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Ottobre 2000 – Monsignor Giuseppe Malandrino annuncia la morte di Monsignor Emmanuele Kataliko

 «Intenso dolore ha su­scitato nell’intera nostra comunità diocesana la no­tizia dell’improvvisa mor­te per infarto, avvenuta a Roma lo scorso 4 ottobre, di Mons. Emanuele Kataliko, già Vescovo di Butembo-Beni ed, ultima­mente, Arcivescovo di Bukavu nell’ex Zaire. Mons. Kataliko, dal lon­tano 21 aprile 1988, data dell’inizio del gemellaggio tra la nostra Chiesa netina e quella africana di Butembo-Beni, è entrato, con un continuo crescen­do, nel cuore e sulle labbra di noi tutti. E’ stato lui, infatti, che ha avviato e sapientemente incremen­tato, assieme al carissimo nostro Vescovo emerito mio predecessore, Mons. Salvatore Nicolosi, il gemellaggio, nella felice prospettiva della ecclesiologia del concilio Vaticano II.
Mons. Kataliko era en­trato, e resta ancora pro­fondamente, nel nostro cuore, anche per il corag­gio profetico di pastore sempre pronto a dare la vita per le sue pecorelle difendendole dai lupi ra­paci, dai tanti potentati economici e politici, che continuano a seminare vio­lenza e ad opprimere il suo popolo.
Lo attendevamo in que­sti giorni a Noto, assieme a Mons. Melchisedech Sikuli, Vescovo suo successore a Butembo-Beni, per esprimergli la nostra gioia per il suo recente ritorno nell’amata Arcidiocesi di Bukavu, dopo il pesante esilio che gli era stato im­posto da chi vuole soffoca­re le voci profetiche dei deboli. Volevamo attinge­re da vicino, dalla sua te­stimonianza pastorale (vera parresia) energie di coraggio evangelico e di slancio missionario.
Il Signore, nelle sue vie imperscrutabili, lo ha volu­to, invece, chiamare a Se, per donargli il premio dei giusti.
Ma la “memoria dei martiri” è sempre viva e feconda; Mons. Kataliko rimane sempre con noi. La sua memoria saprà spro­narci a portare avanti, in modo ancora più capillare e convinto, il gemellaggio ecclesiale e culturale tra Noto e Butembo-Beni, pro­prio come “scelta pastora­le” secondo il desiderio suo e di Mons. Nicolosi.
E rimane al nostro fian­co, anche, per incoraggiar­ci a saper osare per il Van­gelo e saper essere, come lui, missionari autentici; senza tentennamenti e compromessi. Un forte sprone e incoraggiamento per la nostra prossima Missione popolare diocesana!
Il prossimo 27 ottobre – assieme al Vescovo di Butembo-Beni Mons. Sikuli Melchisedech, che si ripromette di venire a Noto, pur se in data differi­ta – celebreremo, nella no­stra chiesa pro cattedrale di San Carlo, una Eucaristia di suffragio. Sentiremo così ancora più vicino Mons. Kataliko, nel clima intenso della preghiera comuni­taria, pronto ad intercede­re per la nostra Chiesa pellegrina in Noto, perché proceda sempre nella radi­cale fedeltà a Cristo e nello slancio missionario dell’an­nuncio e della testimonian­za del Vangelo.
La Vergine SS. Regina degli apostoli ci tenga sem­pre uniti, assicurando al caro Mons. Kataliko la pace dei martiri e a tutti noi una larga e feconda bene­dizione divina». 
Noto, domenica 8 ottobre – Giubileo mondiale dei Vescovi 
+ Mons. Giuseppe Malandrino, Vescovo di Noto

Maggio 1996 – Lettera di Monsignor Salvatore Nicolosi a Monsignor Emmanuele Kataliko

 

