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Secondo anniversario della consacrazione episcopale del nostro Vescovo

Giorno 19 marzo, nell’anniversario della ordinazione episcopale, S.Ecc.za Mons. Antonio Staglianò, ricorda il il suo secondo giubileo di consacrazione; la comunità diocesana si stringerà attorno al suo Pastore con una celebrazione pontificale alle ore 18.00 che vedrà raccolto tutto il popolo di Dio attorno alla mensa Eucaristica. Durante la celebrazione il Vescovo consegnerà al clero e alla comunità netina lo statuto col quale istituisce il nuovo Capitolo del Canonici della Cattedrale di Noto; contestualmente verranno presentati gli statuti che regoleranno le attività delle Comunità di parrocchie. Al nostro amato Vescovo vanno i nostri auguri affinchè il Signore gli conceda di vivere con gioia il suo ministero di evangelizzazione.

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E’ morto mons. Carlo Di Vita, direttore Cesi

Oggi, venerdì 4 marzo, è tornato alla Casa del Padre mons. Carlo Di Vita, direttore della Segreteria Pastorale della Conferenza Episcopale Siciliana. La camera ardente è allestita a Palermo nei locali della  Cesi, corso Calatafimi 1043. I funerali saranno celebrati dal Cardinale  Paolo Romeo nella Cattedrale di Palermo lunedì 7 marzo alle ore 15.30.

Mons. Carlo Di Vita, nato a Licodia Eubea (Ct) il 3 Aprile 1940, viene ordinato sacerdote il 4 luglio 1964. Parroco della parrocchia S.Oliva dal 1973 al 1981, viene nominato direttore spirituale in Seminario e assistente diocesano di Azione Cattolica. Membro del Collegio dei Consultori “ad quinquennium” nel 1984 e 1989, è vicario episcopale del cardinale Pappalardo  dal 1985 al 1998.

Già Prelato d’Onore di Sua Santità, nel 1999 viene nominato Canonico Statutario del Capitolo Metropolitano. Dal 2004 ricopre la carica di Direttore della Segreteria Pastorale della Conferenza Episcopale Siciliana. Nel 2007 l’ultima nomina a Vicario Episcopale del 5° Vicariato di Palermo.

Per tanti  anni padre Carlo ha svolto attività di Docente di Religione presso l’Istituto Nautico di Palermo.

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Cercate il Regno di Dio e la sua giustizia e tutto il resto vi sarà dato in sovrabbondanza

In tempi di crisi economica, quando chi ha lavoro lo perde e chi non ce l’ha rischia di non trovarlo mai, ha senso per il cristiano “ascoltare” la parola di Dio che con solennità promette: «cercate il Regno di Dio e la sua giustizia e il resto vi verrà dato in abbondanza?». Per essere realisti  e restare “fedeli alla terra” – cioè per stare con i piedi per terra -, non si dovrebbe piuttosto “pensare ad altro”, a come portare il pane a casa per dar da mangiare ai propri figli?
 La risposta a questo interrogativo deve essere chiara e senza tanti fronzoli: “si, ha senso soprattutto il cercare la giustizia del Regno di Dio” anche come impegno per superare le fragilità del sistema economico e della sua crisi. Chi vuole saperne di più su questo deve leggere la Caritas in Veritate di Benedetto XVI e potrà costatarlo con ogni ragione.
In questo messaggio per la nuova Quaresima, carissimi figli della Diocesi di Noto, vorrei semplicemente sottolineare la verità di questo annuncio: mettersi alla sequela di Gesù, seguire i suoi comandamenti, purificare i nostri cuori, convertirci all’altro nel suo bisogno attraverso il digiuno e la condivisione; è una risposta concreta (non aleatoria o astratta) della fede, ai problemi reali della gente (ai problemi reali e non a quelli fittizi e indotti dalla società virtuale e del consumo): è risposta vera ai problemi di “quel tutto il resto” che ci verrà dato in abbondanza, se cerchiamo il Regno di Dio e la sua giustizia.
Nulla cambia infatti nella storia dell’uomo se il male dell’avidità e dell’avarizia non viene distrutto e comunque combattuto e se non ci si rende disponibili all’accoglimento del regno di Dio, perché la giustizia umana si possa realizzare sulla faccia della terra.
Approfondiamo allora due semplicissime questioni: c’è per gli uomini un potere reale di vincere il male che è dentro la nostra vita? E come la predicazione del Regno di Dio e la sua giustizia è speranza di vittoria su tutte le forme del male che opprimono le nostre esistenze, rendendole conflittuali e guerrafondaie, ingiuste e interessate solo al nostro proprio profitto, incuranti delle sofferenze e dei dolori di tantissimo persone nel mondo?
In questa quaresima, mettiamoci alla sequela di Gesù che vince ogni tentazione e che predica il regno di Dio, per liberarci dalle catene della violenza che rendono disumana la nostra vita per introdurci in quella fraternità nuova che è la Chiesa (la nuova umanità sorta da legami resi stabili ed eterni dall’amore dello Spirito che è agape di Dio dentro ogni persona).

