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Butembo. Ucciso un sacerdote in Congo gemellato con Pozzallo

È stato assassinato ieri sera (8 novembre)  in circostanze ancora tutte da chiarire, padre Christian Bakulene, sacerdote della parrocchia di San Giovanni Battista a Kanjabaionga, gemellata con San Giovanni Battista di Pozzallo, in Nord Kivu, est della Repubblica democratica del Congo. Il sacerdote era andato nella sua parrocchia a prendere le Bibbie donate dalla nostra  diocesi nell’ultima visita di Mons. Staglianò. Si aspetta che il corpo di padre Bakulene, congolese ordinato sacerdote 12 anni fa, venga trasferito al cimitero diocesano, situato a 20 chilometri da Butembo, dove i funerali dovrebbero essere celebrati domani mattina alle ore 9,00 a Kanjabaionga. 

Vogliamo precisare che i dettagli di quanto accaduto sono ancora poco chiari e che al momento circolano almeno due ricostruzioni dei fatti. Secondo una di queste il parroco sarebbe stato ucciso per una rapina mentre faceva ritorno alla sua abitazione, l’altra versione dei fatti non è ancora accertata. Gli autori del triste evento sono due individui non bene identificati. Padre Christian mentre rientrava in moto a Kanjabaionga dopo essere stato nella vicina località di Kirumba ha subito l’aggressione ed è stato ucciso.  I due uomini armati avrebbero prima sbarrato la strada al motoveicolo di padre Bakulene per poi sparargli ripetuti colpi di arma da fuoco da distanza ravvicinata, lasciando illeso un amico del sacerdote che si trovava con lui sulla moto e che adesso si trova in stato di shock, unico testimone oculare.

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Modica. Si concretizza l’Agenda della speranza: firmato Patto sociale tra il Vescovo e il Sindaco

Non una semplice cerimonia ma “una pubblica assunzione di responsabilità”: così ha introdotto il suo intervento (cf. allegato) il Vescovo di Noto, Mons. Antonio Staglianò dopo la firma del “Patto sociale contro la crisi” (cf. allegato), sottolineandone il senso e la portata. Non “un accordo utilitaristico”, ha detto da parte sua il Sindaco Antonello Buscema, ma “un convergere progettuale”, per un’attuazione concreta e prospettica del Protocollo d’intesa siglato lo scorso luglio tra il Vescovo e i Sindaci del territorio. “Accordo esemplare” – hanno detto in molti – perché permette alle parole di farsi “Laboratorio”: Laboratorio, dal Sud, di quell’Agenda della speranza che è stata al centro della recente Settimana dei cattolici italiani di Reggio Calabria. Si prevede anzitutto l’impegno nella formazione d’intesa tra Assessorato alle politiche sociali e Caritas; quindi una serie di collaborazioni in cui il Comune interviene con i progetti del Piano socio-sanitario e la comunità ecclesiale con i suoi molteplici segni di carità e con la sua vita ordinaria accanto alla gente. Possono  in particolare ricordarsi la collaborazione nell’aiuto immediato (progetto “SOS detto-fatto” e Centro di ascolto, progetto della Caritas “Sulle vie di Gerico”), nell’aiuto educativo e assistenziale (educativa domiciliare del Comune, volontariato e cura pastorale dei malati e degli anziani), nell’animazione di strada (particolarmente significativo risulta il Cantiere educativo “Crisci ranni”, in cui convergono l’offerta gratuita dell’area e la ristrutturazione dei locali alla Fontana da parte del Comune e i laboratori educativi della Caritas sostenuti con il fondo nazionale dell’8/1000). Concretezza ma anche cultura diventano gli obiettivi del Laboratorio. Perché – ha sottolineato il Vescovo – a monte vanno chiarite le visioni dell’uomo: solo se l’uomo viene considerato sempre fine, non sarà ridotto a mezzo e si partirà sempre dai più deboli, curando tutti gli uomini e tutto l’uomo. “Far fare strada ai poveri senza farsi strada” diventa il cuore di una cultura veramente umana, che mette al centro la dignità dell’uomo, ma anche diventa la verifica di una politica vera, umile, pulita. Il richiamo è risuonato forte nel giorno anniversario della morte di Giorgio La Pira. Agli interventi del Sindaco e del Vescovo sono seguiti quelli della referente comunale per il Piano di zona, della presidente dell’Associazione avvocati per la famiglia, del direttore della Caritas, dei sindacati. Particolarmente interessante è stato l’intervento del dott. Gaetano Giunta, che ha insistito sulla necessità – per efficaci interventi sociali – di sempre verificare i paradigmi culturali di riferimento (chi l’ha detto che l’uomo è solo bisogno economico e che questo crea sviluppo?) e di sviluppare processi di co-decisione. Ha sottolineato infine Mons. Staglianò: sarà importante fra sei mesi la verifica, per dare concretezza ai fatti e al fatto ancora più rilevante di un accordo che vede insieme soggetti impegnati a convergere per il bene comune e così dare corpo alla speranza.

