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D’estate con gli anziani soli

Si è conclusa il 27 luglio scorso la vacanza con gli anziani, promossa dalla Caritas diocesana. L’edizione 2011 è stata coronata da una ampia partecipazione di anziani e volontari che hanno vissuto quattro giorni di intensa e rilassante convivialità presso la casa “Piergiorgio Frassati” di contrada Ritillini a Rosolini.
I momenti salienti del campo estivo sono stati diversi, ma non si possono non citare la celebrazione eucaristica di domenica 24, vissuta con grande coinvolgimento grazie anche alle sapienti parole che  don Stefano Modica ha rivolto ai presenti durante l’omelia; la visita a Noto nel pomeriggio di lunedì 25 e l’incontro con il vicario generale, don Angelo Giurdanella; la festa nella serata del 26, ricorrenza liturgica dei santi Anna e Gioacchino, resa più intensa dalla presenza della superiora della casa di riposo “Boccone del povero” di Modica; la visita del sindaco, Antonello Buscema, nella mattinata del 27. Naturalmente il punto di forza dell’esperienza, che è nata negli anni 80 mentre si sviluppava un intenso dibattito politico, sociale e culturale in città e nella diocesi sul ruolo degli anziani nel territorio, rimane la convivenza cordiale, rispettosa, arricchente e generosa tra generazioni e tra vissuti diversi. Il tutto nel tentativo di sollecitare la comunità cristiana e non solo, a prestate  sempre maggiore attenzione all’universo della terza età, alle sue esigenze e alle risorse che può riservare alla attuale società. Una comunità che dimentica o trascura gli anziani rischia di mortificare la sua storia e quindi di compromettere il suo futuro: consapevoli di ciò e a partire da iniziative come questa, si vuole educare e sensibilizzare la società tutta ai valori dell’accoglienza senza se e senza ma, del rispetto dell’altro specie quando è portatore di princìpi antichi, della convivialità come esperienza che nel segno dell’incontro tra diversi, genera percorsi di giustizia.
 

A Ispica il Signore ha chiamato a sè all’età di 85 anni il caro don Paolo Mansueto

Il 29 Luglio 2011 a Ispica il Signore ha chiamato a sè all’età di 85 anni il caro don Paolo Mansueto e 62 anni di Sacerdozio.
Il Vescovo Sua Ecc. Mons. Antonio Staglianò, i Vescovi emeriti Mons. Salvatore Nicolosi, Mons. Giuseppe Malandrino e Mons. Mariano Crociata, il Presbiterio e la Comunità diocesana di Noto, grati per il lungo e fecondo servizio ministeriale, affidano a Cristo Buon Pastore e Signore della vita, il Rev. mo Sac. Paolo Mansueto, parroco di Santa Maria Maggiore in Ispica.
La concelebrazione Eucaristica, presieduta da Sua Ecc. Mons. Giuseppe Malandrino, si terrà Lunedi 01 Agosto 2011 alle ore 17,00 nella Chiesa parrocchiale di Santa Maria Maggiore in Ispica.
Siamo vicini con fraterno affetto al parroco don Davide Baglieri, ai familiari e alla comunità parrocchiale che con tanta amorevolezza lo hanno curato e accompagnato nella sua malattia, vissuta con serena e cristiana fortezza.
Vi invito a pregare e a far pregare per  il caro confratello che è stato un fulgido esempio di infaticabile pastore tutto dedito al servizio del Regno.

‘Le vie del Sacro’