 Il male esiste veramente nel mondo. Sotto questo aspetto l’umanità appare malata profondamente: le iniquità e le ingiustizie sociali, la barbarie culturale, gli egoismi individuali sono come segni evidenti della forza e della potenza del maligno. In Gesù si può però contemplare la possibilità umana di “vincere” le tentazioni del male e il peccato.
 Il “potere” di Gesù rispetto alle tentazioni del diavolo (Mc 1,12-13; Mt 4,1-11; Lc 4,,1-13) sta tutto nel fatto che egli “ha lo Spirito”, segno dei tempi messianici. La storia di Israele (i quarant’anni nel deserto, anni di tradimenti e di tentazioni) è riassunta nei quaranta giorni di Gesù nel deserto: egli lotta con il demonio e vince. La sua forza sta nella sua “vicinanza a Dio”, nella sua “amicizia singolare con Jahwé” che il diavolo non può strappargli. Si chiarisce così meglio l’identità di Gesù: l’onnipotenza divina che lo inabita non si esprime nel miracolismo strepitoso, nè nel messianismo politico, nell’abbondanza dei beni materiali, ma nell’adorazione esclusiva del Dio vivente. La sua via è quella dell’umiltà del Servo che prende su di sè i peccati del popolo: la strada del servizio e non quella del potere è vittoriosa contro ogni tentazione. Pertanto, la croce non sarà un “fallimento”, ma, contro ogni apparenza, sarà l’affermazione della vita in quanto segno della suprema dedizione di Gesù al Padre. Le tentazioni mostrano ancora la solidarietà di Gesù con l’umanità: egli si fa carico di tutto il peccato del mondo e, per la sua innocenza (=la sua piena disponibilità a fare la volontà del Padre), attraverserà la situazione della più grande lontananza da Dio (=la morte in croce) per ricondurre con la sua vittoria pasquale gli uomini al Padre, riconciliandoli nell’amore (Eb 4,14-16; 5,7.9).
Il disordine, la mancanza di armonia, la frustrazione della debolezza davanti al male conduce spesso l’uomo di oggi allo scoraggiamento. Egli si sente disorientato, perchè esperimenta la propria incapacità di compiere il bene desiderato: video meliora proboque, deteriora sequor (vedo e provo le cose belle e seguo le peggiori). Si genera come un sentimento di impotenza che spinge a cedere, a non lottare, ad evadere, ad alienarsi….Il male è forte, è oggettivamente potente. Esiste il diavolo, veramente. Ma resta comunque “fuori” di noi. Il nostro cuore è invece “posseduto”, per il battesimo, dallo Spirito di Gesù, onnipotenza d’amore di Dio, che permette il superamento di ogni tentazione. La via vera e autentica non è quella del magismo superstizioso e dello spiritismo superficiale, ma è quella della fede incarnata. Per la fede, veniamo a sapere che siamo figli di Dio, che il Padre ci ama e ci protegge, che siamo sufficientemente corazzati per vincere tutte le difficoltà e i mali della vita. Occorre solo che la nostra libertà segua la strada umile di Gesù, rinunciando alla smaniosità di potere e all’inganno della ricchezza, “radice di tutti i mali”. Chi ha Dio vicino non teme il male: la vicinanza con Dio è il vero antidoto contro le potenze del maligno, è l’onnipotente “talismano”.
 «Pietà di me, o Dio, secondo la tua misericordia, Nella tua grande bontà cancella il mio peccato […] Purificami con issopo e sarò mondato […] Crea in me, o Dio, un cuore puro, rinnova in me uno spirito saldo» (Sal 51).

