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Noto. Il Vescovo alla mensa dei poveri: “Luogo privilegiato di evangelizzazione”

“Sono qui per stare insieme a voi! Ho avvertito il bisogno di raggiungere i fratelli più bisognosi, per trascorrere con loro parte della giornata”. Con queste sentite parole, il nostro Vescovo, Mons. Antonio Staglianò, domenica scorsa 9 novembre, ha fatto visita alla mensa dei poveri a Noto, condividendo con loro il pranzo e una fraterna convivialità.
 
Mons. Vescovo ha salutato i presenti e quanti in cucina si prodigavano per preparare da mangiare. Ha altresì sottolineato l’impegno generoso dei “Piccoli fratelli di Gesù”, la comunità di frati che in Diocesi è dedita all’evangelizzazione itinerante e al servizio della carità.
Mons. Staglianò ha evidenziato come anche la mensa, un luogo dove si mangia per assecondare i bisogni del corpo, può divenire luogo privilegiato di evangelizzazione, di incontro fraterno, di relazione autentica e sincera con i poveri, che ci rivelano il volto di Cristo e ci rivolgono l’appello ad una carità più fattiva e concreta.
 
Allora insieme al cibo – ha rimarcato il Vescovo – si può offrire ai poveri un nutrimento ben più sostanzioso: la parola del Vangelo, parola viva di speranza e di conforto.
Infine Mons. Staglianò ha esortato a intensificare l’attività della mensa dei poveri di Noto, con l’apertura del centro almeno cinque giorni alla settimana.
 
 

Modica. Riparte il 29 Ottobre la Visita Pastorale a Modica Sorda

 Lo scorso 29 ottobre, il nostro Vescovo, mons. Antonio Staglianò ha ripreso la Visita Pastorale nella Diocesi di Noto, nel vicariato di Modica, zona “Sorda”, con una solenne Concelebrazione Eucaristica nella chiesa del Sacro Cuore. All’Eucaristia hanno preso parte anche il Vicario generale, Mons. Angelo Giurdanella e i presbiteri delle comunità di parrocchie interessate dalla Visita. Dopo il solenne rito di accoglienza previsto dal cerimoniale, don Nunzio Distefano ha rivolto un sentito saluto al Vescovo di Noto, presentando brevemente la realtà sociale e geografica della zona pastorale.
 
L’omelia di Mons. Staglianò ha sottolineato il significato più profondo, pastorale e teologico della Visita di un Vescovo alla sua Diocesi. In particolare il Pastore della Chiesa netina ha messo l’accento sulla condivisione delle gioie, delle attese, delle speranze e delle sofferenze del gregge: così un Vescovo si rende prossimo e “odora” di pecore. Nello stesso tempo – ha rimarcato Mons. Staglianò – il popolo di Dio, attraverso la grazia della Visita Pastorale, percepisce, attraverso la sacramentalità del Vescovo, la visita stessa di Dio.
 
La Visita Pastorale – ha proseguito il Vescovo – è utile anche al Pastore, come cammino di ascesi personale, per fuggire la tentazione dell’autoreferenzialità e per assomigliare sempre più e sempre meglio al buon Pastore, che offre la vita per le sue pecorelle. Infine Mons. Staglianò ha sollecitano i presenti a tradurre la fede in gesti concreti di umanità, per vincere ogni forma di povertà materiale ed esistenziale.
 
“La vita cristiana passa per la porta stretta” ha concluso il Vescovo, vale a dire attraverso la fatica della carità, di una fede che riconosce nel volto del fratello il volto di Cristo sofferente, di cui prendersi amorevolmente cura.
 
