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L’anima poetica di Mons. Antonio Staglianò

“Viviamo più poeticamente la nostra esistenza; respiriamo più umanamente i nostri rapporti”. Con queste parole il nostro Vescovo, Mons. Antonio Staglianò, ha concluso il suo intervento a chiusura del Convegno “L’anima poetica di Mons. Antonio Staglianò” organizzato dalla “Biblioteca Alagoniana” che si è svolto a Siracusa sabato 16 aprile 2016. Teologia, poesia e canto sono stati i contenuti di una serata gradevolissima che ha richiamato presso il Centro Convegni – Salone “ San Giovanni Paolo II” del Santuario Madonna delle lacrime un vasto e competente pubblico. Ed è stata proprio la declamazione di talune poesie di Staglianò, lette da Cristina Mirto, ad aprire la serata dopo un breve saluto del Rettore del Santuario, Mons. Aliotta. Il Convegno dedicato al “poeta-teologo” Antonio Staglianò è iniziato con l’introduzione di Mons. Giuseppe Greco, direttore della Biblioteca Alagoniana e promotore dell’iniziativa culturale, che ha sviluppato sapientemente il tema “ Quando la teologia si trasfigura in poesia”. Per Mons. Greco, infatti, “ la poesia di Mons. Staglianò è << Veritatis splendor>>. Splendore della Verità della Rivelazione di Dio. La rivelazione di Dio è la somma Verità, è la verità assoluta. E questa poesia si nutre della Parola di Dio: la Parola di Dio incarnata nella storia”. La poesia vive tra intuizione e ispirazione, ha proseguito Mons. Greco, perché “ l’ispirazione è necessaria per la poesia ; ancor di più è necessaria per la poesia religiosa”, che, ha affermato, “ proviene dal soffio dello Spirito, che soffia dove vuole”. La poesia di Mons. Staglianò, ha proseguito, “ è una immersione nel Mistero. Nel Mistero di Dio, che è un Mistero di Amore, sorgente e foce del mistero dell’uomo”. In questo contesto, ha affermato, “scopriamo la relazione profonda che esiste tra poesia e preghiera”. Anche perché, ha concluso, “ molte poesie di Mons. Staglianò sono preghiere: preghiere di invocazione, preghiere di ricerca, preghiere di dolore e di speranza”. Con la relazione del Prof. Don Massimo Naro, docente di Teologia presso la facoltà Teologica di Sicilia (Palermo), il convegno è entrato nel vivo, grazie alla bravura del relatore che ha dimostrato di essere un valido critico e un profondo conoscitore della produzione poetica di Mons. Staglianò. Anche perché, ha affermato , “ di mons. Tonino Staglianò conoscevo già la buona vena poetica e la suggestiva produzione lirica, perché egli puntualmente ‒negli anni scorsi ‒ mi ha fatto dono delle sue raccolte di versi (anni fa, quando iniziai a insegnare teologia trinitaria, mi fece pervenire ‒ a mo’ di amichevole augurio di buona riuscita ‒ una sua poesia sulla Trinità, che io ancora leggo, ogni anno, ai miei studenti, a conclusione del mio corso). Lo sapeva, dunque, già poeta,” ma soltanto ora – ha affermato-, assecondando l’invito di mons. Greco, mettendomi davanti tutti i volumi in versi di mons. Staglianò, mi rendo conto che la sua vena poetica è feconda oltre che buona, e che la sua produzione lirica è abbondante oltre che suggestiva” Nella produzione di Staglianò, ha affermato, c’è addirittura, “ materiale sufficiente per una tesi di laurea”. Una produzione che Naro, sinteticamente descrive: “ Ben sette volumi di Sporadi poetiche, come lui stesso le chiama, e almeno altri quattro volumi di componimenti poetici occasionati dai suoi viaggi in Terra Santa, o fioriti come espressione del suo ministero episcopale nella diocesi di Noto, o dovuti all’evento improvviso e doloroso della scomparsa di suo fratello Pino” Anche perché, ha proseguito, “ l’autentica teologia non può non esprimersi, a un certo punto del suo percorso di maturazione, anche in buona poesia”. La teologia non è poesia, ha precisato, “ la poesia però attrae la teologia ricordandole l’incatturabilità ultima dell’Evento d’amore da cui essa proviene e sorge». E volendo chiarire “come si può intendere il rapporto fra teologia e poesia”, il Prof. Naro ha affermato che “ è già nella Bibbia che la teologia si esprime in forma narrativa e orante, dunque in qualche misura poetica, più che argomentando dimostrazioni. Si pensi al secondo versetto del salmo 62: «O Dio, tu sei il mio Dio»; è, questa preghiera, poesia e teologia al contempo”. La teologia cristiana, che pur raffinerà sempre più i suoi metodi scientifici, ha proseguito, “non cesserà mai di essere sapienza prima ancora che scienza”. Tornando più propriamente alla produzione poetica di Mons. Stagliano, il Prof. Naro ha voluto citare taluni pareri espressi al riguardo da autorevoli personalità. Ha iniziato con ciò che dice il Cardinale Gianfranco Ravasi nella prefazione a “Terra di ogni madre” di Staglianò, definendo il libro stesso «uno scritto “ibrido”, pronto a incrociare poesia e riflessione teologica», in cui comunque «i due registri, quello teorico e il lirico, non si respingono ma si fondono», giacché ‒e questa mi pare l’affermazione più felice e giusta ‒il poeta è come un «innamorato che, però, non cessa di essere teologo». E al complimento di Ravasi ha accostato quello che Giovanni Mazzillo, anche lui teologo, formulava nella post-fazione di Sporadi 2, giustamente facendo notare che quello di Staglianò è, nei suoi versi, un «modo poetico di fare teologia». Nondimeno lo stesso Mazzillo scriveva in quella sua post-fazione: «Bisogna ammetterlo: Che Staglianò sia poeta in questo senso, emerge con evidenza soprattutto dai suoi versi più recenti, quelli composti dacché è vescovo: l’indole pastorale di questi versi finisce per riformularli come esplicite preghiere, rivolte alla Madonna (per esempio quelle che si leggono in Sporadi 7, anche se già nelle raccolte precedenti si incontrano belle preghiere mariane, giacché l’autore già da prima è animato da un’attitudine pastorale che lo induce a comporre versi proprio per sottolineare il progresso del suo cammino presbiterale: a 10 anni, a 15, a 18, e così via…); oppure rivolte a san Corrado, patrono di Noto e dei netini, la cui devozione popolare il poeta-pastore (come giustamente sottolinea mons. Gianni Ambrosio, quando scrive che in San Corrado racconta ormai abbiamo a che fare non più solo col teologo o col poeta, ma anche col pastore) interpreta e riesprime, ricollegandosi a una tradizione antica che risale sino a Paolino di Nola e ai suoi carmina natalicia in onore di san Felice martire. La pietà popolare diventa, così, nei versi di mons. Staglianò, epifania alta di fede ecclesiale, che ha la medesima serietà dell’ontologia, giacché dell’essere-credente è espressione. I versi che raccontano la conversione di san Corrado ne sono riprova emblematica: Ora sono chi non ero prima […] Sono sempre io, ma più io non sono”. Questa poesia tattile , conclude Naro, “è adatta per cantare l’evento: lo racconta di nuovo e ancora, riscrivendo i salmi e i vangeli, non nella forma del commento esegetico o teologico, ma come eco personale. La poesia di Staglianò mi pare raggiunga la sua più bella espressione proprio quando si propone come riscrittura delle Scritture. Per esempio, i “trittici” composti in Sporadi 5 sono tutti riscritture dei salmi. Oppure le poesie Ramo di mandorlo e Un’eco dell’amore, in Sporadi 6, sono riscritture di Ger 1,11-12: «…vedo un ramo di mandorlo». Per concludere, ha affermato il Prof. Naro, “mi limito a una sola, ultima, citazione, ricorrendo ai versi di Tu basti, in Sporadi 2, che mi sembrano la riscrittura ‒implicita, personale ‒di Sal 62,2: Ho tutto e più / di quanto serve / meno però / di quanto basti […] Perché basti / solo Tu / Signore mio e mio Dio”. Un applauso prolungato, quasi interminabile, è stata la risposta più naturale del pubblico che è rimasto letteralmente affascinato dalla brillante relazione del professore. Prima dei ringraziamenti del protagonista della serata, c’è stato anche lo spazio per un intermezzo musicale che ha dato un tocco particolare al Convegno. Accompagnata dalla chitarra classica di Salvatore Xibilia, il soprano Mirella Furnari ha eseguito “ La Vergine degli Angeli” di Giuseppe Verdi.

