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Card. Bagnasco: Valori non negoziabili terreno dell’unità politica dei cattolici

I “valori non negoziabili” indicati dal Papa “non sono divisivi, ma unitivi ed è precisamente questo il terreno dell’unità politica dei cattolici”. Lo ha detto il card. Angelo Bagnasco, presidente della Cei, aprendo ieri pomeriggio a Reggio Calabria la 46ma Settimana sociale dei cattolici italiani.
“E’ questa – ha proseguito il cardinale – la loro peculiarità e l’apporto specifico di cui sono debitori. Su questa linea, infatti, si gioca il confine dell’umano. Su molte cose e questioni ci sono mediazioni e buoni compromessi, ma ci sono valori che non sono soggetti a mediazioni perché non sono parcellizzabili, non sono quantificabili, pena essere negati”.

La Chiesa, ha ribadito il porporato, “non cerca l’interesse di una parte della società, ma è attenta all’interesse generale. Proprio perché i valori fondamentali non sono solamente oggetto della Rivelazione, ma sono scritti nell’essere stesso della persona e sono leggibili dalla ragione libera da ideologie, condizionamenti e interessi particolari, la Chiesa ha a cuore il bene di tutti”, perché “deve rispondere al suo Signore non ad altre logiche”, forte dell’ “incomparabile ricchezza che ci proviene dalla vicinanza concreta e quotidiana alla gente, cattolici o no, e che, direttamente e tramite i nostri sacerdoti, i consacrati, gli operatori laici, abbiamo la grazia di vivere”, nelle 25.000 parrocchie. 

“E’ stato detto e ripetuto non in modo retorico né casuale che è auspicabile una nuova generazione di cattolici impegnati in politica”, ha proseguito il presidente della Cei: “Ciò non vuol suonare come una parola di disistima o peggio per tutti coloro, e non sono pochi, che si dedicano con serietà, competenza e sacrificio alla politica diretta”, ha precisato.
Nello stesso tempo, però, la Cei auspica “che generazioni nuove e giovani si preparino con una vita spirituale forte e una prassi coerente, con una conoscenza intelligente e organica della Dottrina sociale della Chiesa e del Magistero del Papa, con il confronto e il sostegno della comunità cristiana”.

“E’ l’ora di una nuova cultura della solidarietà tra società civile e Stato”, ha esclamato il cardinale: “se ogni soggetto, singoli, gruppi, istituzioni, fa la sua parte, si rinnoverà uno stile, una prassi virtuosa” fatta di una “solidarietà a tutti i livelli tra loro e ciascuno al proprio interno: si può discutere e confrontarsi anche su cose gravi, ma è possibile un ‘confronto solidale’ che è tale perché ha di mira non un interesse individuale o di parte, ma il bene armonico di tutti”.
“Si potrà anche cedere, fare passi indietro, rettificare posizioni, ma non sarà mai perdere o sentirsi sconfitti, sarà sempre un andare avanti, perché andrà avanti il Paese”, ha commentato il card. Bagnasco. (www.agensir.it)

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Modica. Vent’anni della Casa don Puglisi

Il 26 ottobre 2010 ricorre il ventesimo anniversario dell’apertura della Casa don Puglisi di Modica. In quest’occasione sarà consegnata la nuova “Carta della Casa” in cui si racconta il cammino di questi anni e si focalizzano le caratteristiche di un’accoglienza che vuole essere educativa da una parte, dall’altra culturalmente propositiva rispetto alla comunità ecclesiale e alla città. Sarà anzitutto ricordato don Puglisi, domenica 24 ottobre alle 19 nel salone della Casa, con interventi di don Corrado Lorefice (sul prete don Puglisi), la collaboratrice nel Centro Padre Nostro suor Carolina Iavazzo (sull’educatore), il presidente dell’intercondominiale di via Hazon Pino Martinez (sull’impegno per la legalità). Alle ore 21, di fronte al nuovo punto vendita del Laboratorio dolciario in cui vengono inserite le mamme della casa per il lavoro, nella parte alta di corso Umberto al n. 267, vi sarà una degustazione dei biscotti e della cioccolata modicana e un intrattenimento musicale con i “Malacuscienza”. Lunedì 25 alle 16 alla Fontana, nell’ambito del cantiere educativo “Crisci ranni” (anch’esso come il Laboratorio collegato alla Casa don Puglisi), vi sarà una caccia al tesoro. Martedì 26 alle ore 19 nel salone della Casa sarà celebrata l’eucaristia, presieduta dal Vicario generale della diocesi Don Angelo Giurdanella.