 

Modica. Celebrata una Messa a Crisci ranni

«Le città possono diventare senz’anima, pregare per la città è anzitutto farne pulsare il cuore»: così ha introdotto la prima esperienza di liturgia e adorazione eucaristica per la città avviata a Modica nel cantiere Crisci ranni don Manlio Savarino, l’assistente della Caritas diocesana che l’ha presieduta. Insieme a lui l’altro assistente della Caritas, il diacono don Paolo Catinello. Nell’omelia sul vangelo del giorno (la guarigione dell’idropico nel giorno di sabato) don Manlio ha rilevato come Gesù si distacchi dall’ambiente farisaico, per vedere quell’uomo che era rimasto ai margini. Un vedere che oggi siamo chiamati a prolungare accorgendoci di quelli di cui nessuno si accorge. Non solo, Gesù guarisce di sabato per ridare al giorno festivo – oggi per noi la domenica – il vero senso: di giorno consacrato a Dio e per questo all’uomo, giorno in cui ritrovare non un amore di parvenza ma un amore vero che si apre agli altri e supera ogni individualismo. Oltre ogni interesse, calcolo, possesso. Guarendo senza gesti eclatanti ma, come Gesù, prendendo per mano, accompagnando.
 
Don Paolo rilevava come la città cambia a partire da ciascuno di noi. E il cambiamento era suggerito da un testo di Giorgio La Pira letto subito dopo l’esposizione del santissimo Sacramento, in cui il sindaco “santo” parlava della sua preghiera della sera che – man mano che prendeva contatto con i poveri – diventava da elegante introspezione una tensione forte abitata da tanti bisogni, scoperti anche nella sua dimensione strutturale (non solo il singolo disoccupato che chiede aiuto, ma la disoccupazione) e mondiale. Cogliendo nel giudizio finale su ciò che avremo fatto ad ognuno dei poveri che incontriamo il “metro” di Dio che deve diventare “metro” di ogni scelta. Un “metro”, la misura dell’amore forte e fedele, che si intravedeva mentre le varie preghiere di intercessione portavano la città nel cuore di Dio. Venivano affidate le cure educative delle famiglie, i volti concreti di quanti bussano al Centro di ascolto, il respiro del mondo e l’ennesimo sbarco di immigrati carico di dolori e ancora una volta con notizie di morti, il desiderio di bellezza che rende abitabile la città, i preti per una santa inquietudine che li renda sempre servi del popolo di Dio e dei poveri anzitutto, i giovani e in particolare quelli che sanno seminare il bene. E mentre venivano tutti portati nel cuore di Dio, quasi ripetendo il gesto degli amici del paralitico che sfondarono il tettuccio per portarlo davanti a Gesù, si percepiva anche come Dio entra nella città: in punta di piedi, con segni e gesti che suggeriscono una coralità di bene, nella costanza e tenacia nel far crescere uomini e cittadini, attraverso testimoni umili e semplici del Vangelo.
 
La “preghiera per la città” si rinnoverà ogni ultimo venerdì e sarà certo piccola cosa, ma con un senso grande: tenere aperta quella porta che permette a Dio di entrare nella città e alla città di entrare nel cuore di Dio! E tra i segni, la tovaglia dell’altare con i ricami dell’Aquila donati come segno della fraternità maturata dopo il terremoto, l’icona del Crocifisso scritto dalle Clarisse di Paganica, l’ostensorio della comunità Papa Giovanni, univano a quanti ogni giorno nelle città del mondo non si rassegnano, ma vivono con amore che intensifica nella preghiera l’impegno di ogni giorno e porta tutti e riporta tutto all’unico e vero Signore della storia. 

All’età di 90 anni e 64 di sacerdozio è tornato alla Casa del Padre don Paolo Ferlisi

Oggi, 12 Ottobre 2014, all’età di 90 anni, circondato dall’affetto e dalle preghiere dei suoi Parrocchiani, è salita alla Casa del Padre l’anima don Paolo Ferlisi, sacerdote da 64 anni (28 Giugno 1950) per 34 anni in attività nelle Parrocchie SS. Annunziata e S. Antonio Abate in Ispica.

 
Sacerdote mite, orante ed instancabile nella preghiera, parroco affettuoso e disponibile, lascia un vuoto incolmabile in coloro che lo hanno amato e che tramite Lui hanno visto nascere ed accrescere la propria Fede, innamorato fino alla fine di Cristo. Il Parroco don Giuseppe Stella e i parrocchiani  si uniscono al dolore delle sorelle per la perdita del caro Don Paolo, e profondamente addolorati, ma grati al Signore per il dono di Don Paolo.
 
Le esequie saranno celebrate giorno 14 Ottobre alle ore ore 16.30 nella Chiesa SS. Annunziata in Ispica.
 
