze da loro subite … Ad accogliere i corpi degli immigrati c’erano uomini delle istituzioni (Prefettura, Procura, Questura, Comune), le Forze dell’ordine, la Protezione civile, il personale medico, la Chiesa di Noto (rappresentata da don Michele Iacono, che ha benedetto le salme, e dalla Caritas diocesana, in costante contatto con il Vescovo e il Vicario generale), l’Iman (che anche lui ha innalzato una preghiera all’Altissimo), Medici senza frontiere, Libera. C’era soprattutto grande dolore! Che la gente semplice ha interpretato con il gesto più umano: il pianto! E veniva da pensare che quei morti, i cui familiari non sappiamo dove siano, con la loro muta presenza ci hanno ricordato che – prima e oltre la famiglia “naturale” – c’è la comune famiglia umana. E quando arrivavano telefonate con la preoccupazione di meglio accogliere i “minori non accompagnati” per cui le parrocchie di Pozzallo hanno messo a disposizione dei locali, veniva da pensare che la famiglia umana è vera solo se nessuno resta “non accompagnato”. E allora, ci si diceva: i morti reclamano giustizia, i vivi solidarietà! Per questo – osservava un giovane – non si tratta di fare questo o quest’altro, ma di diventare umanità diversa da come siamo diventati, con il nostro egoismo, con la nostra distrazione e insensibilità. C’è un mondo da cambiare, e ognuno può farlo a partire da se stesso. C’è un Europa da rendere sensibile, e auspichiamo che il semestre italiano diventi attenzione al Mediterraneo e al movimento di popoli. Esso può restare un evento distante, con il fastidio di migliaia di morti e decine di migliaia di arrivi, o può essere letto come un esodo in cui tutti quanti avvertiamo la chiamata ad uscire dall’Egitto dell’egoismo per entrare nella terra promessa di un’umanità solidale. Ed è stato spontaneo pensare che come Chiesa di Noto esprimeremo sabato sera un segno a Pozzallo con una fiaccolata (alle 21) ed una veglia che sarà presieduta dal Vicario generale alle 21,30 in chiesa madre: sarà anche un momento penitenziale, per chiedere perdono di quanto non abbiamo fatto per rendere più umano il mondo; sarà un momento di ascolto del Signore per cogliere le “cose del Padre” – nascoste ai sapienti e ai dotti – ma rivelate ai piccoli, alla gente semplice da cui impariamo a vivere questi momenti con pietà e con desiderio di maggiore impegno per la giustizia, l’accoglienza, la pace.

Noto. Dal 21 al 22 Giugno alcune iniziative per il Centenario di nascita del Servo di Dio Guglielmo Giaquinta

 Il Movimento Pro Sanctitate della Nazione italiana, con alcune delegazioni internazionali, si appresta a vivere il prossimo 21 e 22 giugno un Evento, Raduno e Pellegrinaggio a Noto, città natale del Servo di Dio Guglielmo Giaquinta, fondatore della realtà ecclesiale Pro Sanctitate, di cui in questo anno 2014 ricorre il centenario della nascita. Tra gli eventi celebrativi e culturali organizzati in diverse parti d’Italia desideriamo ricordare in particolare l’Oratorio Sacro Un Sogno nel Cuore, Santi e Fratelli nel Mondo, ispirato a testi e personalità di Guglielmo Giaquinta, che si svolgerà a Roma il 10 maggio 2014 a Palazzo della Cancelleria.
 
Nella Città di Noto, la memoria del Servo di Dio verrà in particolare celebrata nel mese in cui ricorre l’anniversario della sua nascita, e il Raduno – Pellegrinaggio nella sua città natale, patrocinato dalla Diocesi e dal Comune di Noto, sarà una gioiosa occasione di incontro e di festa a cui tutta la cittadinanza è invitata a partecipare. Nella giornata di sabato 21 giugno , il primo saluto e appuntamento del Raduno sarà in Cattedrale, alle ore 16.00, con La vita si racconta … immagini, musiche, testimonianze, un incontro a più voci e linguaggi in cui si ripercorreranno i momenti salienti della vita di Giaquinta in un clima di preghiera e riflessione.
 
Seguirà alle ore 21.00 uno Spettacolo in musica e poesia sulla scalinata della Cattedrale a cui parteciperanno diversi artisti locali e stranieri che si alternano nelle esibizioni, ispirate a temi cari alla personalità di Giaquinta, soprattutto l’amore e la fraternità universali. In conclusione di serata avverrà anche la premiazione del Concorso Scuola. Tutti santi tutti fratelli che è stato indetto per l’anno Centenario.
 
Domenica 22 giugno la giornata avrà il suo momento centrale alle ore 10.00 nella Concelebrazione Eucaristica in Cattedrale, seguita poi da un percorso di Pellegrinaggio fino alla casa natale del Servo di Dio. Camminare per rendere visibile la fede, per testimoniare gratitudine, per coinvolgere la città nella memoria di un suo concittadino che ha lasciato tanti segni di ricchezza interiore e ardore apostolico e sociale.
 