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Educa alla Vita: Costruttori di fiducia

“Educare alla pienezza della vita” è il titolo del messaggio del Consiglio episcopale permanente per la 33ª Giornata nazionale per la vita, che si celebrerà il 6 febbraio 2011. “L’educazione è la sfida e il compito urgente a cui tutti siamo chiamati, ciascuno secondo il ruolo proprio e la specifica vocazione”, scrivono i vescovi nel messaggio che è stato diffuso il 4 novembre. Di qui l’auspicio e l’impegno “per educare alla pienezza della vita, sostenendo e facendo crescere, a partire dalle nuove generazioni, una cultura della vita che la accolga e la custodisca dal concepimento al suo termine naturale e che la favorisca sempre, anche quando è debole e bisognosa di aiuto”.

Necessaria una svolta culturale. Ricordando le parole di papa Benedetto XVI nella Lettera alla diocesi e alla città di Roma sul compito urgente dell’educazione, del gennaio 2008, “alla radice della crisi dell’educazione c’è una crisi di fiducia nella vita”, i vescovi sottolineano che “con preoccupante frequenza, la cronaca riferisce episodi di efferata violenza: creature a cui è impedito di nascere, esistenze brutalmente spezzate, anziani abbandonati, vittime di incidenti sulla strada e sul lavoro”. “Cogliamo in questo – ammettono i presuli – il segno di un’estenuazione della cultura della vita, l’unica capace di educare al rispetto e alla cura di essa in ogni stagione e particolarmente nelle sue espressioni più fragili. Il fattore più inquietante è l’assuefazione: tutto pare ormai normale e lascia intravedere un’umanità sorda al grido di chi non può difendersi. Smarrito il senso di Dio, l’uomo smarrisce se stesso: ‘l’oblio di Dio rende opaca la creatura stessa’”, come recita la “Gaudium et spes”. Occorre perciò “una svolta culturale, propiziata dai numerosi e confortanti segnali di speranza, germi di un’autentica civiltà dell’amore, presenti nella Chiesa e nella società italiana. Tanti uomini e donne di buona volontà, giovani, laici, sacerdoti e persone consacrate, sono fortemente impegnati a difendere e promuovere la vita. Grazie a loro anche quest’anno molte donne, seppur in condizioni disagiate, saranno messe in condizione di accogliere la vita che nasce, sconfiggendo la tentazione dell’aborto”.

Per un’azione feconda. I vescovi ringraziano “di cuore le famiglie, le parrocchie, gli istituti religiosi, i consultori d’ispirazione cristiana e tutte le associazioni che giorno dopo giorno si adoperano per sostenere la vita nascente, tendendo la mano a chi è in difficoltà e da solo non riuscirebbe a fare fronte agli impegni che essa comporta”. A giudizio dei presuli, “quest’azione di sostegno verso la vita che nasce, per essere davvero feconda, esige un contesto ecclesiale propizio, come pure interventi sociali e legislativi mirati. Occorre diffondere un nuovo umanesimo, educando ogni persona di buona volontà, e in particolare le giovani generazioni, a guardare alla vita come al dono più alto che Dio ha fatto all’umanità”. Nel testo della Cei viene poi citato un passaggio del messaggio del Papa per la XXVI Gmg 2011: “L’uomo è veramente creato per ciò che è grande, per l’infinito. Il desiderio della vita più grande è un segno del fatto che ci ha creati Lui, che portiamo la sua ‘impronta’. Dio è vita, e per questo ogni creatura tende alla vita; in modo unico e speciale la persona umana, fatta ad immagine di Dio, aspira all’amore, alla gioia e alla pace”.