Una veglia di preghiera sarà tenuta giorno 13 Ottobre alle ore 20,00 nella Parrocchia SS. Annunziata di Ispica.
 

Riparte un nuovo anno pastorale con le indicazioni del Vescovo. “Chiesa in uscita, lungo le strade dell’uomo”

Giorni intensi per la nostra Chiesa di Noto, alla vigilia di un nuovo anno pastorale. Una settimana che si è aperta con l’Ordinazione di cinque nuovi presbiteri, don Roberto Avola, don Giorgio Cicciarella, don Giuseppe Di Stefano, don Alessandro Paolino e don Giovanni Vizzini, primi collaboratori del Vescovo nel servizio pastorale alla Diocesi e che si conclude oggi, 5 ottobre 2014, con l’Ordinazione Diaconale di Giovanni Di Luca, preceduta ieri da quella di Paolo Catinello, collaboratore della Caritas diocesana. Insieme al dono di nuovi operai nella Messe del Signore, i giorni scorsi hanno visto la nostra Chiesa convenire da ogni vicariato della Diocesi, per l’annuale Convegno pastorale, tenutosi dall’ 1 al 3 ottobre, nella Basilica Cattedrale di Noto e cha ha dato l’avvio al nuovo triennio pastorale dal tema“Una Chiesa in uscita. Con Gesù lungo le strade dell’uomo”. Incisivi ed energici gli interventi della tre giorni convegnistica, con il qualificato contributo del prof. Gioacchino Lavanco, professore di Psicologia di comunità all’Università di Palermo, sul tema “Nelle periferie esistenziali e nei tessuti umani le domande del Vangelo”, con particolare accento sulla dimensione familiare, sulla questione del lavoro e sul dramma delle migrazioni. Il secondo giorno è stata la voce di testimoni ad esprimere la concretezza del vissuto quotidiano della Chiesa e della società civile, alla luce del Vangelo: per l’ambito familiare, la testimonianza di una famiglia aperta all’accoglienza, della Comunità Papa Giovanni XXIII; per il lavoro, la testimonianza dei referenti del Progetto Policoro, su un inserimento lavorativo al Laboratorio “Don Puglisi” di Modica e un’altra della cooperativa “Oqdany” di Noto; per l’immigrazione infine, l’esperienza di un ragazzo immigrato ospite a Pozzallo.
 
Infine, il terzo giorno è stato il nostro Vescovo, Mons. Staglianò, a offrirci gli orientamenti teologico-pastorali per il prossimo triennio, sulla base del Secondo Sinodo diocesano e della Esortazione apostolica di Papa Francesco “Evangelii gaudium”.
“Così ricominciamo l’anno e il triennio: cercando di formulare degli orientamenti, consapevoli però che essi anzitutto devono corrispondere all’iniziativa di Dio, al suo condurci, al suo condurre questa storia in cui siamo chiamati a scorgere “i segni dei tempi”, ha esortato Mons. Staglianò.
Sulla scia dell’ “Evangelii gaudium” e ripartendo dall’insegnamento sapiente del Secondo Sinodo diocesano, il cammino della Chiesa di Noto può orientarsi così verso una radicale conversione, che anzitutto è profondo rinnovamento dell’umano nell’uomo, conversione alla “vita buona” del Vangelo di Cristo: un nuovo umanesimo (in sintonia con le istanze del prossimo Convegno Ecclesiale di Firenze) “ calandoci con amore – ha affermato Mons. Staglianò- dentro la nostra storia facendo nostre le gioie e le speranze degli uomini nostri contemporanei”.
 
I cinque anni di ministero pastorale del nostro Vescovo a Noto, sono stati per il nostro Pastore esercizio continuo per giungere ad un ascolto sempre più attento del “sensus fidei” del popolo di Dio; esperienza di condivisione, soprattutto mediante la Visita Pastorale, della storia di dolore e di speranza di tanti fratelli. Al punto da maturare alcuni passi decisivi, come la volontà di ripensare il ministero stesso del Vescovo, di rivalorizzare carismi e ministeri tra il laicato, autentica ricchezza nella Chiesa: “Mi viene da chiedervi di aiutarmi a ripensare il mio ministero – ha detto il Vescovo – voglio ripensarlo certo ascoltando anzitutto i forti appelli del Papa a compiere noi vescovi il nostro ministero con umiltà e attenzione alla gente, con l’apporto del sensus fidei del popolo di Dio. […] Ci sono tante occasioni in cui il Vescovo viene cercato in funzione quasi ornamentale.
 