L’itinerario artistico-culturale-religioso “Le vie del Sacro” nasce dalla constatata e profonda attenzione per la valenza storico-religiosa del territorio della diocesi di Noto. In particolare aiuta a cogliere nell’arte sacra il vero, autentico e intimo significato dell’opera d’arte e il suo messaggio evangelico. «L’Arte cristiana è un arte razionale – pensiamo all’arte del gotico o alla grande musica o anche, appunto, alla nostra arte barocca ma è una espressione artistica di una ragione molto più ampia, nella quale cuore e ragione si incontrano, bellezza e verità si toccano. (Benedetto XVI – 6 Agosto 2008). Il progetto, ideato dalla Cooperativa Etica Oqdany, in collaborazione con la Diocesi di Noto, Fondazione San Corrado, l’Associazione Turistica Pro Noto e alcune parrocchie della Diocesi, consiste in un percorso di catechesi attraverso l’arte sacra per mezzo del quale il turista si riscopre “pellegrino”, un uomo in cammino. Un itinerario di arte e di fede, di culto e cultura che attraversa le principali chiese e basiliche dei centri storici della Diocesi di Noto (Noto, Modica e Scicli), riconosciuti dall’UNESCO come patrimonio dell’umanità. Un percorso mistico,attraverso cui comunicare ai visitatori la storia di queste città e delle loro chiese; luoghi dell’anima in cui scoprire l’identità e l’indissolubile legame tra il simbolo e l’arte nel Cristianesimo. Punto di partenza è la Cattedrale di Noto, fulcro dell’intero itinerario evangelico diocesano, che prosegue con la Basilica del Santissimo Salvatore e la chiesa di San Carlo. Il percorso continua nel centro storico di Modica dalla chiesa di Santa Maria di Betlem, alle chiese madri di San Pietro e San Giorgio. A Scicli, dalla chiesa di San Giovanni per poi proseguire con la chiesa Madre di San Guglielmo e le chiese di San Bartolomeo e del Carmine. E’ possibile visitare le chiese delle tre città acquistando un biglietto unico diocesano, oppure le chiese dei singoli centri storici con specifico biglietto.

L’itinerario è accessibile anche per i diversamente abili, Il servizio offerto dalla Cooperativa Etica Oqdany riguarda la visita guidata all’interno delle chiese, mentre l’ingresso in esse rimane libero.