Dono di sé. È proprio la bellezza e la forza dell’amore, chiariscono i vescovi, “a dare pienezza di senso alla vita e a tradursi in spirito di sacrificio, dedizione generosa e accompagnamento assiduo. Pensiamo con riconoscenza alle tante famiglie che accudiscono nelle loro case i familiari anziani e agli sposi che, talvolta anche in ristrettezze economiche, accolgono con slancio nuove creature. Guardiamo con affetto ai genitori che, con grande pazienza, accompagnano i figli adolescenti nella crescita umana e spirituale e li orientano con profonda tenerezza verso ciò che è giusto e buono”. Ai vescovi piace sottolineare “il contributo di quei nonni che, con abnegazione, si affiancano alle nuove generazioni educandole alla sapienza e aiutandole a discernere, alla luce della loro esperienza, ciò che conta davvero”. “Oltre le mura della propria casa – si legge nel messaggio –, molti giovani incontrano autentici maestri di vita: sono i sacerdoti che si spendono per le comunità loro affidate, esprimendo la paternità di Dio verso i piccoli e i poveri; sono gli insegnanti che, con passione e competenza, introducono al mistero della vita, facendo della scuola un’esperienza generativa e un luogo di vera educazione. Anche a loro diciamo grazie”. Ogni ambiente umano, animato da un’adeguata azione educativa, concludono i vescovi, “può divenire fecondo e far rifiorire la vita. È necessario, però, che l’anelito alla fraternità, posto nel profondo del cuore di ogni uomo, sia illuminato dalla consapevolezza della figliolanza e dalla gratitudine per un dono così grande, dando ali al desiderio di pienezza di senso dell’esistenza umana. Il nostro stile di vita, contraddistinto dall’impegno per il dono di sé, diventa così un inno di lode e ci rende seminatori di speranza in questi tempi difficili ed entusiasmanti”.

Sintesi a cura del SIR
www.agensir.it

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Modica. San Martino duemiladieci: la festa del dono

L’AVIS di Modica, la CASA DON PUGLISI, la CARITAS diocesana, il cantiere educativo CRISCI RANNI, il gruppo comunale della PROTEZIONE CIVILE, l’Associazione Volontari Città di Modica, le SENTINELLE, la MISERICORDIA, in collaborazione con il Comune di Modica e con l’apporto  dell’Istituto Principe Grimaldi – sezione Alberghiera, hanno organizzato la tradizionale festa di San Martino. Essa si svolgerà nell’area della Fontana che si sta valorizzando come spazio d’incontro per tutti incastonato tra gli antichi quartieri di Modica. Vorrà essere da quest’anno la festa del dono, occasione – nel riferimento alla leggenda del mantello donato che fa rinascere il sole – per presentare le realtà che a Modica operano concretamente per soccorrere, soprattutto nelle emergenze, e per offrire alla città tutta un’esperienza di convivialità e di festa che l’aiuti a riscoprirsi come una grande comunità.

Il programma prevede – giovedì 11 novembre nell’area attrezzata Padre Basile – alle 19 la Celebrazione Eucaristica. Alle 20,30 seguiranno: una breve presentazione delle realtà promotrici, con appositi spazi informativi; il “racconto di San Martino” preparato con i ragazzi del Cantiere educativo “Crisci ranni”; una serata di fraternità con i “lolli n’te favi”, il vino e le frittelle (offerte da alcune ditte locali) e realizzata grazie all’apporto dell’Istituto alberghiero; un intrattenimento musicale con il gruppo “Muorica mia”. Le famiglie e i cittadini tutti sono invitati a partecipare.