Percepisco quest’esigenza di essere anzitutto laddove il Signore ci visita e si presenta a noi come ammalato, forestiero, carcerato, privo del necessario […] per ridare slancio alla pastorale perché ci pensiamo come «umili operai nella vigna del Signore», persone costruttive e disposte alla formazione, a vivere la vita della Diocesi, ad essere tra la gente testimoni generosi del Vangelo . Declericalizziamo la nostra Chiesa, rinnoviamola veramente a partire da un coinvolgimento dei laici, con saggezza e coraggio”.
 
Mons. Staglianò è poi tornato a parlare di comunione del Presbiterio e dei fedeli: “Non è concepibile un prete per conto suo – ha dichiarato con forza il Vescovo – non è concepibile un prete che non sia presente ai momenti diocesani e all’aggiornamento. Non concepibile un prete che i fedeli non possono trovare o contattare. Non è concepibile un prete che faccia tutto lui e non dia fiducia ai laici”. E insistendo su una comunione altrettanto solida e concorde tra i fedeli, membra dell’unico Corpo della Chiesa, Mons. Staglianò ha sottolineato e rimarcato i tanti segni di comunione dello scorso anno pastorale, quali la Pentecoste con le aggregazioni laicali e i gemellaggi con la Chiesa africana di Butembo-Beni, la parrocchia Maria Assunta e le Clarisse di Paganica dell’Aquila, dopo il terribile terremoto del 2009.
 
Infine altri punti determinanti di questo discorso programmatico sono stati la centralità dell’Eucaristia domenicale, “anima del cammino unitario di fede, speranza e carità”, perché la celebrazione rituale trovi continuità nella vita concreta, attraverso “gesti eucaristici”, vale a dire segni fattivi di carità fraterna che diventano epifania di una Chiesa in uscita, che raggiunge le periferie ultime di tanta umanità diseredata. Ecco allora come nelle nostre comunità cristiane è fondamentale la presenza di “sentinelle che testimoniano una Chiesa che non sta al balcone – ha detto ancora Mons. Staglianò – ma si pone in alto per guardare e scende in strada per soccorrere. Sempre con cuore largo, con mente aperta, con mani pronte!”. Il Vescovo ha ancora ribadito che accanto alla sentinella, non possono mancare gli esploratori “che aiutino ad ascoltare, comprendere, raccordare linguaggi spesso distanti dai nostri, ma con dentro un desiderio di Chiesa e di Vangelo più concreto di quanto non pensiamo”.
 
Quanto il Vescovo ha proposto per il prossimo triennio pastorale è stato fiduciosamente affidato alla Santa Vergine “donna in uscita”, che avverte l’urgenza della carità quando alla cugina Elisabetta incinta porta non solo un aiuto materiale, ma la gioia stessa dell’avvento del Signore. “A Lei, la comune Madre – ha concluso Mons. Vescovo – la ‘donna in uscita’ che avvolge di tenerezza l’umanità, chiediamo l’intercessione per il cammino di questi anni e per una rinnovata effusione dello Spirito che, come a casa di Cornelio, ci conduca oltre i ristretti schemi e confini che ci creiamo e ci renda consapevoli che con tutti gli uomini sono chiamati a diventare parte dell’unica grande famiglia di Dio: ecco perché ci impegniamo ad essere ‘Chiesa in uscita, con Cristo lungo le strade dell’uomo!’”.
 
