Archivio Tag: parrocchie

A ROSOLINI, IL CENTRO DELLA RELAZIONE

Parlano i parrocchiani volontari che ogni pomeriggio entrano, nel centro di primissima accoglienza del comune siracusano, a contatto e in relazione con decine di ragazzi (adolescenti e giovani) migranti, bisognosi di attenzione, affetto, parole e gesti accoglienti

Chi si occupa di gessetti, colori e cartelloni; chi ha chiesto (e ottenuto) banchi e lavagne dagli istituti scolastici del paese; chi porta la merenda; chi fa due tiri a pallone; chi semplicemente ascolta, parla, entrando in profondità e in relazione. Quando, accompagnati dal direttore della Caritas diocesana, entriamo nel centro di primissima accoglienza a Rosolini – che, qualche mese fa la Prefettura ha fatto allestire, a cura della Croce Rossa, per stranieri non accompagnati – ci vengono incontro quattro persone: Cettina, Salvatore, Maria Vittoria e suor Anna Maria.

E ci coinvolgono nel loro discorso: «Dobbiamo allargare il numero dei ragazzi del corso d’italiano. Per loro è importante: conoscere la lingua è il primo passo per sentirsi integrati. E dobbiamo insistere con il parlato: piccole frasi, semplici, utili, per tutti i giorni». «E allora dovremmo anche fare lezione di siciliano… A parte gli scherzi, io domani porto il planisfero di mio nipote, così mostriamo loro dove si trovano rispetto al loro Paese, dove sta Roma, dove si trova Milano… e quanto è lunga l’Italia». Ma quanto può essere lunga l’Italia per chi scappa dall’Africa, affronta un viaggio lungo parecchi mesi e migliaia di km, fino ad approdare sulle coste della nostra Sicilia (Lampedusa, Pozzallo, Augusta in questo caso), senza genitori, a soli 12 o 13 anni?

A dirla con le parole di chi parla inglese, Cettina, Salvatore, Maria Vittoria e suor Anna Maria stanno facendo un “briefing” di fine giornata. A farla semplice – come semplice, generoso e spontaneo è il loro intervento – si stanno confrontando su come sia andato l’ennesimo pomeriggio di volontariato alla tensostruttura di Rosolini: a contatto e in relazione con decine di ragazzi (adolescenti e giovani) migranti, bisognosi di attenzione, di animazione, di affetto, di parole e gesti accoglienti, di sguardi comprensivi.

Insieme a Suor Anna Maria, a dire la verità, sono parecchi – non solo giovani, anche papà, mamme, nonni e nipoti – i parrocchiani (della Chiesa di Santa Caterina, del Crocifisso, della Chiesa Madre, del Cuore Immacolato, messe in rete, abbandonando ogni forma di protagonismo e campanilismo) che ogni pomeriggio, a turno, fanno animazione (in puro stile Caritas) presso il centro. Dando dimostrazione concreta al concetto e alla parola “accoglienza”. Un percorso non semplice, ma duraturo e vincente. Come l’amore che lo ha animato. Quando, infatti, a settembre sono arrivati i primi giovani migranti, ammette Maria Vittoria: «Qualcuno in paese ha storto il naso… E noi, persone semplici, donne e uomini delle parrocchie, che già abbiamo un rapporto di conoscenza e di attenzione con l’Africa, grazie al gemellaggio della nostra diocesi con la comunità di Butembo Beni, e che già nel 2011 eravamo intervenuti per dare ospitalità ad alcune famiglie di profughi, ci siamo dati da fare per tacitare le critiche e dimostrare che il nostro territorio, e soprattutto la comunità ecclesiale di Rosolini, è aperta, attenta agli ultimi, ai fragili, ai migranti. Senza paura e con rispetto».