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La commemorazione dei defunti in Sicilia

La “festa dei morti” in Sicilia è una ricorrenza molto sentita, risalente al X secolo viene celebrata il 2 novembre, per commemorare i defunti. Si narra che anticamente nella notte tra l’1 ed il 2 novembre i defunti visitassero i cari ancora in vita portando ai bambini dei doni. Oggi questi doni vengono acquistati dai genitori e dai parenti nelle tradizionali “fiere”, che si svolgono in molte parti della Sicilia. Qui vi si trovano bancarelle di giocattoli e oggetti vari da donare ai bambini. Questi ultimi vengono poi nascosti in casa e trovati dai bambini, al mattino presto, con una sorta di caccia al tesoro.

Oltre a giocattoli di ogni sorta, esiste l’usanza di regalare scarpe nuove talvolta piene di dolcetti, come i particolari biscotti chiamati “crozzi ‘i mottu”, ossa di morto e la frutta secca, biscotti e cioccolatini, la frutta di martorana e i pupi di zucchero, generalmente accompagnati da ‘u cannistru’, un cesto ricolmo di frutta secca, altro che il dolcetto di Holloween. In alcune parti della sicilia viene preparata la muffoletta, “cunzata” la mattina del 2 Novembre, con olio sale pepe e origano. La giornata prosegue con la visita al cimitero dove riposano i loro defunti più vicini e più cari. In questi giorni e precisamente il 31 ottobre, vigilia della festa di Tutti i Santi, qualcuno celebra la festa di Halloween. Festa popolare di tipo pagano che a noi cristiani non ci interessa. Vi raccontiamo una bella esperinza di una parrocchia che si impegna a valorizzare le feste cristiane.

Nella parrocchia di San Luigi Gonzaga a Foggia, guidata da don Guglielmo Fichera, da alcuni anni nel pomeriggio del 31 ottobre, adulti e bambini, catechisti e genitori, hanno indossato abiti e portato simboli che ricordano il santo di cui portano il nome. La festa di “quelli vestiti come i santi” inizia con la processione animata con canti e preghiere che si snoda per le vie della parrocchia che attenzione non si chiama “processione di tutti i santi”, ma processione di “quelli vestiti come i santi”. Gli abiti per tale festa vengono realizzati in economia, con semplicità, in maniera artigianale, con pezzi di stoffa e accessori recuperati dalle cose e dai materiali che sono in casa o acquistati a poco prezzo al mercato. Povertà creativa, dunque, non spreco di denaro, perché bisogna testimoniare il Vangelo, non fare una sfilata di moda! Dopo la processione e dopo la Santa Messa, in chiesa viene esposto il Santissimo Sacramento e si prega in vario modo per lodare Dio e per riparare tutti i tipi di “brutture” operate nella notte dai “devoti di Halloween”. C’è poi la festa nei locali parrocchiali con tanti palloncini colorati, tante luci, tanti giochi, dolci e canti: è allora che grandi e piccoli si chiedono l’un l’altro: il simbolo che porti, che significato ha nella vita del santo di cui porti il nome? Insomma non più “dolcetto o scherzetto” ma “dimmi che santo sei”.

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Un patto sociale contro la crisi

A seguito del “Protocollo di intesa per le politiche sociali” firmato lo scorso luglio tra il Vescovo di Noto e Sindaci della diocesi, a Modica il prossimo 5 novembre – anniversario della morte di Giorgio La Pira – sarà firmato un accordo attuativo con cui si vorrà dare concretezza alla collaborazione attraverso la convergenza in un cammino formativo per gli operatori sociali, in una serie di progettualità (per il primo aiuto, per l’animazione di strada, per un lavoro di rete a favore di famiglie, bambini, anziani, disabili), in uno sforzo di una elaborazione culturale che aiuti a ripensare le nostre città (peraltro nel prossimo giugno Modica ospiterà il Coordinamento nazionale immigrati che diventerà un’occasione per ripensare la collocazione nel Mediterraneo del nostro territorio).
Diventa rilevante per questo lo sviluppo di una cittadinanza attiva che, per i cristiani, è una forma di testimonianza del Vangelo che ci impegna ad essere sale e lievito della terra, come ribadito nella recente Settimana sociale dei cattolici di Reggio Calabria. L’appuntamento è allora per venerdì 5 novembre alle ore 11 nell’aula consiliare del Comune. L’accordo sarà preceduto da alcuni interventi, ad iniziare da quelli del nostro Vescovo e del Sindaco della Città.
 