Per maggiori informazioni www.oqdany.it.    www.pronoto.it

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La danza della creazione

Con un mese di anticipo anche quest’anno si è tenuto a Marina di Modica, nei giorni 11, 12, 13 Luglio  il corso biblico estivo. Il tema su Genesi 1-11 è stato affidato al biblista Jean Louis Ska docente ordinario di Sacra Scrittura presso l’Istituto Biblico di Roma. Nel primo giorno la sua spiegazione sul primo capitolo, riguardante il primo racconto della creazione, è stata molto interessante perché ha messo in luce aspetti nuovi e profondi ai quali magari non si è fatto mai caso pur avendo letto tante volte questo brano, al punto da ricordarlo a memoria. È emersa l’idea di un Dio onnipotente che è più presente nel tempo, piuttosto che nello spazio; un Dio che accuratamente organizza la creazione come realtà dove ogni cosa è al suo posto, dove non c’è violenza perché ognuno ha il suo nutrimento e non si mangia carne alcuna; alla fine di ognuno dei giorni della creazione può dire con soddisfazione che “era cosa buona” (“molto buona” dopo la creazione dell’uomo). Bella infine l’idea del settimo giorno (del riposo e della festa) come giorno che esprime l’eternità di Dio e la sua presenza nella storia e nel tempo. Il secondo giorno l’autore si è soffermato sul secondo racconto della creazione evidenziando come qui l’idea di Dio espressa dall’agiografo è completamente diversa dal Dio del primo racconto. Dio agisce, si sporca le mani per plasmare l’uomo, fa l’agricoltore piantando il giardino in Eden; è più vicino all’uomo e per vederlo felice sperimenta fino a trovare nella creazione della donna la soluzione buona. Il primo peccato, o meglio stato di colpevolezza, consiste nel rifiuto da parte dei progenitori accogliere pienamente la libertà che Dio aveva loro dato. Qui essi scelgono di non scegliere. Il lavoro per l’uomo e le doglie del parto per la donna sarebbero la punizione: ma l’uomo di fatto lavorava la terra, dato che Dio lo aveva posto come custode del giardino dell’Eden, e l’avere figli era segno di benedizione. L’autore pertanto ha voluto spiegare quella che era la realtà della sofferenza di cui l’uomo fa esperienza in questa maniera. Secondo Jean Louis Ska il primo racconto risale all’epoca del ritorno dall’esilio e l’autore (sacerdotale), uomo di cultura, sotto l’influsso dei racconti mitologici dell’area mesopotamica ha voluto rileggere con questo racconto la ripresa del popolo di Israele. Il secondo racconto è una risposta a questa idea di Dio forse diverso del Dio di cui Israele aveva fatto esperienza, con un Dio più vicino al popolo, che agisce nella storia, che si presenta con atteggiamenti più umani. Il terzo giorno il relatore si è soffermato sulla vicenda del diluvio. Anche qui si ripete il medesimo schema. Il racconto cosiddetto “sacerdotale”, appartenente cioè alla redazione che si compone nel post-esilio, presenta Noè, tenendo conto delle mitologie antiche, in particolare quella di Athahasis e di Gilgamesh, sottolineando l’importanza di quello che è accaduto dopo il diluvio, ovvero la costituzione di una generazione di giusti, discendenti da Noè. Il segno di questa decisione divina sarà l’arcobaleno. È il segno di un’alleanza eterna che Dio non vorrà mai infrangere. Il Sacerdotale infatti mette in evidenza la doppia condizione dell’umanità: quella pre-diluviana, caratterizzata dal peccato: «Dio guardò la terra ed ecco essa era corrotta» (Gen 6,12); quella post-diluviana, innestata nella generazione nuova di Noè e dei suoi figli, da cui scaturisce il popolo eletto di Dio. Al racconto sacerdotale sussegue la risposta di completamento di alcuni aspetti che l’Israele del post-esilio, con la costruzione del tempio, riscopre. Si tratta dell’importanza dei sacrifici, mediante i quali il popolo impara a relazionarsi con Dio, sentendo la sua presenza all’interno di una partnership d’amore: «Noè edificò un altare al Signore; prese ogni sorta di animali  mondi e di uccelli mondi e offrì olocausti sull’altare» (Gen 8,20). La benedizione e il sacrificio rappresentano, per Israele che torna dall’esilio, un modo concreto di tornare ad incontrare di Dio ed essere incontrati dalla sua misericordia. Ciò che traspare da questi racconti è dunque l’agire di Dio, che nell’accompagnare l’adam (l’umanità), non dimentica le sue promesse: L’orante di un salmo lo rammenta con incessante ardore: «eterno e per sempre è l’amore del Signore».
 

II Convegno Internazionale di Bioetica

Sono aperte le iscrizioni al II Convegno Internazionale di Bioetica dal titolo:
 
Quale spazio per la bioetica nella pratica clinica? Presenza-saggezza e umanità al servizio della persona
con la partecipazione di illustri esperti in materia che si terrà a Noto dal 09 al 10 settembre 2011 presso l’Aula Magna del Seminario Vescovile.
Il Convegno è organizzato dalla Diocesi di Noto ed è inserito nel Programma Nazionale per la Formazione degli operatori della sanità E.C.M.
L’obiettivo principale dell’iniziativa è quello di fornire risposte alle tante problematiche etiche che le moderne biotecnologie e le relative antropologie di riferimento pongono. La cronaca quotidiana propone – a ritmo incalzante – nuove vicende che attirano l’attenzione pubblica su questioni etiche inedite per le quali si richiede un serio discernimento che tenga conto di tutti quelli apporti utili a ripensare la vita umana.
La costruzione sociale e culturale del significato della scienza, deve potersi liberare contestualmente sia da facili entusiasmi sia da superficiali ostracismi, maturati talora in un humus marcatamente emotivo, per accedere ad una visione equilibrata e sapienziale della vita umana in tutte le sue fasi.
“Il II Convegno Internazionale di Bioetica – ha spiegato Mons. Antonio Staglianò, vescovo di Noto – vede quest’anno la sua seconda edizione; con esso ci proponiamo di perseverare in una scelta di formazione e di riflessione sugli attuali temi che interessano la riflessione bioetica, favorendo il dialogo e il confronto fra svariate discipline che hanno al centro la persona”.
Lo smarrimento culturale e la tendenza alla frammentazione esigono una coscienza intersoggettiva capace di riunire in un significato unitario la grande quantità di conoscenze disponibili, recuperando in uno sguardo sinottico le diverse dimensioni della persona umana.
 