 La vicinanza dell’uomo con Dio, che è la condizione per la vittoria di ogni tentazione, è resa possibile non tanto per l’ascesa umana al cielo (costruzione della torre di Babele), ma grazie al “venire di Dio stesso”, la sua discesa dall’alto (=incarnazione del Figlio). La vicinanza di Dio all’uomo ha un forte potere umanizzante, quello della buona novella del Regno di Dio presente con Gesù nella storia).
 Gesù va per le strade della Palestina predicando: “Il tempo è compiuto e il Regno di Dio è vicino: convertitevi e credete al Vangelo” (Mc 1,15). Il “regno” rimanda ad una speranza, ad una attesa precisa, ad un ideale di perfezione che ora, per Gesù e in Gesù, si realizza: il Regno di Dio è la sua stessa persona, la sua parola di consolazione, i suoi gesti salvifici di liberazione: “i ciechi recuperano la vista, gli storpi camminano, i lebbrosi sono guariti, i sordi riacquistano l’udito, i morti risuscitano, ai poveri è annunciata la buona novella” (Mt 11,2-6). Perciò, Gesù parla con “autorità”, come uno che è autore di quello che proclama. Con la sua parola è giunta agli uomini la salvezza: egli è così soggetto e oggetto della sua predicazione, l’interprete definitivo della “parola antica” [cfr. le antitesi: “è stato detto, ma Io vi dico”] . In Lui tutto si compie: anzitutto la rivelazione di Dio. Egli è l’esegeta di Dio, perchè è il Figlio eterno che è nel seno del Padre e lo conosce dall’eternità, anzi, nella sua persona, è la conoscenza stessa del Padre (immagine del Dio invisibile) [cfr. la parabola lucana del “Padre misericordioso”]. In Gesù c’è ben più che un “profeta”: egli dice in prima persona Dio. Questo è il motivo per il quale può autorevolmente denunciare la falsa religiosità dei farisei (=separati), obbedienti, ligi alle prescrizioni della legge, ma infedeli alla legge dell’amore (la sola che identifica la verità di Dio-Amore).
 L’informazione condiziona la vita degli uomini, fino alle radici. Nel tempo delle grandi possibilità massmediali, le notizie bombardano il mondo in continuazione. Emozionando e appassionando per un attimo, esse ci lasciano poi nella indifferenza e nella solitudine di chi è solleticato dal prurito dell’orecchio e della lingua. La notizia buona di Gesù richiede un ascolto in profondità: essa è liberante perchè attinge e corrisponde alle esigenze più autentiche dell’esistenza, donando risposta ai bisogni veri dell’uomo. Il Vangelo del Regno di Gesù non è una informazione, ma la proposta libera di una via da seguire che incide nelle scelte di ogni giorno, urgendo conversione.
 La predicazione del Regno di Gesù coinvolge la vita, perchè non è una comunicazione di dottrina, ma è appello di Dio all’esistenza e alla libertà dell’uomo affinché cooperi alla trasformazione della vita. La sua Parola è creatrice. Quando è accolta, cambia il cuore e converte. Comunque non può essere annunciata “fuori” dalla testimonianza dell’amore: la carità è l’eloquenza evangelica, contro ogni falsa religiosità che si matura nella scissione tra fede e vita.
«Il tuo Regno Signore è regno di amore, di giustizia e di pace».

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ACI: Rinnovato il consiglio diocesano per il triennio 2011-2014

L’appuntamento assembleare del 27 Febbraio è giunto a conclusione di un percorso che nei mesi scorsi ha visto impegnate le associazioni parrocchiali di AC in una verifica del triennio e in un confronto sul percorso futuro con il rinnovo dei consigli parrocchiali.
Dopo la preghiera iniziale, guidata dal Vicario Generale e assistente unitario, Don Angelo Giurdanella, che ha ricordato ai partecipanti l’importanza e l’urgenza di essere “sale” che si scioglie nel territorio, per portare nel mondo il profumo di Cristo, la presidente diocesana, Melina Perricone ha relazionato sul triennio appena concluso, mettendo in evidenza luci ed ombre di un cammino che, comunque, tra alti e bassi, si porta avanti e sta in piedi nonostante la bufera.
A rappresentare il centro Nazionale e a trattare il tema dell’assemblea “ACI: una scelta di servizio responsabile” è stata Claudia D’Antoni, incaricata regionale ACR; nella sua riflessione, Claudia, ha sottolineato la dimensione diocesana dell’associazione, non solo organizzativa, ma soprattutto come promotrice di relazioni che fanno emergere la laicità e la responsabilità nella missione educativa dell’ACI.
Ad accentuare la diocesanità dell’assemblea è stata la presenza del nostro vescovo, Mons. Antonio Staglianò, che ha celebrato l’Eucaristia, rivolgendosi ai soci presenti con un incoraggiamento ad essere attivi nel servizio, per aiutare la Chiesa a parlare al cuore dell’uomo.
Nel pomeriggio, dopo le operazioni di voto è stato proclamato il nuovo consiglio diocesano dell’Azione Cattolica della nostra diocesi, così composto: Melina Perricone, Paolo Ferlisi, Salvatore Vaccarella, Piera Agosta e Mariella Di Dio per il settore unitario; Rosetta Agosta, Teresa Santaera, Carmelo Floridia, Emanuele Arezzi, Tina Di Rosa per gli adulti; Serena Lago, Nicole Caruso e Gianna Buffa per i giovani e Maria Concetta Minniti, Maria Concetta Cancemi, Franca Trovato, Ada Mazzonello per l’ACR.
Il nuovo consiglio si riunirà presto per la scelta dei responsabili dei settori e dell’articolazione e per presentare al vescovo la terna dei nomi tra i quali S. E. Mons. Staglianò nominerà il presidente per il prossimo triennio.
Al nuovo consiglio auguri di santità e di un proficuo servizio in AC.