E così, da ormai tre mesi, decine di parrocchiani si mettono a disposizione. O meglio: in relazione. Cioè entrano in contatto con i minori, li ascoltano, giocano e parlano con loro, fanno merenda e, appunto, organizzano corsi di italiano. «Sapete qual è stata la prima parola italiana che hanno imparato», ci chiede Cettina? «Anzi le prime due parole: hanno subito imparato a dire “casa” e “Isola”… cioè per loro, la Sicilia ora è come una nuova casa…». Anche suor Anna Maria, della Parrocchia di Santa Caterina, interviene con emozione, elogiando il servizio dei suoi giovani parrocchiani: «I ragazzi delle parrocchie si sono subito dati da fare. Il nostro intervento di animazione è un po’ improvvisato: non abbiamo molti mezzi e risorse professionali. Ma i nostri giovani ci hanno dato un grande aiuto: un po’ di inglese, una bevanda da condividere, una canzone da ascoltare e il gioco è fatto». Ed eccolo, infatti, il gioco: fuori dal tendone, mentre scende la sera, alla luce delle torce del telefonino ci sono Emma (20 anni), Rachele (16), Elena (17) che, con un foglio in mano, sembra stiano improvvisando un rap, scandendo le sillabe di alcune parole che gli ospiti si divertono prima a ripetere e poi segnano sui loro taccuini.

«All’inizio, i minori ospitati in questo centro erano circa 250», continua Suor Anna Maria: «Ora, dopo i primi trasferimenti, ne sono rimasti circa 120. Maghrebini e sub sahariani: tutti giovani, maschi, con lo sguardo spaesato ma pronto a riprendersi la vita. Sono piccoli e soli. E mi chiedo con quanto coraggio abbiano intrapreso il viaggio per arrivare qui da noi, in cerca di un’altra vita. Si vede che sono intimoriti ma anche pieni di speranza e non hanno smesso di sognare. Entrare in relazione con loro è stato un regalo, inaspettato, per noi. Noi così assuefatti dal consumo che non capiamo di aver consumato tutto, ormai. Noi che abbiamo perso la magia del sogno… Ecco, loro ci stanno insegnando proprio questo: a sognare, insieme a loro, un altro mondo possibile, più giusto e umano. Un mondo fondato sulla giustizia, sul cuore, sull’umano, sulla relazione con l’altro. Sarebbe inumano negare a questi ragazzi uno sguardo, una parola, un gesto di affetto che li faccia sentire ben accetti e ben accolti».
A guardarsi intorno, questa è una sensazione condivisa da tutti i volontari coinvolti: «Torno a casa, ogni sera, contenta», conferma Emma: «Me l’hanno insegnato i miei nuovi amici. Loro che non hanno niente, non li ho mai visti arrabbiati o disperati. Io vengo, di fatto, tutti i pomeriggi qui al centro. E non lo faccio solo per generosità, ma anche per imparare: da quando frequento questi nuovi amici, ho imparato il valore del sorriso».

Emozionante, per Suor Anna Maria, proprio il primo giorno di accoglienza: «Don Stefano Trombatore, 80enne di grande spirito, ha tenuto in francese un bellissimo discorso di benvenuto, dicendo che esiste un solo Dio. Che parla diverse lingue, che ci è Padre e ci ha reso fratelli, universalmente. Gli ospiti sono rimasti rapiti». E da quel giorno è uno scambio continuo: «Noi insegniamo loro un po’ di italiano, loro ricambiano insegnandoci la lingua dell’affetto, del sogno di un mondo migliore. Vedi quel ragazzo tunisino? I primi giorni non parlava. Poi abbiamo capito che era turbato per sua madre, rimasta in patria perché malata. Qualche giorno fa, purtroppo, è deceduta. E lui ha cominciato a scrivermi dei biglietti, usando le prime parole italiane che ha imparato: “Ora mia mamma sei tu. Quando vieni qui, a casa, io ti aspetto”. Mamma, casa: sono i termini di una relazione. Saremmo inumani a negargliela».