Noto. il 30 aprile il Giubileo dei giovani con il Vescovo, cantando la Buona Novella

Il prossimo 30 aprile 2016 a Noto presso la Basilica Cattedrale si terrà il raduno diocesano del Giubileo dei Giovani in preparazione alla Giornata Mondiale della Gioventù a Cracovia con Papa Francesco. Il tema dell’incontro “Blessed, Beati i misericordiosi” verrà sviluppato dal nostro Vescovo Antonio in parole e musica. I giovani saranno i veri protagonisti con la loro gioia e il loro entusiasmo.
 
L’incontro avrà il suo inizio con il raduno previsto per le ore 19,30; seguirà alle ore 20,00 la celebrazione del Giubileo con il passaggio dalla porta Santa della Misericordia, concluderà la serata il Vescovo Antonio Staglianò attraverso una catechesi che prende in prestito le parole della musica pop tanto apprezzata da i giovani. Il Vescovo parlerà con i giovani della diocesi per affrontare il tema della prossima Giornata Mondiale della Gioventù a Cracovia. Don Tonino – come ama farsi chiamare il Vescovo di Noto – canterà insieme ai giovani almeno cinque canzoni pop tra cui: “Credo negli esseri umani” di Mengoni, “Amen” di Francesco Gabbani, “Rhymes and reasons” di John Denver, “Gesù” di Renato Zero, “Nessun grado di separazione” di Francesca Michielin.
 
Le parole delle canzonette di musica leggera sono conosciute da ragazzi e giovani, persino dai bambini. Il motivetto musicale “leggero” facilita la loro assimilazione nel fondo della memoria, sedimentandole nella coscienza. “Per la mia esperienza – afferma il Vescovo don Tonino – ho potuto costatare che le canzoni di Sanremo fanno il giro del mondo. Non solo quelle che vincono, anche le altre, vengono apprezzate e imparate. Per non dire che nella nostra società sono ormai infiniti i canali della mediazione della musica. Esiste come un bombardamento in atto, da cui bisognerebbe forse anche un po’ difendersi. Un po’ di moderazione non disturberebbe. E’ però così, non si può farne a meno. E’ dunque necessario abitare questo mondo, per non vivere da alienati. Tanto più che, attraverso le canzoni passano messaggi precisi, visioni del mondo e della vita, talvolta anche distorcenti, perché negativi; disorientanti, perché funzionali a certe ideologie del mercato”.
 
La canzone – per Staglianò – “è comunque un “luogo umano” importante nel quale discernere e venire a conoscere il mondo di altri, la loro interpretazione di quello che ci sta accadendo, di dove stiamo andando, di tanti drammi della vita. In questi giorni è uscito il nuovo CD di Renato Zero, dal titolo “Alt”. Veramente interessante: “alt” a che cosa? – Si chiede il Vescovo – E’ vero, non possiamo starcene in panchina, aspettando che altri facciano il gioco della nostra vita. Tutti dobbiamo entrare in campo e “giocare” per come possiamo, corresponsabilmente facendo un gioco di squadra e impegnandoci a dare il nostro contributo”. E’ bello – secondo il Vescovo – che al centro dello sviluppo dei discorsi di Renato Zero c’è una canzone intitolata “Gesù”. Forse che l’annuncio del Kerigma, oggi, passerà anche attraverso le canzonette? E perché no? Chi lo potrebbe impedire?
 
I testi che il Vescovo proporrà ai giovani della diocesi di Noto il prossimo 30 aprile 2016 sono straordinariamente ricchi di significato e sono molto utili a comunicare e sviluppare il tema della misericordia che è al centro del Giubileo dei giovani: “Beati i misericordiosi. Blessed”. Sarà possibile spiegare cos’è la misericordia di Dio attraverso le parole di quelle canzoni che il Vescovo proporrà ai giovani. I testi delle canzoni pop – secondo Staglianò – sono solo un esempio del possibile dialogo sull’umano da proporre a tutti, piccoli e grandi.
 