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AGESCI. Conclusa la Giornata del Pensiero 2011

Domenica 27 febbraio 2011 ad Avola (SR), al termine della Settimana Internazionale dello Scoutismo, si è tenuto il Thinking Day 2011 (Giornata del Pensiero). Circa 1000 Scout, ragazzi e Capi educatori, si sono incontrati ad Avola alle ore 08.00 presso Piazza Umberto I per poi spalmarsi su tutta la città e dare vita ad attività che hanno coinvolto anche la popolazione attraverso giochi pensati per far veicolare e passare il tema della giornata.
Argomento principe di questa manifestazione: UOMINI E DONNE = PERSONE – un tema molto importante e di grande attualità. Ogni anno in tutto il mondo gli scout celebrano questo importante evento per ricordare la nascita del fondatore del movimento, Sir Robert Stephenson Smyth Lord Baden-Powell. In mattinata la Santa Messa celebrata da Sua Ecc.za Mons. Antonio Staglianò, Vescovo della Diocesi di Noto.
Alle 17 la conclusione delle attività in Piazza Umberto con l’Ammaina Bandiera e il saluto delle autorità locali.

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Il Congo saccheggiato

Il mese di febbraio ha fatto registrare in Congo altri due episodi che turbano ancor più gravemente il clima politico in vista delle elezioni di novembre.
Primo episodio. All’aeroporto internazionale di Goma atterra un jet supersonico privato proveniente dagli Stati Uniti, con sette passeggeri a bordo. Portano con sé la somma di 6.800.000 dollari destinata all’acquisto di oro e diamanti. L’affare è concordato da tempo. La consegna delle pietre preziose viene fatta direttamente sull’aereo dal generale Bosco Ntanganda, già comandante dei militari del CNDP (Congres National Des Peuples) ai tempi della guerra. Su di lui pende un mandato di cattura della Corte Penale Internazionale de L’Aja per crimini di guerra. Dopo che il generale porta il denaro al sicuro, intervengono i servizi di sicurezza congolesi che sventano l’affare.
Ma traffici di questo tipo sono all’ordine del giorno in Congo e avvengono quasi alla luce del sole, senza che nessuno frapponga ostacoli di sorta. Come mai, stavolta, i servizi di sicurezza sono intervenuti? Tutto fa pensare che sia stata l’opposizione politica a premere per mandare a monte il traffico, con lo scopo di gettare cattiva luce sul presidente Kabila, in vista delle elezioni.
Fatto sta comunque che l’episodio, considerato come la punta di un iceberg, ha suscitato scalpore ed ha avviato un dibattito serrato che certamente non giova al presidente, il quale è chiamato a dare spiegazioni sulla impunità e sulla mancanza di controlli di cui, notoriamente e non legalmente, godono i jet privati provenienti dall’estero. Inoltre, non si spiega come mai i servizi di sicurezza siano intervenuti dopo – e non prima – che il generale aveva messo al sicuro l’ingente somma, che ora non si riesce a trovare. E non si spiega neanche come mai i trafficanti siano in stato di fermo in un lussuoso albergo di Goma, e chiedono con insistenza di essere rilasciati e di avere restituito il denaro, rivendicando il fatto che l’affare è stato trattato legalmente attraverso le vie istituzionali. Infine, rimane un mistero come lo stesso generale Bosco si ritrovi ancora a piede libero.
 Secondo episodio. La rivista settimanale francese Jeune Afrique, nel primo numero di febbraio ha dedicato un dossier di dodici pagine al presidente Kabila, paragonandolo per la sua sete di ricchezze al precedente dittatore Mobutu. Ma tutte le copie della rivista, appena arrivate in Congo dalla Francia, sono state “comprate” in un colpo solo e tolte dalla circolazione, sembra da funzionari governativi. In giro non se ne trova neanche una, nemmeno negli alberghi internazionali. L’opposizione politica lavora ininterrottamente per fotocopiare le pochissime copie superstiti.