 
 

Mons. Staglianò al Monastero delle Carmelitane Scalze di Noto “Nel cuore della Chiesa sarò l’Amore”

 Momento veramente intenso e profondo quello vissuto stamattina, 1 Ottobre, memoria liturgica di Santa Teresa del Bambino Gesù, nella Cappella del Monastero delle Carmelitane Scalze di Noto dove Mons. Antonio Staglianò ha voluto presiedere la Celebrazione Eucaristica alla presenza delle Monache di Clausura, della Comunità dei Cappellani che presta servizio in Monastero e di un nutrito gruppo di fedeli netini. Mons. Staglianò si è intrattenuto, rivolgendosi particolarmente alle Consacrate nell’approssimarsi dell’anno a loro dedicato per volere del Santo Padre Papa Francesco, sul valore della vita consacrata. Essa non è esilio, astrazione dal mondo, fuga dal secolo, ma è presenza capillare nel tessuto umano del mondo, in una vocazione ben precisa: essere amore. “Nel cuore della Chiesa sarò l’Amore” soleva affermare, colma di spirito evangelico la Santa di Lisieux. Mons. Staglianò si è soffermato poi a sottolineare la virtù della “piccolezza” di Santa Teresina. Riprendendo la sua ispirata intuizione della “piccola via” ha proseguito a definire così la vita cristiana: vita nello spirito, guidata dallo spirito e pertanto trasformata dalla terza persona della Ss. Trinità, specificando quindi che il “vero credente” è chi guidato dallo Spirito Santo fa la volontà del Padre. E’ chi nel Figlio, massima manifestazione dell’Amore e della Misericordia del Padre assume impegni concreti di vita cristiana volti al servizio, alla carità verso il prossimo e all’accettazione della sofferenza vista nell’ottica cristiana della redenzione e dell’offerta per la salvezza propria e del mondo, sull’esempio della piccola Santa carmelitana che ha vissuto il Calvario della sofferenza nell’adesione alla volontà di Dio, offrendo e pregando per i ministri sacri, le missioni e per l’evangelizzazione.
 
 

Convegno d’inizio anno pastorale dall’ 1 al 3 ottobre in Cattedrale. Una programmazione tra prospettive e risorse.

Con il prossimo Convegno dal 1 al 3 ottobre daremo inizio al nuovo triennio pastorale che avrà come tema “Una Chiesa in uscita. Con Gesù lungo le strade dell’uomo” (cf. nota metodologica allegata). Il Convegno d’inizio anno pastorale che terremo dal 1° al 3 ottobre 2014 nella Chiesa Cattedrale dalle ore 18.00 alle 20.30. Proprio per essere “Chiesa in uscita dalle porte aperte” ci fermiamo per ripensarci davanti al Signore e nel confronto con i fratelli, nella diversità sinergica della Chiesa locale presieduta dal Vescovo.
 
 Sulla base di quanto emerso nella “Due giorni” di programmazione pastorale dello scorso giugno – afferma il Vicario Generale, Mons. Angelo Giurdanella nella circolare inviata alla Diocesi  – , il primo giorno del Convegnomercoledì 1° ottobre – sarà dedicato alla impostazione del tema. Inizieremo con l’intronizzazione della Parola e l’invocazione allo Spirito per dire il nostro situarci nel Signore. Seguirà il saluto del nostro Vescovo e la relazione del prof. Gioacchino Lavanco, professore di psicologia di comunità nell’Università di Studi di Palermo, sul tema “Nelle periferie esistenziali e nei tessuti umani (relazioni familiari, lavoro, migrazioni) le domande di Vangelo”. Seguirà uno spazio per il confronto e le risposte del relatore. Concluderemo con la preghiera.
 
 Il secondo giornogiovedì 2 ottobre – sarà dedicato alla lettura e comprensione di alcune istanze del nostro territorio e avrà come tema “Sulle strade dell’uomo: famiglia, lavoro, e immigrazione”. Dopo l’invocazione allo Spirito Santo, sui tre ambiti da sviluppare nel corso del triennio, ci saranno offerti alcuni dati ed esperienze: per la famiglia, da don Ignazio La China e dalla testimonianza di una famiglia aperta all’accoglienza della Comunità Papa Giovanni XXIII; per il lavoro, dai referenti del Progetto Policoro, con una testimonianza di inserimento lavorativo al Laboratorio don Puglisi di Modica e un’altra della cooperativa Oqdany di Noto; per l’immigrazione, alcuni dati saranno offerti da Rosario Cappello, mentre Giorgio Abate riferirà della nostra presenza accanto ai ragazzi e giovani immigrati ospitati a Pozzallo.
 