Noto. Dal 20 al 21 Giugno allo studio la nuova Programmazione Pastorale per la Diocesi

Venerdi 20 e Sabato 21 Giugno presso il Santuario della Madonna della Scala di Noto si riuniranno il Consiglio Pastorale Diocesano, il Consiglio Presbiterale e il CO.PA.DI per un incontro di riflessione e programmazione sul Progetto Pastorale della Diocesi.

 
 
L’incontro prevede, dopo una verifica della pastorale del triennio appena trascorso, dedicato al tema della misericordia di Dio, un confronto per la programmazione del nuovo ambito pastorale e delle attività connesse per lo svolgimento del nuovo triennio. Verranno formulate proposte per il convegno d’inizio anno pastorale ed infine verrà fatta la stesura del Calendario diocesano 2014/2015.
 
La riunione sarà importante momento di condivisione, di presentazione e di coordinamento delle attività degli uffici pastorali diocesani per l’avvio del prossimo anno pastorale. Ognuno sarà chiamato a vivere da protagonista dentro le periferie esistenziali della nostra Chiesa locale.
 

Nasce la Onlus dedicata a Don Giovanni Botterelli

 Il primo dicembre del 2012, dopo la dura prova della malattia che ha minato il suo corpo, ma non la sua fede, concludeva il suo pellegrinaggio terreno Don Giovanni Botterelli, indimenticato parroco di Santa Maria di Portosalvo in Pozzallo, un sacerdote buono e semplice, da tutti amato e oggi ricordato con immutato affetto.
A distanza di poco più di un anno da quel giorno di dolente distacco affettivo, un gruppo di amici, insieme con Antonio, il fratello di don Giovanni, decide di costituire un’associazione benefica per non disperdere i semi della carità operante, che Padre Giovanni aveva saputo far germogliare nella comunità pozzallese: è nata così l’Onlus “Padre Giovanni Botterelli”.
Sulle orme di Padre Giovanni, si è voluto andare aldilà del semplice ricordo, attingendo alla sua opera di umile servo di Dio. Finalità primaria dell’Onlus sarà la realizzazione di una struttura specializzata, che sia luogo di rifugio, sostegno e conforto, in cui troveranno accoglienza e aiuti concreti donne e bambini immigrati e non, famiglie indigenti e bisognose.
Ricordando la malattia di Padre Giovanni, quale momento sì di sofferenza ma anche di condivisione della Croce di Gesù, l’associazione intende sostenere la ricerca scientifica per la cura dei tumori, collegandosi con Centri di Ricerca, al fine di permettere ai malati indigenti l’accesso a cure mediche e l’acquisto di farmaci.
L’auspicio è di riuscire a superare egoismi, barriere e pregiudizi, impegnandosi attivamente affinché sia continuata l’opera carità sociale vissuta da Padre Giovanni con quella bontà disarmante che ispira e guida la schiera dei pastori, innamorati di Dio e perciò consacrati all’abbraccio fraterno della condivisione per alleviare i dolori e le ferite del prossimo.
 

Staglianò il 7 giugno a Pergusa incontra la Commissione Regionale per la Cultura e le Comunicazioni Sociali. Tema: “Religiosità popolare e cultura in Sicilia”

Mons. Antonio Staglianò, lo scorso 7 giugno, alle ore 10, a Pergusa, presso l’Hotel Riviera, ha convocato la Commissione Regionale per la Cultura e le Comunicazioni Sociali. I direttori degli uffici diocesani, sotto il coordinamento del direttore regionale, don Giuseppe Rabita e del segretario don Rosario Sultana, si sono incontrati dopo una riflessione che si è tenuta nello scorso incontro di sabato 15 marzo a Pergusa su “Cultura cristiana e pietà popolare in Sicilia”. In quell’occasione la Commissione, – come riferito dal direttore regionale – ha ascoltato una riflessione sulla pietà popolare guidati da Mons. Liborio Palmeri, il quale ha mostrato i tentativi, in parte riusciti, di riportare ad una dimensione più accettabile la processione dei Misteri di Trapani.
 
All’ordine del giorno del 7 giugno, dopo la preghiera e l’introduzione di Mons. Staglianò, delegato CESi, la riflessione di Mons. Rino La Delfa, Preside della Facoltà teologica di Sicilia su “Religiosità popolare e cultura in Sicilia”; a seuguire sono stati illustrati i dettagli relativi al corso di Media Education, dalla prof.ssa Gianna Cappello, docente presso la Facoltà di Scienze della formazione all’Università di Palermo, la quale ha presentato la proposta di una Scuola di Media Education riservata alle nostre Diocesi siciliane per favorire l’apprendimento e l’uso dei social network e delle nuove piattaforme telematiche come luogo teologico e ambiente di vita da abitare per promuovere una nuova evangelizzazione.
 
