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PROGETTO PRESIDIO – UNA TESTIMONIANZA DA PACHINO

«Presidio è un progetto che si occupa dell'orientamento e del sostegno, a diversi livelli, delle persone migranti. Ed è un segno della Chiesa, segno di una presenza concreta»

Il senso del percorso fatto.
Il significato (e i risultati) del Progetto Presidio di Caritas Italiana 5.0, tra Modica e Pachino
Il valore della testimonianza e della restituzione.
La cura di Caritas e della Diocesi di Noto espresse in gesti di accoglienza, prevenzione e contrasto allo sfruttamento lavorativo delle persone migranti.
“Amate dunque il forestiero (perché anche voi foste forestieri nella terra d’Egitto)”: è un versetto del Deuteronomio a dirci come già la Bibbia avesse elaborato il delicato tema del rapporto con gli stranieri, nel semplice includerli nell’umanità creata da Dio.
Con questo spirito, si sono svolti due incontri – giovedì 30 maggio a Modica e giovedì 13 giugno a Pachino – con la presentazione di testimonianze, video, dati e riflessioni sul percorso fatto negli ultimi due anni.

Quello a seguire è l’intervento di Irene Cerruto, operatrice al Presidio di Pachino:

«Vi testimonio il modo in cui il Progetto Presidio è attivo nella città di Pachino. La Caritas di Noto ha accolto a Pachino questo progetto di Caritas Italiana nel 2017, è durato diverso tempo e poi è stato riproposto nel 2023. Il fatto che sia un progetto della Caritas significa che è un SEGNO della CHIESA, segno di una PRESENZA concreta».

Nel territorio di Pachino, con la presenza di Suor Rita, di Padre Fredrick, mia, di Mariuccia, di Teti, di Najla, di Valeria, Presidio è un progetto che si occupa dell’orientamento e del sostegno, a diversi livelli, delle persone migranti, che nella quasi totalità dei casi (mi riferisco in particolare agli uomini) lavorano in ambito agricolo, nelle SERRE, senza essere consapevoli dei propri DIRITTI lavorativi e accettando qualsiasi condizione di lavoro, di stipendio, di tempo, di sopraffazione anche tra migranti stessi, pur di guadagnare qualcosa per vivere e portare avanti la propria famiglia. E ancor prima di arrivare qui, ultimamente sempre più spesso, molte di queste persone, tramite nuovi decreti strumentalizzati per gli interessi di enti del nostro territorio, pagano, facendo un salto nel vuoto, quantità eccessive di denaro per giungere qui, per poi essere abbandonate al proprio destino».

«Nello specifico, le persone che abbiamo seguito quest’anno e che seguiamo sono in prevalenza di ORIGINE tunisina e marocchina, qualcuno di origine libica. Ci sono anche persone provenienti dall’Africa subsahariana, in particolare dal Senegal, dal Ghana e dalla Nigeria, e in minoranza anche dal Perù e dal Bangladesh.
Facciamo servizio presso l’Oratorio della parrocchia di San Corrado di PACHINO, il martedì e il mercoledì. Offriamo alle persone che vengono al nostro Sportello innanzitutto un luogo di ASCOLTO, perché riscontriamo una grande solitudine, un’ESTRANEITÀ e un DISORIENTAMENTO rispetto alla città e ai cittadini. Per questo è importante essere presenti, stare con loro, ascoltare e dare un aiuto per quel che si può».

«Per prima cosa, occorre partire dalla conoscenza della lingua, per dare ai migranti lo strumento per capire e farsi capire, per facilitare l’inclusione nel tessuto sociale. Dunque, Presidio offre, a grandissima RICHIESTA di chi viene da noi, una SCUOLA DI ITALIANO, il cui obiettivo cardine non è tanto quello di raggiungere un livello alto di grammatica italiana (questa è una conseguenza), quanto piuttosto quello di creare relazione e far creare relazione. Inoltre, si offre anche un SOSTEGNO di tipo LEGALE, grazie alla collaborazione con due avvocati presenti a Pachino, a cui noi ci appoggiamo con piena fiducia, per le situazioni che riguardano il rilascio o il rinnovo del permesso di soggiorno e per altre vicende di natura legale».

«Nelle situazioni in cui risulta necessario, da parte nostra vi è anche un supporto MEDICO-SANITARIO, possibile grazie al contatto con una dottoressa, un medico di base, che si è resa disponibile per noi quando è richiesto. Nell’ottica della RETE (in cui noi crediamo moltissimo) con enti e persone del territorio, abbiamo creato un contatto diretto anche con un medico dell’ASP, con l’Imam e la comunità musulmana, con la comunità valdese, con tutte le parrocchie della città, con due patronati, con la Croce Rossa e con i servizi sociali di Pachino. La bellezza che è nata dalla rete è quella del naturale AIUTO RECIPROCO».

«Il Presidio non si svolge soltanto all’interno delle mura di San Corrado, ma è anche MOBILE. In determinate giornate, ci rechiamo nei punti nevralgici della città, come nella zona della piazza o del mercato, dove sappiamo di trovare molte persone di origine non italiana. Noi ci FERMIAMO a parlare con loro, spieghiamo, anche attraverso dei volantini che lasciamo, l’attività che il Presidio svolge e li invitiamo a venire a trovarci. Ci muoviamo tra le strade, per essere una PRESENZA CONCRETA, cercando di far sentire loro che c’è qualcuno che li GUARDA come esseri umani che non sono invisibili, poiché l’unico modo a nostra disposizione per combattere l’ingiustizia, la distanza, l’anonimato è CONOSCERE, FAR CONOSCERE, ESSERCI E AVERE CURA.
Ciò che gli operatori, i volontari ed io desideriamo fortemente è che, nel futuro di Presidio, della città e della comunità, ci sia da parte delle istituzioni, da parte dei cittadini, da parte delle parrocchie TUTTE, da parte dei cristiani – proprio in quanto cristiani – un coinvolgimento attivo, un’attenzione CONSAPEVOLE e SERIA nei confronti di ciò che vi stiamo presentando qui oggi, un senso di accoglienza, di collaborazione e di responsabilità.
Come esseri umani che si prendono cura di altri esseri umani».