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DON DI NOTO: RICEVE IL PREMIO NAZIONALE ANSSAIF

“Per il costante impegno nella realizzazione di progetti sull’educazione all’affettività, all’uso corretto della rete, alle relazioni interpersonali, oltre che sulla prevenzione di tutte le forme di abuso all’infanzia e sulla sensibilizzazione alla difesa dei minori”.

Con questa motivazione l’ANSSAIF (Associazione Nazionale Specialisti Sicurezza in Aziende di Intermediazione Finanziaria) con presenza dei dirigenti generali per la sicurezza di istituzioni, aziende pubbliche e private nazionali ed estere sulla protezione delle infrastrutture critiche, il presidente Antony Cecil Wrigt ha premiato a Roma don Fortunato Di Noto, quale fondatore dell’Associazione Meter onlus a tutela dell’infanzia e della adolescenza (www.associazionemeter.org).

Il Premio è stato conferito a Roma nella cornice del VII Congresso Nazionale ANSSAIF celebrato l’8 ottobre scorso.

“Dobbiamo investire di più per l’educazione e protezione dell’infanzia – ha detto don Di Noto – e Meter non può che continuare in questa opera di tutela. L’esperienza ventennale di supporto alle famiglie e ai minori e i risultati positivi dimostrano che è possibile creare un sistema di “sicurezza educativa”  per proteggersi e proteggere i figli da intrusioni indesiderate durante la navigazione in Internet e nella vita reale. Ribadendo la bellezza di Internet, la positività delle relazioni interpersonali, l’impegno di molti per il bene di tutti”.

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Il Vescovo: non penalizzate gli ospedali di Noto ed Avola

La Curia Vescovile di Noto, riportando il pensiero del Vescovo, Mons. Antonio Staglianò, sente di manifestare la propria solidarietà a quanti si stanno impegnando per la questione sanitaria del nostro territorio, con specifico riferimento all’ospedale di Noto-Avola.

Non è bene penalizzare la zona sud della Provincia di Siracusa chiudendo il nosocomio netino. Sono tante, infatti, le esigenze sanitarie dei cittadini che l’eventuale chiusura dell’istituzione ospedaliera verrebbe a penalizzare e soprattutto quelle persone che provengono dai centri più distanti in stato di emergenza.

Si chiede, pertanto, alle pubbliche istituzioni e ai vertici dell’ASP di Siracusa di calibrare attentamente la situazione e di non giungere a decisioni avventate a danno degli ammalati e del personale sanitario, in nome della logica del risparmio e della razionalizzazione.

Va difesa con determinazione l’unità territoriale dell’unico ospedale di Noto-Avola. Vale questo per i netini come per gli avolesi, nella evidente considerazione – troppo rischiosa per tutti – che un indebolimento dell’istituzione sanitaria, con la chiusura di Noto, avrebbe gravi conseguenze anche per il mantenimento dell’ospedale di Avola. Tutto questo per evitare che la zona sud della Provincia di Siracusa resti inspiegabilmente scoperta e non adeguatamente servita. 