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Educare alla vita buona del Vangelo

Pubblicati il 28 ottobre 2010 gli Orientamenti pastorali per il decennio 2010-2020 dal titolo Educare alla vita buona del Vangelo. Essi intendono offrire alcune linee di fondo per una crescita concorde delle Chiese in Italia nel delicato compito dell’educazione.
La pubblicazione di un documento pastorale dell’intero episcopato, negli ultimi quarant’anni ha fornito alla comunità ecclesiale italiana uno spunto di riflessione e di azione che ha avuto una sua ricaduta sotto il profilo sociale e culturale. Per la prima volta negli anni Settanta con il titolo Evangelizzazione e Sacramenti si dà avvio a questa riflessione comune. Con tale riflessione pastorale inizia anche la stagione dei Convegni ecclesiali nazionali: il primo di questi si aprì a Roma nell’ottobre del ’76. Successivamente fu la volta di Comunione e comunità varato per gli anni ’80 sulla scia dei quali venne organizzato il Convegno ecclesiale di Loreto (9-13 aprile 1985). Gli anni ’90 sono stati segnati da Evangelizzazione e testimonianza della carità, una vera e propria bussola per il Convegno ecclesiale di Palermo (20/24 novembre 1995). Gli anni Duemila si aprirono con gli Orientamenti dal titolo Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia e si sono intrecciati con il Convegno Ecclesiale nazionale di Verona svoltosi nell’ottobre del 2006. La scelta di dedicare un’attenzione specifica al campo educativo affonda le radici proprio nel 4° Convegno ecclesiale che si tenne nella città scaligera.

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I CONCEZIONISTI RITORNANO FRA NOI

L’istituto Netum, Associazione  Culturale e Socio-Assistenziale non profit, assieme alla FAMIGLIA MONTIANA IN SICILIA  hanno organizzato un primo incontro per celebrare il 75° Anniversario d’attiva presenza in Sicilia dal 1936 ed a Noto in particolare, ove operarono dalla Seconda Guerra Mondiale fino al 1978.
   L’iniziativa ha sortito una piacevole sorpresa con qualificato e significativo pubblico che ha espresso piena condivisione per il “ritorno” a Noto dei Concezionisti, ovvero dei Figli dell’Immacolata Concezione, la Congregazione religiosa fondata dal Beato Padre Luigi Maria Monti (Bovisio 1825 – Saronno 1900) ed oggi diffusa in 20 Stati a livello  mondiale.
    Erano presenti il Superiore dei Concezionisti in Sicilia, dott. fr. Gioacchino Santoro,tutti i Responsabili e Collaboratori delle “Case” montiane di Siracusa, Floridia, Ispica e Palazzolo Acreide, nonché diversi Ex-Alunni del periodo netino.
   La serata è stata aperta dal breve ma appassionato “Ricordo del Beato Padre Luigi Maria Monti ed i Concezionisti nel 75° Anniversario a Noto ed in Sicilia”  tenuto dall’educatore Biagio Giliberto, il quale  – dopo aver accennato alla vita ed all’opera del Beato Monti – ha sottolineato come l’attualità del messaggio montiano, in pieno Ottocento rivoluzionario, risorgimentale e post-unitario, fosse stato essenzialmente rivolto all’assistenza degli Infermi ed all’educazione degli Orfani: un’anteprima vera e propria, quindi, del nostro tanto chiacchierato ma necessario  welfare state che va od andrebbe “rivisto” anche alla luce dell’esempio di Padre Luigi Maria Monti.

   Il Relatore ha ricordato come la Sicilia fosse stata sempre nel cuore del Fondatore, e come solo nel 1936 la Congregazione poté  “scendere” fra noi con 10 Fratelli – guidati dall’indimenticabile  Padre Erasmo Perniola  –  assumendo in Siracusa la gestione dell’Ospizio dei Fanciulli Abbandonati fondato dal Can. P.Concetto Barreca ed inaugurato nel  1905.
   Il dott. fr. Gioacchino Santoro ha spiegato il difficoltoso “passaggio dei Concezionisti”  – durante l’ultimo quarto del secolo scorso  –  dall’antica concezione educativa del “Collegio-Caserma” a quella d’oggi prevalente della “Casa-Famiglia” , alla luce delle vigenti normative che vanno dalla L.R. 22/86  alla Legge 328/2000, e perché nel 1996 venne a cessare a malincuore la gestione dell’Ospizio di Siracusa con la  contemporanea nascita di tante altre iniziative più adeguate ed al passo coi tempi.