 Il terzo giornovenerdì 3 ottobre – sarà il nostro Vescovo ad offrirci le indicazioni teologico-pastorali per il triennio, facendo memoria del Secondo Sinodo diocesano e recependo per la nostra Chiesa l’Esortazione apostolica di Papa Francesco “Evangelii gaudium”. Successivamente, alle ore 19,00 avremo la Concelebrazione Eucaristica in cui ricorderemo, grati al Signore, i 70 di sacerdozio di Mons. Francesco Guccione, per molti anni Vicario generale della nostra Diocesi, e in cui sarà dato il “mandato” a tutti i catechisti della Diocesi. Moderatore del convegno pastorale sarà Don Corrado Lorefice, Vicario Episcopale per la pastorale.
 
Un secondo impegno per il nuovo anno riguarda la pastorale quotidiana delle nostre parrocchie e comunità di parrocchie, ma anche del nostro Seminario, delle Comunità religiose, delle Aggregazioni laicali e delle Opere caritative. Secondo le indicazioni emerse nella due giorni di programmazione pastorale dello scorso giugno va consolidata la proposta di un cammino unitario degli operatori pastorali di tutti gli ambiti (catechisti, animatori della liturgia e ministri della santa Comunione, animatori Caritas e volontari, pastorale familiare e pastorale giovanile), articolato in due incontri unitari (il 16 gennaio, con dimensione biblica e il 15 aprile, con dimensione esperienziale) e in passi concreti per i tempi forti dell’anno liturgico proposti dagli Uffici diocesani (cf. secondo allegato). Sono indicazioni che vicariati e parrocchie possono certo arricchire e ulteriormente articolare, ma vanno comunque vissuti e attuati da tutti come segno di una effettiva comunione ecclesiale nell’unica Chiesa locale. D’altronde sono stati richiesti, pensati e arricchiti dal confronto e dal contributo di molti e facilitano i percorsi di crescita della vita buona del Vangelo, con tensione missionaria.  
 
 Il terzo impegno riguarda, come da calendario pastorale, il rinnovo degli organismi pastorali, a livello parrocchiale sabato 25 e domenica 26 ottobre dopo l’assemblea eucaristica, a livello vicariale e diocesano entro la metà di novembre. Sono stati approvati e promulgati dal Vescovo gli Statuti, compreso quello specifico della Caritas che prevede la distinzione tra il “Centro di aiuto” (con carattere operativo) e la Caritas parrocchiale (con valenza pedagogica), mentre il Centro di ascolto opera a livello cittadino con compiti di orientamento. Seguirà una circolare – afferma il Vicario Generale – con le indicazioni pratiche, ma fin d’ora è importante prepararsi con un serio e responsabile discernimento ministeriale perché ogni incarico sia affidato a persone sensibili e disponibili, ma anzitutto competenti, disposti alla formazione e con un costruttivo senso ecclesiale. Siamo tutti ormai consapevoli di come in ogni ambito educativo e pastorale contino anzitutto le persone, perché il servizio sia reale, capace di promuovere comunione e facilitare la missione. Sarà importante non fermarsi a chi sempre si propone, ma guardare a tutta l’assemblea domenicale in cui possono esserci persone che magari sono più discrete ma hanno carismi, competenze e sapienza che tanto bene possono fare alla comunità ecclesiale e alla sua missione.
 La designazione del responsabile laico del Coordinamento vicariale sarà curata dal Vicario foraneo e da uno dei Vicari episcopali, mentre quella dei responsabili laici delle Commissioni sarà curata dal Vicario foraneo e dai direttori degli Uffici diocesani.
 