Le parole di questi testi “sono nell’anima” dei nostri ragazzi, benché spesso restano irriflessi, come in uno stato comatoso, tanto che non urgono nulla dalla loro vita.
Da qui la proposta di accompagnare i giovani ad avere consapevolezza di quello che cantano, a intus-legere , a leggere dentro quelle parole per gustare il loro significato esistenziale, a interrogarlo e a lasciarsi interrogare per poter meglio vivere, vivere, “come un comandamento” (Vasco Rossi).
 

A Siracusa, il 16 aprile, un convegno dedicato al nostro Vescovo: “L’anima poetica di Mons. Antonio Staglianò, Vescovo di Noto”

Si terrà, a Siracusa, sabato 16 aprile, alle ore 18,30, presso il salone “San Giovanni Paolo II” del Santuario della Madonna delle lacrime, un convegno organizzato dalla Biblioteca Alagoniana di Siracusa, dal titolo: “L’anima poetica di Mons. Antonio Staglianò, Vescovo di Noto”.
 
L’incontro sarà aperto da Mons. Giuseppe Greco, Direttore della Biblioteca Alagoniana, mentre la relazione sarà sviluppata dal Prof. Don Massimo Naro, Docente di Teologia presso la Facoltà Teologica di Sicilia (Palermo).
 
L’iniziativa culturale sarà arricchita dalla lettura di alcune poesie di Cristina Mirto, con interventi musicali del Soprano Mirella Furnari e del chitarrista Salvatore Xibilia.
 
Le conclusioni saranno affidate al nostro Vescovo Antonio, che insieme alla solida preparazione teologica, può vantare anche un’affinata sensibilità poetica che si può apprezzare in numerose sue pubblicazioni, che testimoniano come la riflessione teologica possa trasfigurarsi nella bellezza alta della poesia.
 

Oltre le trivelle, quale sviluppo per il nostro Sud?

 Domenica prossima, 17 aprile, siamo chiamati a recarci alle urne per dire un “si” o un “no” su un quesito voluto da 9 Regioni (Basilicata, Calabria, Campania, Liguria, Marche, Molise, Puglia, Sardegna, Veneto) preoccupate per le conseguenze ambientali e per i contraccolpi sul turismo di un maggiore sfruttamento degli idrocarburi.
In particolare si chiede di cancellare la norma che consente alle società petrolifere di estrarre gas e petrolio entro le 12 miglia marine dalle coste italiane senza limiti di tempo. La domanda che si troverà stampata sulle schede è “Volete che, quando scadranno le concessioni, vengano fermati i giacimenti in attività nelle acque territoriali italiane anche se c’è ancora gas o petrolio?”
Dunque chi vuole – in prospettiva – eliminare le trivelle dai mari italiani deve votare sì, chi vuole che le trivelle restino senza una scadenza deve votare no.
Sulla questione proponiamo il pensiero del nostro Vescovo S.E. Mons. Antonio Staglianò
 
Come Chiesa non abbiamo nostre soluzioni per i problemi concreti, partecipiamo piuttosto alla comune ricerca di giustizia e di pace insieme a tutti gli uomini di buona volontà. I Vescovi italiani, a proposito del prossimo referendum voluto per abolire – con il “sì” – la continuità di licenze per estrazioni petrolifere nei mari, hanno chiesto che sia occasione di confronto onesto e lungimirante.
Resta peraltro il fatto che il referendum è una significativa forma di democrazia con cui esercitare la sovranità popolare. E, al di là degli esiti, sono importanti tre questioni che come Chiesa e come Vescovo condividiamo in quanto partecipi delle tensioni per il bene comune. La prima questione riguarda i nostri territori: quale sviluppo vogliamo? Sembra chiara la vocazione del nostro Sud e del nostro Paese ad un turismo che sempre più si caratterizzerà come turismo sostenibile e che, per questo, avrà bisogno di territori liberi da qualsiasi forma di inquinamento, da qui un doveroso e improcrastinabile rispetto per il creato. La seconda questione riguarda: quali attenzione a salvaguardare ecosistemi e salute? Il papa nella “Laudato sì” invita ad un’attenzione agli ecosistemi, ai loro equilibri, che non dovrebbe lasciarci indifferenti. Diventa importante allora la ricerca di energie alternative, caratterizzate da sostenibilità ambientale, senza sottovalutare, in pari tempo, i gravi rischi per la salute che molte forme estrattive comportano. La terza questione riguarda quella che Papa Francesco chiama un’ecologia integrale: diventa ormai chiaro che rispettiamo l’uomo se rispettiamo l’ambiente e che il rispetto si coniuga con il custodire, logica opposta al profitto, all’appropriarsi, allo sfruttare le risorse della terra senza attenta valutazione delle conseguenze.
Mi pare allora importante che dal referendum del 17 aprile prossimo scaturisca una più ampia e continuativa presa di coscienza della nostra responsabilità sulla custodia della casa comune e verso le nuove generazioni, senza trascurare le conseguenze riguardanti il mondo, già difficile, del lavoro. Come Chiesa non mancheremo di sollecitare, educare, promuovere testimonianze credibili. L’incontro con un testimone, come don Maurizio Patriciello, che si terrà nei prossimi giorni per tutta la diocesi (18 aprile alle 18,30 all’Oratorio S. Domenico Savio di Rosolini), aperto a tutti gli uomini di buona volontà, rientra in questo impegno per il bene comune che si traduce in scelte concrete e quotidiane a favore dell’uomo e del creato.
Esorto, pertanto, ad una partecipazione responsabile, in sintonia con il Magistero della Chiesa, al servizio del bene del Paese e delle future generazioni.
 