«Eccelenza Reverendis­sima, approfitto della ve­nuta a Butembo del giova­ne Davide Petriliggieri, ni­pote di Concetta, per ri­spondere alla Sua lettera del 22 febbraio u.s. e per porgerle sentiti auguri sia in occasione delle feste pa­squali che stiamo celebran­do fino alla prossima Pen­tecoste, sia per la sua salute che mi auguro possa mi­gliorare.
In un pacco a parte Le invio il documento finale del nostro sinodo diocesa­no, concluso lo scorso 4 aprile, nel quale ai numeri 34 e 48 si fa esplicito riferimento al gemellaggio fra le nostre due chiese gemelle; gemellaggio che desideriamo sempre più incrementare per una nostra comune cre­scita ecclesiale e comunio­nale. Nella prossima festa di Pentecoste, celebrando la VII giornata diocesana a riguardo, avrò l’occasione di esortare tutta la mia chiesa locale perché si coinvolga sempre maggior­mente in questo qualifica­to evento di grazia e di reci­proco arricchimento pasto­rale e culturale.
La presenza poi di P. Malambo fra noi si sta mostrando molto benefica per l’incremento del gemel­laggio, come spero lo sarà la venuta fra voi del no­stro gruppetto di sacerdoti e laici nella prossima estate.
La prego di essere anche voi molto vicini a noi sia perché il nostro cammino postsinodale venga compiu­to in una vera dinamica di conversione, sia perché tale nostra conversione al Si­gnore diventi più viva e pu­rificata, dopo la visita che il Signore ci ha fatto attraverso il crollo della nostra Cattedrale. Questo crollo (come avrà saputo e come può meglio conoscere at­traverso i numeri del setti­manale diocesano che Le invio) è avvenuto lo scorso 13 marzo, mentre il nostro sinodo si avviava a con­clusione.
In attesa di poterci in­contrare al più presto, Le esprimo ancora il mio sen­tito affetto in Cristo e fra­ternamente L’abbraccio».

+ Salvatore Nicolosi, Vescovo di Noto

LETTERA PASTORALE “MI SARETE TESTIMONI” DI MONS. GIUSEPPE MALANDRINO

 

N. 84 – Gemellaggio con la diocesi africana di Butembo-Beni: per una crescita missionaria ad gentes. La forte esperienza del gemellaggio con la diocesi di Butembo-Beni ha incrementato nella nostra comunità diocesana un intenso fervore evangelico e missionario. E’ bene sempre ribadire che il gemellaggio non deve certamente ridimensionare i nostri orizzonti missionari, ma invece può e deve validamente contribuire a dare alla nostra Missione gli stessi confini dati da Cristo Signore: “andate e ammaestrate tutte le nazioni” (Mat. 28,19)… “sino agli estremi confini della terra” (AT. 1,8). Dallo scambio di esperienze pastorali tra le due diocesi, senza alcun dubbio, dobbiamo riconoscere che ci abbiamo guadagnato soprattutto noi: per l’edificazione di vita cristiana che ci è stata offerta – pur nell’estrema povertà e tra le guerre continue – e per l’impulso missionario che ci è stato trasmesso. E’ sapienzale, pertanto, l’esortazione del nostro sinodo a questo proposito (decisione sinodale N. 34 e N. 48).

IL SINODO DIOCESANO

 
N. 14 – La scelta missionaria. La Chiesa di Noto, “con la fedeltà alla missione datale da Cristo, non può proseguire nell’attuale gestione pastorale che giudica insufficiente e non pienamente conforme al progetto di Dio”. Questo Sinodo, quindi, ritiene urgente e necessario che tutte le componenti ecclesiali della diocesi sappiano accogliere la parola di Dio, la testimonino vitalmente e acquisiscano uno slancio missionario rivolto prevalentemente al mondo degli adulti. A tal fine, tutta la Chiesa locale (e in essa ogni comunità parrocchiale, congregazione religiosa, gruppo, movimento, associazione) decide di operare questa conversione fondamentale: da una Chiesa dispersa nelle molte attività a una Chiesa che ritrovi le cose essenziali della fede e sappia comunicarle come pellegrina sulle strade dell’uomo, mediante un radicamento nel territorio.

 

N. 34 – Il gemellaggio con la Chiesa di Butembo-Beni. La comunione della nostra Chiesa locale si apra ancora di più alla dimensione universale, sviluppando iniziative che aiutino a vivere concretamente “la condivisione globale di beni, persone ed esperienza” (Cei, Comunione e comunità missionaria, 51). In particolare, sia più sentito e valorizzato il gemellaggio della Chiesa di Noto con la Chiesa di Butembo-Beni.