Noto. Il 27 settembre in Cattedrale Mons. Staglianò ha ordinato cinque nuovi sacerdoti. “Trasparenza dell’amore di Dio per la costruzione di una nuova umanità”

Il 27 settembre, il Vescovo di Noto Mons Staglianò, dopo aver dato l’annuncio ufficiale alla Diocesi lo scorso 3 agosto, nella solennità di Maria SS. Scala del Paradiso, ha ordinato nella Basilica Cattedrale cinque nuovi presbiteri, don Roberto Avola, don Giorgio Cicciarella, don Giuseppe Di Stefano, don Alessandro Paolino e don Giovanni Vizzini. La solenne celebrazione si è svolta alle ore 19,00, con la presenza del Vescovo emerito Mons. Malandrino, ha presiedere è stato ovviamente il Vescovo Staglianò con una nutrita partecipazione del clero netino ed un concorso numeroso di popolo proveniente da tutta la Diocesi e in particolare dalle comunità di origine degli eletti, come anche da quelle Parrocchie nelle quali i futuri sacerdoti hanno potuto esercitare, nell’ultimo anno, il loro ministero diaconale per una viva esperinza pastorale di carattere propedeutico.
 
Il Prelato netino, nel corso della sua magistrale omelia, ha espresso la sua gioia nel poter donare alla comunità diocesana, in forza del suo fecondo ministero episcopale, ben cinque novelli presbiteri che verranno inviati per la cura pastorale del popolo di Dio e per l’edificazione di una Chiesa sempre più missionaria e capace di uscire verso le periferie degli uomini. Il Vescovo ha ricordato agli ordinandi che “con l’ordinazione sacerdotale da ora in avanti non sono altro che una realtà sacramentale, questo grazie al sacramento dell’Ordine a loro conferito, dunque la loro vita è presenza reale, incarnata e visibile di Gesù sacerdote che ancora oggi agisce per sanare le ferite di una umanità malata e sofferente, ecco perchè – afferma Staglianò rivolgendosi ai novelli sacerdoti – voi siete trasparenza dell’amore di Dio per la costruzione di una nuova umanità”.
 
Dopo la preghiera di ordinazione del Vescovo e l’imposizione delle sue mani seguite da quelle di tutti i presbiteri sul capo degli eletti, i novelli presbiteri hanno concelebrato per la prima volta la S. Messa con il Vescovo e il presbiterio. A conclusione i fedeli che hanno preso parte alla celebrazione di ordinazione hanno espresso ai nuovi sacerdoti gli auguri più affettuosi per un fecondo cammino sacerdotale. Inoltre il prossimo 4 e 5 ottobre nelle loro parrocchie di origine gli accoliti Paolo Catinello e Giovanni Di Luca, saranno ordinati diaconi in vista del presbiterato.
 
 

Come fare per ottenere il Microcredito d’avvio impresa

 Dalle ore 10:00 del 15 ottobre 2014 sarà possibile presentare richiesta di garanzia sul finanziamento per l’avvio di una micro-iniziativa imprenditoriale o di auto-impiego.
Beneficiari:
 
a) Persone fisiche in fase di avvio di un progetto di micro-impresa di età compresa tra i 18 e i 35 anni (alla presenza di alcune condizioni, potranno essere ammessi soggetti di età superiore);
b) Residenti in uno dei comuni della provincia di Ragusa (per la Diocesi di Noto, quindi: Modica, Ispica, Scicli e Pozzallo);
c) Persone fisiche che vogliono avviare una micro-impresa/lavoro autonomo ubicati in uno dei comuni della provincia di Ragusa.
 
Settori ammissibili: Artigianato, commercio, agricoltura, industria, turismo, servizi.
 
Importo: Si va da un minimo di euro 3.000,00 ad un massimo di euro 20.000,00 per ciascuna istanza, anche se avanzata da più richiedenti intenzionati a costituire un’impresa in forma societaria.
Durata: il finanziamento potrà essere rimborsato in rate mensili da un minimo di 24 mesi ad un massimo di 84 mesi; potrà essere richiesto un preammortamento di 6-12 mesi.
Un comitato di valutazione valuterà l’idea imprenditoriale: le idee valutate positivamente saranno ammesse ad una successiva fase di orientamento e allo start up d’impresa.
I soggetti interessati possono ricevere informazioni dettagliate e ritirare i moduli di domanda presso il Centro di ascolto di Modica, via Clemente Grimaldi , tel./fax 0932 94 89 98, il mercoledì dalle ore 16:00 alle ore 19:00, o recandosi presso il Centro Servizi del Progetto Policoro a Noto in via Monsignor Blandini 9 (il mercoledì dalle 10:00 alle 13:00) o fissando un appuntamento tramite il profilo Facebook “Progetto Policoro Noto”.
 