Una fotocopia è arrivata anche a Butembo. Il dossier parla della stretta amicizia instaurata tra il presidente Joseph Kabila (39 anni) e il plurimilionario israeliano Dan Gertler (37 anni), nipote del fondatore della Borsa Israeliana del Diamante, Moshe Schnitzer. In base agli accordi tra i due, i diamanti estratti in Congo vengono esportati all’80% da Dan Gertler che così subissa, in tale attività, il belga George Forrest (70 anni). Inoltre, Dan Gertler sembra essere dietro una enigmatica società che ha sottratto ai belgi l’autorizzazione del governo congolese a sfruttare le miniere della zona di Kolwezi. Tanto per avere un’idea sommaria si tratta di un giacimento di 1.000.000 di tonnellate di rame e 400.000 tonnellate di cobalto, per un affare di 450.000.000 di dollari. E ancora, lo stesso Dan Gertler sembra non essere estraneo ad altre due società che sono subentrate a vecchie società inglesi nello sfruttamento dei giacimenti petroliferi del Lago Alberto.
Affari di questo tipo, che il presidente tratta in prima persona, potrebbero portare qualche introito anche alle sue tasche (qualcuno parla di depositi bancari all’estero per 6 miliardi di dollari!). Tale sospetto si conferma sempre di più e – insieme al malcontento per la modifica della costituzione sulla legge elettorale, per la quale l’elezione del presidente avverrà al primo turno – sta creando un fortissimo stato di tensione che mina alle fondamenta il dibattito democratico già iniziato in preparazione alle elezioni di novembre, e che proietta molte ombre sulla fattibilità delle elezioni stesse.
Riuscirà il Congo a conservare lo stato democratico formato appena cinque anni fa o si incammina nuovamente verso la guerra civile

Butembo, 23 febbraio 2011                                                                                                                                                                     Don Salvatore Cerruto

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AGESCI. Giornata del Pensiero 2011

Giorno 27 febbraio 2011 ad Avola (SR) al termine della Settimana Internazionale dello Scoutismo si celebrerà la Giornata del Pensiero per ricordare la nascita del fondatore del movimento Scout Lord Baden Powell, a cui parteciperanno poco più di mille scout di tutti i gruppi Scout della Zona Netina appartenenti alla Diocesi di Noto. Durante la giornata gli scout “giocheranno” con questo importante tema di grande attualità che è: UOMINI E DONNE = PERSONE. Monsignor Antonio Staglianò, Vescovo della Diocesi di Noto, celebrerà la Santa Messa nella Chiesa Madre della città di Avola.
Le attività dei ragazzi avranno termine alle ore 16.30 presso la Piazza Umberto I con i saluti finali delle autorità locali e dei Responsabili Scout della Zona Netina.

Si riportano gli orari che scandiranno la giornata con le diverse attività inserite:
Ore 08.30 – apertura: assembramento e issa bandiera in piazza Umberto I
Ore 09.00 – S. Messa in Chiesa Madre presieduta dal Vescovo S.E. Mons. Staglianò
Ore 10 . 00 – Spostamento luoghi attività per branca e lancio attività
• L/C – Villa comunale – ripiego nella scuola S. Cuore
• E/G – Le Piazze dell’esagono
• R/S – Piazza Trieste e zona viale Santuccio
Ore 13.00 – Pranzo per branca
Ore 15.00 – Chiusura: presentazione delle branche (piazza Umberto I)
Ore 16.30 – Ammaina e … Buona Caccia.