Per gli ospiti s’è fatta ora di cena. I volontari li abbracciano e li salutano, dandosi appuntamento al giorno dopo. Anche noi ce ne andiamo. Ancora un tiro di pallone con alcuni ospiti e poi, Fabio Sammito, direttore Caritas, commenta: «Al convegno Caritas dello scorso febbraio si discuteva di periferie. Di come riportarle al centro; di come ridare valore a chi le abita e le frequenta. Ecco, questo centro di primissima accoglienza ne è l’esempio più chiaro e concreto. In questo “centro” la “periferia dell’umano” è diventata centrale, dando segni di fratellanza e di speranza».
Fuori dalla tensostruttura, proprio di fronte all’entrata, un claim pubblicitario affisso su un muro recita: “I tuoi desideri ci stanno a cuore”. E allora quanto è lunga l’Italia? Forse pochi passi: quelli che separano una frase a effetto dall’affetto concreto di una relazione.

“PRONTI, VIA”: IL MESSAGGIO DEL VESCOVO RUMEO PER IL GREST 23

Il nostro pastore, in occasione dell'inizio delle attività estive, scrive a bambini e animatori: "Diamo il meglio di noi stessi per dire a tutti che ci siamo anche noi!"

Anche le temperature – oltre alla chiusura delle scuole – ormai dicono che l’estate è arrivata. E nelle parrocchie e nei cantieri educativi della nostra diocesi si sta camminando e lavorando per offrire ai più giovani la possibilità di vivere al meglio il loro tempo di vacanza, perché non sia “vacatio”, ossia vuoto e ozioso, ma permetta loro di esercitare la loro #creatività, coltivare nuove #amicizie, dedicarsi all’aggregazione e alla condivisione di un’idea di divertimento e gioco che portino con sé parole di speranza e di bene.

Negli otto vicariati della Diocesi sono già iniziati infatti le attività prepratorie (corsi di formazione per animatori, progetti, percorsi) del GREST, insieme ad altre iniziative pastorali, quali Oratori Estivi, e Campi Scuola.

Il nostro Vescovo, Mons. Salvatore Rumeo, particolarmente sensibile alla realtà dei nostri ragazzi, con alle spalle la lunga esperienza di parroco, approssimandosi le attività estive, ha voluto consegnare ai “grestini” e a quanti si impegneranno ad animare i centri estivi, un messaggio (lo si può scaricare in fondo alla pagina) dal titolo “Pronti… via”, augurando loro di vivere con entusiasmo e passione questo tempo di amicizia, di fede, di condivisione, con queste parole: “Diamo il meglio di noi stessi per dire a tutti, anche ai grandi, che ci siamo anche noi!

Pubblichiamo di seguito il calendario delle Attività Pastorali Estive 2023, per ragazzi e giovani, nei Vicariati della Diocesi e in allegato il messaggio del Vescovo per i ragazzi e i loro animatori.

Noto:
Parrocchia SS. Ecce Homo, GREST (Oratorio, dal 19 al 30 giugno 2023 – ore 15:30/18:00)

Avola:
Associazione METER, Campus estivo integrato (dal 3 al 28 luglio 2023, ogni mercoledì, giovedì e venerdì – ore 9:30/12:00)

Pachino:
Parrocchia San Giuseppe (Chiesa M. di Pompei, dal 12 al 30 giugno 2023, mattina e pomeriggio)
Parrocchia San Gaetano – Portopalo (dal 3 al 28 luglio 2023 – ore 9:00/15:00)
Parrocchia San Corrado (dal 12 giugno al 14 luglio 2023 – ore 9:00/12:00 – 16:00/19:00)

Rosolini:
Parrocchia Cuore Immacolato di Maria (dal 17 al 30 luglio 2023)
Parrocchia Santa Caterina da Siena (dal 10 al 22 luglio 2023)

Modica:
Parrocchia Maria Ausiliatrice (dal 29 giugno al 29 luglio 2023, ore 16:00/19:30)
Parrocchia San Massimiliano Kolbe (dal 21 luglio al 26 agosto 2023, ore 9:00/12:30)
Parrocchia Sant’Elena (dal 19 luglio al 4 agosto 2023, ore 16:00/19:30)
Parrocchia S. Famiglia – Frigintini (dal 26 giugno all’8 luglio 2023 – ore 16:00/20:00)
Parrocchia S. Cuore – Modica Sorda (dal 20 giugno all’1 luglio 2023 – mattina)
CRISCI RANNI (dal 22 giugno al 31 luglio 2023, ore 16:00/19:30)
Summer Camps, 12-23 giugno; GREST (elementare e media), 26 giugno-14 luglio; Micro Grest (15 mesi- 3 anni) e Mini Grest (3-5 anni), 3-29 luglio.