Mons. La Delfa nella sua relazione ha detto che il soggetto della pietà popolare è la Chiesa stessa, nell’accezione di “Popolo di Dio”, infatti nella Evangelii Gaudium di Papa Francesco si legge: “ciascuna porzione del Popolo di Dio, traducendo nella propria vita il dono di Dio secondo il proprio genio, offre testimonianza alla fede ricevuta e la arricchisce con nuove espressioni che sono eloquenti. Si può dire – afferma il Papa – che “il popolo evangelizza continuamente se stesso”. Qui riveste importanza la pietà popolare, autentica espressione dell’azione missionaria spontanea del popolo di Dio. Il documento di Papa Francesco – ha sottolineato Mons. La Delfa – mette in correlazione diretta evangelizzazione e inculturazione, e specifica che la trasmissione della fede non può fare a meno della sua veste culturale, la quale appartiene a un popolo, che con essa compie la propria azione missionaria, sotto l’impulso dello Spirito.
 
E’ stato messo in luce come lo stesso Papa Francesco nella Evangelii Gaudium ha detto chiaramente che “le espressioni della pietà popolare hanno molto da insegnarci e, per chi è in grado di leggerle, sono un luogo teologico a cui dobbiamo prestare attenzione, particolarmente nel momento in cui pensiamo alla nuova evangelizzazione” (n.126). Mons. La Delfa commendando il documento magisteriale del Papa ha evidenziato ai presenti come il testo suggerisce l’autonomia della pietà popolare rispetto alla volontà di intervento estrinseco. Si invita a leggere – secondo La Delfa – il locus theologicus e a non manipolarlo. Questa convinzione nel testo – fa notare La Delfa – è rafforzata da una specifica esortazione del Papa: “Non coartiamo né pretendiamo di controllare questa forza missionaria!” (n. 124). Mons. Staglianò a conclusione dell’incontro ha rilevato che nella prassi pastorale non è sempre facile o possibile lasciare, senza un discernimento oculato, una pietà popolare che presenta atteggiamenti o scelte non pienamente evangeliche che vanno pertanto meglio orientate. ROSARIO SULTANA

Premio della cultura “Salvatore Zuppardo” conferito a Mons. Staglianò

 Lo scorso 7 giugno, a Gela, Il nostro Vescovo, Mons. Antonio Staglianò, è stato insignito del premio della cultura la “Gorgone d’Oro”, istituito dall’Associazione Centro di Cultura e Spiritualità Cristiana “Salvatore Zuppardo”.
Il presidente dell’Associazione, Andrea Cassisi e il presidente del comitato del Premio, Emanuele Zuppardo, hanno dichiarato la motivazione della scelta di Mons. Staglianò, insignito del prestigioso riconoscimento: “Riconosciamo in lui un sostegno buono per la guida nella fede cattolica. In questo tempo di incertezza a causa della crisi che ad ogni livello attanaglia la quotidianità, abbiamo bisogno di sperare in atteggiamenti profondi, che siamo sicuri il Vescovo Staglianò riuscirà a farci cogliere, per uscire da interessi particolari e intrecci egoistici che quotidianamente continuano a disorientare la società.
Un uomo di Dio che dimostra in diverse occasioni che con l’aiuto della Parola è possibile aprire le menti dei giovani verso motivi educativi ed evangelizzanti. Mons. Staglianò è anche un bravissimo poeta con all’attivo numerose sillogi poetiche che tra le parole dei versi accolgono compiti, sfide e motivi che insieme possono incoraggiare le esigenze culturali del terzo millennio”.
Mons. Vescovo, dopo la consegna del premio, ha rilasciato alcune dichiarazioni: “Accolgo con piacere questo riconoscimento, un premio per la cultura e la poesia, per ribadire la dignità di ogni uomo, fatto ad immagine di Dio e difendere la bellezza della nostra umanità che, l’odierna società dell’ ‘ipermercato’, tenta di impoverire e di abbruttire”.
 
 
 
 

Noto. Incontro delle aggregazioni laicali nel giorno di Pentecoste

 Domenica 8 giugno la Solennità di Pentecoste nella nostra Diocesi, esprimerà un forte segno di comunione con il ritrovo di tutte le Aggregazioni Laicali (Associazioni, Movimenti, Cammini, Gruppi) che avrà luogo a Noto, con la presenza del nostro Vescovo Antonio.
Alle ore 9,30 nella Basilica del SS. Salvatore, dopo il saluto del Delegato diocesano don Gaetano Asta, nelle diverse chiese vicine ci saranno “cenacoli di preghiera” dei diversi Movimenti e Associazioni presenti, segno della varietà dei carismi, dono dello Spirito, che fa l’unità nella Chiesa.
Alle ore 12,00 in Cattedrale Mons. Vescovo presiederà l’Eucaristia, sacramento e vincolo di unità nella carità.
Nella nostra Diocesi inoltre, secondo una consolidata tradizione, il giorno di Pentecoste è dedicato al Gemellaggio con la Chiesa congolese di Butembo-Beni, da 27 anni segno tangibile della solidarietà e dello scambio di doni tra le Chiese voluta dal concilio Vaticano II, attuato dall’indimenticato mons. Nicolosi e con nuovo vigore rilanciato da mons. Staglianò.
Pertanto, domenica 8 giugno si pregherà per i fratelli della Chiesa gemella africana e le offerte raccolte saranno devolute per i  progetti che da diversi anni don Salvatore Cerruto sta coordinando con grande zelo in questa terra d’Africa, così bisognosa della nostra prossimità.