   Tanti  ex-Alunni presenti e testimoni  hanno rievocato il periodo della Seconda Guerra Mondiale, quando l’Ospizio di Siracusa fu requisito per  necessità belliche ed i Concezionisti si spostarono prima a Palazzolo Acreide – ove oggi “ri-siedono” con la Casa fondata dal fr. Gioacchino Santoro – e poi a Noto fino al 1943, anno in cui ufficialmente sorse l’Istituto Maria Immacolata ospitato nell’antico ex-Convento del SS. Salvatore prima, nel Palazzo Trigona poi ed infine nell’ex-Caserma “Cassonello” che dal Settecento aveva ospitato i Frati Minori Osservanti  del Convento di S. Antonio.
    D’allora al 1978 – mentre l’Ospizio nel dopoguerra “ritornava” a Siracusa – moltissimi furono gli Orfani ed i Fanciulli bisognosi di ogni parte della Sicilia che a Noto furono ospitati  ma, soprattutto, ben educati dai Concezionisti sul piano della personalità interiore, culturale e professionale: non ultimo chi il prof. Biagio Iacono, editore e direttore de La Gazzetta di Noto nonché fondatore, con la sua Famiglia, dell’Istituto Netum.
       Tutti hanno ricordato con profonda gratitudine il bene ricevuto dall’opera educativa dei Concezionisti, pur nelle ristrettezze dell’imperante  povertà  e nei limiti dell’azione didattico-pedagogica per quei tempi di duro tirocinio esistenziale,rivelatosi poi fondamentale nell’affrontare e vincere molte delle battaglie della loro vita quotidiana in società. 

    Mons. Salvatore Guastella, scrittore e storico di grande valore tornato fra noi dopo decenni d’apostolato a Roma, il quale si è fatto carico di far riprodurre fedelmente, a sue totali spese ed in formato naturale, l’opera pittorica dell’artista palazzolese prof. Eugenio Orciani dedicata al Padre Monti, il cui grande quadro su tela troneggiava in sala e che è stato assunto a simbolo “pellegrino” del messaggio montiano proprio in occasione del suddetto 75° Anniversario, apertosi così da Noto e che con maggiori manifestazioni si svolgerà per quasi tutto il prossimo 2011 fra le Province di Siracusa e Ragusa.
    Tale riproduzione – dice Mons. Guastella – costituirebbe certamente una degna cornice per ricordare il Beato Monti fra gli altari della Chiesa del SS. Crocifisso in Noto ove, al di là di quello dedicato all’Immacolata Concezione, nel transetto di destra è custodita la famosa statua marmorea della Madonna Bianca o della Neve, l’unica opera firmata da  Francesco Laurana, da lui datata 1471, e della quale esiste copia “minore” in Palazzolo Acreide.
   Con l’augurio di lasciare una prima traccia in Noto, la serata si è conclusa commentando le foto d’epoca esposte a mo’ di prima piccola Mostra e con la proiezione di molte immagini della Immacolata Concezione quale altra  piccola iniziativa per una “Iconografia Mariana”  a premessa d’un eventuale Catalogo-guida per le Chiese di tutta la Diocesi, quasi ad ulteriore ricordo  dell’odierno breve “ritorno” dei Concezionisti a Noto e nel nostro vasto Territorio.

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Incontro dei Vescovi a Palermo dal 25 al 27 ottobre

Dal 25 Ottobre, a Palermo, ha avuto inizio la sessione autunnale della Conferenza Episcopale Siciliana, che si tiene dopo la visita pastorale del Santo Padre e dopo l’annuncio della nomina a Cardinale di mons. Paolo Romeo, Arcivescovo di Palermo.