Noto, 11 Aprile 2016                                                                                                                 
 

Il capo dello Stato in visita a Noto per la Cattedrale. Il Vescovo Staglianò: “Grazie Presidente!”

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è recato oggi, 8 aprile, in visita ufficiale a Noto, a vent’anni dal crollo di gran parte della maestosa cupola della Cattedrale della città, gioiello del Barocco netino, avvenuto nella notte tra il 13 e il 14 marzo del 1996.
Il capo dello Stato è stato accompagnato dal ministro dei Beni e le attività Culturali Dario Franceschini. A riceverlo ai piedi della scalinata il nostro Vescovo, Mons. Antonio Staglianò, il Sindaco della città, Corrado Bonfanti, il Presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta, il prefetto di Siracusa Armando Gradone e altre autorità civili e militari. Caloroso è stato il saluto di centinaia di studenti, che al passaggio di Mattarella, gridavano all’unisono: “Presidente, Presidente”.
Il presidente della Repubblica ha manifestato il suo sentito plauso per come i lavori di ricostruzione della Cattedrale di San Nicolò sono stati condotti. La Cattedrale è stata riaperta al culto nel 2007, dopo anni di scavi per recuperare migliaia di pietre. La complessa ricostruzione è avvenuta coniugando antiche tecniche di costruzione e le più avanzate tecnologie nel campo dell’ingegneria antisismica.
“È un posto straordinariamente bello – ha dichiarato con entusiasmo il capo dello Stato – È stata una grande opera quella di restauro e ripristino della maestosità del Duomo. Ed è davvero una grande realizzazione ed è un segno di positive energie che la Sicilia esprime, che il nostro Paese può esprimere, un segno della sua tradizione culturale, della sua capacità di riscatto nel reagire ad un disastro come quello del crollo, con una capacità di progettazione artistica e culturale straordinaria”.
“La ricostruzione della cattedrale è stata un’‘opera compiuta’ del nostro Mezzogiorno: ‘compiuta’ perché effettuata nei tempi e nei modi propri di una cura adeguata. Per questo la pensiamo simbolica di una più ampia ricostruzione, che fa pensare a possibili cammini di liberazione per il nostro Sud”. Così si espresso il Vescovo di Noto, Mons. Antonio Staglianò, che è stato anche membro della commissione nominata dal Governo per il ripristino delle decorazioni interne del Duomo barocco.
Mons. Staglianò ha rimarcato la sinergia tra Stato e Chiesa nell’impegno comune di riconsegnare a tutti questo pregevole monumento, “che è al tempo stesso la Cattedrale di questa Chiesa netina e un elemento importante di un più ampio composito urbanistico”.
“Celebriamo oggi il migliore Sud che alza la testa – ha ancora aggiunto il Vescovo di Noto – si mette insieme, coltiva speranza, accoglie i migranti. Li accogliamo per generare umanità nuova, nella convivialità delle differenze, della mensa comune”. 
Mons. Staglianò, infine, non ha dimenticato la realtà sociale che ha visto rinascere la Cattedrale di San Nicolò: “Restano certo gravi i problemi, a iniziare da quello drammatico della disoccupazione, ma li vogliamo affrontare con quella lucidità e lungimiranza che la bellezza dei monumenti e della vita alimenta. Ritrovando nella cultura e nell’arte, non una parentesi alienante, ma la possibilità di elaborare tutto e tutto ripensare in prospettiva”. 
 