Il Convegno è strutturato in quattro sessioni (I: Pensare la vita – II: Il divenire tra genetica e libertà – III: La vita alla prova del tempo – IV: Quando il linguaggio si arresta) nelle quali l’apporto scientifico di esperti permetterà l’acquisizione di criteri essenziali per una fondata e pertinente riflessione bioetica che si caratterizza per rigore scientifico e concretezza clinica.
Il Convegno è aperto a tutti ma si rivolge in particolare ai medici, agli infermieri, al personale operante nelle strutture socio – sanitarie, ai giuristi e a quanti collaborano nel campo della formazione. Medici, infermieri, ostetrici, farmacisti, psicologi, biologi, tecnici di laboratorio, della riabilitazione e tutte le altre figure afferenti alle categorie socio sanitarie potranno acquisire crediti E.C.M.
Condizioni di partecipazione:
1) quota d’iscrizione, cartella lavori, coffee-break, attestato per i partecipanti secondo le modalità ECM: Euro 45,00.
2) quota d’ iscrizione, cartella lavori, coffee-break, attestato per i partecipanti senza ECM: Euro 10,00.
3) uditori: ingresso libero.
4) prenotazione dei tre volumi degli atti del convegno: Euro 25,00.
Si informa che durante il convegno è previsto un servizio di coffee-break (offerto dall’organizzazione) ed un servizio di buffet durante la pausa pranzo ( previa prenotazione) al costo di Euro 7,00.
Le iscrizioni si effettuano utilizzando il modulo allegato, da trasmettere, esclusivamente, via fax al 0931.573868 o al n. 0931.1846661 oppure via mail all’indirizzo bioetica@diocesinoto.it
Le iscrizioni con ECM, fino ad un numero massimo di 50, saranno accolte in base all’ordine cronologico di ricevimento.
Le quote d’iscrizione possono essere corrisposte secondo le seguenti modalità:
a) bonifico bancario IBAN: IT 87 H 01020 84740 000300320289 intestato a Diocesi di Noto, causale “ II Convegno di Bioetica 9 -10 settembre 2011” .
b) direttamente all’atto della registrazione dei partecipanti prima dell’apertura del Convegno.
Per informazioni o sul sito
www.diocesinoto.it o via mail bioetica@diocesinoto.it
Per informazioni scientifiche rivolgersi al. Prof. Sac. Antonio Stefano Modica 393167208.
Per ulteriori informazioni si prega di fare riferimento alla Segreteria Organizzativa tel. 0931-573868 (orario ufficio sabato escluso), oppure al dott. Giuseppe Malandrino 335.8773312.

‘L’impegno educativo nel contesto culturale attuale’

Nel contesto del Convegno Pastorale della diocesi di Ugento-Santa Maria di Leuca, svoltosi il 14 giugno scorso, sul tema “Educare alla vita buona del Vangelo”, il nostro Vescovo ha svolto la relazione su “L’impegno educativo nel contesto culturale attuale”. Di seguito, uno stralcio della relazione che dà il senso dell’intervento.
 