Per Info potete contattare
l’Incaricato Stampa della Zona Netina
Francesco Cicero
cell. 3935662907

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La nostra Quaresima, lasciandoci educare da Gesù…

Si avvicina la quaresima, tempo di grazia e di conversione. Ogni anno alcuni sussidi accompagnano la liturgia per aiutare la pastorale (l’ufficio liturgico nazionale quest’anno per esempio l’ha pubblicato on line c.f. clicca qui). Per la nostra diocesi quest’anno il sussidio specifico saranno le tre lezioni di don Nisi Candido su “lasciarsi educare dalla Parola, dall’Eucaristia, dai poveri”, che vengono messe a disposizioni di tutte attraverso il sito della diocesi. Le meditazioni di don Nisi – per la profondità ma anche per la concretezza che le caratterizza – possono diventare motivo di catechesi, tema per gli esercizi spirituali, base per l’esame di coscienza nella liturgia penitenziale, luce per impegni di condivisione che partano dagli stili di vita. Soprattutto diventano aiuto ad accogliere il tema dell’educazione a partire dall’iniziativa di Dio e dalla conseguenze antropologiche che ne derivano. Scorrendo il calendario diocesano, ci saranno poi appuntamenti che concretizzeranno ulteriormente l’aspetto diocesano della conversione quaresimale. Ricordiamo in particolare la veglia per i martiri (Rosolini, chiesa madre, giovedì 24 marzo ore 20), con cui – secondo l’invito del nostro sinodo – saremo aiutati a ritrovare nei martiri e nei testimoni la misura della carità evangelica. C’è poi da ricordare che, frutto della penitenza quaresimale, ogni anno è la colletta della quaresima di carità che viene consegnata al vescovo durante la messa crismale: ci sarà quest’anno un’attenzione ai bisogni del territorio sostenendo il microcredito e dell’intera famiglia umana (in particolare gli alluvionati del Brasile ma non potremo dimenticare la vittime delle violenze nel Magreb). A tutti l’augurio che, guardando a Gesù, la nostra conversione ci conduca e ci aiuti a condurre molti nella vita buona e bella del Vangelo.

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Incontro sulla pace

I drammatici avvenimenti di questi giorni nel Magreb ci interpellano. Quale futuro per l’umanità? Possiamo percorrere vie di pace? Come attualizzare la beatitudine degli operatori di pace? Saranno i temi al centro dell’incontro con il teologo Gianni Mazzillo, già collaboratore di Pax Christi, promosso dalla Caritas diocesana per giovedì 10 marzo alle ore 20 presso la Casa don Puglisi. 

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Briciole di pane buono per tutti

Dove dimori, Maestro? La domanda squisitamente evangelica, che titola la IV Lettera pastorale del Vescovo, sotto la sua penna scorrevole, acquista i contorni concreti di una casa, della casa di Dio tra noi, tra le nostre abitazioni di uomini e donne di questa storia. Una domanda che al contempo apre le menti e i cuori a una vera e propria teologia della casa. E all’impegno nuovo, fortemente ecclesiale, del vivere insieme con gli altri.
La Lettera è indirizzata ai Presbiteri, ma riteniamo che una tale ampiezza di prospettive spirituali e operative non possa non riguardare, come è stato affermato, ciascun credente di buona volontà. Nella casa di Dio c’è posto per presenze e mansioni differenti, per tutte le vocazioni in armonia tra loro e per i molteplici ministeri esercitati. Ma c’è un unico segno che ci accomuna tutti, quello dello spezzare il pane, che è gesto quotidiano ma anche aspirazione profonda della vita, che è sacramento cristiano ma anche dimensione sociale, che ha il fascino di una immagine suggestiva ma si coniuga necessariamente con la realtà.
Il pane è Dio, il pane è l’Eucaristia, il pane è la Parola e ciò che ci raggiunge come dono gratuito. La Lettera del Vescovo è pane. Al di là dell’impianto generale, al di là degli orientamenti concreti, queste pagine sono trapuntate di preziosi spunti come di tasselli ricchi della saggezza popolare, come di briciole sparse a disposizione di tutti. E ogni fedele, ogni comunità cristiana può attingerne con abbondanza, per corroborare la propria presenza nella Chiesa e il proprio servizio come Chiesa.
Questo ci sembra un aspetto di notevole  spessore, rispondente al dinamismo dello Spirito Santo che dimora tra noi e opera grandi cose attraverso la strumentalità povera delle creature, che fa delle comunità ecclesiali una presenza carismatica e missionaria. La risposta evangelica “venite e vedete” è una preghiera accorata del Maestro per chi abita nella sua casa, come a voler dire: guardate con occhi nuovi le meraviglie del mio amore … ma, in forza di chi se ne fa testimone, può diventare un invito anche per gli altri che sono in attesa, perché ci sono briciole di pane buono per tutti.

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