Nel pomeriggio di lunedì (ore  17) nell’Aula Magna della Facoltà Teologica “San Giovanni Evangelista”, verrà presentato il “Dizionario Enciclopedico  dei pensatori e dei teologi di Sicilia dei Secoli XIX-XX”.

Nella giornata del 26 Giuseppe Savagnone, direttore dell’Ufficio diocesano per la Scuola e l’Università, indicherà gli  Orientamenti pastorali del decennio 2010-2020. Al dibattito che ne seguirà parteciperanno i Direttori degli Uffici regionali, il direttivo della Commissione Presbiterale Siciliana e i rappresentanti di CISM, USMI, GIS.

Nelle tre giornate, inoltre,   interverranno: mons. Michele Pennisi, vescovo delegato  per la Scuola e l’Università, sulla situazione della Scuola in Sicilia;  mons. Sergio Librizzi, direttore della Caritas regionale, sull’iter relativo a “Avviso Povertà” della Regione; il diacono Francesco Ciriaco, direttore  dell’Ufficio regionale per il Lavoro, sull’attuale situazione occupazionale isolana;  il governatore Distretto Sicilia-Calabria, dott. Salvatore La Spina, sull’attività del Serra Club in Sicilia.

La Sessione si concluderà il 27 ottobre 2010 alle 15.

La Chiesa Palermitana ha accolto con con viva gioia l’annuncio che nel prossimo Concistoro Sua Santità eleverà alla dignità cardinalizia il Suo Pastore, Monsignor Paolo Romeo. Al carissimo ed amato Arcivescovo l’augurio più fervido ed affettuoso per lo svolgimento della missione cui è stato chiamato dal Santo Padre con questa nuova nomina.

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Butembo. Don Cerruto e Radio Moto

Da Butembo-Beni ci è giunta una bella notizia da parte di don Salvatore Cerruto che già da diversi giorni si trova nella diocesi gemella del Congo dove si è recato da poco tempo per ampliare la sempre più crescente collaborazione prevista dalle rivedute intese del recente protocollo tra le due diocesi di Noto e Butembo-Beni. Una della prime visite – come ci  scrive don Salvatore – che ha fatto li a Butembo è stata quella a Radio Moto, la radio locale messa in piedi da P. Joseph, un religioso assunzionista, una decina d’anni fa, che è diventata un vero e proprio centro di riferimento e di sviluppo per tutto il territorio. Radio Moto, infatti, permette una capillare diffusione non solo delle notizie riguardanti i fatti di cronaca locale, ma anche dei programmi di formazione della popolazione, dalla formazione scolastica a quella sanitaria, dalla formazione alimentare a quella sui problemi sociali. Non passa giorno che Radio Moto non affronti i problemi del reinserimento degli ex soldati, delle violenze susssuali sulle donne, dei crimini perpetrati ancora da bande armate nei villaggi lontani, ecc. Facendo visita alla redazione – ci scrive don Cerruto – mi sono accorto dell’estrema vitalità che anima tutti i collaboratori volontari. I programmi sono preparati per tempo e puntigliosamente da specifiche equipes organizzate per tematiche, gli speakers parlano ai microfoni mettendoci anima e cuore, oltre che una rispettabile professionalità. Il Fondatore di Radio Moto P. Joseph è diventato – ci fa sapere don Salvatore – quasi un santo a motivo di questo suo servizio per le comunicazioni sociali. Accanto a Radio Moto ha aperto ora una scuola di formazione all’uso del computer e un Cybercafé, una specie di internet point pubblico, a cui anche i poveri si possono collegare a prezzi modici, anche se il collegamento è estremamente lento e discontinuo. Sull’edificio di RadioMoto i Butembesi hanno voluto perfino dipingere un murales di P. Joseph come segno di gratitudine. 

Comprendiamo bene come si possa e si debba gradualmente attivare anche una necessaria collaborazione tra il nostro Ufficio Comunicazioni Sociali e la Diocesi gemella per qualificare le Comunicazioni Sociali nella Repubblica democratica del Congo. L’esperinza di Radio Moto ci fa capire l’utilità delle comunicazioni sociali anche nei paesi del terzo mondo. Auguriamo quindi un fecondo lavoro a don Cerruto al quale chiediamo di tenerci sempre informati  sulla chiesa sorella.

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