 
 
 

Grande gioia per la comunità del seminario per il conferimento dei ministeri del lettorato e del’accolitato e l’ammissione agli ordini sacri

 La Comunità diocesana si unisce alla gioia del nostro Seminario  e partecipa con viva commozione quanto comunicato dal Vescovo  prima di congedare l’Assemblea convenuta in Cattedrale per la messa Crismale.
“Dono della Misericordia del Padre che in Gesù si manifesta e invia la Sua Chiesa, mentre rinnovo l’invito a ringraziare il Signore per il dono delle vocazioni sacerdotali e chiedo a tutti un maggiore impegno nella Pastorale vocazionale, annuncio con grande gioia
che conferirò”
 
Il Ministero del Lettorato, lunedì 11 Aprile 2016, alle ore 19.00 nella Basilica Cattedrale San Nicolò, a Amore Andrea, Canonico Giuseppe, Giannone Francesco, Minardo Giuseppe, Nocca Daniele e Rabito Marco.
 
Il Ministero dell’Accolitato, giovedì 14 Aprile 2016, alle ore 19.00 nella Basilica Cattedrale San Nicolò, ai Seminaristi Corvo Gianluca, Di Martina Giovanni, e Fra Michele Mastrangelo. E l’ammissione tra i candidati agli ordini Sacri a Blandino Alessandro e Fra Emanuele Cosentino.
 
“Esorto tutti ad amare di più il Seminario, ad accompagnarlo con la preghiera e a sostenerlo economicamente con convinzione”.
 

20° GIORNATA BAMBINI VITTIME, METER E DON DI NOTO IL 1 MAGGIO A SAN PIETRO. COMUNITA’ RELIGIOSE E CIVILI INSIEME PER DIRE “FANCIULLI ALZATEVI”. DON DI NOTO: TUTTI A ROMA INSIEME AL PAPA

«FANCIULLI, ALZATEVI!», 20 ANNI DI LOTTA – L’INDIFFERENZA TI RENDE COMPLICE. E’ questo il tema della XX Giornata Bambini Vittime (GBV) contro la violenza, lo sfruttamento e l’indifferenza e la pedofilia organizzata dall’Associazione Meter Onlus di don Fortunato Di Noto (www.associazionemeter.org) presentata oggi alla Sede nazionale Meter di Avola e che culminerà il 1° maggio a Roma, in Piazza San Pietro con Papa Francesco.
 
DI CHE COSA SI TRATTA – Un appuntamento iniziato nel 1995, che è stato apripista in Italia e nel mondo nell’impegno a tutela dell’infanzia contro la pedofilia e che vede il coinvolgimento delle più alte cariche dello Stato nel sostenere e patrocinare la Giornata insieme a numerose realtà ecclesiali che, attraverso i loro vescovi e le tante parrocchie in Italia e nel mondo, in quel giorno eleveranno una preghiera preparata per l’occasione: «In questa XX Giornata per i bambini vittime della violenza affidiamo al Signore tutti i piccoli che soffrono a causa di una cultura che non ama la vita e per essi preghiamo»
 
SI CELEBRA IN ITALIA, ESTERO E A SAN PIETRO COL PAPA – Le Sedi Meter, presenti in diverse città italiane, e i referenti all’estero, numerose parrocchie, movimenti e associazioni laiche e religiose sono impegnati a promuovere annualmente la GBV dal 25 Aprile alla prima domenica di Maggio attraverso due fondamentali momenti celebrativi: il primo commemorativo, con preghiere e riflessioni; il secondo dedicato ai bambini e alle famiglie grazie ad attività e incontri di riflessione e informazione.
 
Il XX anniversario cade il 1° maggio e vedrà la partecipazione di Meter a Piazza San Pietro per la recita del Regina Coeli di Papa Francesco. Saranno presenti volontari, famiglie che hanno avuto i loro figli abusati e i tanti che ce l’hanno fatta.
 