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Benedetto XVI a Palermo: non vergognarti di dare testimonianza

Ci si deve vergognare del male, di cio’ che offende Dio, di cio’ che offende l’uomo; ci si deve vergognare del male che si arreca alla Comunita’ civile e religiosa con azioni che non amano venire alla luce”. Cosi’ Benedetto XVI nell’omelia della grande messa celebrata al Foro Italico di Palermo di fronte a 250 mila fedeli. “Quando incontrate l’opposizione del mondo – ha chiesto il Pontefice rivolto ai 250 mila fedeli presenti – sentite le parole dell’Apostolo: ‘Non vergognarti dunque di dare testimonianza al Signore nostro'”.
  Mentre la fede, ha ricordato Papa Ratzinger, “rende possibili le cose umanamente impossibili, in ogni realta'”, la Bibbia ci mostra che “l’empio, colui che non agisce secondo Dio, confida nel proprio potere, ma si appoggia su una realta’ fragile e inconsistente, percio’ si pieghera’, e’ destinato a cadere; il giusto, invece, confida in una realta’ nascosta ma solida, confida in Dio e per questo avra’ la vita”.
  Nel Vangelo “Gesu’ ci invita ad essere umili” ma non ci ha cheisto di essere timidi. Lo ha ricordato il Papa nell’omelia della grande messa celebrata per 250 mila fedeli al Foro Italico di Palermo. “Cari amici – ha detto – se faremo ogni giorno la volonta’ di Dio, con umilta’, senza pretendere nulla da Lui, sara’ Gesu’ stesso a servirci, ad aiutarci, ad incoraggiarci, a donarci forza e serenita'”. Il credente pero’, come insegna San Paolo, “non deve lasciar spegnere questo dono, ma deve renderlo sempre piu’ vivo per mezzo della fede, ‘Dio infatti non ci ha dato uno spirito di timidezza, ma di forza, di carita’ e di prudenza”.
  “A Palermo – ha detto Papa Ratzinger – come anche in tutta la Sicilia, non mancano difficolta’, problemi e preoccupazioni: penso, in particolare, a quanti vivono concretamente la loro esistenza in condizioni di precarieta’, a causa della mancanza del lavoro, dell’incertezza per il futuro, della sofferenza fisica e morale ed a causa della criminalita’ organizzata”. “Oggi – ha affermato ancora il Pontefice – sono in mezzo a voi per testimoniare la mia vicinanza ed il mio ricordo nella preghiera. Sono qui per darvi un forte incoraggiamento a non aver paura di testimoniare con chiarezza i valori umani e cristiani, cosi’ profondamente radicati nella fede e nella storia di questo territorio e della sua popolazione”. “Venendo per la prima volta fra di voi, il mio augurio – ha aggiunto – e’ che veramente questa Citta’, ispirandosi ai valori piu’ autentici della sua storia e della sua tradizione, sappia sempre realizzare per i suoi abitanti, come pure per l’intera Nazione, l’auspicio di serenita’ e di pace sintetizzato nel suo nome”.
  “Davanti a Dio – ha poi aggiunto il Papa teologo – non dobbiamo mai presentarci come chi crede di aver reso un servizio e di meritare una grande ricompensa”. Secondo Benedetto XVI, “questa e’ un’illusione che puo’ nascere in tutti, anche nelle persone che lavorano molto al servizio del Signore, nella Chiesa. Dobbiamo, invece, essere consapevoli che, in realta’, non facciamo mai abbastanza per Dio. Dobbiamo dire, come ci suggerisce Gesu’: ‘Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare'”. “Questo – ha affermato Ratzinger – e’ un atteggiamento di umilta’ che ci mette veramente al nostro posto e permette al Signore di essere molto generoso con noi”. “Ci promette – infatti – che ‘si cingera’ le sue vesti, ci fara’ mettere a tavola e passera’ a servirci'”. 

Durante il percorso da Palermo verso l’Aeroporto “Falcone e Borsellino” di Punta Raisi, il Papa ha voluto che il corteo si fermasse a Capaci, nel punto dove avvenne il tragico attentato contro il giudice Giovanni Falcone e la sua scorta. E’ sceso dalla sua macchina per deporre un mazzo di fiori presso una delle stele erette in ricordo delle vittime, e ha sostato in preghiera silenziosa, ricordando tutte le vittime della mafia e delle altre forme di criminalità organizzata. Poi ha ripreso la strada verso l’Aeroporto per rientrare a Roma.