 

N. 48 – Passi di conversione. […] la chiesa di Noto, aprendo gli occhi, soprattutto grazie al gemellaggio con la diocesi congolese di Butembo-Beni, sul dramma mondiale della povertà, della fame, delle guerre che opprimono i figli di Dio, vuole porre con umiltà segni poveri di comunione e di ricerca della pace. Tali segni non vanno misurati in base al successo e all’efficacia umana ma esprimono l’esigenza di non conformarsi alla mentalità di questo mondo, prefigurando invece la pace del regno messianico. […].

Testo integrale del gemellaggio sottoscritto il 21 aprile del 1988 dai vescovi Nicolosi e Kataliko

«La Chiesa di Dio che è in Noto, in occasione della Celebrazione del 25° anniversario di ordinazione episcopale del  Suo Vescovo, Mons. Salvatore Nicolosi, prende più coscienza di quanto afferma il Concilio Ecumenico Vaticano II° nel Decreto sulla attività missionaria della Chiesa “Ad Gentes”:
 
1) “Tutti i fedeli, come membra del Cristo vivente, a cui sono stati incorporati ed assimilati mediante il Battesimo, la Cresima e l’Eucaristia, hanno lo stretto obbligo di cooperare all’espansione e alla dilatazione del Suo Corpo, sì da portarlo il più presto possibile alla sua pienezza” (AG 36).
 
2) “La grazia del rinnovamento nelle comunità non può avere sviluppo alcuno, se ciascuna di esse non allarga la vasta trama della sua carità sino ai confini della Terra, dimostrando per quelli che sono lontano la stessa sollecitudine che ha per quelli che sono i suoi propri membri” (AG 37).
 
3) “Sarà quindi utilissimo mantenere i contatti, senza tuttavia trascurare l’opera missionaria generale, … con una diocesi di missione, perché divenga visibile l’unione intima tra le comunità con il vantaggio di una reciproca edificazione” (AG 37). – Spinta da queste sollecitazioni, la Chiesa di Noto ha chiesto alla Chiesa di Butembo-Beni di costituire un gemellaggio pastorale.
 
Pertanto alla luce e in attuazione di questi principi del Concilio Ecumenico vaticano II°, la Chiesa di Dio che è in Noto e la Chiesa di Dio che è in Butembo-Beni (Zaire), rappresentata dal suo Vescovo Mons. Emanuele Kataliko, oggi, Giovedì ventuno aprile millenovecentoottantotto, nella Cattedrale di Noto, a conclusione della Solenne Liturgia celebrativa del 25° Anniversario di Ordinazione Episcopale di Mons. Salvatore Nicolosi, Vescovo di Noto, costituiscono tra di loro un gemellaggio pastorale, ai fini di uno scambio e una condivisione di beni, di persone e di esperienze per la espansione e maturazione spirituale del Corpo Mistico di Cristo.
 
A suggello di quanto sopra concordato e come primizia di una fattiva condivisione, S. E. Mons. Salvatore Nicolosi, Vescovo di Noto, offre a S. E. Mons. Emanuele Kataliko, Vescovo di Butembo-Beni, l’importo di tutte le offerte ricevute in dono dai fedeli della propria diocesi, in occasione della ricorrenza giubilare del 25° anniversario della sua Ordinazione episcopale, in ragione di 70.000.000 (settantamilioni), perché siano impiegate nella costruzione di due turbine generatrici di energia elettrica in favore dei fratelli dei quindici villaggi della Parrocchia di Lukanga nella sua diocesi di Butembo-Beni».  
 
Come emerge già dall’atto costitutivo l’apertura missionaria-comunionale con la Chiesa locale africana non si riduceva alla microrealizzazione: questa era solo un segno inserito in un cammino da maturare gradualmente. Così, infatti, si precisava: «Il collegamento caritativo e missionario-comunionale della Chiesa locale di Noto con questa Chiesa locale africana, voluto dal nostro vescovo in occasione della sua ricorrenza giubilare, non si ferma alla microrealizzazione-regalo. C’è qualcosa di più ampio e profondo che  inciderà certamente a far fare uno scatto di qualità alla nostra Chiesa verso gli orizzonti di universalità e mondialità missionaria».