DON DI NOTO: “PEDOFILIA? FENOMENO TRASVERSALE, I ROMANI CI SEGUANO” – Per don Fortunato Di Noto: “Invitiamo tutti a unirsi alla Giornata, a stare con noi a Piazza San Pietro, mi rivolgo ai romani, e a tutti coloro che hanno a cuore la vita dei bambini e che superano il clima dell’indifferenza che spesso sovrasta sulle situazioni drammatiche in cui versano i bambini”. Il sacerdote siciliano sottolinea come: “I bambini sono abusati da chiunque, non c’è una categoria sociale specifica. Vengono devastati nella loro intimità ed i loro corpi sono oggetto di traffico e mercato”. Quindi: “Non possiamo tollerare questa assurda mercificazione che con Internet ha trovato canali di diffusione inimmaginabile e lucrativa. Uniamoci e agiamo insieme per il bene dei piccoli”, conclude.
 
Per maggiori informazioni consultare www.associazionemeter.org, per le adesioni scrivere a segreteria@associazionemeter.org
 

Modica, la Pasqua continua con due appuntamenti nel segno della bellezza

 Pasqua a Modica è la Maronna vasavasa: un abbraccio della Madre al Figlio, un abbraccio corale della piazza che segue partecipe la trasformazione del lutto in gioia. Pasqua da qualche anno diventa a Modica anche la festa Crisci ranni. Preparata dal cammino con le scuole: si sono coinvolti quest’anno più di 2000 bambini e ragazzi della scuola dell’infanzia e primaria che hanno preparato plastici e cartelloni sulla piazza, esposti nella chiesa di San Paolo ogni sera dalle 17 alle 20 fino al 3 aprile. I giovani della scuola media superiore hanno partecipato alla scrittura creativa, con cui hanno vissuto l’esperienza di una piazza viva. Ora ci si prepara ai due importanti appuntamenti del 1° e 2 aprile, che diventano anche la festa dei cantieri educativi, esperienza che – dopo Crisci ranni, avviato sei anni fa a Modica – si è diffusa nel territorio arrivando a sette cantieri (gli altri sono a Siracusa, Noto, Pozzallo, Scicli, Pachino, Ispica) promossi dalla Fondazione di comunità Val di Noto con il sostegno della Fondazione CON IL SUD. Si tratta di un ripensare la città dai piccoli e dalle periferie, di un ripensarla – come dice il nome di alcuni di questi cantieri – “a misura di sguardo”.
– Venerdì 1° aprile alle 18 nell’auditorium Pietro Floridia di Piazza Matteotti a Modica vi sarà il primo appuntamento: un Convegno sul tema di quest’anno – “La piazza si incontra e si racconta” – che si svilupperà nella forma di un dialogo tra i giovani, studiosi che sono appassionati lettori del nostro territorio e del nostro tempo (Paolo Nifosì e Antonio Sichera) e il presidente di Fondazione CON IL SUD Carlo Borgomeo, impegnato da anni sul versante del lavoro giovanile, di un meridionalismo militante che impegni il Sud a diventare protagonista del proprio riscatto.
– Sabato 2 aprile sarà poi il giorno della grande festa educativa, che inizierà nell’Atrio comunale alle 15,30 per i bambini e i ragazzi, spostandosi nelle piazzette adiacenti per confluire poi – l’invito è rivolto a tutti: alle famiglie, ai giovani, agli anziani – alle 17 in piazza Matteotti. Sarà rappresentata dagli Hobby Actors “La veccia re li fusa”, riadattata da Dada Iacono. Quindi sarà il momento del rito che verrà introdotto da don Corrado Lorefice, arcivescovo di Palermo. Si continuerà con momenti di festa per i bambini animati dai Clown dottori “Ci ridiamo su” e con la degustazione di cibi tipici preparati da insegnanti e studenti dell’Istituto Principi Grimaldi. Le materie prime sono offerte dai produttori dei gruppi di acquisto solidale Crisci ranni. La sera, dedicata in particolare ai giovani, ci sarà musica con il complesso “Tiempu persu”, ed anche musica interetnica.
Così sempre più la Pasqua a Modica diventa Pasqua che si innerva nella vita di ogni giorno, dandole il sapore bello delle grandi tensioni civiche ed educative che trasfigurano le nostre città e le aiutano a ritrovare quell’anima che dà forza soprattutto alle nuove generazioni.