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Noto. In 530 a Palermo per la visita del Papa

Il 2 Ottobre a Palermo dalla nostra diocesi sono partiti in 530 tra giovani e famiglie per l’incontro con i Vescovi di Sicilia alle “Fontane di Luce”, in occasione della visita del Papa Benedetto XVI. Gli incontri si terranno in venti chiese del centro di Palermo, dalle ore 18,00 fino alle 20,00 per riflettere e pregare. Il nostro Vescovo Mons. Antonio Staglianò incontrerà i giovani di Caltagirone e le famiglie di Ragusa nell’ambito riservato al tema della scuola e dell’università, mentre il Vescovo emerito di Noto Mons . Mariano Crociata incontrerà i giovani di Palermo e le famiglie di Piana degli Albanesi nell’ambito riservato al tema della giustizia e della legalità. I laboratori e le riflessioni degli esperti saranno motivo di riflessione e di programmazione dell’azione pastorale nella nostra Isola. Alle ore 21,00 stasera si concluderà con un concerto in piazza Politeama.

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Quarantaquattro nuove nomine in diocesi

Il Convegno si è concluso con l’intervento del Vescovo e la consegna del calendario per l’anno pastorale 2010-2011. Il nuovo vicario generale Don Angelo Giurdanella ha quindi presentato il calendario pastorale sottolineando l’importanza dei momenti comuni diocesani per vivere il senso della Chiesa locale ed in particolare dei tre incontri unitari sul Lasciarsi educare dalla Parola, dall’Eucaristia, dai poveri. Il primo di questi incontri si terrà il prossimo venerdì 8 ottobre alle ore 9,30 per i preti alla Casa del Clero di Noto, alle ore 18,30 per tutti i fedeli laici e in particolare per i catechisti, i ministri dell’eucaristia, gli animatori della carità all’Oratorio San Domenico Savio di Rosolini. Relatore sarà don Nisi Candido, biblista. Mons. Staglianò ha richiamato la necessaria coerenza tra la fede professata e la vita, consegnando il sogno di una Chiesa che recita il Padre nostro vivendolo in una carità fatto di perdono e di dono concreti e operosi, una Chiesa meno lenta nell’amore seppur già incamminata su questa via, come mostrano le diverse esperienze di carità maturate negli anni del rinnovamento postconciliare.

Il Vescovo ha comunicato le nuove nomine dei vicari episcopali, dei direttori di Uffici di Curia e dei parroci, rettori e vicari per le comunità di parrocchie, entro questo quadro di responsabilità per il bene della comunità ecclesiale.      

Segue la lista delle Nomine:
 

Vicari:

Vicario Generale, Don Angelo Giurdanella 
Vicario episcopale per la cultura, Sac. Ignazio Petriglieri 
Vicario episcopale per la pastorale, Sac. Rosario Gisana 
Vicario episcopale per il clero, Sac. Corrado Lorefice 
Vicario Foraneo Avola, Sac. Novello Maurizio 
Vicario Foraneo Noto, Sac. Adriano Minardo 
Vicario Foraneo Pachino, Sac. Gaetano Asta 
Vicario Foraneo Scicli, Sac. Nunzio Di Stefano 
Vicario Foraneo Modica, Sac. Corrado Lorefice 
 
Direttore di Ufficio di Curia:

Ufficio comunicazioni sociali, Sac. Rosario Sultana 
Ufficio economato, Sac. Gianni Donzello 
Ufficio missionario, Sac. Michele Fidone 
Servizio di pastorale giovanile, Sac. Giovanni Lauretta 
Ufficio catechistico, Sac. Rosario Gisana 
Ufficio Beni Culturali, dott. Salvatore Maiore; Vice Direttore, Sac. Antonio Sparacino
Ufficio scuola Prof. Angelo Fortuna Diacono Franco Mazzone
Ufficio tecnico : diviso in 3 commissioni Sac. Gianni Donzello 
Collaboratore tecnico, Geom. Biagio Gennaro 
Commissione edilizia per il culto, Responsabile Arch. Salvatore Tringali. Membri: Diacono Di Stefano Rosario, Geom. Caccamo Giovanni 
Commissione Agraria, Responsabile.Prof. Andrea Mingo, membri: Dott. Paolo Adernò, Dott. Mazzonello Salvatore 
Commissione arte sacra, Responsabile: Sac. Sergio Boccadifuoco,Membro: Sac. Bruno Carbone 
Servizio diocesano per i gemellaggi, Sac Umberto Bonincontro 
Scuola socio-politica, Sac. Stefano Trombatore 

 Parroci :
    
Parrocchia S. Giovanni Battista – Avola, Sac. Maurizio Novello 
Parrocchia S. Teresa – Modica, Sac. Calogero Palacino 
Parrocchia Sacro Cuore, – Noto Sac. Giorgio Parisi 
 
Parroci in solidum: 

Parrocchia S. Maria alla Rotonda, – Noto Sac. Franco Santuccio  
Parrocchia SS. Crocifisso – Noto, Sac. Paolo Lantieri- Sac.Paolo Trefiletti

Vicario della comunità di parrocchie:

Comunità di parrocchie: Madonna delle Grazie, SS. Annunziata. S. Antonio Abate: Madonna del Cannine- Ispica Sac. Salvatore Bella 
Comunità di parrocchie: Madonna delle Lacrime, Sacro Cuore, S. Luca Sac. Christian Barone 

Rettori:

Rettore Chiesa Cattedrale Don Angelo Giurdanella 
Vice-Retttore Chiesa Cattedrale Don Rosario Gisana

Amministratore Parrocchiale:
 
Parrocchia S. Gaetano – Portopalo, Sac. Gianluca Manenti

Addetti alla Segreteria vescovile: Seminaristi: Nello Garofano, Roberto Avola

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DON NOZZA: QUALE CHIESA EDUCA?

Numerosa e intensa è stata fino alla fine la partecipazione al Convegno di inizio anno pastorale svoltosi in questi giorni in cattedrale e presieduto dal vescovo Mons. Antonio Staglianò. Sullo sfondo sono stati posti i testimoni per recuperare subito la “misura evangelica” delle nostra carità e del nostro impegno educativo: Giorgio La Pira e le “attese della povera gente” la prima sera; don Pino Puglisi e la vita concepita come dono la seconda sera; quanti operano nelle “officine del bene” e il valore dei piccoli segni nella serata conclusiva. Con un video curato dalla Caritas diocesana è stato racconto il senso ed è stata colta la valenza pedagogica di tante realtà di servizio sorte in questi anni nei vicariati della diocesi sulle frontiere della carità, della giustizia, della pace, senza trascurare il segno della vita contemplativa o la sapienza di una pietà popolare autentica.

La relazione di fondo della terza sera è stata tenuta dal direttore della Caritas Italiana, Mons. Vittorio Nozza, che ha invitato anzitutto a rivolgere lo sguardo a Cristo per contemplare e discernere i tratti fondamentali di Dio Padre che è il “primo” educatore. Dio in Gesù si rivela come Colui ha che a cuore ogni uomo, che parte da dove l’uomo si trova, che spinge al successivo passo di liberazione rispettando sempre la libera scelta, e però chiedendo una corrispondenza.

Da questo sguardo su Gesù si genera la figura di una Chiesa che educa appassionandosi della sorte dell’uomo, una Chiesa che mai smonta dal suo turno di presenza accanto alle gioie e ai dolori della gente, una Chiesa che non si chiude nel tempio ma frequenta le strade degli uomini. Don Nozza quindi ha focalizzato alcune vie per animare la comunità e il territorio, ad iniziare dalla via della comunione senza la quale nessuna parola o opera risultano credibili. Quindi ha indicato la via della missionarietà che scaturisce dall’inquietudine evangelica che spinge ad abitare, frequentare, vivere il territorio; la via della relazione; la via dei fatti, dalle opere di misericordia corporale e spirituale con cui può esprimersi una carità di popolo al volontariato da intendere anzitutto come scuola di vita al servizio politico da recuperare come servizio al bene comune.