La nostra vita umana – con tutto il rispetto degli scientismi e della loro competenza nel campo astrofisica-, non scorre dal big-bang (lo scoppio originario) al buco nero (ultima destinazione del processo evolutivo ormai in corsa da miliardi di ani). Sarà questo anche un racconto interessante, capace di appassionare qualcuno. Tuttavia non corrisponde alla verità. Narra dell’evoluzione del cosmo, tagliando effettivamente fuori la questione del senso della vita dell’uomo, la cui origine si sarebbe prodotta per caso e la cui fine è solo un momento “meccanico” di un esito inevitabile. La verità è ben altra. La nostra vita umana (e si badi bene, se è la verità lo è non soltanto per noi cattolici), di noi credenti – la vita umana in quanto tale-, scorre dal pensiero predestinante di Dio in Cristo Gesù, alla visione beatifica: quando nell’ora della nostra morte lo vedremo faccia a faccia. […]
Si, perché la nostra storia ascende da Cristo al Padre e questa visione beatifica sarà veramente la bellezza più grande. Che bello! Come ce l’avremo guadagnata? Ti verrà donata! Se però – ecco la responsabilità cristiana-, saprai rispondere a quattro domande che il Padre Eterno in Gesù ti ha anticipato dandoti anche la soluzione: “Quando avevo fame mi hai dato da mangiare? Quando avevo sete mi hai dato da bere? E quando ero svestito e nudo mi hai coperto? E quando ero nella disgrazia, nella disperazione, nella solitudine, mi sei venuto a trovarmi?”. “Si, Signore!”. “E allora entra benedetto del Padre tuo e goditi il paradiso, per cui io ho pensato te prima che il mondo fosse”.
“Ricordati che devi risorgere”. Fatti per il paradiso.
Che bello e gioioso essere cristiani!
 
 

Chiamati ad autoeducarci alla misericordia

«La rivelazione di Dio come Padre di infinita misericordia, donataci in pienezza dal Signore Gesù, ci consente di vedere e sperimentare Dio vicinissimo all’uomo, soprattutto quando l’uomo soffre e viene minacciato nel nucleo stesso della sua esistenza e della sua dignità. Ed è per questo che, nella odierna e complessa situazione della Chiesa e del mondo, molti uomini e molti ambienti, guidati da un vivo senso di fede, si rivolgono quasi spontaneamente alla Misericordia». Mons. Francesco Guccione –già vicario generale da tutti stimato per la sua interiorità spirituale e la comprovata saggezza umana ed evangelica- ha introdotto con questo brano, tratto dall’enciclica “Dives in misericordia” di Giovanni Paolo II, l’intensa meditazione tenuta, nell’ora di adorazione, all’Oasi don Bosco, lo scorso 17 giugno, all’inizio della due-giorni di programmazione pastorale diocesana 2011-12, presieduta dal Vescovo, mons. Staglianò. I diversi operatori pastorali convocati dal Vescovo a questo raduno (i membri del Consiglio Pastorale diocesano, quelli del Consiglio Presbiterale, nonché i componenti del Coordinamento Pastorale Diocesano) sono stati molto nutriti da questa meditazione, ben innestata nel tema della infinita misericordia di Dio (tema della prossima lettera pastorale del Vescovo) su cui si vuole incentrare il cammino di fede della Chiesa di Noto particolarmente nel prossimo triennio. Pensiamo di cogliere il desiderio di molti dando una breve sintesi di queste considerazioni.
 Per dare alcuni sprazzi di luce sul vasto tema della infinita misericordia di Dio nell’Antico Testamento, mons. Guccione si è concentrato particolarmente sul salmo 103: Benedici il Signore, anima mia, non dimenticare tanti suoi benefici. Egli perdona tutte le tue colpe, ti corona di grazia e di misericordia. “Il Dio dei patriarchi, di Mosè e dei profeti –ha detto tra l’altro- conosce profondamente l’animo umano e nel giudicare il comportamento trasgressivo dell’uomo tiene presente la sua multiforme miseria e fragilità congenita, e perciò giudica con misericordia”. Più articolata è stata, invece, la meditazione sulla misericordia divina nel Nuovo Testamento. «Cristo Gesù, Via, Verità e Vita, nei misteri della sua esistenza terrena, nel suo insegnamento, nella sua missione, nei suoi rapporti con gli uomini, nei suoi miracoli, ha voluto rivelare il volto misericordioso dell’amore infinito del Padre». Ed ecco un’articolata citazione di testi evangelici in cui traspare l’amore misericordioso del Padre, anzitutto nella missione del Figlio (“Non sono venuto per i giusti, ma per i peccatori” MT 9,13) e, ancora, nel suo insegnamento, specialmente attraverso le tre parabole lucane della misericordia (il figlio prodigo, la pecorella smarrita, la dracma perduta, LC 15, 1-32). «Cristo Gesù, infine, educa noi suoi discepoli a fare nostri i sentimenti di concreto amore misericordioso del Padre: “Siate misericordiosi come il Padre vostro è misericordioso (Lc 6,36); Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori… Se non perdonerete infatti agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste non perdonerà voi (Mt 6, 12-14). E infine Gesù affida alla sua Chiesa il mistero della misericordia di Dio attraverso, anzitutto, la vita sacramentale attraverso la Riconciliazione e l’Eucaristia». A questo punto mons. Guccione ha parlato a lungo dando sei suggerimenti, molto concreti e vitali, sul nostro cammino di abbandono all’amore misericordioso di Dio che ci rinnova interiormente per essere in Lui, e con la grazia dello Spirito, nuove creature. «Siamo chiamati ad autoeducarci alla Misericordia valorizzando le ricadute, per maturare ed accrescere, con la grazia di Dio, le più importanti virtù: l’umiltà che ci fa accettare la nostra fragilità integrata dalla fede che Gesù può guarirmi; la fiducia nella sua grazia che costruisce la fiducia in noi stessi; la sincerità di voler guarire che facilita l’opera di purificazione dello Spirito Santo». Mons. Guccione, infine, ha raccontato esperienze di coraggiose scelte di perdono evangelico di persone da lui conosciute e guidate. Questi hanno trovato una profonda pace nel cuore ed hanno prodotto inaspettati frutti di pacificazione familiare e sociale, immergendosi nella parola di Gesù che ci comanda di amare e di amare per primi.
 