Scicli:
Parrocchia SS. Salvatore – Villaggio Jungi (dal 13 giugno al 4 luglio 2023 – ore 16:00/19:00)

Pozzallo:
OraFest 2023 – Oratorio Francescano Estivo (Madonna della Fiducia, dal 26 al 30 giugno 2023 e dal 3 al 7 luglio 2023 – ore 10:00/12:00)
Oratorio Salesiano (Figlie di Maria Ausiliatrice – Chiesa Madre, dall’1 al 28 luglio 2023 – ore 8:30/13:00)

Ispica:
GREST, Parrocchia SS. Annunziata (dal 12 giugno al 30 giugno 2023, ore 9:00/12:30)
SERATA GREST FAMILY, 23 giugno 2023, ore 20:30
Finale GREST, 30 giugno 2023, ore 21:00


CRISCI RANNI: IL RITO E L’AUGURIO AI BIMBI DI BRILLARE COME STELLE

Il tradizionale "slancio verso l'altro" si rinnoverà il prossimo 15 aprile al cantiere educativo nel parco Padre Basile, a Modica

Lo slancio verso l’alto con cui anche quest’anno celebreremo il rito Crisci Ranni porta con sé un messaggio di fratellanza e di pace.
Per prepararci al rito abbiamo scelto di guardare in alto, riscoprendo le nostre origini in quanto tutti figli delle stelle.

Il percorso proposto alle scuole, alle parrocchie, ai cantieri e alle comunità educative ha mirato a rendere consapevole ogni bambino della propria unicità, del proprio essere una stella che brilla nell’immensità dell’universo in cui tutti siamo connessi gli uni agli altri.
Per crescere c’è bisogno di conoscersi dentro, di esprimere la propria essenza e allo stesso tempo di guardare in alto, di avere cioè occhi aperti sul mondo.

Il rito diventa così l’occasione per ritrovarci come comunità educante sia nel percorso di riflessione che innesca processi di crescita consapevoli sia nella condivisione del momento di festa che il 15 aprile ’23 si celebrerà al cantiere educativo Crisci Ranni presso il parco urbano Padre Basile a Modica, in via Fontana (per raggiungerlo: clic qui).

Il programma del pomeriggio è questo:

– alle ore 16.30 l’accoglienza dei bimbi e dei loro genitori, con i saluti del direttore Caritas Noto, Fabio Sammito e una serie di divertenti  giochi con le stelle;

– a seguire  una breve ma intensa rappresentazione teatrale “Polvere di stelle”, a cura della Compagnia del Piccolo Teatro e il messaggio di Mons. Angelo Giurdanella, vescovo di Mazara del Vallo;

– alle ore 18.00 al suono delle campane festose della Resurrezione, il Rito. Tutti i papà (ma anche nonni e/o mamme) presenti, alzeranno al cielo i propri bimbi, augurando loro: “Crisci Ranni”, ossia: diventa grande, per davvero. Grande nelle tue emozioni, nella tua diversità, nella tua unicità. Diventa grande insieme agli altri…

L’invito è allora per tutti: piccoli e grandi. Non solo. L’invito è a donare ai bambini e ai ragazzi l’augurio pasquale “Crisci ranni”, perché nel momento in cui avviene il “lancio dei bambini” verso l’alto: il cielo sembra proprio sfiorare la terra.

Con l’augurio che ognuno possa sempre brillare come una stella, auguriamo a tutti di “crescere grandi” e vi aspettiamo, a Modica.