Il Convegno quindi si è concluso con l’intervento del Vescovo e la consegna del calendario per l’anno pastorale 2010-2011. Mons. Staglianò ha richiamato la necessaria coerenza tra la fede professata e la vita, consegnando il sogno di una Chiesa che recita il Padre nostro vivendolo in una carità fatto di perdono e di dono concreti e operosi, una Chiesa meno lenta nell’amore seppur già incamminata su questa via, come mostrano le diverse esperienze di carità maturate negli anni del rinnovamento postconciliare. Ha quindi comunicato le nomine dei vicari episcopali e dei parroci entro questo quadro di responsabilità per il bene della comunità ecclesiale. Il nuovo vicario generale Don Angelo Giurdanella ha quindi presentato il calendario pastorale sottolineando l’importanza dei momenti comuni diocesani per vivere il senso della Chiesa locale ed in particolare dei tre incontri unitari sul Lasciarsi educare dalla Parola, dall’Eucaristia, dai poveri. Il primo di questi incontri si terrà il prossimo venerdì 8 ottobre alle ore 9,30 per i preti alla Casa del Clero di Noto, alle ore 18,30 per tutti i fedeli laici e in particolare per i catechisti, i ministri dell’eucaristia, gli animatori della carità all’Oratorio San Domenico Savio di Rosolini. Relatore sarà don Nisi Candido, biblista. Così il Convegno continua: nel ritrovarsi ancora per comprendere come Dio ci educa e ci fa suoi collaboratori; nell’impegno a riprenderne le sollecitazioni in tutte le comunità parrocchiali, religiose, gruppi, movimenti per una conversione di Chiesa sempre più  capace di educare mostrando e testimoniando il vero volto di Dio, soprattutto alle nuove generazioni.       

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Le consegne di Staglianò al Convegno d’inizio anno pastorale

Nella seconda giornata del Convegno diocesano d’inizio anno pastorale che si chiuderà oggi, nella serata di ieri 28 settembre alle ore 18,00, il Vescovo Mons. Staglianò nella sua relazione durante l’assemblea diocesana ha comunicato alla sua diocesi alcune linee per una pastorale comune, in comunione con il Vescovo, le parrocchie e la Chiesa italiana. Il Vescovo ci ha esortato a  «fissare lo sguardo su Gesù”, non con una presenza qualsiasi, ma una «presenza per servire»: è stato questo lo slogan che ha accompagnato il rinnovamento postconciliare in questa terra di Sicilia, – ha detto Mons Staglianò – per divenire “presenza” che contribuisca ad uno sviluppo autentico».

Le consegne ecclesiali della missione nella verità, si incarna nell’impegno educativo, compito proprio della Chiesa, messo al centro di questi dieci anni per le Chiese d’Italia; impegno educativo che è alla base anche dello sviluppo, come sottolineato nel documento dei vescovi sul Mezzogiorno. E’ stato sottolineato dal vescovo «l’ulteriore impegno a coniugare educazione e sviluppo costruendo – anzitutto attraverso l’azione e la testimonianza dei fedeli nei diversi campi della vita – «un’agenda di speranza per il futuro del Paese». 

E’ stato richiamato il Sinodo diocesano per una focalizzazione ulteriore della missione nel movimento di conversione «urgente e necessario» che esso ha chiesto e che continua a chiedere a questa nostra Chiesa – ha affermato il vescovo – per un’effettiva accoglienza e testimonianza della Parola: passare «da una Chiesa dispersa nelle molte attività a una Chiesa che ritrovi le cose essenziali della fede e sappia comunicarle come pellegrina sulle strade dell’uomo, mediante un radicamento nel territorio». Mons Staglianò ha fatto notare che «nel nostro Sud – terra della “modernità incompiuta” – possiamo ritentare di rimetterci in sintonia con il Creatore, di ritrovare nella contemplazione una forza sorgiva per una vita più trasparente, più casta, più leggera, più poetica…». Come hanno rilevato i vescovi italiani, «il Mezzogiorno può divenire un laboratorio in cui esercitare un modo di pensare diverso».