Celebrazione regionale e lapide commemorativa per don Paolo Ruta nella vallata di Bibbinello

Emozionante e carico di vitalità umana ed evangelica il raduno regionale dei dirigenti Scouts (Agesci) e Scouts adulti (Masci) -oltre ottanta da quasi tutti i centri della nostra diocesi, con Scicli in prima linea, e poi da Siracusa, da Catania, da Acireale, di Giarre, da Messina ecc- nel pomeriggio di sabato 25 giugno, nella vallata di Bibbinello, comune di Palazzolo Acreide a quasi tre mesi dalla pia morte di don Paolo Ruta (31 marzo 2011). Questa stupenda vallata è di fatto un luogo vitale dove don Paolo (Baloo!), da diversi anni, ha messo a disposizione degli Scouts della Sicilia, ed oltre, un ambiente di silenzio e di contatto con la natura (compresa una cappella mariana in una grotta con Gesù Eucaristia) in cui migliaia di ragazzi e di giovani sono stati educati con il metodo scout, fortemente impregnato di educazione alla fede attraverso la frequentazione vitale con la Parola di Dio, il sacramento della Confessione e specialmente la celebrazione veramente conciliare della SS. Eucaristia. Nel suo testamento don Paolo ha lasciato al Vescovo pro-tempore della Diocesi di Noto “con preghiera di utilizzarlo per fini educativi e in modo particolare per gli Scouts”. E il nostro Vescovo, attraverso l’economo diocesano don Gianni Donzello, sta procedendo ad una concreta convenzione a riguardo con l’assegnazione attuativa della custodia di questa vallata a quattro membri del Masci e dell’Agesci di Scicli e di Siracusa coordinati dal fratello di don Paolo, don Ottavio Ruta. Il raduno regionale dello scorso 25 giugno si colloca in tale linea. C’è stata anzitutto, alle ore 16, una commovente celebrazione dell’Eucaristia presieduta da don Paolo Alescio, assistente diocesano dell’Agesci e del Masci, assieme a don Ottavio Ruta e con il servizio diaconale di don Michele Tringali. Erano presenti anche diversi familiari di don Paolo, anch’essi edificati dalla testimonianza sacerdotale sempre accogliente e profondamente educativa di Baloo! Tale testimonianza è stata poi ricordata con una carrellata di interventi che hanno coinvolto tutti gli intervenuti. Particolarmente toccante una poesia in lingua siciliana in otto strofe che sintetizzava l’esperienza educativa di son Paolo a Bibbinello. Ne trascriviamo solo la quarta strofa: “quannu ricia a missa a Bibbinellu i picciriddi o cantu se sistimava e se coccarunu facia u monellu  cu l’ostia nun consacrata iddu i ccuddava” (Traduzione italiana: quando celebrava messa a Bibbinello si metteva accanto i bambini e se qualcuno faceva il monello lo teneva buono dandogli l’ostia non consacrata”).                                               
 