I moduli per la domanda e l’Avviso Pubblico integrale possono essere scaricati anche dai siti:
www.diocesidiragusa.it/attivita/uffici/ufficio-pastorale-sociale-lavoro/
www.diocesinoto.it
www.cameracommercio.rg.it/
 

Modica. Il disagio sociale richiede letture attente e risposte lungimiranti

Partecipiamo di una diffusa preoccupazione per l’emergere di tanto disagio sociale nella nostra città, che al momento è esploso nel centro storico ma in altri momenti (se non già ora) riguarda anche le periferie. E però un primo elemento dobbiamo coglierlo: non ci sono solo i fatti più rilevanti. Ci sono fatti più ordinari che sono altrettanto preoccupanti: tanti luoghi abitati fino a notte fonda, anche da ragazzi, con schiamazzi, sporcizia, piccole ma costanti azioni distruttive. La prima cosa che viene da pensare è: dove sono le famiglie? Dove sono i padri e le madri che danno orari, che si preoccupano con chi escono i figli? Contemporaneamente tutti passano dalla scuola: cosa si è fatto effettivamente contro la dispersione? Nel bicentenario della nascita di don Bosco la scuola è interpellata a ricordarsi che l’educazione è cosa del cuore e deve sempre avere un occhio di riguardo per i più difficili. Ben vengano le eccellenze, ma l’eccellenza più grande – che riguarda anzitutto la capacità educativa dei docenti – è riuscire a «non perdere nessuno».
 
E questo certo dovrebbe essere anzitutto testimoniato dalle parrocchie. In una serata a San Giovanni con don Cosimo Scordato una giovane si chiedeva accoratamente cosa si può fare per i giovani che si smarriscono, ricordandone uno – suicidatosi qualche settimana fa – passato comunque per la parrocchia. Ecco ci sembra questo sia il tono giusto: cosa abbiamo fatto per prevenire? Cosa si può fare? E al cuore di tutto – anzitutto per i cristiani, ma non solo – sta una verità di fondo: non esistono delinquenti, esistono persone che lo “diventano”. Perché non si sono date regole, perché non si è stati accanto; certo anche perché alcune cose ci sfuggono e in alcuni casi c’è un mistero insondabile di libertà che non sceglie il bene. E però ci sembra importante accompagnare la cronaca di questi giorni con una riflessione che speriamo tutti ci coinvolga pensandoci tutti figli e fratelli e genitori (per i cristiani c’è un solo Padre, e a Modica c’è anche la percezione della Mamma che tutti dal suo santuario ha voluto guardare da una porta aperta all’intera città). Intanto certo è bene che intervengano le forze dell’ordine, che ringraziamo per il loro servizio e la loro fatica rispetto a comportamenti gravi e pesanti; ben venga il Comitato per l’ordine pubblico per coordinare interventi e monitorare il territorio.
 
Però, se vogliamo superare veramente questo crinale pericoloso, come città dobbiamo reagire mettendo in campo tensioni educative e civiche, capacità di raccordo, umile riflessione e revisione di vita nelle nostre famiglie, scuole e parrocchie. Un segno può aiutare: sono i cantieri educativi come Crisci ranni in cui, con pazienza, si sperimenta a volte anche l’insuccesso, ma anzitutto la bella possibilità di cambiamento in meglio del tessuto sociale e dei ragazzi che crescono. Come Caritas invitiamo allora a rafforzare tutti i segni costruttivi di bene comune, di prevenzione, di coesione sociale: il volontariato è in questo momento testimonianza che la città ci sta a cuore. Vorremmo altresì rinnovare il Patto educativo siglato nel nome di don Puglisi nel settembre 2010 e pensiamo anche ad una preghiera per la città, sull’esempio di tanta gente semplice – anziani, ammalati – che la sera pregano “pe figghi ri mamma, tutti, i buoni e i tinti”. Vigiliamo tutti nell’amore e nella fede «che muove le montagne».