Il Vescovo con forza mista a dolcezza ha sottolineato  la caratteristica e l’importanza della pietà popolare, definendo i tratti. Un primo tratto è quello di una fede semplice nel Signore, malgrado le prove della vita. Tante persone, tante donne, tanti anziani, tanti ammalati ti dicono quant’è difficile la vita, quant’è pesante la sofferenza, quant’è brutta la solitudine, ma subito aggiungono nelle varie espressioni dialettali una profonda confessione di fede – «C’è il Signore, il Signore c’è!». Il Vescovo ha voluto subito chiarire che la pietà popolare nelle sue forme più vere non è solo fenomeno antropologico, ma è anzitutto riflesso di una percezione credente, di un grido lanciato a Dio, di una sapienza che fa crescere, di esempi positivi messi al centro della vita». A volte certo, – ha fatto notare il Vescovo – «ci sono aspetti da educare e da correggere, soprattutto quando prevale una mentalità contaminata da fatalismo e dalla magia».

Un secondo punto trattato dal Vescovo è stato quello dell’educazione, ricordando a noi che siamo chiamati ad educarci e ad educare – ha detto il Vescovo – «ad un sedere a mensa affinato dall’ascolto, dalla passione educativa, dalla cura del legame tra il rito e la vita; un sedere a mensa affinato quindi dalla capacità di lavorare insieme accogliendo gioie e dolori di tutti, sbilanciando eucaristicamente le nostre comunità verso il mondo e verso i prediletti dal Signore», come si sta tentando di fare nelle comunità di parrocchie. Infatti ha fatto notare il Vescovo che «l’esperienza lo conferma: il lavoro comune e lo sbilanciamento verso il territorio vengono facilitati da rapporti più conviviali e da celebrazioni più “vere”, capaci di «manifestare tutto l’essere della Chiesa».

A conclusione il vescovo ci ha consegnato alcune sfide, un compito per casa, quello di creare sempre più un vero laboratorio ecclesiale, educativo, sociale accogliendo alcune sfide che si aprono davanti a noi che se accolte – ha detto il Vescovo – «con cuore aperto, non ci permettono di restare inerti: ci chiedono partecipazione, cura, testimonianza». La prima sfida è quella di far diventare il Mezzogiorno un laboratorio per l’intero Paese, delle Chiese del Sud, chiamate a dare un apporto a tutte le Chiese d’Italia situandosi nelle sfide e valorizzando le risorse. 

La nostra Chiesa locale un Laboratorio. Per ultimo il Vescovo pensa concretamente come la nostra Chiesa possa diventare un «Laboratorio che accolga l’invito e assomigli a quello di Gesù con i suoi discepoli; un Laboratorio in cui si intrecciano vita, missione, discernimento. Un Laboratorio che parte da un impegno quello di  riavviare il cammino con una rinnovata sinergia nella comunione. Esso si concretizza – ha affermato Mons Staglianò – «non solo nelle comunità di parrocchie, ma anche nel senso sempre più vivo della Chiesa locale con i suoi momenti forti e con una formazione unitaria promossa dall’Ufficio Catechistico, dal Centro liturgico e dalla Caritas diocesani. C’è un rinnovato slancio missionario, che spazia dalla cultura (il Convegno di bioetica) al sociale, passando per segni di carità esemplari capaci di lievitare i territori. Ci sono i documenti del magistero come luci che orientano il cammino. E, poi, mai va dimenticato, solo «camminando si apre cammino»… Ecco perché sarà rilevante l’apporto fattivo e cordiale di ogni comunità e ministero; ecco perché parliamo di laboratorio».

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