É intanto in preparazione una lapide che verrà collocata nel centro della vallata a ricordo di don Paolo, che recita:
Sac. Vincenzo Paolo Ruta
25 gennaio 1931 – Modica, 31 marzo 2011
Pastore zelante e premuroso
ha plasmato come Maria Gesù in molti.
Il prossimo 23 ottobre l‘Agesci e il Masci di Sicilia stanno preparando un altro raduno formativo, questa volta a Scicli, dove don Paolo  ha operato nell’incisiva formazione di tanti ragazzi, giovani e adulti per molti anni, fino alla sua morte.
 

Alla scuola della famiglia

“Occorre promuovere una riflessione e un impegno rivolti a conciliare le esigenze e i tempi del lavoro con quelli della famiglia e a ricuperare il senso vero della festa, specialmente della domenica, pasqua settimanale, giorno del Signore e giorno dell’uomo, giorno della famiglia, della comunità e della solidarietà”. Così scrive Papa Benedetto XVI nella lettera inviata all’Arcivescovo di Milano, in cui annuncia la sua presenza all’incontro mondiale delle famiglie nel 2012.
Il tema infatti – in continuità anche con il convegno ecclesiale del 2006 a Verona – è “La famiglia: il lavoro e la festa”; da qui il titolo delle catechesi preparatorie all’Incontro, realizzate dallo staff del Pontificio Consiglio per la Famiglia e quello dell’Arcidiocesi di Milano edite dalla LEV e anche scaricabili on line ((www.family2012.com).
L’importanza di un avvicinamento convinto al 2012 è stata sottolineata da Benedetto XVI: “L’evento, per riuscire davvero fruttuoso, non dovrebbe rimanere isolato, ma collocarsi entro un adeguato percorso di preparazione ecclesiale e culturale già nel corso dell’anno 2011”. Il cammino proposto alle comunità cristiane si svilupperà in due direzioni: di partecipazione, lavorando e riflettendo il prossimo anno sulle catechesi, e di accoglienza, indicandone la valenza missionaria e soprattutto prospettando le varie forme dell’ospitalità concreta delle famiglie che giungeranno nel capoluogo lombardo.
Motore dell’incontro mondiale delle famiglie e del cammino verso Milano 2012 sono proprio le dieci catechesi, articolate in tre gruppi – la famiglia (“La famiglia genera la vita”, “La famiglia vive la prova”, “La famiglia anima la società”) il lavoro (“Il lavoro e la festa nella famiglia”, “Il lavoro risorsa per la famiglia, il lavoro sfida per la famiglia”) e la festa (“La festa tempo per la famiglia”, “La festa tempo per il Signore”, “La festa tempo per la comunità”) – e introdotte da una catechesi sullo stile della vita familiare (“Il segreto di Nazareth”).
Esse vogliono illuminare la realtà della famiglia e in particolare la sua esperienza nella vita quotidiana, nella società e nel mondo, attraverso il lavoro e la festa: modi privilegiati con cui la famiglia abita lo «spazio» sociale e vive il «tempo» umano. Il tema «La famiglia: il lavoro e la festa» mette in rapporto la coppia dei genitori, i figli, con i loro stili di vita: il modo di vivere le relazioni (la famiglia), di abitare il mondo (lavoro) e di umanizzare il tempo (festa).
L’incontro mondiale delle famiglie, che ha cadenza triennale, è stato promosso per la prima volta da Giovanni Paolo II nel 1994 a Roma. Nel 1997 si svolse a Rio de Janeiro, nel 2000 ancora a Roma, nel 2003 a Manila, nel 2006 a Valencia e nel 2009 a Città del Messico.
 

Noto fra i ‘Cammini d’Europa’

“Cammini d’Europa” la rete di cooperazione internazionale europea sui pellegrinaggi e sul turismo religioso comprende ora anche la Diocesi di Noto. Il partenariato formato da istituzioni pubbliche, associazioni ed enti ecclesiastici, tra  cui la Diocesi di Noto e la Cooperativa Etica Oqdany (C.E.O.), ha ideato il percorso religioso  di pellegrinaggio “Sulle orme di Paolo”, che coinvolge i territori della Diocesi di Noto e dell’Arcidiocesi di Siracusa. Una serie di iniziative, organizzate tra il 26 e il 29 giugno, ha presentato la seconda parte dell’itinerario che può essere percorso a tappe sia in auto che a piedi: un “cammino” che, partendo dalla Cittadella bizantina dei Maccari con la basilica della Trigona (Vendicari)  e transitando per il centro storico di Noto (con la visita, fra l’altro, delle due chiese di Montevergini e del Santissimo Salvatore ove è presente l’iconografia e il culto di San Paolo), coinvolge  i due Santuari diocesani (San Corrado Fuori le Mura e Maria SS. Scala del Paradiso) nonché  importanti siti di rilevante valenza religiosa, storica, archeologica e naturalistica (Noto Antica, Castelluccio, San Marco, Baulì, S. Lucia di Mendola) giungendo  fino a Palazzolo Acreide, paese dell’altopiano ibleo, dove l’Apostolo è Patrono e viene celebrato il 29 giugno.
Il percorso si inserisce nella tradizione storico-religiosa che ci tramanda l’esperienza pellegrina di San Paolo che dalla Turchia si recò a Malta e giunse nel nostro territorio ibleo  in cui sostò per circa tre giorni prima di riprendere la strada per Roma, dove venne martirizzato. “Sulle orme di Paolo”, quindi,  vuole essere non solo un’esperienza mistica e religiosa di cammino, ma anche un modo per permettere ai pellegrini-turisti di conoscere e vivere il nostro territorio. Grande è stato l’impegno profuso dalla Diocesi di Noto e della Cooperativa  Etica Oqdany che hanno ideato il percorso (Cittadella dei Maccari – Palazzolo Acreide).
Fra le manifestazioni in programma, lunedì 27 giugno presso la Basilica di San Foca a Priolo si è svolto un convegno sul tema “Il mistero della luce” organizzato dalla Biblioteca Lagoniana e moderato da Don Ignazio Petriglieri, Vicario Episcopale per la Cultura della Diocesi di Noto. Il giorno successivo è stato presentato il futuro itinerario di fede e storia con la visita a Cittadella dei Maccari, dove la C.E.O. ha organizzato l’accoglienza degli ospiti presso l’Oasi di Vendicari, dell’Ufficio Provinciale di Siracusa dell’Azienda Foreste Demaniali, diretta dal Dott. Carmelo  Frittitta, con una prima colazione a base di prodotti tipici.
Il team si è poi spostato a Noto per la  visita  guidata della Basilica del SS. Salvatore, a cura del dott. Corrado Crispino storico della C.E.O., dove un dipinto della volta ritrae la “Conversione di San Paolo sulla via di Damasco” ; successivamente nell’aula Magna del Seminario, dopo i saluti di Mons. Angelo Giurdanella, Vicario Generale della Diocesi di Noto, dell’Assessore al Turismo del Comune di Noto, prof. Francesco Terranova, e della Soprintendente BB.CC.AA. di Siracusa, dott.ssa Ciurcina, è stato  presentato il progetto dall’arch. Mariella Muti, Assessore ai BB.CC. AA del Comune di Siracusa,  dal dott. Sebastiano Bongiovanni, Presidente di Siracusa-Turismo”, dalle dott. sse  Maria Teresa Di Blasi e Elena Flavia Castagnino Berlinghieri della Soprintendenza ai BB.CC.AA  di Siracusa, dal Dott. Salvatore Celeste, presidente della C.E.O. e da don Antonio Sparacino, vicedirettore dell’ufficio BB.CC.EE. della diocesi di Noto. La giornata si è conclusa a Palazzolo partecipando alla tradizionale “svelata” di San Paolo.